Penn St? Il meglio in Big Ten

Penn State è ancora imbattuta, guida la Big Ten ed al #6 del ranking. Una delle rivelazioni di questo avvio della stagione 2008

Nella settimana di college football che ha polverizzato ogni credo riportando la memoria alla passata stagione, infarcita di pronostici ribaltati uno dopo l'altro, Penn State è la squadra della Big Ten a festeggiare più di tutte. Nel primo sabato di incontri interni alla Conference, gli uomini allenati dal mito vivente Joe Paterno (anni 43 passati sulla sideline dei Nittany Lions) che a inizio anno nessuno vedeva come favoriti per la corona della Big Ten battono Illinois (#22 del ranking) e vanno subito 1-0.

Non solo, lo scontro vinto in casa su una delle favorite iniziali permette ai Lions di volare al #6 della classifica nazionale. Non è già  ora di festeggiare ovviamente, ma la partenza di Daryll Clark e soci è sorprendente. Da sempre Penn State rappresenta una mina vagante per il solo fatto di essere allenata con serietà  e competenza da un vero e proprio guru del gioco, personaggio rigido sulle proprie posizioni e in grado di crescere veri e propri talento nel football oltre a scoprire, di tanto in tanto, qualche giovane a cui basta smussare gli angoli per trasformarlo in vera e propria icona del college football. Ciò nonostante difesa e attacco di Penn State non sembravano all'altezza di un così alto livello nazionale, e anche se siamo solo all'inizio giova ricordare che PSU ha vinto le prime 4 gare segnando sempre più di 40 punti concedendone appena altrettanti in totale e passeggiando (45-14) proprio con quella Oregon State che venerdì ha affossato USC insieme a tutte le sue (e nostre) certezze.

Quanto possa durare questa ennesima favola collegiale non possiamo prevederlo, i ragazzi di JoePa non erano dati a un centesimo per competere a un bowl quantomeno di medio livello mentre oggi propongono una difesa solida e costante, capace di limitare il rapido attacco orchestrato da Juice Williams per i Fighting Illini mentre l'attacco ne dominava una difesa sulla carta piuttosto valida.

Meglio del quarterback Clark, che ha segnato su corsa e lanciato per altre due mete e che in stagione ha messo palla in aria per 896 yard, 9 TD e un solo intercetto. E merito anche del runningback Evan Royster, 518 yard e 7 touchdown finora, devastante con le 139 yard di sabato scorso.

Un sesto posto da festeggiare ma che non dà  troppe garanzie in conference, soprattutto ora che Ohio State ha recuperato Beanie Wells, 106 yard nella vittoria su Minnesota (34-21) che vale un punto nella classifica di Big Ten. Buckeyes che hanno deciso di puntare ormai il tutto per tutto su Terrell Pryor (70 yard lanciate con TD e 97 corse - su 8 tentativi - con altre due segnature) e che a questi livelli, con una difesa praticamente insuperabile per Minnesota finché c'è stata partita, tornano ad essere i grandi favoriti nel Midwest.

Non fosse altro che a togliere parecchi dubbi ci ha pensato Wisconsin, #9 del ranking sconfitta dall'incostante Michigan in trasferta dopo una rimonta incredibile. I Wolverines hanno ballato in difesa per due quarti abbondanti e anche se inizialmente i Badgers si sono dovuti accontentare dei calci di Philip Welch, la meta di John Clay a inizio secondo periodo sembrava aver messo le cose a posto. Un vantaggio di 19-0 nel momento di entrare negli spogliatoi ma, all'uscita, una Michigan completamente trasformata.

Eccellente a difendere sulle corse, tanto da limitare P.J. Hill a 70 yard con 3.2 di media, Michigan tornava sotto con una meta nel terzo e una nel quarto periodo. Poi il rocambolesco intercetto di John Thompson riportato in meta dopo 25 yard che decretava il sorpasso e la meta seguente che dava un vantaggio rassicurante. Negli ultimi secondi l'orgoglio dei Badgers rimetteva in partita Wisconsin che segnava e si trovava sotto 27-25 ma, sbagliando la conversione da due punti, chiudeva inaspettatamente sconfitta.

Una vittoria che vale una immensa iniezione di fiducia per Michigan capace di onorare alla grande e con finale a sorpresa la 500^ partita al Michigan Stadium, davanti a 110000 spettatori, nonostante un avvio pessimo, 4 fumble persi e 5 palloni gettati in totale. La Big House è esplosa nel finale, quando per la 5^ volta consecutiva Wisconsin è caduta in quel di Ann Arbor, di fronte alla seconda più grande rimonta della storia dei Wolverines (partendo da -19, la prima è un -21 recuperato a Minnesota nel 2003). Un boato che anche davanti agli schermi televisivi è sembrata un'immensa esplosione, "chiunque si trovasse nelle vicinanze di Ann Arbor non può non averlo sentito" ha dichiarato Rich Rodriguez. E c'è da credergli.

Cade Iowa in casa, in un'altra sorprendente rimonta della domenica, e lo fa per mano di Northwestern. I Wildcats di quest'anno hanno deciso di esordire con il miglior avvio degli ultimi 46 anni. Non male. E a forza di ricorsi storici è giusto ricordare che due delle quattro volte precedenti in cui cominciarono 5-0 a fine anno vinsero la Big Ten (parliamo però degli anni trenta in entrambi i casi).

Partenza pessima con gli Hawkeyes che controllano la gara grazie a un buon Richard Stanzi (238 yard, TD, INT alla fine) ma sul 3-17 comincia la rimonta orchestrata da C.J. Bacher (28/45, 284, 3 TD, INT).

Bacher stringe i tempi lanciando un TD per Rasheed Ward a 17 secondi dalla fine, poi, nella ripresa, ci si affida a Eric Peterman, senior receiver che segna prima ricevendo dallo stesso Bacher e poi su corsa. Nonostante l'extra point e la successiva conversione da due punti falliti, i Wildcats chiudono 22-16.

Ultimo incrocio di conference in Indiana, dove Michigan State spazza via gli Hoosiers 42-29 con una prova maiuscola del runningback Javon Ringer, mai così continuo come nel suo anno da senior. Sarà  l'odore del draft che si avvicina, ma Ringer schianta la difesa avversaria con 198 yard, segna una meta e allunga di 20 il guadagno totale grazie a due ricezioni. La partita inizia e finisce con lui, muore sulle sue gambe quando, dopo che Indiana è riuscita a rimanere in partita per due quarti, comincia a perdere palloni mentre Ringer straripa sugli argini del suo reparto difensivo e il quarterback Brian Hoyer ricama 261 yard e 2 TD, giusto per completare un'opera quasi perfetta.

In ritardo Purdue che, con una partita in meno in stagione, rinvia l'esordio in Bg Ten facendosi ospitare, e battere, da Notre Dame. Il solito Curtis Painter, 359 yard e 2 TD (con intercetto) supportato dalle corse di Kory Sheets (13/87, TD) non bastano, la solita "allegra" difesa concede comunque 476 yard e cede di schianto nel terzo periodo quando concede le tre mete che aprono un distacco irrecuperabile tra le due squadre nonostante la ricezione da sei punti su una giocata da 54 yard di Desmond Tardy avesse tenuto accese, per un attimo, le speranze dei Boilermakers. Alla fine gli Irish la spunteranno 38-21.

[B]CLASSIFICA[/B]
(Posizione, Ranking nazionale, Record Conference, Record Totale)

1 - Northwestern 1-0, 5-0
2 – #6 Penn State 1-0, 5-0
3 – #14 Ohio State 1-0, 4-1
4 – Michigan State 1-0, 4-1
5 – Michigan 1-0, 2-2
6 – Purdue 0-0, 2-2
7 – Minnesota 0-1, 4-1
8 – #18 Wisconsin 0-1, 3-1
9 – Iowa 0-1, 3-2
10 – Illinois 0-1, 2-2
11 – Indiana 0-1, 2-2

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