Georgia vince lo Sugar Bowl

Il coach di Georgia Mike Richt se la ride in conferenza stampa davanti al trofeo appena conquistato.

Inizia male e finisce peggio per Hawaii e Colt Brennan, che falliscono la prova del nove al cospetto di Georgia nello Sugar Bowl di New Orleans, Louisiana, stesso campo che ospiterà  fra pochi giorni la finalissima NCAA con protagonisti i padroni di casa Louisiana State e Ohio State; infilati dopo appena cinque minuti dall'ottimo runningback di Georgia Knowshon Moreno, corsa da 17 yards, i Warriors cercano di prendere ritmo e rimettere in piedi l'attacco esplosivo visto durante tutto l'arco della stagione.

Nel loro secondo drive offensivo i giocatori di Hawaii riescono a rompere il ghiaccio, grazie ad una buona prova di Brennan che con 7 passaggi e 2 corse mette il proprio kicker, Daniel Kelly, in condizione di calciare, ed accorciare le distanze prima della fine del primo quarto; purtroppo per i Warriors, Georgia ha preparatola meglio la partita, e tornata in possesso del pallone si divincola senza problema nella difesa avversaria, trovando nuovamente la strada del touchdown con Moreno, che porta a 2 le segnature personali coprendo una distanza di 11 yards.

Nel secondo quarto i Bulldogs accelerano, andando a segno altre due volte con Brandon Coutu, FG da 52 yards, e con Sean Bailey, che riceve un bel passaggio in endzone, l'unico della partita, di Matthew Stafford, che chiude con 14 completi per 175 yards; il doppio vantaggio di Georgia non trova la risposta, attesa, di Hawaii, con un Colt Brennan che entra in crisi, lanciando il primo intercetto del match in favore di Prince Miller.

L'errore di fatto cambia la partita, con il quarterback dei Warriors che comincia a far intravedere i propri limiti, lanciando diversi incompleti e facendosi sackare di continuo, mettendo nei guai la sua squadra, che senza le giocate del suo miglior giocatore vede il match scivolargli di mano. Nel terzo quarto la situazione non cambia, anzi peggiora, con i Bulldogs che mettono con le spalle al muro l'attacco avversario, forzando due intercetti di Brennan e impedendo ad Hawaii di sfruttare il turnover scaturito dal pallone pizzicato da Jacob Patek a Stafford.

In un trittico assurdo entrambe i quarterback lanciano tre intercetti, rigorosamente consecutivi, che mantengono Georgia in vantaggio 24 a 3, risultato destinato a cambiare prima della fine del quarto con l'ennesima pressione vincente di Marcus Howard, che recupera un fumble in endzone ampliando il divario in favore dei Bulldogs; non ancora sazi i ragazzi di Marc Richt vanno ancora a segno su corsa, con Thomas Brown da 1 yards, nel drive immediatamente successivo al terzo intercetto di giornata infilato da Brennan.

Hawaii si riprende solo nel quarto finale, a bowl ormai ampiamente nelle mani di Georgia, lanciando finalmente un TD pass a 10:42 dal termine dell'incontro; a ricevere l'ottimo pallone messo in aria da Tyler Grounke ci pensa Ryan-Grice Mullen, che con le 16 yards conquistate raggiunge quota 37 in partita. Prima dell'unica realizzazione da 6 punti dei Warriors, i Bulldogs avevano nuovamente allungato, trasformando il secondo field goal del match con il solito Coutu, questa volta con calcio dalle 45 yards.

Dalla segnatura di Hawaii in poi succede poco o nulla con Grounke che prima della fine riesce a farsi intercettare, raggiungendo, in un'alquanto invidiabile statistica, il compagno di squadra Brennan, che chiude con 169 yards, 0 TD, 3 INT, una partita assolutamente da dimenticare che ha il sapore, amarissimo, della bocciatura in vista del draft NFL. Per i Warriors, come per il loro quarterback del resto, ancora una volta è stato fatale uscire fuori dai confini della WAC, una conference forse troppo facile da dominare per il college hawaiano che ha chiuso imbattuto la stagione.

Ad un anno di distanza non si ripete quindi il miracolo di Boise State, che vinse il Fiesta Bowl contro Oklahoma dopo aver trionfato nella WAC, e Hawaii torna a casa con le ossa rotte alla fine di un match che ha lasciato, soprattutto nello spirito, tante, e troppe, amarezze; su tutti sbotta proprio Brennan, che in qualità  di leader della squadra si complimenta con i vincitori ma non rinuncia a rivendicare la forza dei Warriors: "Noi non siamo la squadra vista qui stasera, siamo più forti di quello che abbiamo fatto vedere, il nostro gioco è uno dei migliori della nazione, semplicemente non siamo riusciti a metterlo in pratica, non siamo riusciti a mostrarlo, prendendo le adeguate misure agli schieramenti difensivi avversari."

Come ricorda lui stesso "Georgia è probabilmente la squadra più forte che ho affrontato questa stagione, la più veloce che ho avuto modo di vedere", anche i Bulldogs hanno qualcosa da recriminare, e tutti i giocatori, nessuno escluso, non perdono l'occasione per ricordare a tutta la nazione la grande ingiustizia subita, circonciso e diretto, in tal senso, il linebacker Marcus Washington: "Noi siamo la squadra migliore del paese, dovremmo essere noi a giocare qui la prossima settimana. "

Un sentore che in molti, telespettatori compresi, hanno avuto, vedendo la facilità  e l'efficacia con cui la difesa ha messo alle corde uno dei passing game più idolatrati della NCAA, facendo fare una vera e propria figuraccia da uno degli ex candidati heisman con più credenziali di vittoria; stessa forza mostrata dall'attacco, efficace soprattutto sulle corse, e pronto a sfruttare i palloni recuperati dal reparto difensivo, splendidamente guidato dal cornerback Asher Allen, che chiude con 2 intercetti all'attivo.

Per i Warriors rimane la magra consolazione di aver dominato sui passaggi, con il senior Jason Rivers che ha concluso il bowl con 105 yards totali, staccando di netto il compagno di squadra C.J. Hawtorne, 73 yards, e il leading receiver dei Bulldogs, Mohamed Massaquoi, fermo a 54. Nelle corse dominio di Georgia con Brown e Moreno che chiudono rispettivamente a 73 e 61 yards, creando una voragine al cospetto del primo della lista di Hawaii, Kealoha Pilares, che termina con appena 26, a dimostrazione della brutta serata vissuta dalla sua squadra.

MVP dell'incontro è stato nominato il già  citato defensive end Marcus Howard, che con 3.0 sacks e 2 forced fumble, di cui uno recuperato oltre la linea di meta, ha creato diversi grattacapi ai Warriors, e soprattutto a Brennan, che c'è da scommettere, sognerà  ancora la sua faccia a lungo; per Georgia si è realizzato il back to back, con la vittoria nello Sugar Bowl che bissa quella ottenuta il 30 dicembre 2006 contro Virginia Tech nel Chick-fil-A Bowl, al termine della scorsa stagione.

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