Frank Beamer tiene in mano un'arancia: per gli Hokies arriva l'Orange Bowl.
Doveva essere una stagione dedicata ai tragici eventi occorsi nell'aprile scorso, una stagione nella quale squadra di football e pubblico avrebbero formato un'unica entità per riuscire a dimenticare, per andare avanti lo stesso anche senza la possibilità di spiegazioni per il gesto di pazzia che era accaduto.
L'annata di Virginia Tech è stata vissuta così, con una motivazione in più degli altri, come una missione da compiere per ricordare e celebrare quelle sfortunate anime che, nell'ennesimo cataclisma di violenza senza senso, si erano ritrovate vittime della situazione. La conquista e la conseguente vittoria nella finale ACC disputata sabato scorso non può che avere un significato diverso dal solito, rappresenta il miglior risultato possibile per onorare quella tragica memoria, tramutando in realtà il secondo Orange Bowl degli ultimi tre anni.
Il motto di tutto il campionato è stato univoco, il tanto utilizzato slogan "We will prevail", che stava a sottolineare che un po' alla volta tutto sarebbe ritornato alla normalità , è stato prontamente seguito da un altro aspetto motivazionale, che ogni giocatore, facendo ingresso nello stadio di Jacksonville, aveva vestito direttamente sulla propria pelle. La sconfitta contro Boston College non era stata digerita da nessuno a Blacksburg, Virginia, e quei dannati sei minuti di distrazione sono diventati persino una t-shirt, indossata da molti dei protagonisti di quello stesso insuccesso, utile per fissare nella mente che le partite vanno sempre giocate fino in fondo.
Così è stato fatto, e la modalità interpretativa del football targato Frank Beamer ha avuto il successo che cercava.
La chiave di volta per superare i Golden Eagles non poteva che riguardare Matt Ryan, fulcro e testa esecutrice di quella macchina da yards da lui così ben gestita durante l'arco di tutta la stagione, la quale ha superato di netto l'avversario in termini produttivi fallendo nel portare a casa le giocate decisive, fermate da infruttuosi tentativi di convertire importanti quarti downs, nonché dalle giocate messe a segno da una difesa che quando conta difficilmente tradisce.
La strategia per evitare la pass rush era stata applicata a dovere per gran parte del match, con la sola esclusione di un terzo quarto altamente improduttivo: la costanza nel muovere le catene era stata garantita dall'estrema varietà di ricevitori selezionabili, sei quelli diversamente coinvolti nel solo primo tempo, nonché dalle provvidenziali uscite dal backfield del running back Andre Callender (115 yards totali nei primi 30 minuti, 143 alla fine), utile valvola di sfogo che garantiva un rilascio pressoché istantaneo del pallone e che conseguiva difficoltosi adattamenti al volo della difesa.
Il problema è stato l'arrivare al dunque, e qui la scarsa affidabilità di Steve Aponavicius, nè il più potente, né il più preciso dei kickers in circolazione, ha condizionato parecchie scelte offensive: il suo raggio limitato di field goal, difatti, ha costretto Jeff Jadgozinski ad optare in quattro differenti casi per una conversione alla mano di quarto down sulle 30 yards avversarie, una sola delle quali ha avuto buon esito. Fossero andati a segno anche nove punti, avremmo visto una partita diversa.
Non è andata meglio quando un tentativo ravvicinato di Aponavicius, nel drive di apertura, è stato bloccato, e l'extra point conseguito ad uno dei rarissimi TD su corsa di Ryan è stato addirittura riportato in endzone dalla safety Brandon Flowers per due punti a favore degli Hokies, ancora una volta impeccabili interpreti di uno dei principi predicati dal loro allenatore, Frank Beamer.
Ecco spiegati i perché di una situazione terminata in pareggio dopo i primi trenta minuti, nonostante l'evidente vantaggio di Boston College in termini di yards, tempo di possesso e turnovers provocati, attraverso i quali erano addirittura arrivati dei preziosi punti da mettere a referto (fumble riportato da Jamie Silva, autore anche di un intercetto): Ryan (33/52, 305, 2 INT) aveva mosso il pallone a volontà , tuttavia senza trasformare in mete gran parte del suo ottimo operato.
L'efficienza offensiva degli Hokies, prima dell'intervallo, era stata molto diversa seppure molto meno produttiva: senza un gioco di corse valido, con Branden Ore (19, 55) e Tyrod Taylor in ombra, Sean Glennon ()18/27, 174, 3 TD, INT) era riuscito a gestire al meglio i pochi possessi a disposizione, concludendo la prima metà con due mete (ricezioni di Josh Morgan e Josh Hyman), una delle quali scaturita da un drive di neanche due minuti che aveva macinato 80 yards.
Molto diversa la ripresa, dove la difesa di Virginia Tech ha messo il guinzaglio all'attacco avversario, il cui highlight dell'intera seconda frazione è stata una ricezione e corsa di Brandon Robinson che ha coperto 31 yards, giocata appartenente ad una serie stroncata da una perdita di yards su un terzo e corto, nell'ennesima gita sprecata all'interno del territorio avversario. Nell'altra giocata di rilievo effettuata da Andre Challenger in ricezione ci ha messo una pezza la safety Kam Chancellor, il quale ha salvato una meta sicura con un provvidenziale placcaggio in campo aperto.
Di contro, le corse di Ore e Taylor, finalmente sbloccatosi con uno scramble di 31 yards nel quarto periodo, hanno cominciato a funzionare nel momento più propizio, scaturendo nella spettacolare ricezione del 23-16 del veloce Eddie Royal (4, 63, TD), valida per il terzo passaggio vincente di un concretissimo Sean Glennon.
La difesa ha poi terminato il lavoro: Xavier Adibi e Vince Hall, forte coppia di linebackers alla penultima gara in maglia viola, hanno messo a segno i due intercetti decisivi, l'ultimo dei quali riportato in meta per il 30-16 finale, consegnando agli Hokies la corona una conference mai così importante.
Ora manca solamente l'ultima parte della missione, si chiama Orange Bowl, nella quale affronteranno i Jayhawks di Kansas. L'appuntamento è per il prossimo 3 gennaio a Miami.
ACC Bowl Recap
Ecco i Bowls per i quali si sono qualificate le appartenenti eleggibili dell'Atlantic Coast Conference.
Orange Bowl di Miami: Virginia Tech vs Kansas
Champs Sports Bowl di Orlando: Boston College vs Michigan State
Emerald Bowl di San Francisco: Maryland vs Oregon State
Meineke Car Care Bowl di Charlotte: Wake Forest vs UConn
Roady's Humanitarian Bowl di Boise: Georgia Tech vs Fresno State
Music City Bowl di Tennessee: Florida State vs Kentucky
Chick-Fil-A Bowl di Atlanta: Clemson vs Auburn
Gator Bowl di Jacksonville: Virginia vs Texas Tech