Jeremy Leman (47) e Mike Ware (76) festeggiano l'impresa di Illinois a Columbus: gli Illini sono la vera grande sorpesa del 2007
La giornata nera di Todd Boeckman che frutta tre intercetti coincide con il crollo di Ohio State nel momento clou della stagione e spalanca finalmente le porte alla definitiva consacrazione di Illinois, squadra in grado di provocare l'ennesimo rovesciamento in testa al ranking nazionale e che si toglie l'ennesimo sassolino da una scarpa ormai davvero troppo scomoda. Dopo un lustro di sofferenze seguito a quella che fu l'ottima gestione di Ron Turner, oggi contestato offensive coordinator dei Chicago Bears, i Fighting Illini mantengono le promesse di Ron Zook che, al terzo anno, porta i suoi 8-3 e il 5-2 in Big Ten può valere un secondo posto in classifica battendo Northwestern sabato prossimo. Non solo, dopo tante maledizioni sfatate, Illinois torna a vincere con una #1 del ranking dopo circa cinquant'anni e per la prima volta lo fa in trasferta.
Non solo, la speranza di assistere all'ennesimo ribaltamento di pronostico nella sfida tra Michigan e Ohio State con conseguente passaggio dei Buckeyes tra le prime due posizioni del ranking nella classifica finale, ecco che Juice Williams e compagni potrebbero ritrovarsi in gennaio a passare una settimana a Pasadena per vivere il Rose Bowl da protagonisti. Niente male per una squadra che veniva data per spacciata un po' da tutti a inizio anno.
L'evoluzione del quarterback diciannovenne Juice Williams (all'anagrafe Isiah), giocatore mobile e preciso anche se non ancora trasformato in un passatore a tutti gli effetti, e l'ottima stagione di Rashard Mendenhall, leader nelle corse della conference, hanno portato l'attacco degli Illini ad ottenere un peso di imprevedibilità e di gioco basato su option e tanta corsa quasi, senza voler tentare scomodi paragoni, come gli Atlanta Falcons di qualche anno fa con l'imprevedibile Michael Vick sempre pronto a trovare la giocata sulle proprie gambe.
Illinois ha ottenuto la partita che voleva, ha fermato Chris Wells a 76 yard, ha bloccato il gioco aereo, ha recuperato tre palloni e si è giovata di un risultato stretto, con poco distacco tra le due contendenti, e di ottime giocate del proprio quarterback. Due drive lunghissimi, come quello del break decisivo del 28-14, dopo una partita passata a inseguire e prima dell'inutile meta di Wells, e 4 lanci da sei punti, con bersagli colpiti sia sul corto che sul lungo raggio. I Buckeyes ci sono cascati in pieno, la sconfitta di 7 punti li ha fatti scivolare al #7 del ranking mentre altre due squadre della Big Ten andavano a far compagnia a Michigan (#21) nella parte bassa della Top 25 del BCS. La stessa Illinois ha infatti ottenuto la promozione al #19, mentre Wisconsin è salita al #25 proprio grazie alla vittoria su Michigan, vittoria che tiene accesa la corsa al titolo che, a questo punto, non sarà un ex-aequo e si deciderà tutto nella più grande rivalità di Conference con favore del campo, e ora anche del pronostico, per Michigan.
OSU ha detto probabilmente addio alle speranze di ripresentarsi al National Championship un anno dopo la batosta del gennaio 2007, ma questa sconfitta rischia di pesare anche sulla vittoria del titolo, ora molto più difficile da ottenere, e sul ranking finale. Un'altra sconfitta, al pari di una vittoria che sembra scontata di Illinois, potrebbe far crollare le azioni di OSU e spedire la squadra a un bowl minore, il tutto dopo una stagione perfetta, a tratti dominata, e vincente oltre ogni più rosea aspettativa. Insomma, il rischio per coach Tressel è di vedere una stagione da favola trasformarsi in un fallimento che, giunti a fine novembre, sarebbe davvero poco tollerabile a prescindere da quali fossero le previsioni di inizio anno.
Anche Michigan però non sta meglio. Starno dirlo, dopo un avvio con un record di 0-2 e la ormai leggendaria sconfitta subita da Appalachian State, ma l'andamento della Big Ten ha imitato per lunghi tratti quello dell'intera nazione Ncaa, con improvvise cadute e scivoloni inattesi di tutte le squadre che mano a mano andavano a proporsi come candidate per un posto in alto nella classifica. I Wolverines avevano approfittato di tutti questi cambi di marcia e, grazie a una stagione perfetta in Big Ten, si erano riportati nel ranking nazionale fin quando, sei giorni fa, la situazione parlava chiaro: OSU alla finale per il titolo e Michigan al Rose Bowl, probabilmente anche perdendo lo scontro diretto. Oggi a fare il tifo per i Buckeyes ci sono ovviamente anche gli Illini, ma l'impresa della OSU vista nelle ultime due settimane non è delle più semplici, anche se persino la stessa Michigan è spesso apparsa meno concreta di quanto non dicesse la striscia di vittorie consecutive.
E' comunque l'anno dei rimpianti, dove persino Wisconsin, favorita in estate, mette in crisi OSU e batte Michigan nell'arco di sette giorni, ritrovandosi in una posizione che lascia più rimpianti che altro. Senza Mike Hart a correre i Wolverines non hanno avuto speranza contro dei Badgers che hanno finalmente riequilibrato il gioco offensivo, corrono e lanciano bene ed in difesa spesso riescono anche a dominare, pur con qualche blackout di troppo. Michigan ha sfiorato la rimonta nell'ultimo quarto portandosi sotto di due punti, ma con tre turnover (contro zero) è difficile spuntarla e alla fine è stato Zach Brown con due corse brevi a chiudere sul 37-21.
Insomma, tutte le grandi rischiano a questo punto di perdersi la gioia all'ultima spiaggia. Penn State (8-3, 4-3 in Big Ten) chiederà a Michigan State (6-5, 2-5) l'accesso a un bowl di medio prestigio dopo aver rifilato un 31-0 a Temple, mentre la zona di metà classifica sarà battaglia negli scontri diretti sarà per Purdue (7-4, 3-4) ospite di Indiana (6-5, 2-5) e la stessa Wisconsin (favorita però dal ranking per quel che riguarda i bowl) che si appresta a chiudere nel peggiore dei modi la stagione di Minnesota, una vittoria in stagione, zero nella conference. Il bello, per gli appassionati, rimarrà comunque la sfida delle sfide tra Michigan e Ohio State, che varrà il titolo di Big Ten e, forse, qualcosina in più. Ne daremo conto la prossima settimana, prima di affrontare il discorso finale sui bowl che attendono le squadre di questa conference e l'andamento dei migliori prospetti dell'anno. Intanto, a godere, sembrano solo i troppo spesso bistrattati Fighting Illini. E già questo vale il prezzo del biglietto.
Classifica
Squadra, Record Big Ten (Record totale)
Ohio State 6-1 (10-1)
Michigan 6-1 (8-3)
Illinois 5-2 (8-3)
Penn State 4-3 (8-3)
Wisconsin 4-3 (8-3)
Purdue 3-4 (7-4)
Iowa 4-4 (6-5)
Northwestern 3-4 (6-5)
Michigan State 2-5 (6-5)
Indiana 2-5 (6-5)
Minnesota 0-7 (1-10)