La faccia di Manny è tutto un programma…
Il primo serio passaggio a vuoto dei Dodgers, con 4 sconfitte in fila, non viene adeguatamente sfruttato dalle inseguitrici: i Rockies vengono fermati dai Mets, proprio in concomitanza della serie negativa di LA, mentre S.Francisco perde tre serie in fila prima di rialzare la testa e tornare al secondo posto con una quaterna di W (serie tuttora aperta).
Ma è il mercato a farla da padrone: LA ottiene il closer Sherrill da Baltimora, i Giants aggiungono il 1B Garko da Cleveland e prelevano Freddy Sanchez dal supermercato messo su dai Pirates, i Rockies rinforzano il loro malmesso bullpen con Betancourt.
Mosse da contenders, mentre ovviamente in uscita figurano i movimenti di S.Diego e Arizona.
E c'è la possibilità che non sia tutto finito: la trade deadline è vicinissima ma non sono rari colpi dell'ultimo minuto, come ci fecero vedere i Dodgers la stagione scorsa con Manny Ramirez.
Tornando alla division, quasi tutto immutato in classifica con i Dodgers che hanno 7 partite sui Giants e 8 su Colorado; distacco importante ma le due runner up sono attualmente molto ben messe nella corsa alla wild card e sembra che non intendano mollare di un centimetro.
Vediamo i dettagli.
Los Angeles Dodgers 63-39
L'isola felice dei Dodgers subisce il primo trauma della stagione: dopo una serie impattata con Houston (2-2) ed uno sweep eseguito ai danni dei Reds, LA perde una serie interna contro Florida (1-2) per poi subire altre tre sconfitte nella tana dei rinvigoriti Cardinals.
Per loro fortuna, i Dodgers riescono a strappare a Pujols e soci almeno la quarta partita, interrompendo la striscia più negativa da inizio stagione; infatti, erano state al massimo due sinora le L consecutive.
Un Billingsley in calo evidente rispetto all'inizio di stagione, il rilancio negativo di Schmidt e qualche passaggio a vuoto del bullpen sono tutte concause valide: persino Manny Ramirez, nonostante un epico Grand Slam nella sua Bobblehead Night entrando da PH, sembra accusare un calo di prestazioni mentre Ethier e Kemp si confermano sempre più i cardini di questo team.
Da segnalare, il rientro del rilievo Kuo da uno dei suoi innumerevoli infortuni; con il neo acquisto Sherrill cementerà un reparto sinora punto di forza ma sempre a rischio profondità .
Ed il partente tanto desiderato ?
Per ora nulla, ma Colletti non va sottovalutato: ancora una volta ha acquistato senza cedere elementi portanti della struttura del team.
Vedremo cosa riuscirà a portare in blue quest'anno.
S.Francisco Giants 56-46
Male i Giants ad inizio periodo: sconfitti a Pittsburgh (5 runs in 3 partite),
sconfitti ad Atlanta (11 runs in 4 partite), sconfitti in Colorado (7 runs in 3 partite).
Il problema offensivo è lampante ma anche le brutte prestazioni di Sanchez e Sadowski hanno contribuito alla striscia negativa: persino Lincecum ha subito il suo primo HR da un battitore destro, esattamente da Escobar di Atlanta a cui vanno i nostri complimenti per l'eccezionale evento.
Buon per S.Francisco che uno sweep casalingo ai danni di Pittsburgh (4-2, 3-2, 1-0, la musica non cambia ma lanciavano Lincecum, Zito e Cain ed a loro basta poco supporto per vincere) unito ad una bella vittoria (7-2, esagerati) sui lanciatissimi Phillies abbia subito riportato i Giants in piena lotta.
Adesso a Bochy non resta che sperare che finalmente l'ottimo Sandoval possa trovare compagnia in Garko e Freddy Sanchez, compagnia che ultimamente solo Velez ha fornito, ma senza esagerare.
Colorado Rockies 55-47
Il cammino opposto a quello dei Giants è stato quello dei Rockies: serie vinte a S.Diego ed in casa contro Arizona e Giants.
Tutto filava liscio: i partenti sfornavano tutti ottime uscite, al limite del dominio, l'attacco forniva il resto con la solita compatta batteria di mazze a randellare allegramente.
Solo i rilievi riuscivano a far perdere qualche gara ai Tracy Boys, con Peralta e Rincon che si distinguevano su tutti per inettitudine.
Improvvisamente, arriva la trasferta in casa dei Mets e la macchina si ferma: tre sconfitte in fila, prima di riuscire ad espugnare il neonato ballpark metropolitano nell'ultima sfida.
Il tutto condito da 25 innings filati senza segnare un punto.
Un brutto singhiozzo, che fa perdere il secondo posto appena conquistato e vanifica la rincorsa che i beniamini di Denver stavano portando avanti: niente comunque è perduto, specialmente la Wild Card e questo ben lo sa il front office di Colorado che con l'acquisto di Betancourt spera di aggiustare un po' la disgraziata situazione del bullpen.
E, se si aggiusta quel settore, saranno guai per tutti.
Arizona D'Backs 44-58
Si parte con l'addio di Felipe Lopez che porta in Arizona due prospetti provenienti dalla ricca farm dei Brewers: il rilievo Mercedes e l'esterno Gillespie.
Mentre il front office lavora a tempo pieno per il futuro, la squadra arranca nel presente: nonostante Upton e soprattutto Reynolds (arrivato a 28 HR) producano abbondantemente in attacco e Montero abbia scalzato Snyder nel ruolo di catcher a suon di belle prestazioni, i D'Backs perdono tre serie su quattro.
Solo i derelitti Pirates, in piena smobilitazione, riescono a dare qualche gioia ai tifosi di Arizona mentre St.Louis, Colorado e Philadelphia riescono tranquillamente a portarsi a casa le rispettive serie: discreto l'apporto della rotazione, persino quello di Petit, manca invece quello dei rilievi che buttano al vento diverse partite.
Soprattutto Schoeneweis si distingue in negativo mentre da salvare rimane solo Zavada ed il closer Qualls: veramente un reparto a pezzi e spesso è stato questo particolare a condannare i serpentelli in partite che i partenti avevano tenuto in gioco sino agli ultimi innings.
S.Diego Padres 41-62
Una notizia sovrasta le altre: i Padres vincono la serie contro i Reds (3-1) ed addirittura sono in serie positiva da tre partite (serie attualmente aperta).
Ma altre luci si sono accese nel panorama di S.Diego: in poco più di una settimana, Blanks festeggia il suo primo HR e ci prende così tanto gusto da piazzarne sulle tribune altri tre.
Un altro roookie, il promettente pitcher Latos, esordisce con una sconfitta ma si rialza subito e assaggia per ben due volte il dolce sapore della W, mostrando che quello che di buono si dice di lui non sono voci prive di fondamento.
Si registra inoltre, sul fronte del mercato, l'addio di Meredith (abbastanza incomprensibilmente ceduto per il 31enne Salazar).
Spiccioli di soddisfazione ma non è che S.Diego possa sperare in molto di più, allo stato attuale delle cose.