Riley Skinner ha condotto Wake Forest alla rimonta contro Florida State.
La settimana della Acc era partita giovedì scorso con l'importante scontro tra Wake Forest e Florida State all'interno della Atlantic Division, utile per testare la consistenza della campione divisionale in carica e per capire se la striscia positiva dei Seminoles avesse potuto godere di un seguito.
Per l'occasione si è rivisto il Riley Skinner di qualche tempo fa, ancora alle prese con qualche turnover di troppo ma in ogni caso capace di concentrarsi e cancellare gli errori a qualsiasi costo, approfittando a dovere del calo generale che nel secondo tempo ha contraddistinto la difesa di Florida State.
I Seminoles avevano colpito per primi sfruttando le capacità creative di Xavier Lee, diventato l'uomo dei big plays, virtù dalla quale dipendono gli esiti più o meno positivi dei drives offensivi dei Seminoles, sempre privi di un gioco di corsa qui fermo a 47 misere yards. Costretto dalle circostanze Lee ha tentato 44 passaggi e completato per 285 yards, connettendo per 8 volte con le mani blindate di Greg Carr, abile come sempre nel farsi scudo contro il difensore di turno sfruttando ogni millimetro del suo costante vantaggio di statura; tuttavia l'attacco ha giocato bene per momenti limitati della gara trovandosi costretto a disfarsi del pallone per ben cinque volte nella seconda frazione di gioco.
Il momentaneo vantaggio di Florida State è stato recuperato ed annullato dall'ottima prestazione di Skinner (19/27, 215, 2 TD, 2 INT) il quale ha condotto i suoi attraverso un paio di drive di oltre 80 yards, ivi compreso quello decisivo, scaturito nella meta di Kenneth Moore, con tre conversioni consecutive di terzo down.
I Demon Deacons hanno chiuso i conti poco dopo, quando una volta recuperato il possesso Skinner ha avvicinato Sam Swank ai pali per il +10 dentro gli ultimi due minuti, concludendo un parziale di 17-0 a favore di Wake Forest e rendendo vana la meta personale su corsa di Lee, servita semplicemente a ridurre lo scarto nel punteggio, ma non certo a cancellare l'amarezza per una sconfitta che esclude di fatto i ragazzi di Bowden dai piani alti del raggruppamento.
Splendida e promettente la giornata del freshman Josh Adams, il quale aveva già fatto intravedere lampi di talento un paio di settimane orsono: la sua pericolosità consta nel saper piazzare la giocata che spezza il morale delle difese e giovedì è arrivata una corsa di 83 yards (140 alla fine in 18 portate), buona per aprire le segnature dei Deacons in grande stile.
I prossimi impegni vedranno Wake Forest affrontare la trasferta di Navy, mentre i Seminoles ospiteranno Miami a Talahassee nel consueto derby annuale, il quale per la prima volta dal 1977 verrà disputato con entrambe le contendenti al di fuori del ranking, evento più unico che raro.
Una curiosità : Drew Weatherford, retrocesso a backup dopo la vittoria contro Alabama, ha giocato una serie al posto di Lee in quanto quest'ultimo aveva sbagliato l'esecuzione di almeno cinque chiamate arrivate dalla sideline (si è poi saputo che problemi accademici gli avevano fatto saltare alcuni allenamenti); Bobby Bowden ha dichiarato che Weatherford potrebbe essere riconsiderato per il ruolo di titolare, nonostante gli scarsi risultati con cui aveva condotto l'attacco nelle gare di apertura di campionato.
Il sogno di Boston College sembra non finire, ed il primo ranking BCS vede i Golden Eagles addirittura al terzo posto assoluto, miglior piazzamento degli ultimi 65 anni, che se mantenuto sino alla fine significherebbe come minimo la disputa dell'Orange Bowl.
Sabato è arrivata la quinta vittoria consecutiva contro Notre Dame in quella che è una rivalità molto sentita, con Andre Callender ad infliggere ogni sorta di danno alla difesa dei Fighting Irish. Il running back ha segnato le prime tre mete di giornata nel fulmineo vantaggio che i ragazzi di Jagodzinski hanno accumulato sin dalle prime battute, terminando con 23 corse per 90 yards e 10 ricezioni per altre 91.
L'iniziale 20-0 è stato anche merito di una difesa sempre attenta alle corse (solo 27 yards al passivo) e capace di permettere all'attacco di segnare da posizione agevole: l'intercetto che Tyrone Pruitt ha riportato sulle 11 yards avversarie ai danni di Jimmy Clausen, poi sostituito, ha di fatto consegnato la gara nelle mani di Boston College con diversi minuti d'anticipo, anche se la gestione del tempo rimanente non è stata delle migliori.
Una delle (poche) critiche mosse al Matt Ryan (32/49, 291, 2 TD, INT) di quest'anno è quella di aver subito troppi intercetti riportati in endzone: quello di sabato (ritorno di 25 yards per Brian Smith) è stato il terzo dei complessivi sei a subire tale destino, ed ha rischiato di riaprire i giochi portando inaspettatamente Notre Dame a meno di una segnatura di distacco, motivato da un precedente errore di trasformazione da parte di Steve Aponavicius.
La tendenza è evidente, così come lo è la capacità di Ryan di saper rimediare ai propri errori: in situazione analoga, nella prima settimana di gioco, aveva risposto con il suo massimo in carriera di TD lanciati, sabato ha invece architettato un drive di 5 giochi per 44 yards in meno di due minuti sigillato dalla segnatura di Kevin Challenger, dimostrando quanto importante sia per un quarterback vincente avere la memoria corta.
Gli Eagles dovranno affrontare le prossime gare senza la guardia Ryan Poles, che proprio sabato ha subito un duro infortunio al tendine d'Achille che lo costringerà ad andare sotto i ferri: la linea offensiva, secondo coach Jagodzinksi rea di troppe penalità nell'ultima gara disputata, dovrà fare a meno di un elemento molto importante.
A North Carolina, secondo molte opinioni influenti, manca solamente un po' di esperienza ed in futuro, quando questa verrà , Butch Davis potrà ritenersi soddisfatto del lavoro intrapreso quest'anno; la sconfitta contro South Carolina è stata l'ennesima per 7 o meno punti, con la rimonta bloccata ancora da un incompleto del buon T.J. Yates, autore di 285 yards aeree contro la miglior difesa sui passaggi d'America.
I Tar Heels hanno mostrato due facce diverse della stessa medaglia, andando pesantemente sotto in un primo tempo dove il quarterback dei Gamecocks, Chris Smelley, ha lanciato 3 passaggi da TD per un parziale di 21-3 e cercando di rientrare in gara in un secondo tempo disputato in maniera nettamente più convinta; alcuni errori sono risultati determinanti per l'insuccesso, Connor Barth ha interrotto la striscia di field goals a segno citata la settimana scorsa, sono state fallite conversioni di extra point e da due punti, è arrivato un intercetto in redzone ai danni di Joe Dailey, ex quarterback da quest'anno convertito a wide receiver, in un gioco trucco andato a male, oltre a due ulteriori turnovers di Yates.
Solo così si può spiegare una sconfitta che ha visto i Tar Heels nettamente al di sopra per produzione offensiva e numero di primi downs raccolti, nonché capaci di fermare ben 11 conversioni di un attacco definito putrido dallo stesso Steve Spurrier.
Sean Glennon, destinato alla panchina da una serie di prestazioni insoddisfacenti alla guida dell'attacco di Virginia Tech, è tornato di stretta attualità sabato dopo l'infortunio a Tyrod Taylor, alle prese con un problema alla caviglia la cui gravità non è ancora stata resa nota. Glennon (16/21, 258, 2 TD entrato a partita in corso, ha dato una nuova dimensione al reparto offensivo conducendo tre serie consecutive terminate in endzone, chiudendo la sfida contro Duke già all'intervallo.
Impressionanti i numeri accumulati dall'attacco degli Hokies, non sempre abituato a superare le 400 yards di total offense ed a ritrovarsi con quattro ricevitori (Morgan, Royal, Wheeler e Harper) con almeno 60 yards ciascuno: questo è infatti il tipo di pericolosità che può fare di Virginia Tech una squadra da ranking medio alto, in quanto non sempre è detto che la grande difesa (3 sacks) di cui dispongono a Blacksburg possa intervenire in ogni singola occasione a sbrogliare la matassa, inoltre un gioco aereo efficace è quantomai prezioso in un anno dove il running back Branden Ore (37 yards, TD) non è mai stato così in difficoltà nella sua carriera collegiale.
Troppi gli errori dei Blue Devils, già svantaggiati in partenza: ben due sono stati i kickoff returns perduti dagli special teams, ai quali si è aggiunto un punt bloccato e riportato sin sulle 2 yards, semplicemente disastroso l'1/15 in conversione di terzi downs che l'attacco ha prodotto. Unica e grama soddisfazione è stata quella di veder segnare Thaddeus Lewis (13/24, 119, TD, INT), autore dei primi punti di Duke negli ultimi tre scontri diretti tra queste due squadre.
Altro scenario interessante quello delineatosi nella gara tra Georgia Tech e Miami, che di fatto restringe questione Coastal Division alle sole Virginia e Virginia Tech.
Gli Yellow Jackets di Chan Gailey, bravo a cambiare strategia nell'intervallo dopo un primo tempo soporifero da entrambi i lati, hanno seppellito gli Hurricanes con 204 yards su corsa di Tashard Choice, massimo in carriera, le cui 37 portate hanno garantito un tempo di possesso molto alto (11 minuti nel terzo quarto!) sfiancando contemporaneamente una difesa che nel primo tempo si era comportata molto bene, con Kenny Philips e Tavares Gooden intenti a placcare qualsiasi cosa si muovesse.
Una gara colma di penalità e priva di spettacolo è stata decisa da due mete-fotocopia di Taylor Bennett (11/28, 114 yards), arrivate da credibilissime playactions giocate su Choice con scramble del quarterback a sinistra, laddove lo sbilanciamento creato sulla difesa garantiva due passeggiate tutto sommato tranquille in endzone.
Ancora problemi offensivi per Miami, con Kyle Wright fermo ad 8/17 per sole 56 yards, più soddisfacenti invece le corse di Craig Cooper, 66 yards in 12 tentativi (5,5 a portata) e Shawnbrey McNeal, meta di 39 yards.
Il miglior drive offensivo di giornata è arrivato al momento giusto, ovvero in concomitanza con la meta del momentaneo pareggio, segnata da Sam Shields a 10 minuti dal termine, tuttavia l'equilibrio si è nuovamente rotto grazie all'imprendibile Choice, usato sino allo sfinimento per gestire il cronometro e e permettere i tre punti decisivi al kicker Travis Bell.
Lassù dove Miami vorrebbe stare c'è ancora Virginia, che per la seconda settimana consecutiva non paga a caro prezzo alcuni errori offensivi molto importanti.
La settimana scorsa Jameel Sewell (14/24, 149, TD, 2 INT) aveva riaperto la gara contro Middle Tennessee facendosi intercettare per una meta, stavolta uno dei suoi due turnovers ha provocato una situazione di campo ghiotta a Connecticut, avversario di turno, pagata con una corsa di Steve Brouse per il nuovo vantaggio Huskies.
Stavolta il merito va alla difesa, spesso sottovalutata, dei Cavaliers, capace di tenere l'avversario ad 1/13 nei terzi downs: i primi due field goals di giornata sono arrivati di conseguenza a palloni recuperati da essa, e fondamentale è stata la resistenza opposta negli ultimi tre minuti quando Connecticut ha avuto una doppia chance di vincere la partita, sprecando il tutto con un turnover e con tre passaggi consecutivi in profondità resi affrettati dal pochissimo tempo rimasto.
Chris Gould, che all'interno di quei tre minuti aveva mancato una conclusione, è risultato ancora determinante mettendo a segno il field goal che a tre minuti dal termine ha dato il +1 ai suoi, mentre Chris Gorham, ricevitore alla sua prima esperienza da titolare, ha collezionato 3 prese per 76 yards ed una meta, ricevendo inoltre un interessante option pass scagliato dal cornerback Vic Hall, appartenente al vasto playbook di Al Groh.
Risultati e classifiche
Wake Forest vs Florida State 24-21
Virginia Tech vs Duke 43-14
Miami vs Georgia Tech 14-17
Boston College a Notre Dame 27-14
North Carolina vs South Carolina 15-21
Virginia vs Connecticut 17-16
Atlantic Division
Boston College 3-0 (7-0)
Wake Forest 3-1 (4-2)
Clemson 2-2 (4-2)
Maryland 1-1 (4-2)
Florida State 1-2 (4-2)
North Carolina State 0-3 (1-5)
Coastal Division
Virginia 3-0 (6-1)
Virginia Tech 3-0 (6-1)
Georgia Tech 2-3 (4-3)
Miami 1-2 (4-3)
North Carolina 1-2 (2-5)
Duke 0-4 (1-6)