Todd Boeckman, QB di Ohio State, #1 del ranking
Ohio State è la numero 1 della nazione: all'improvviso ed in modo inaspettato i Buckeyes si sono conquistati una posizione che, in agosto, era più di un miraggio. Ma una a una sono cadute tutte le squadre favorite, e così le sconfitte di LSU, West Virginia, Wisconsin, Michigan, USC e chi più ne ha più ne metta, hanno lanciato sul podio, insieme a OSU, South Florida e Boston College, un terzetto di testa davvero imprevedibile.
La squadra di Jim Tressel è uscita sabato scorsa da una passeggiata contro la povera Kent State, strapazzata 48-3, un risultato che ha permesso ai Buckeyes di uscire ancora imbattuti dopo la settima giornata e con un 3-0 in Big Ten contrastato solo da Michigan, sicuramente fuori dai giochi che contano ma in piena corsa per il titolo di conference. E' vero che i numeri uno della Ncaa devono ancora scontrarsi con le squadre più solide, ma la continuità evidenziata, la confidenza già mostrata dal quarterback Todd Boeckman e una difesa impenetrabile (7.1 punti concessi a partita) fanno della squadra dell'università giunta a un passo dal titolo nazionale lo scorso gennaio, una realtà vincente di questa stagione 2007.
Lo ammette anche il coach di Kent State, Doug Martin, questa è una squadra che non concede campo e punti, una squadra che non puoi battere tentando di dominare in attacco. "Nessuno può segnare 30 punti a un team come questo" ha detto Martin, "chi mai riuscirà a batterli lo farà in una gara dal punteggio con uno scarto ridotto, una gara fisica che marcerà appesa a un filo. Questo team è il meglio di quanto ho visto finora". Ma Tressel non si accontenta e mette i puntini sulle "i", indicando come la squadra sia anzi tutto capace di segnare con ogni reparto, che oltre a una difesa ermetica e in grado di mettere punti da parte, ha un attacco e uno special team altrettanto consistenti.
"Quando segni su un punt riportato per 90 yards e un intercetto diventa duro per chiunque batterti" e, detto questo, non gli si può dare torto. OSU entrerà sabato nel girone di ferro, dove affronterà una dopo l'altra Michigan State, Penn State, Wisconsin, Illinois e Michigan, in una volata che varrà il titolo e, senza passi falsi, l'accesso alla finale per il Championship per il secondo anno consecutivo. Ma in una eventuale finale i Buckeyes sanno di dover affrontare una squadra come Boston College, ad esempio, per avere chance di vittoria in quanto altre formazioni, come ad esempio Louisiana State, sono sì già scivolate almeno una volta, ma hanno sulla carta un valore decisamente superiore a Boeckman e soci.
La Big Ten intanto si sta chiudendo in un affare a due, lo scontro di sempre, la gara più sentita, quella tra i Buckeyes e i Wolverines di Michigan (5-2, 3-0 in Big Ten). Partiti col piede sbagliato, anzi, scivolando in maniera clamorosa nelle prime due gare la prima delle quali nella storica sconfitta contro Appalachian State, i Wolverines sono oggi ancora imbattuti in Big Ten e la vittoria per 48-21 su Purdue è sembrata più di ogni altra cosa, nei numeri e nei fatti, una formalità . Con un Chad Henne finalmente recuperato psicologicamente da 21/28 per 264 yards e 2 TD, e il miglior runningback di sempre della scuola, Mike Hart, a correre 102 yards e 2 TD la partita per i Boilermakers, che poche settimane fa assaporavano il gusto della Top 25, non è praticamente mai cominciata. Esplosivo il finale con due mete segnate dagli ospiti negli ultimi 47 secondi, ma 14 punti che rendevano soltanto meno amara una sconfitta decisamente netta. Michigan torna anche all'interno della classifica BCS conquistando il #25, il secondo miglior piazzamento per la conference che apre e chiude il ranking Ncaa.
Curtis Painter ha lanciato il più basso numero di yards dal 2005 e la meta segnata su corsa, dopo un fumble perso da Henne, non è servita ai propri colori per vincere una partita al Michigan Stadium dopo quarantuno anni di astinenza, quando cioè Bob Griese compì un'impresa rimasta, finora, senza repliche. Purdue, partita forte in stagione con il solito attacco dominante, si è spenta nelle partite contro OSU e Michigan, a dimostrazione che il gioco puramente offensivo e l'inadeguata cura del gioco difensivo, come sempre, rendono i Boilermakers una squadra divertente da seguire in determinati scontri stagionale ma che troppo spesso ci offre una figura di sparring partner nelle partite più dure.
Non è solo Purdue però ad aver assaggiato per troppo poco tempo il sapore dei vertici della nazione. Illinois (5-2, 3-1), capace di interrompere la striscia vincente di Wisconsin due sabati fa, è crollata subito in Iowa anche per via di una meta annullata nell'ultimo periodo da un fazzoletto giallo arbitrale, fazzoletto che costava il 10-6 finale per gli Hawkeyes e che fermava subito le velleità dei Fighting Illini volati al #18 una settimana fa dopo aver sconfitto una dopo l'altra Penn State (allora #21) e Wisconsin (#5). A Illinois è mancata continuità sul più bello, freschezza atletica e velocità sono venute meno agli uomini chiave ( Rashard Mendenhall fermo a sole 67 yards) nel sabato teoricamente più abbordabile per consentire a coach Ron Zook di continuare a sognare e, il tutto, una settimana prima della sfida con Michigan che varrà per la corsa finale al titolo di conference e per un nuovo lasciapassare per il ranking.
E' necessario che Juice Williams giochi finalmente da QB concreto; il cambio subito da Eddie McGee (poi intercettato) sabato scorso è la dimostrazione di come Zook stia cercando di spronare il titolare sottolineando che Juice non è solo in squadra e che, alle volte, serve accompagnare un buon lancio a un buon movimento in scramble.
Anche Wisconsin viene buttata fuori dalla classifica nazionale che conta e, con il secondo scontro diretto perso consecutivamente, dice addio con ogni probabilità alla possibilità di vincere almeno la Big Ten, perdendo una chance che la vedeva oltremodo favorita a inizio anno. Il buon lavoro di Brett Bielema non aveva previsto l'incapacità di riprendersi da una batosta come quella subita inaspettatamente da Illinois sette giorni prima. In costante difficoltà difensiva da settembre a oggi, i Badgers (5-2, 2-2) rimangono in gara un solo quarto grazie alla meta P.J. Hill (19/75) prima di sciogliersi sotto i colpi di Penn State (5-2, 2-2), anche quest'ultima in grado di brillare tra le prime dieci della nazione a inizio anno prima di scivolare in due sconfitte che hanno segnato in modo negativo il destino dei Nittany Lions.
La costante per le squadre Big Ben che partivano tra le favorite per la corsa al podio (Wisconsin e Michigan "sicure", Penn State in lotta con OSU) è stata quella di cedere due volte di fila il passo agli avversari partendo da una situazione di imbattibilità . Prima Michigan, che cominciava 0-2, poi Penn State e infine Wisconsin, tutte incapaci di rialzarsi immediatamente dopo la prima batosta. I Lions, comunque, trionfano 38-7 tornando a mostrare segnali di compattezza che solo a settembre avevamo visto, una squadra ordinata, compatta ed equilibrata su ambo le parti del campo. Un 38-7 che svilisce i Badgers accompagnati dal coro "Sopravvalutati!" che i tifosi della Pennsylvania intonano negli ultimi 5 minuti di gara a risultato acquisito.
Nelle gare disputate in fondo alla classifica sfuma in overtime il sogno di Minnesota (1-6, 0-4) di vincere la prima gara interna alla conference in questa stagione; con due tempi supplementari è Northwestern (4-3, 2-2) a vincere 49-48 e mantenere il bilancio stagionale in attivo e quello di Big Ten in parità . Nell'ultima sfida riesce invece agli Spartans di Michigan State (5-2, 1-2) l'impresa di smuovere la classifica di Big Ten con una vittoria ai danni di Indiana (5-2, 2-2) col risultato di 52-27. Mai in partita, gli Hoosiers si svegliano solo nel terzo periodo quando i giochi sono ormai fatti, ma al gioco offensivo degli ospiti vengono concessi soltanto 18:55 di possesso palla. Per il resto è tutto un tipico "one man show" di Javon Ringer il quale con 932 yards stagionali è oggi dietro al solo Mike Hart (leader Ncaa) nella classifica di yards corse in conference.
Il junior da Dayton, Ohio, ha alzato 203 yards in 29 possessi, segnando la seconda e la terza meta della squadra e aprendo la strada al compagno di situazione, il liberiano Jehuu Caulcrick che con 98 yards e tre mete si è messo in mostra, come al solito, in qualità di ottimo secondo violino nel running game di Michigan State.
La Big Ten, così come l'intera nazione Ncaa nello stato attuale, ha perso via via le sue protagoniste per strada, ma lascia aperta la porta ad una Ohio State che può puntare a un impensabile piazzamento al primo posto del ranking e ad una finale per il titolo. Sarà necessario controllare i nervi e la tensione, giocare al meglio e continuare a difendere ad altissimi livelli anche contro programmi più forti di quelli incontrati finora, cercando di respingere gli attacchi di università che tenteranno il tutto per tutto per riaprire la stagione o altre che, invece, puntano direttamente alla vittoria come Illinois (per quanto inferiore alle altre pretendenti è pur sempre in buona posizione) e Michigan, il cui rientro nel ranking e la corsa da imbattuta in Big Ten, ci regalano un ottimo motivo per continuare a seguire la corsa alla conference fino in fondo, fino al rivarly game più atteso nel Midwest.
Classifica
Squadra, Record Big Ten (Record totale)
Ohio State 3-0 (7-0)
Michigan 3-0 (5-2)
Illinois 3-1 (5-2)
Penn State 2-2 (5-2)
Wisconsin 2-2 (5-2)
Indiana 2-2 (5-2)
Purdue 1-2 (5-2)
Michigan State 1-2 (5-2)
Northwestern 2-2 (4-3)
Iowa 1-3 (3-4)
Minnesota 0-4 (1-6)