Sean Glennon e gli hokies sono stati spazzati via da LSU.
La seconda settimana della Atlantic Coast Conference è scaturita in una curiosa mistura di conferme di tre realtà che rischiano di regalarci una bellissima competizione di qui in poi e vere e proprie lezioni di football portate a casa da squadre altresì molto attese, ambedue alle prese con un cambio di timone che potrebbe rivelarsi non del tutto semplice. Boston College, Clemson e Georgia Tech rimangono un passo davanti alle altre, Virginia Tech e Miami hanno passato questa settimana a leccarsi le dolorose ferite riportate nelle pesanti sconfitte che andremo ora ad analizzare.
Ouch!
Era il match della settimana, il test che a Virginia Tech attendevano con fervore per capire dove realmente poter puntare il faro delle speranze: la trasferta a Baton Rouge per incrociare le armi contro Lsu si sapeva essere molto impegnativa, ciò che non si immaginava era un tale disequilibrio tra le effettive forze messe in campo.
I Tigers hanno sezionato una delle difese più forti della nazione con 598 yards di total offense, andando a segnare in ogni singolo possesso offensivo ad eccezione del solo ultimo drive del quarto periodo, quando le regole non scritte del football consigliano di non infierire sull'avversario; 48 i punti messi a referto alla fine per Matt Flynn e soci, capaci di archiviare uno degli scontri più attesi dello scorso fine settimana già nel primo quarto.
La difesa più quotata della nazione nel 2006 è stata maltrattata oltremodo, subendo persino una corsa vincente di 67 yards da parte di Keyland Williams, che in occasione di tale segnatura ha saltato i placcatori con una facilità prima d'ora insospettabile.
Sean Glennon è durato poco nemmeno un tempo, il necessario per far terminare la pazienza di Frank Beamer, che con il suo titolare fermo a 2/10 per 16 yards ed un intercetto ha deciso di far giocare il giovanissimo Tyrod Taylor, capace di condurre gli Hokies nell'unico drive andato a punti nella loro terribile serata.
Il freshman (vero) ha concluso la sua parte di gara con 62 yards su lancio e 44 su corsa, d'altra parte le sue caratteristiche atletiche sono molto vicine a quelle di un famoso quarterback passato di qui e che di recente ha vissuto una tribolata estate, meritandosi la momentanea promozione a starter per la partita che opporrà Virginia Tech ad Ohio, dal momento che Beamer lo ritiene più adatto agli scopi della sua squadra in questo preciso momento.
Non un momento d'oro quindi per Glennon, un senior che tanto ha dato per la causa di questo ateneo, anche se Beamer sostiene che la retrocessione a backup non corrisponde ad una bocciatura definitiva del ragazzo.
Glennon non è l'unico quarterback a passarsela maluccio in questo momento: in quel di Miami, dove il fine settimana non è andato meglio per gli Hurricanes, Kyle Wright è stato nuovamente nominato titolare del ruolo scavalcando un Kirby Freeman che già prima della partenza della stagione non viveva certo in un bunker di sicurezze.
Diversi i motivi della decisione presa da Randy Shannon: primo di tutti una statistica non molto incoraggiante per un ateneo di tali tradizioni sportive, ovvero il 118mo posto in tutta la nazione per passing offense su 119 totali di Division I-A, quindi il 3/9 per 17 yards che Freeman aveva accumulato nei primi due quarti della gara largamente persa contro Oklahoma, numeri migliorati solamente dopo l'ingresso in campo di Wright (7/14, 65 yards) perlomeno responsabile dell'unico TD di giornata arrivato per gli ospiti.
Non che si potessero fare miracoli trovandosi letteralmente doppiati per numero di yards offensive a dodici minuti dalla fine della partita, la quale si era chiusa nel momento stesso in cui si era capito che Malcolm Kelly non era marcabile uno contro uno a uomo, e che il freshman Sam Bradford aveva scelto proprio Miami quale vittima sacrificale per registrare la più bella di una carriera di appena due settimane di vita. In altri casi i problemi sono arrivati dalle mani degli Hurricanes stessi, specialmente quando un cattivo snap è stato tra le principali cause di un fumble perso da Javarris James, trasformato dalla difesa dei Sooners in un ritorno di 61 yards per 7 punti, e quindi con uno sciocco placcaggio fuori dal campo arrivato nel terzo quarto ai danni dello stesso Bradford, che ha tenuto in vita l'ennesimo drive terminato in endzone per gli uomini di Bob Stoops.
Back home
I 10 anni che Tom O'Brien ha trascorso a Boston College non sono certo pochi, e non si dimenticano in un batter d'occhio specialmente se i ricordi ricavati dall'esperienza sono piacevoli.
Un programma vincente ed una sufficiente esposizione nazionale non bastavano più, aveva detto O'Brien, o meglio questo era il massimo che si poteva ottenere in quell'ateneo secondo lui senza speranze di sviluppo nei confronti di un Bowl di quelli che contano davvero, meglio quindi levare le tende ed appendere i ricordi in uno sgabuzzino, e ricominciare daccapo in un posto dove le aspettative fossero minori, e le possibilità di successo conseguentemente moto più alte.
Quella del weekend passato è stata la prima partita all'interno della Acc per O'Brien nelle vesti di head coach di North Carolina State, e se prima molti dei suoi ex-giocatori erano andati a cercarlo per salutarlo e ringraziarlo del lavoro svolto in passato, gli stessi non sono stati molto carini nei confronti dei suoi Wolfpack una volta entrati in campo, fornendo agli occhi dei compilatori del ranking un'altra prova di cui prendere nota.
Il numero chiave per il Golden Eagles è stato ancora il 5, equivalente al numero di TD lanciati da Matt Ryan nella prima settimana, nonchè il numero di intercetti registrati da una difesa chiaramente decisiva nel 37-17 con il quale si sono imposti sabato scorso.
Se la difesa aveva già dimostrato di essere difficilmente battibile sulle corse contro i Deacons, la settimana scorsa il reparto non ha fatto altro che confermare questa importante qualità tramite la concessione di sole 56 yards totali costringendo O'Brien a cambiare presto i suoi piani e forzando Harrison Beck a prendere delle decisioni che non andavano prese.
Lo stesso Beck, subentrato a Daniel Evans nella prima partita stagionale, ha ampiamente dimostrato tutta la potenza del suo braccio, qualità più volte sottolineata dal suo allenatore, ha lanciato per 321 yards e diretto un drive da 98, cadendo in errore a pochi minuti dal segnale d'inizio con il primo di due intercetti lanciati sulla safety Jamie Silva, quindi commettendone un altro all'interno della redzone avversaria, situazioni dalle quali l'opportunistico attacco di Ryan ha tratto notevole profitto, senza contare quell'occasione in cui la difesa è andata a segnare di persona con Jolon Dunbar.
Nonostante i giusti appunti fatti da coach Jeff Jagodzinski circa i numerosi ed inaccettabili drops commessi dai propri ricevitori, c'è da dire che l'attacco degli Eagles ha trovato un modo completamente diverso di vincere rispetto alla settimana precedente ovvero basandosi principalmente sul gioco di corsa (231 yards totali), il che va in parte a spiegare la scarsa produttività aerea di Ryan, fermo a 145 yards con una meta ed un intercetto.
Il 2-0 con cui gli Eagles sono partiti è di buon auspicio, e l'impegno che li attende tra poche ore contro gli egualmente imbattuti Yellow Jackets sarà il piatto forte del prossimo weekend.
A proposito di Georgia Tech e corse che funzionano, gli avversari di Samford non erano certo un granchè, ma chiunque abbia giocato running back con la maglia dei Jackets, sabato scorso dev'essersi divertito un mondo"
Gli Yellow Jackets hanno ucciso gli avversari sotto il peso di 389 yards guadagnate su corsa, aggiungendovi ben 9 segnature arrivate solo per via terrena: il tabellino finale recitava 138 yards e 3 mete per Jonathan Dwyer, 110 e 2 per Tashard Choice, 42 + 1 per Jamaal Evans e 39 con segnatura per Jason Davis.
E Taylor Bennett? Anche il quarterback ha fatto parte dei magnifici 9 segnando di persona nel secondo drive del primo tempo prima di godersi il resto dalla sideline, in una splendida giornata vissuta in ufficio e finita con un 8/9 per 85 yards, dato che molto altro non gli abbisognava fare.
Due occasioni mancate
Un aspetto del quale ci si sta accorgendo gradualmente è che T.J. Yates ha un braccio molto interessante, e che questo equivale ad una marea di divertimento in serbo per tutti i tifosi di North Carolina. L'attacco dei Tar Heels sembra davvero rivitalizzato ed ha delle potenzialità esplosive, Yates sabato scorso ha terminato la gara con 344 yards su lancio e mete di 37, 39 e 51 yards.
Giornata spettacolare pure per Brandon Tate, che sta emergendo quale ricevitore principe di questa squadra: sue le ultime tre mete di giornata, valide per tenere i suoi in linea di galleggiamento nella sfida contro East Carolina, tra cui un punt return da 58 yards che assieme alla conseguente conversione da due punti era riuscito a pareggiare una partita che in precedenza i Tar Heels avevano condotto con un massimo vantaggio di 10 punti. Anche se la sconfitta per 34-31 brucia, in virtù dello snap malandrino del field goal mai calciato da Connor Barth che avrebbe chiuso i discorsi e che al contrario ha permesso ai Pirates di infilare i pali a tempo scaduto, la strada intrapresa dai ragazzi di Butch Davis, perlomeno offensivamente, potrebbe finalmente essere quella giusta.
Molto diverso l'andamento della gara persa da Wake Forest contro la titolata Nebraska, nonostante siano stati ancora tre i punti che alla fine hanno separato le due squadre.
Il 20-17 con cui si sono imposti i Cornhuskers nei confronti dei campioni in carica della Acc è scaturito da una gara giocata con cognizione di causa da parte dei Demon Deacons, nei confronti dei quali coach Jim Grobe sembra aver apportato aggiustamenti importanti rispetto all'esordio.
Anzitutto il running game, dato per disperso poco più di una settimana fa, ha ritrovato smalto e produzione grazie alle solite gambe di Kenneth Moore, autore di 116 yards in 8 tentativi, fornendo risultati decisamente diversi rispetto a quando era stato Micah Andrews a ricevere i gradi di titolare. Sono stati 6 i corridori coinvolti nel portare il pallone, in quanto il piano partita prevedeva un numero di lanci possibilmente ridotto per non far correre rischi eccessivi a Brett Hodges, qui in campo al posto dell'infortunato Skinner. Il backup non ha affatto giocato una partita malvagia, è oramai evidente che la preparazione soprattutto psicologica dei registi da queste parti sia davvero di qualità , terminando la gara il 50% di completi per 140 yards anche se con 2 intercetti, togliendosi però la soddisfazione di una meta personale su corsa in situazione di goal line. Tra le cose più interessanti viste da lui, ricordiamo un bel lancio in profondità per Kevin Marion, che qualora mantenesse le 24.3 yards di media a ricezione di questa occasione potrebbe essere davvero d'aiuto ad un attacco aereo che la stagione non l'ha iniziata nel migliore dei modi.
I risultati
Ecco il quadro completo alla fine della seconda settimana di gioco:
Georgia Tech vs Samford 69-14
Virginia Tech @ Lsu 7-48
Miami @ Oklahoma 13-51
Wake Forest vs Nebraska 17-20
Clemson vs Louisiana-Monroe 49-26
Virginia vs Duke 24-13
Boston College vs North Carolina State 37-17
Florida State vs Uab 34-24
North Carolina @ East Carolina 31-34
Maryland @ Florida International 26-10