Bret Bielema pronto a guidare Wisconsin verso una stagione che potrebbe dare molte soddisfazioni ai Badgers
La stagione 2006 aveva portato ai nastri di partenza dei vari bowl una Big Ten impressionante dal lato dei risultati, capace di collezionare due sole sconfitte totali tra le prime tre squadre. Ohio State, Michigan e Wisconsin dominarono la conference vinta dai Buckeyes, ma nella postseason furono solo i Badgers a sorridere, vincendo il Capital One Bowl su Arkansas. Disastrosa fu l'apparizione dei Buckeyes al Championship dove i Florida Gators si imposero consacrando il dominio della scuola nei maggiori sport collegiali del paese (i Gators vinsero anche il torneo di basket per il secondo anno di fila, proprio in finale contro OSU), mentre Michigan oppose una ben irrisoria resistenza contro USC nel Rose Bowl.
Delle squadre che ottennero risultati minori fu la sola Penn State (Outback Bowl contro Tennessee) a tenere alta la bandiera della Big Ten, mentre Purdue, Iowa e Minnesota vennero sconfitte nelle rispettive gare. Mentre si parla di una allargamento a dodici squadre della conference, il punto principale per le squadre della lega nata nel Midwest è quello di riconquistare una etichetta vincente e di rigiocarsi, se possibile, il Championship per portare a casa un titolo nazionale che manca dal 2002.
I Wisconsin Badgers sembrano la squadra più compatta e in grado di avvicinarsi maggiormente a tale impresa, contrastati probabilmente solo da Michigan, mentre le altre inseguono staccate di più di un'incollatura. I Badgers hanno scoperto in Bret Bielema un coach capace di dare continuità al progetto lanciato da Barry Alvarez, allenatore che ha totalizzato ben 118 vittorie e tre Rose Bowl con la scuola. Bielema si è dimostrato subito coach di polso, in grado di farsi seguire dalla squadra e di sfruttare al meglio un materiale non eccelso a disposizione. La forza di Wisconsin quest'anno passa attraverso la compattezza del team, e un insieme di studenti-atleti che riescono a giocare alla perfezione il sistema per loro ideato, trovandosi così ad avere un potenziale enorme in attacco e in difesa, supportati alla grande da ottimi special team.
Il vantaggio che i Badgers ottengono su Michigan dovrebbe passare proprio in difesa, ove Wisconsin sembra in grado di poter giocare contro ogni attacco della nazione, mentre Michigan, supportata da un attacco eccellente, potrebbe perdere qualcosa nelle retrovie, comunque di buon livello. Per questo lo scontro del 10 novembre al Camp Randall Stadium di Madison (Wisconsin) potrebbe dirci chi sarà il vincitore della Big Ten 2007 e a quale obiettivo post-stagionale potrà competere. Il lieve vantaggio difensivo e la possibilità di giocarsi in casa lo scontro diretto mandano i Badgers di diritto in cima alle classifiche prestagionali, ma è ovvio che alcuni punti debbano essere confermati rispetto a un anno fa. P.J. Hill su tutti; il runningback entra nel suo secondo anno dopo aver sorpreso la nazione correndo 1569 yards come sophomore, e questa sorpresa dovrà essere mantenuta nell'attacco guidato questa volta da Tyler Donovan, quarterback che non dovrebbe far rimpiangere il diligente John Stocco.
Se Hill è in grado di reggere di nuovo l'attacco a questi numeri, la squadra sarà certamente nella posizione di poter assorbire il colpo pur senza troppe stelle che brillano (forse il solo Travis Beckum può puntare ad essere un All-America o qualcosa che gli assomigli da vicino) stando attenta a non cadere nelle trappole che Penn State e Ohio State prepareranno quando i ragazzi di Bielema andranno far loro visita. E' però dal coaching staff che sembrano passare le maggiori garanzie, Bielema e i suoi uomini si sono mostrati subito pronti alla prova registrando al top un motore che non sembra pompatissimo ad una prima occhiata, ma che è in grado di non perdere nemmeno un colpo in Big Ten.
Michigan sarà l'avversaria più dura e sembra l'unica a poter soffiare la corona a Wisconsin. I Wolverines furono gli unici a battere i Badgers lo scorso anno (27-13) e soltanto tre punti li divisero da OSU all'ultima di campionato, in quello che avrebbe potuto essere un tremendo "upset" e portare i giallo-blu ad affrontare la finale per il titolo oltre che, dettaglio non di poco conto, soffiare la conference ai rivali più odiati nell'ultimo capitolo della stagione. I Wolverines punteranno su un backfield niente male, schierando Chad Henne come quarterback, giocatore preciso ed affidabile, e le stellina Mike Hart, runningback già abbastanza affermato, dietro a una linea piuttosto solida guidata dal tackle sinistro Jake Long, pronto a staccare un biglietto per i professionisti. Molta della forza offensiva passerà però tra le mani del ricevitore Mario Manningham, che dovrà dimostrarsi all'altezza del ruolo di primo ricevitore dopo la buona stagione da sophomore. La difesa non è niente male, ma è il numero di titolari mancanti rispetto al 2006 e, soprattutto, rispetto ai "rientri" di Wisconsin che rischia di creare quel gap coi Badgers che non sarà facilmente colmabile durante l'autunno. Il calendario, poi, non offre punti di rilassamento e sembra più duro di quello dei diretti concorrenti per la conquista del titolo di conference; tolto l'avvio con Appalachian State, squadra che da due anni trionfa in D2, Michigan affronterà la classica gara contro una Notre Dame in via di ricostruzione, contro gli ostici Nittany Lions di Penn State, probabile terza forza del campionato, e un trittico finale che non ammette passi falsi tra il derby con Michigan State e gli scontri diretti con Wisconsin e Ohio State.
Proprio Ohio State, prima nel ranking nazionale a fine 2006 ed unica imbattuta insieme a Boise State, è la squadra che più difficilmente ripeterà le gesta di un anno fa. Caduta nel classico anno di ricostruzione, la squadra di Jim Tressel non avrà più la forza offensiva che permise ai Buckeyes di segnare una media punti di 34.6 per gara. La linea rimane il punto più solido del reparto, il tackle Alex Boone e la guardia Kirk Barton sembrano offrire già garanzie da Nfl, ma il resto passa dalle quasi impossibili sostituzioni di Troy Smith (quarterback agile sostituito da Todd Boeckman), Antonio Pittman (RB potente che lascia il posto a Chris Wells) e Ted Ginn jr e Anthony Gonzales (assortita coppia di ricevitori che non vede in Brian Robiskie e Ray Small due perfette fotocopie).
La difesa dei Buckeyes sembra quest'anno già in grado di sopperire a parecchi limiti, il MLB James Laurinaitis è in prospettiva un All-America e candidato numero uno al titolo di difensore dell'anno della Big Ten, ed è circondato da giocatori esperti che un anno fa, tutto sommato, fecero vedere più cose positive di quanto non fosse prevedibile prima di sciogliersi in Arizona di fronte ai Gators. Soprattutto Vernon Gholston (DE) e Marcus Freeman (WLB) offrono buone garanzie nei pressi della linea di scrimmage. OSU però deve ricostruire e, come detto, in attacco non sarà in grado di creare quel divario che pagò molte soddisfazioni contro tutti gli avversari del 2006; tolto Chris Wells, il quale sembra effettivamente in grado di reggere le corse in questa competizione, il resto è tutto velato da un alone di mistero, così da far supporre che la Penn State del mitico Joe Paterno (stagione numero 42 in trincea in Pennsylvania), possa avere una marcia in più degli uomini di Tressel puntando quantomeno su un sistema maggiormente consolidato. Non tanto per il tipo di gioco, Tressel è già qualche anno che soggiorna dalle parti di Columbus, quanto per l'esperienza dei giocatori che scenderanno in campo che, tra i Nittany Lions, danno l'impressione di avere maggior consapevolezza del gioco. Se aggiungiamo che il punto forte della difesa, Paul Posluszny, verrà sostituito da Dan Connor, talento spostato dal lato al centro del reparto linebacker, e che quindi il buco potrebbe essere già coperto, allora per i Nittany Lions la stagione potrebbe partire davvero col piede giusto.
In lotta coi Buckeyes per un bowl di media fascia e per il gradino più basso del podio nella Big Ten, i Lions schierano una squadra che ha probabilmente meno nomi importanti di quella dei rispettivi avversari, ma una solidità decisamente superiore e la voglia di rifarsi dopo una stagione fallimentare che li vedeva tra i favoriti e con in tasca il titolo di campioni condiviso proprio con l'università dell'Ohio. Lo scontro diretto, inoltre, si giocherà al Beaver Stadium, dove 107.282 tifosi saranno pronti a dar man forte a Penn State. Infine, fattore da non sottovalutare, pur senza puntare su grandi atleti, l'attacco dei Nittany Lions conta su gente come Anthony Morelli ed Austin Scott, due senior pronti a lanciare e correre rispettivamente, con una batteria di WR junior che misurano un livello di esperienza superiore a quanto proposto da OSU.
Come sarà ormai ovvio si tratterà quindi di un gioco basato sulla capacità degli head coach e sull'esperienza accumulata dai giocatori nei primi anni di college, più che di talento vero e proprio, cosa che se non attirerà gli appassionati di draft vicini e lontani, ma renderà lo spettacolo certamente più intenso, vicino al vero tenore del football: il gioco di squadra, la tattica per vincere. Ma giocarsi il titolo sarà affare a due, così come per il terzo posto non sembrano esserci troppe concorrenti. In lotta invece per bowl di fasce minori a metà classifica della conference, troviamo la solita Purdue, la quale, come ogni anno, è pronta ad esibirsi nella sua spietata spread offense composta di quattro ricevitori e una difesa che a malapena arriva alla sufficienza. Dotata di una linea offensiva abbastanza solida e con l'esperto Curtis Painter schierato dietro al centro, i Boilermakers non dovrebbero avere difficoltà a sbarazzarsi delle squadre di livello pari o inferiore, sfruttando come al solito in buona parte il fattore campo. Un passo dietro di loro Iowa, squadra dotata di una buona difesa ma con un reparto offensivo che barcolla tra l'inesperto ed il talento mediocre. Gli Hawkeyes di Kirk Ferentz sono ben lontani dalla doppia cifra in fatto di vittorie conquistata con continuità a inizio millennio, ma possono puntare ad un bowl per vendicare la sconfitta di soli due punti subita da Texas all'ultimo Alamo Bowl.
Il resto della conference è composto da un quintetto di basse speranze che attenderà la stagione 2007 come un modo per non farsi troppo male e valutare cosa di buono ci sia su cui scommettere per il 2008. Michigan State è favorita a puntare almeno all'Insight Bowl contro la Big 12 e per farlo dovrà ribaltare il pesante 1-7 subito all'interno della conference un anno fa. Riuscendo nell'impresa gli Spartans toglierebbero il posto a Minnesota, vittima nella scorsa stagione di un gossip, con ben poche basi di credibilità , secondo il quale i Golden Gophers avrebbero perso alcune partite quasi appositamente per far allontanare il coach Glen Mason. Certo, i trenta punti concessi tra ultimo quarto e overtime del bowl contro Texas Tech sono il simbolo di un crollo sospetto, ma non impossibile, e di conseguenza non attribuibile a volontarietà .
Il cambio di allenatore comunque costringe Minnesota a ripartire da zero e Tim Brewster è all'esordio come capo sulla sideline; questo spinge tutti a non essere troppo ottimisti e dare più credito a Northwestern che entra nel secondo anno dell'era di Pat Fitzgerald, già eccellente linebacker per questa Università con la quale vinse due volte la conference negli anni novanta, ottimo conoscitore dell'ambiente e a capo di un buon potenziale offensivo, e a Indiana che punta più o meno le stesse carte dei Wildcats. Anche gli Hoosiers giocano infatti su un coach che arriva al terzo anno, Terry Hoeppner, e che dovrebbe quindi entrare nell'anno della consacrazione avendo ormai implementato le proprie idee e i propri giochi, ed un attacco che all'interno di questa conference potrebbe ben figurare, soprattutto se Marcus Thigpen si confermerà il runningback capace che in molti si aspettano che sia.
Fanalino di coda per l'ennesima volta dovrebbe essere Illinois, che al terzo anno di Ron Zook punterà a ribaltare un andamento davvero pessimo. L'ultimo lustro ha visto i Fighting Illini vincere un massimo di 5 partite nel 2002 e, con Zook, non ha mai superato le 2 vittorie, vincendo soltanto una gara interna alla conference. Zook disse il giorno del suo arrivo a Champaign che a questa squadra sarebbe servito tanto talento in più per emergere, ma questo fattore ancora non si è palesato dalle campagne di reclutamento anche se, per questa stagione, si punta forte sulla presenza di Isiah "Juice" Williams, quarterback apparentemente in possesso di buone doti che dovrebbe far girare al meglio l'attacco della squadra.
Previsione
1. Wisconsin
2. Michigan
3. Penn State
4. Ohio State
5. Purdue
6. Iowa
7. Northwestern
8. Michigan State
9. Indiana
10. Minnesota
11. Illinois