Bret Meyer, il miglior QB in attività della Big XII riuscirà a rilanciare Iowa State?
Dopo un 2006 amaro per la Big XII Conference, che per la prima volta nella sua storia non è riuscita ad inserire una sua università nella Top Ten della NCAA, una nuova stagione che profuma di riscossa si affaccia alle porte, anche se, dopo aver donato 28 giocatori alla NFL, in una delle conference storiche del College Football pare ci sia più aria di ricostruzione che altro.
Nella North i protagonisti della prima parte della scorsa stagione, Missouri, sembrano essere cresciuti ulteriormente, proponendosi in prima linea come possibili dominatori della Division davanti a Nebraska e alle due università del Kansas. Saranno queste quattro squadre, salvo sorprese, a giocarsi il titolo di divisione, anche perché Colorado è in cerca d'identità dopo aver ampiamente deluso la passata stagione, 2-10, mentre Iowa State è in piena rifondazione, con un nuovo head coach al timone e diversi ruoli da sistemare.
Missouri Tigers
Mizzou si presenta come favorita indiscussa ai nastri di partenza. Il 2006 è stata un'annata positiva, anche se l'inesperienza di molti elementi della squadra ha causato un crollo proprio quando la campagna sembrava volgere in favore dei Tigers. Il problema principale per l'head coach al settimo anno Gary Pinkel non saranno tanto gli avversari, quanto Missouri stessa, mai partita come favorita di division nella sua storia e assente, non giustificata, dal Championship dal lontano 1969.
Per sfatare questa "maledizione" che sta tenendo banco su tutti i media della Big XII, Pinkel potrà fare affidamento sul quarterback Chase Daniels, una delle rivelazioni della passata stagione, che cercherà nel suo anno da junior di ripetere e migliorare le statistiche che ha messo in piedi nel 2006, 3,527 yards lanciate per 28 touchown e 10 intercetti; su di lui e sul suo passing game che si sviluppa principalmente sui tight end si poggerà l'attacco di Missouri.
Proprio nel ruolo di TE i Tigers sono riusciti a piazzare il colpo più importante, confermando la coppia più prolifica della NCAA, Martin Rucker, tornato per l'anno da senior e considerato la stella della squadra, e Chase Coffman, score leader di Mizzou nel 2006 con 9 touchdown ricevuti; un tandem che in collaborazione con un "pacchetto" di ricevitori ben assortito, tra cui spicca il senior William Franklin, 827 yards ricevute l'anno passato, dovrebbe permettere a Pinkel di colpire in profondità .
Se la strada per la endzone si facesse complicata, i Tigers avrebbero comunque pur sempre una carta da giocare, ovvero il RB all'ultimo anno Tony Temple, non un fuoriclasse ma pur sempre un buon giocatore, capace tra l'altro di settare il record di yards corse dalla scuola in un bowl, 194 contro Oregon State al Sun Bowl. Interessante è la battaglia che potrebbe crearsi per far rifiatare il runningback titolare, con protagonisti Marcus Woods e Jimmy Jackson, due esperti tailback che potrebbero rivelarsi un'ulteriore arma per l'offense di Mizzou.
Con una linea offensiva che ha mantenuto i suoi migliori giocatori, il left tackle Tyler Luellen e il centro Adam Spieker, le maggiori novità arrivano dalla difesa, e principalmente dalla controparte difensiva, dove l'addio dell'end Brian Smith ha creato un vuoto ai più parso incolmabile; ritornati gli starter della passata stagione Lorenzo Williams, nose tackle, e Evander Hood, defensive tackle, il coaching staff dei Tigers ha sfruttato i camp primaverili per trovare i nuovi DE titolari; cinque giocatori si sono "battuti" a Columbia per convincere Pinkel a puntare su due di loro, alla fine a spuntarla sono stati Tommy Chavis e Stryker Sulak, entrambi junior, che hanno avuto ragione di un ragazzo che sembra destinato a togliergli il posto: Andy Maples, acquisito da uno Junior College dopo essere stato nominato terzo miglior tackle dell'intera NCAA.
Problema similare si intravede nel reparto dei linebacker, dove l'unico titolare ad essere tornato è Brock Christopher, spostato nel ruolo di MLB in quanto giocatore più esperto, e pronto a fare da chioccia alla nuova nidiata arrivata in Missouri, tra cui merita una citazione Michael Keck, 6 piedi e 5 di altezza per 215 libbre di peso, giocatore dal sicuro avvenire che aveva ricevuto offerte da tutti i migliori team della Big XII, della Big Ten e della SEC. Lui e Luke Lambert hanno saltato l'ultimo anno di high school per essere già nelle fila dei Tigers in primavera, in modo da giocarsi le chanches di giocare titolari già al primo anno.
Se questa loro scelta pagherà lo vedremo in stagione, nel mentre si attendono conferme dalle secondarie, e soprattutto da Darnell Terrell, cornerback leader della Big XII con 9 passaggi deviati. Con gli special team rimasti invariati e che potranno nuovamente contare sul K Jeff Wolfert, i Tigers si troveranno a dover affrontare una schedule piuttosto impegnativa, che li vedrà esordire contro Illinois il primo settembre; dalla quinta partita in poi, quella contro i rivali di Nebraska, i ragazzi di Pinkel dovranno fare i conti con tutte le altre compagini della Big XII, iniziando da Oklahoma e concludendo contro Kansas, nell'arco di quei due mesi si deciderà chi sarà il dominatore della conference.
Nebraska Cornhuskers
Il North Division Title 2006 per Nebraska è stato significativo per il programma instaurato da Bill Callahan, coach al quarto anno che non aveva iniziato nel migliore dei modi al suo arrivo a Lincoln, concludendo la sua prima stagione da allenatore con un tutt'altro che esaltante record di 5-6; con due stagioni in crescendo, concluse 8-4 e 9-5, Callahan è riuscito nell'impresa di riportare i Cornhuskers al Championship dopo 7 anni, l'ultima presenza nel 1999.
La perdita del quarterback Zac Taylor, arrivato alla fine della sua carriera universitaria, sembrava però aver minato il progetto di Callahan, privandolo della guida offensiva che le aveva permesso di vincere 17 incontri in due anni; come la classica "manna dal cielo" Nebraska si è però trovata in casa un QB che ha tutte le carte in regola per essere un potenziale first-rounder del prossimo draft : Sam Keller. Senior "emigrato" da Arizona State nell'estate del 2006, Keller non è potuto scendere in campo in quanto mancava il transfer NCAA, ma si è reso utilissimo alla causa agendo da scout all'interno dell'Offensive Team di Nebraska, e conquistandosi il titolo di MVP per aver collaborato con i coach alla stesura del nuovo playbook offensivo della squadra.
Keller arriva a guidare nuovamente un attacco NCAA dopo due anni ed un brutto infortunio alle spalle; dopo essere stato backup di Andrew Walter, ora ai Raiders, nel 2004, il giovane QB da Danville (California), si è guadagnato i galloni da titolare dei Sun Devils nel 2005, cedendoli solo dopo appena sette partite, in cui aveva lanciato per 2,165 yards e 20 touchdown, per una lesione alla mano che lo ha portato a chiudere la stagione anticipatamente.
La bocciatura come titolare da parte di coach Koetter negli spring camp del 2006 in favore del sophomore Rudy Carpenter, ha portato Keller a prendere la via di Nebraska, abbandonando i Sun Devils dopo 19 partite disputate, 26 touchdown realizzati, e un titolo di MVP conquistato al Sun Bowl 2004, lanciando 370 yards e 3 TD contro Purdue.
Dietro ad una linea di tutto rispetto, composta da tre junior e due senior, Sam Keller avrà la possibilità di prendersi il tempo necessario per cercare di lanciare il talentuoso wide receiver Maurice Purify, 7 TD nel 2006, che guida un pacchetto di ricevitori ottimamente assortito, con il "numero 2" Terrence Nunn che sembra essere la sua ideale controparte; oltre a loro Nebraska può fare affidamento su una coppia di TE altrettanto complementare, composta da un ottimo blocker, J.B. Phillips e un atleta con buonissime mani, Matt Herian.
Il gioco di corse, dopo l'addio a Brandon Jackson, sarà incentrato su Marlon Lucky, junior che nella passata stagione ha corso per 728 yards e 6 touchdwon, e che ha alle spalle una pluridecorata carriera alla high school; dietro di lui potrebbe "crescere" il sophomore Major Culbert, pochi snap all'attivo nella passata stagione, ma potenzialmente un RB capace di togliersi molte soddisfazioni nei tornei NCAA a venire.
Da segnalare nella offense di Nebraska la presenza di un WR dalle grandi prospettive, il Prep All-American Niles Paul, in possesso di ottime mani e un buon fisico, 6 piedi e 1 per 200 libbre, nonché nipote della star NFL Ahman Green; il giovane prodotto di Omaha è considerato uno dei colpi del recrouting portato avanti dagli Huskers, al pari del defensive back Armando Murrillo, considerato uno dei più forti della nazione.
In difesa proprio Murrillo potrebbe rivelarsi un giocatore fondamentale, anche perché Nebraska ha ricevuto un durissimo colpo nelle secondarie, quando in primavera Zackary Bowman, uno dei leader difensivi, si è rotto i legamenti crociati del ginocchio; dopo una buonissima stagione da freshman Bowman sarà quindi costretto, con tutta probabilità , a saltare la stagione, costringendo il defensive coordinator Kevin Cosgrove a puntare sulla vecchia guardia, i tre starter ritornati per l'ultima stagione universitaria : Andre Jones, Tierre Green e Cortney Grixby.
Nonostante l'assenza di un playmaker come Bowman, che garantiva un upgrade notevole alla difesa, i Cornhuskers potranno però scendere in campo con un'arma in più rispetto alle rivali di division, e soprattutto rispetto alla rivale numero 1, Missouri, potendo contare, al contrario di quest'ultima, sull'esperienza. Sia in prima linea, sia in mediana, Nebraska potrà fare affidamento su quasi tutti i titolari della passata stagione, tra cui vanno segnalati il tackle Ndamukong Suh, 3.5 sack nella passata stagione, e il MLB Corey McKeon, 69 tackle e 32 solo nel 2006.
Qualche problema gli Huskers sembrano averlo negli special team, dove non è ancora chiaro chi sarà il place kicker titolare. La partita da segnare sul calendario per constatare la reale forza dell'università con sede a Lincoln è la terza della stagione, in programma il 15 settembre, quando i Cornhuskers ospiteranno i Trojans di USC.
Kansas State Wildcats
Questa sarà la stagione in cui Kansas State dovrà dimostrare il suo vero valore, sia per il presente, sia per gli anni a venire. L'anno passato i Wildcats avevano mille scusanti per fare un torneo di basso profilo, per vivere il classico anno di transizione; infatti avevano cambiato molto, dal coach Ron Prince arrivato a sostituire l'icona di KS Bill Snyder, reduce da due anni pessimi con record 4-7 e 5-6, allo starting quarterback, che doveva essere scelto tra i ragazzini freschi freschi di diploma.
Dopo una serie di partite inguardabili, in cui era auspicabile che i Wildcats chiudessero nuovamente con un record perdente, Kansas State ha trovato la strada per la riscossa in uno dei match che rimarranno nella storia della Big XII: la vittoria 45 a 42 sui Texas Longhorns; da quella partita i ragazzi di Prince hanno ritrovato la voglia di giocare, l'impegno, la grinta e la dedizione alla causa che sembravano aver completamente smarrito negl'ultimi anni sotto la guida di Snyder.
L'esplosione della squadra di Manhattan è coincisa anche con la promozione a quarterback titolare della matricola Josh Freeman, ragazzo di tutt'altro spessore rispetto al veterano Dylan Meier, nonché probabile "Big XII Offensive Newcomer" se non avesse trovato sulla sua strada il QB di Tezas, anch'egli freshman, Colt McCoy.
Freeman ha concluso la sua prima stagione in crescita, migliorando notevolmente la sua produzione offensiva, per questo è atteso ad un 2007 ancora migliore, maledizione del sophomore pemettendo. Per lui è stato fondamentale mantenere pressochè invariata la linea offensiva, e confermare il duo di ricevitori titolari della passata stagione, Cedric Wilson e Daniel Gonzales, che con lo slot Jordy Nelson formano un target di tutto rispetto.
Nel backfield un po' di aiuto per la causa dovrebbe arrivare da James Johnson e Leon Patton, entrambi non formidabili se presi singolarmente, ma abbastanza buoni se utilizzati in coppia, 1,012 yards e 8 TD insieme nel 2006, e capaci di spostare l'attenzione delle difese avversarie dal passing game di Freeman, che rimane l'unica risorsa concreta dell'attacco di Kansas State.
Diversa la situazione della difesa, dove si preannuncia il passaggio alla 3-4, pensata esclusivamente da Tim Tibesar, defensive coordinator dei Wildcats, per sfruttare appieno le immense qualità di Ian Campbell, ora come ora unica stella della squadra; in grado di proporre un impatto fisico di tutto rispetto, viste le 240 libbre distribuite sui 6 piedi e 5 di altezza, Campbell sarà spostato nella posizione di outside lineabacker dopo essersi dimostrato uno dei migliori e veloci tackler della Big XII, con 17,5 placcaggi perdita di terreno e 11.5 sack nel 2006.
Le abilità di questo junior All-American dovrebbero garantire il salto di qualità alla difesa di Kansas State, che ha nella safety Marcus Watts l'unico altro giocatore attualmente degno di nota, nell'attesa che il linebacker Chris Patterson, arrivato via recruiting, confermi tutte le buone cose fatte vedere al Joliet JC, dove è risultato uno dei migliori giocatori di Junior College della nazione.
Kansas Jayhawks
I Jayhawks sono una squadra tutta da scoprire, coach Mark Mangino ha portato a termine due dignitose stagioni, perdendo per un soffio la qualificazione ad un bowl nel 2006, eppure fatica a trovare la giusta quadratura. In Kansas sono tante le cose che ancora non quadrano, senza contare che addirittura non tornano i conti della stagione appena archiviata; su tutto a pochi giorni dalla partenza della stagione suona davvero stonato che non sia ancora stato deciso il quarterback titolare, e se anche lo stesso Mangino ci scherza su, "Il quarterback numero 1? Giocando, verrà fuori!", la squadra e i diretti interessati non ridono per nulla.
A giocarsi la maglia da titolare saranno ancora Kerry Meier, che ha lanciato una media di 149 yards a partita per il 56.5% di completi, e Todd Reesing, che ha dalla sua l'aver guidato Kansas nella vittoria "scacciacrisi" contro Colorado. Aspettando di conoscere la decisione finale di Mangino in merito, l'unica certezza dell'attacco dei Jayhaws arriva dal runningback sophomore Jake Sharp, considerato un vero e proprio eroe nazionale in Kansas dopo le imprese con la high school, e ormai pronto per fare il salto necessario ad assestarsi tra i migliori RB del college football.
A Sharp e al cornerback All-American Aqib Talib spetterà l'arduo compito di sollevare la media qualitativa della squadra, che manca, esclusi i sopra citati, di playmaker su cui impostare il gioco; Talib è poi l'altro paradosso dei Jayhawks, che possono contare su quello che viene unanimemente considerato il cornerback migliore della Big XII, eppure rimangono la 119esima difesa della nazione, una delle peggiori, a causa dei big play che subiscono in profondità .
Statistiche alla mano Kansas avrebbe tutto per migliorare e cercare di inserirsi nella lotta per vincere la division, però alcune incertezze del coaching staff appaiono per ora un ostacolo non indifferente per concedere alla squadra di maturare e tornare sulle vette della conference; c'è però da dire che l'inizio del campionato NCAA, visti i match sulla carta non troppo impegnativi contro università come Central Michigan, Southeasten Louisiana, Toledo e Florida International, potrebbe incidere positivamente sul proseguo della stagione di questi giovani Jayhawks.
Colorado Buffaloes
Dopo un 2006 da dimenticare la Colorado University si presenta per la nuova stagione con novità interessanti. Accantonato il QB che nella passata stagione aveva guidato, piuttosto malamente, l'attacco dei Buffaloes Bernard Jackson, mantenuto a roster perché considerato un vero e proprio "slash" (in primavera è stato provato come WR, RB e KR), la squadra è stata affidata alle giovani mani di Cody Hawkins, freshman che nei training camp primaverili si è conquistato il posto da starter con convincenti prestazioni sul campo; nel suo caso non ha contato la condizione di "favorito" in quanto figlio del coach di Colorado Dan hawkins, ma hanno deposto in suo favore le sue ottime qualità di passatore.
Hawkins junior sarà quindi la pietra su cui i Buffaloes cercheranno di ricostruire la squadra di football, che per ora può contare su davvero pochissime certezze; nel ruolo di RB è ritornato per l'ultima stagione Hugh Charles, nel ruolo di TE continuerà la crescita il sophomore Riar Greer, candidato a diventare uno dei migliori giocatori di Colorado, mentre è ancora viva la lotta per coprire i ruoli di wide receiver e alcune posizioni nella offensive line.
Non ci sono questi problemi invece in difesa, dove nonostante la perdita di uno dei giocatori fondamentali, l'end Abraham Wright autore di 11.5 sack nel 2006, sono ancora della partita la coppia di tackle junior George Hypolite e Brandon Nicolas, che dovranno guidare il reparto con il linebacker Jordon Dizon, primo LB di Colorado a partire come starter in tutte e quattro le stagioni NCAA disputate.
La speranza a Boulder è quella di non ripetere la bruttissima annata passata, magari incominciano con il piede giusto nel derby d'apertura contro Colorado State, per poi proseguire incrementando il numero di vittorie rispetto al 2006, solo due, e cercare di mantenersi nelle prime posizioni della Big XII.
Iowa State Cyclones
Anno nuova, vita nuova, o forse sarebbe meglio dire epoca nuova; questa è l'aria che si respira a Ames, sede della Iowa State University, dopo l'avvento del nuovo head coach Gene Chizik, arrivato dai Longhorns e da anni considerato una delle menti difensive più geniali della NCAA, capace tra l'altro di portare le difese di Texas ed Auburn ai primi posti del ranking nazionale.
L'arrivo di Chizik è coinciso con la fine dell'era McCarney, coach che in sette anni era riuscito a portare i Cyclones per cinque volte al bowl, prima del fatale 2006, in cui le sole quattro partite vinte e l'assenza di un gioco convincente hanno portato al suo licenziamento.
Tra le colpe maggiori che gli sono state imputate c'è quella di non essere stato in grado di sfruttare le qualità del miglior QB della Big XII, Bret Meyer, leader della conference in materia di yards lanciate in carriera, 7,348, tocuhdown, 50 (41 su lancio e 9 su corsa) e total offense, 7,979 yds.; l'involuzione del gioco di Iowa State nel 2006 ha colpito anche lui, che è passato da 19 TD pass a 12, peggiorando la media di yards lanciate a partita da 239 a 212, tanto da alimentare polemiche e far dimenticare che questi numeri erano figli di una mancanza di copertura adeguata da parte della offensive line, e che parecchie volte il numero 7 era costretto a correre per salvarsi la vita.
Con l'avvicendamento del coach era auspicabile che la linea offensiva avrebbe subito dei cambiamenti, e così è stato, con solo due giocatori che hanno mantenuto il posto da titolari: le guardie Tom Schmeling e Reggie Stephens; il cambio generazionale nella OL e il gradito ritorno del WR Jeff Blythe, fermo per buona parte della passata stagione causa infortunio, dovrebbero permettere a Meyer di tornare sui livelli abituali in vista del draft NFL 2008, in cui potrebbe presentarsi come uno dei migliori QB della "classe". Nel backfield potrebbe verificarsi un altro cambio in corsa, con lo starter Jason Scales che dovrà guardarsi dalla concorrenza di J.J. Bass, arrivato n estate da uno Junior College.
Ad Iowa State però non viene atteso tanto un volta pagina offensivo, quanto piuttosto uno difensivo, in quest'ottica si spera che l'ingaggio di Chizik possa servire al programma di football universitario; per ora i Cyclones hanno i migliori talenti difensivi nel linebacker Alvin Bowen, 12.9 tackle a partita in carriera, e nei defensive back Caleb Berg, safety, e Chris Singleton, CB, ma stanno già lavorando per il futuro svolgendo un accurato lavoro di recruiting.
Per Iowa State inutile negarlo, sarà fondamentale il primo match stagionale, perché è il primo del nuovo staff e potrebbe dirci da subito quale è la reale forza della squadra, e poi perché anche oltreoceano si sa che "Chi ben comincia è a metà dell'opera".