Jarrod Washburn è in un grande momento. Come quasi tutta la American League West!
Sono giorni concitati con la deadline che è alle porte e la situazione di alcuni assi (come Roy Halladay) che vengono avvicinati alle più disparate franchigie. Non fanno eccezione quelle della AL West, già coinvolte, come vedremo più avanti, nei movimenti di mercato tipici di fine luglio.
In generale si nota un innalzamento del livello di gioco, smentendo la nostra convinzione sulla prima parte della stagione attuale, in cui affermavano che le 4 squadre non offrivano troppo spettacolo. Ora, un po' per la bontà dei loro campioni e un po' per le diverse situazioni in cui si vengono a trovare, Mariners, Rangers ed Angels sono tra le piazze più bollenti della American League.
Los Angeles Angels
Troppo facile questo inizio di seconda parte di stagione per gli Angels. Oakland e Kansas City sono materassi troppo soffici per non rimbalzarci sopra senza troppi graffi. E così il record nelle ultime 8 è di 7-1, il momento è favorevole ed i pezzi da 90 degli angelini possono riprendersi con calma.
Il primo a farlo è Ervin Santana. Giustamente criticato nell'ultimo numero, ha cambiato rotta dopo l'All Star Game: la vittoria di Oakland è finalmente alla sua altezza con 8 inning conclusi con una sola ER dopo 101 lanci che ci hanno fatto ricordare dell'anno scorso, quando il manager lo toglieva prima del complete game per preservarlo e non rovinargli l'ERA.
E con la stessa calma potrà riprendersi Jered Weaver, il vero grande protagonista di quest'annata finora. Le sue condizioni fisiche non sono perfette, quindi le prestazioni dovrebbero risentirne. La prossima serie con i Rangers è molto lontana, e per quella data entrambi dovrebbero essere al massimo, così come dovrebbero essere recuperati alcuni giocatori offensivi.
I migliori battitori degli Halos, Vladimir Guerrero e Torii Hunter. Il primo farà il battitore designato per il resto della stagione mentre il secondo tornerà all'inizio di agosto. Nel frattempo, a tenere su l'attacco dei campioni in carica della division c'è Erick Aybar.
Il suo 16 su 33 post-break dice tutto sul suo momento, ma soprattutto su quanto lo shortstop sia fondamentale ad un gioco metodico come quello di LA. Con Bobby Abreu sicuramente l'ultima buona notizia di questo periodo. Il veterano ex-Yankees ha dimostrato esattamente quello che si aspettavano da lui in California, visto che è tra i primi della lega per basi per ball, RBI, basi rubate ed OBP.
Per Brian Fuentes è facile in questo periodo archiviare salvezze su salvezze, ed il calendario della capolista è ancora facile almeno fino al nostro prossimo report. Vedremo se altri sconvolgimenti nella rotazione (Sean O'Sullivan dovrebbe essere rispedito in triplo A nonostante il 3-0 al debutto nelle Majors) riusciranno a minare le certezze di una squadra mai così fiduciosa nel 2009.
Texas Rangers
Sweep ai Red Sox e non sentirlo! Così si intitolerebbe il film sulla ripresa delle operazioni in Texas.
Al posto che assottigliare le distanze con gli Angels i Rangers si ritrovano ancora ben lontani da quel primo posto che secondo molti meriterebbero. Nell'analisi della serie con Boston per l'appunto, troviamo che i texani hanno attinto con parsimonia al loro attacco stellare, e sfoderato armi segrete impensabili.
Come la vittoria di Tommy Hunter, un semi-esordiente, contro il grande Beckett, o come i tre home run di seguito strappati all'esperto Smoltz per decidere gara 1.
Decisivi gli apporti di Hank Blalock, David Murphy e Michael Young. Nell'assenza, per le prime due partite, dell'All Star Cruz, le valide di questi tre hanno permesso a Texas di mostrare per l'ennesima volta il coraggio e la concentrazione che differenziano la squadra di quest'anno da quella dell'anno scorso.
Sul monte buone notizie. Anche in questo caso siamo di fronte ad una squadra che cerca di arrangiarsi come può, facendo partite i rookie Hunter e Derek Holland e sperando che quest'ultimo si adatti, cosa per altro che sta facendo con un certo successo, ad iniziare la partita.
Le partite di distanza sono sempre 3 e mezzo. Un altro lanciatore da prendere sul mercato non sarebbe una cattiva idea, ma di certo Texas ambisce a rimanere in corsa anche con l'attuale roster.
Seattle Mariners
Lo stesso discorso vale per i Mariners. Si vince si vince ma alla fine si scala poco la classifica. Le serie vinte con Cleveland e Detroi fuori casa lo dimostrano.
La partita con i Tigers di mercoledi ha offerto notevoli spunti di interesse. Innanzitutto un Jarrod Washburn fantastico, 5-1 nelle ultime 6 con un ERA che non avvicina nemmeno i 2 in questo periodo limitato. E poi un bullpen all'altezza, con sole 3 ER nei 23 inning giocati dall'All Star Game in poi.
Ma colpisce ancora di più un lineup veramente ben strutturato, soprattutto nella parte alta. Ichiro non lo scopriamo ora, ma chi lo segue (Russell Branyan, Javier Lopez e Mike Sweeney) è una garanzia. E quantomeno sono tutti battitori che mettono in difficoltà il lanciatore, con pazienza, rimanendo a lungo nel box e spesso stancando il partente avversario, anche se non si tratta di grossi produttori di basi per ball.
Ancora Cleveland e poi Toronto sulla strada degli M's, prima di tuffarsi in un periodo difficile con molte sfide importanti con Texas, New York, Chicago. Il sogno di una Wild Card non è lontanissimo, e la deadline per i trasferimenti si avvicina inesorabile. Vedremo dopo il 31 luglio cosa rimarrà di questa ottima compagine.
Oakland Athletics
Per una squadra ormai lontana anni luce dalla vetta - 16 partite - è inevitabile parlare di mercato. E quindi ci concentriamo sulla trade che ha portato Matt Holliday ai Cardinals.
Gli Athletics pagheranno una parte del contratto dell'ex giocatore di Colorado, che andrà a parare le gigantesche spalle di Pujols, rendendo sulla carta Saint Louis la squadra da temere per eccellenza nella National. Ma gli A's cosa rimediano?
A questo proposito possiamo facilmente ipotizzare che tra due o tre anni ci troveremo a decantare le lodi di Billy Beane per l'ennesima volta. Non sarà il GM più adatto quando c'è da approfittare di una buona situazione di classifica (ricorderete l'anno passato), ma sa certamente come portare i migliori prospetti alla sua corte.
Arrivano nella baia Brett Wallace, Clayton Mortensen e Shane Peterson. Wallace è un terza base che quest'anno sta facendo faville, dopo essere stato scelto al primo giro nel 2008, e che sembra già pronto, a soli 22 anni, per l'MLB. Solido al piatto e veloce, è sicuramente quanto di meglio si potesse estorcere ai Cards in una trattativa di tale portata. Mortensen è un pitcher 24enne proveniente dal draft 2007, primo giro, e Peterson è un outfielder di 21 anni, pezzo meno pregiato dello scambio, scelto nel 2008.
Oakland fa l'unica cosa che doveva fare, acquisire talento dando via un contratto che a fine stagione non sarebbe mai stato rinnovato. I problemi di Holliday nell'ambientamento in California sono abbastanza palesi, e solo ora iniziava a mettere insieme numeri convincenti, troppo tardi per sperare di portare i suoi compagni vicini alla postseason. Il desiderio di Tony La Russa di portare l'esterno in Missouri si è realizzato, e di ciò gioiranno tutti: i suoi Cards, gli Athletics, Holliday che può sperare nelle World Series e i tre giovani neo green and gold, sicuri di poter emergere in un ambiente che nell'ultimo periodo investe molto sul farm system.