I Bowls della Big Ten

P.J. Hill jr, rivelazione Big Ten ed NCAA tra i RB avrà  modo di mettersi in mostra ad un bowl con Wisconsin.

Terminata la Big Ten è ora di guardare ai risultati ottenuti, di riassumere la stagione dei college presenti nella conference e dei bowls che verranno disputati. Come previsto è Ohio State a farla da padrona, vincitrice della Big Ten ed unica squadra imbattuta, insieme a Boise State, tra le prime 25 del ranking nazionale. I Buckeyes disputeranno ora la finale del titolo contro Florida ed hanno trovato in Troy Smith l'Heisman Trophy 2006, il numero otto nella storia dell'università .

Dopo aver vinto il Fiesta Bowl (34-20) contro Notre Dame nel gennaio 2005, la squadra di Jim Tressel ha proseguito nella striscia vincente per tutta la stagione appena conclusa, battendo nel finale in una gara sofferta l'avversaria più forte, ossia i Michigan Wolverines (#3), poi estromessi da un eventuale rematch a Glendale l'otto gennaio in favore dei Gators. La sfida finale vede comunque favoriti l'Heisman Trophy e i suoi compagni, in virtù di una solidità  offensiva che sembra non avere eguali in NCAA e di una difesa capace in pochi mesi di sopperire abbastanza bene alle perdite avvenute in primavera.

Il prossimo anno i Buckeyes dovranno lavorare all'infinito per mantenere una squadra competitiva viste le defezioni che si aggiungeranno in attacco a quelle già  subite dopo la stagione 2005, ma per ora possono giocarsi da favoriti il primo titolo nazionale al di fuori dei quattro classici bowls, e contando sulle corse di Anthony Pittman (1171 yards) e su quel Smith divenuto ormai un QB davvero duttile e completo. I favori del pronostico non sono sempre ben accetti, ma per OSU è così da inizio anno e, finora, l'università  non ha mai deluso le aspettative.

Il rimpianto più grande è per Michigan, che non potrà  vendicarsi della sconfitta subita in regular season e non potrà  giocarsi un National Championship che sentiva davvero suo. Sono in molti a pensare che l'eliminazione dei Wolverines sia dovuta al fatto che pochi volessero rivedersi la sfida regina di Big Ten anche nella finale del campionato, ma Michigan non ha dimostrato meno valore di Florida, ha combattuto con una schedule dura in una conference altrettanto impegnativa, e l'unica sconfitta è giunta contro il programma migliore della nazione e per soli tre punti. Michigan va comunque al Rose Bowl, il più antico e prestigioso dei bowls. La sfida sarà  contro USC (#5) e sono in tanti a vedere favoriti proprio i Wolverines.

La gara scorrerà  probabilmente sul confronto tra i quarterbacks Chad Henne (2199 yds, 61.7%, 20 TD, 7 Int) e John Booty (2956 yds, 61.9%, 25 TD, 9 INT), elementi fondamentali di un gioco offensivo che conta però, a Michigan, la presenza di due terminali che mancano decisamente a Southern California. In primis Mike Hart (301/1515, 14 TD) runningback sempre sopra le 90 yards in stagione (nove volte sopra le 100) e ottima rivelazione di questa Big Ten; giocatore potente e deciso porta la completezza offensiva di Michigan un passo avanti a quella dei californiani, i quali dovranno stare piuttosto attenti anche a Mario Manningham, receiver sophomore che ha mostrato una maturità  nettamente superiore ai suoi pari età .
Con queste due carte, aggiunte alla buona stagione di Henne, Lloyd Carr tenterà  di fermare i Trojans e di prendersi quel bowl sfuggito lo scorso anno (28-32 contro Nebraska all'Alamo Bowl).

La grande sorpresa dei prossimi bowls verrà  comunque confermata dalla presenza di Wisconsin, (#7) università  che già  lo scorso anno dimostrò una certa efficacia e vinse al Capitol One Bowl contro Auburn (24-10). Bret Bielema ha però fatto di più per adesso, ha trasformato i Badgers in una squadra continua, competitiva in attacco e resistente in difesa grazie a un gioco di squadra di notevole entità . Per Wisconsin una sfida nel primo giorno dell'anno, proprio come per Michigan, unica Università  capace di battere i Badgers in questo 2006; di più, Wisconsin si ritroverà  a Orlando per il Capitol One Bowl cercando di confermarsi vincitrice. Di fronte a loro gli Akansas Razorbacks (usciti sconfitti da Florida nella finale della SEC) in una sfida che si deciderà  molto probabilmente via terra vista la poca consistenza che il gioco aereo delle due squadre può dare. I Badgers schiereranno una delle migliori sorprese della Division I-A, P.J. Hill jr. , freshman da 1533 yards, quinto assoluto di tutta la nazione. Sfida incrociata con Darren McFadden (1558), ma anche con Felix Jones (1018) le due vere armi di una squadra che raramente gioca via aerea e che in cabina di regia alterna in modo quasi perfettamente identico il sophomore Casey Dick e il freshman Mitch Mustain. A questo punto è probabile che Bielema avrà  bisogno proprio del miglior John Stocco e delle sue connessioni col sorprendente tight end Travis Beckum per dare respiro a Hill e cercare di ottenere più punti di riferimento da Arkansas di quanti non ne voglia a sua volta concedere. Una gara in bilico, con difficili previsioni che verrà  decisa sulle corse e da chi sbaglierà  meno pescando il jolly nel mazzo.

Passate le prime tre della classe, alla Big Ten restano altri quattro bowls da giocare, primo dei quali, sempre all'alba del nuovo anno, con la delusione Penn State impegnata a Tampa Bay nel Outback Bowl contro Tennessee. Lo scorso anno s'impose Iowa, e ai Nittany Lions non resta che confermare la supremazia della Big Ten in questa gara dopo che, lo scorso gennaio, Joe Paterno stava alzando al cielo il trofeo dell'Orange Bowl. Tutto un altro spessore, ma a Penn State non va del tutto male visto l'andamento della stagione che ha visto un totale di quattro sconfitte e l'uscita dal ranking nazionale. Sarà  soprattutto l'occasione per vedere all'opera Paul Posluszny, linebacker molto seguito dalla NFL che dovrà  dimostrare ancora una volta di poter comandare a buoni livelli il gioco difensivo. I Volunteers tornano ad un bowl dopo una breve assenza ed è impossibile non vederli favoriti; il loro gioco aereo ha avuto un ottimo miglioramento grazie a Erik Ainge, junior da 2722 yards e 19 TD. Contro le mediocri secondarie di Penn State il ragazzo potrebbe avere davvero vita facile.

Anthony Morelli, di contro, muove bene il pallone ma è poco efficace in zona meta e sbaglia molto quando è sottopressione riducendo così la propria percentuale di completi a numeri tutt'altro che esaltanti. Toccherà  quindi al RB Tony Hunt (1228 yards) 14° runner della nazione, provare a sfondare il muro di Tennessee e regalare una gioia ai Nittany Lions, certamente il college più deluso nella Big Ten. Farà  invece festa, comunque vadano le cose, Iowa, la quale ottiene un ingresso gratuito al prestigioso Alamo Bowl di San Antonio dove affronterà  nientemeno che i campioni nazionali in carica, i Texas Longhorns (#19). Una serata di gran gala per gli Hawkeyes che con un pessimo record interno alla Conference (2-6) riescono ugualmente giocarsi un bowl dopo aver vinto l'Outback lo scorso anno. Strano incrocio di destini; in quel bowl Iowa sconfisse i Florida Gators che oggi vanno a giocarsi il titolo nazionale sostituendo in una delle prime due del ranking proprio quei Texas che chiedono ai ragazzi di coach Ferentz almeno la soddisfazione di una vittoria finale. Longhorns nettamente favoriti anche se Iowa si è battuta sempre meglio con università  fuori conference, ma ben lontane dello spessore di Texas.

Purdue, quarta classificata della Big Ten grazie a un buon record interno (5-3, 8-5) ottiene a sua volta il visto per tornare ad un bowl dopo la stagione di assenza nel 2005. A Orlando, Florida, i Boilermakers contenderanno il Champs Sports Bowl a Maryland. Curtis Painter (3721 yards) sembra l'unica chance di Purdue per battere i Terrapins, i quali per via di una difesa sbadata hanno gettato alle ortiche le ultime due gare di campionato. Tolto Painter, comunque spesso troppo solo, Purdue conta su ben pochi fattori, ivi inclusa una difesa a tratti imbarazzante che difficilmente placherà  il gioco via terra di Maryland. Keon Lattimore e Lance Ball porteranno il pallone controllando gioco e tempo contro la difesa numero 112 sulle corse in rapporto ai 119 college della Division I-A.

Torna a un bowl per il quinto anno di fila Minnesota, ultima squadra della Big Ten a giocarsi una gara di postseason. Il 29 dicembre a Tempe, Arizona, Insight Bowl da giocare contro Texas Tech. Anche qui è improbabile la vittoria di chi esce dalla Big Ten (3-5, 6-6) ossia quei Golden Gophers abilissimi via terra e con quel Brian Cupito in posizione di signal-caller abilissimo nel gioco su play-action e autore di 2556 yards condite da un "positivissimo" rapporto TD/INT (19-8). A correre Amir Pinnix, che a sua volta ha soddisfatto coah Glen Mason con le sue 1093 yards; la domanda però sorge spontanea: chi ferma l'attacco dei Red Raiders? Gioco aereo verticale, profondo e potente con Graham Darrell oltre le 4000 yards in stagione e 36 td passes collezionati grazie soprattutto alle connessioni con il proprio terminale preferito: Joel Filani, 1138 yards, 12 TD. Non deficita sulle corse il gioco di Texas Tech che sfrutta un sophomore come Shannon Woods per un numero di giocate inferiore alle selezioni aeree, ma che porta comunque 817 yards alla causa. Impegno duro, quasi proibitivo per Minnesota che dal canto suo ha poco da perdere.

Questi i bowls in cui saranno impegnate le prime della Big Ten, con l'idea che solo Ohio State sia realmente favorita per la vittoria finale. Michigan e Wisconsin se la giocheranno comunque alla grande, e se Penn State non uscisse da una stagione così "up-&-down" forse avrebbe qualche favore in più dai pronostici. Le altre, tutte sfavorite, chi più chi meno. Fuori Indiana, che in conference aveva fatto meglio di Iowa ma è uscita peggio sul totale, Illinois per il quinto anno consecutivo, Northwestern che un anno fa perse il Sun Bowl contro UCLA (38-50) e Michigan State che conta l'ultima apparizione nel 2003 e come i Fighting Illini sembre perennemente in ricostruzione.

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