AL East Report # 7

Bergesen, la prima delle giovani stelle che formeranno la rotation degli O's

Lasciati alle spalle le serie d'interlega ed il weekend dei festeggiamenti nazionali negli Stati Uniti e, in precedenza (1 Luglio) nel Canada, la division etichettata come la più arcigna del panorama MLB"non tradisce le attese.

Nelle ultime due settimane continua l'assalto al fortino di Boston da parte degli Yankees con i Rays che scavalcano Toronto, la quale comincia seriamente a scricchiolare negli scontri diretti e a distaccarsi dal treno che conduce alla post season; Baltimore continua con la sua stagione transitoria con alcune note positive dal reparto giovani promesse.

Boston Red Sox (49-32)

Record: 7 - 5 ; R/G: 5,17; team ERA: 4,08

Trascinata da un Lester fenomenale da 3 W, ERA 1.35 e 31 K negli ultimi 15 giorni, la rotation dei Red Sox continua a viaggiare senza particolari intoppi lungo le rotaie della capolista; unica nota lievemente stonata è l'ancora precaria condizione di John Smoltz, acquisizione che potrà  rivelarsi fondamentale nei mesi a venire.

A completare lo splendido quadro che sta dipingendo il pitching staff guidato da John Farrell, ci pensa il trio Delcarmen - Bard - Papelbon a zittire gli avversari concedendo complessivamente 11 valide con 2 soli punti subiti in 17 inning di utilizzo, riparando le falle create dai zoppicanti Saito, Okajima e Masterson.

Sul fronte d'attacco non pare placarsi l'ottimo momento di Jacoby Ellsbury che con 6 basi rubate e 25 basi totali conquistate pareggia le prestazioni di Pedroia capace di 9 XBH (valide da due basi o più), per una ottima SLG% di .615.

Il titolo di trascinatori delle calzette rosse, nei giorni presi in esame, va però a nostro avviso a due veterani: l'errante David Ortiz e il redivivo capitano Varitek, che con 6 HR e 19 RBI , ed una media battuta di .314 unita ad un ottimo rapporto BB/K hanno dato la carica ad un lineup che si affidava molto alle buone prestazioni sul monte per la ricerca delle vittorie.

Gli unici positioon players sotto tono sono Bay, andato K in 21 occasioni su 48 AB ed il duo "d'emergenza" in interbase Lugo-Green, che hanno faticato a raggiungere la sufficenza con 9 valide in 48 turni in battuta.

Sul fronte infortuni si segnalano gli ingressi in DL di Lowell per uno strappo all'ileo-psoas e di Jeff Bailey, che il 5 luglio ha subito una distorsione alla caviglia sinistra.

New York Yankees (48-33)

Record: 10 - 2 ; R/G: 6,08; team ERA: 3,42

Trovare i giocatori che più stanno influenzando la scalata verso la vetta della AL East è assai arduo.
I "pigiamoni" sono senza dubbio stati la squadra più calda dell'AL, complice una striscia di 8 W tra cui lo sweep sui Mets, nelle subway series che hanno chiuso le partite d'interlega.

Nella prima settimana presa in esame balzano agli occhi le prestazioni dell'ex caveman Johnny Damon (AVG .389 SLG .556 e 2 SB), mentre nella seconda Hideki Matsui ha registrato 3 fuoricampo, 8 RBI, 4 BB ed un solo K subito con una SLG pari a .909, rimarcando la sconquassante forza con cui gli Yanks hanno spazzato via ogni rivale nelle ultime 2 settimane.

Il giocatore invece più costante è stato Alex Rodriguez, colui che s'è visto scalzare dal consueto salotto in 3B di metà  stagione all'ASG. Lasciatosi alle spalle l'operazione all'anca sta riprendendo il ritmo a lui "normale", segnando 5 HR e 17 RBI, con 15 BB e 6 K sul suo tabellino.

Se non bastasse l'attacco più esplosivo della division degli ultimi 15 giorni, gli Yankees chiudono il cerchio raggiungendo un'ERA di squadra francamente impensabile; i fautori di tale dominio sono, in primis, l'ex Jay AJ Burnett che ha inanellato 4 QS di fila (2 W 1,29 ERA 17 K e 5 BB), e che seguendo l'andamento delle annate scorse sta elevando a dismisura le proprie prestazioni con l'aumento di temperatura e d'importanza delle singole partite.

Il bullpen di New York è riuscito a chiudere le porte a parecchie rimonte, permettendo nel contempo all'attacco di esprimere il loro potenziale senza alcun timore; Aceves, Hughes. Coke e Rivera hanno chiuso concedendo nel complesso 2 soli punti nella bellezza di 31 2/3 IP con 27 K e sole 3 BB.

Numeri davvero notevoli che riflettono al meglio la situazione di stabilità  e di sicurezza presenti nella clubhouse Yankees, necessarie per vincere partite tirate o in rimonta. In effetti, la squadra è prima nelle intere Majors in questa particolare statistica, a volte aleatoria ma fondamentale nell'infondere fiducia,.

Tampa Bay Rays (44-39)

Record: 7 - 5 ; R/G: 4,00; team ERA: 4,08

Difendere un posto nelle World Series non è affatto semplice nel baseball odierno, ma i Rays stanno dimostrando di non voler arretrare il passo di fronte a nessuno e di viaggiare spediti in direzione post season con il loro esplosivo mix di velocità  e potenza.

Nelle scorse due settimane i Rays hanno scavalcato Toronto, portandosi in terza posizione nella division, arrivando ad un distacco minimo di 1,5 partite da NY e 4 dalla vetta occupata da Boston, grazie anche ad una striscia di 7 W di fila, tramutatasi però in una di 4 sconfitte consecutive che ha un pòspento gli entusiasmi.

La squadra, come denunciano le cifre, è sorretta in questo periodo dal pitching e dal dinamico duo BJ Upton - Carl Crawford capace di impilare grandi numeri su grandi numeri, arrivando complessivamente a: 6 HR, 23 RBI, 67 TB e 10 basi rubate con una media SLG di molto oltre i .600 ed una media battuta di circa .360, numeri da capogiro che però servono a ben poco se il resto della squadra non riesce a produrre abbastanza, soprattutto sul fronte di punti battuti a casa (49 per il resto dei Rays).

Prosegue invece il periodo poco felice di Pat Burrell, oramai utilizzato prettamente da DH, fa poco contatto(18 K in 48 AB) e quando colpisce la palla fa meno male (SLG .396) di quanto la dirigenza si aspettasse dopo la sua firma in off-season.

Il lieve calo della produzione offensiva non cancella però l'ottima prima parte di stagione del lineup di Tampa, e questo viene sottolineato dalla presenza di ben 4 suoi rappresentanti (più un quinto opzionale a discrezione del pubblico) di cui 3 scelti da manager e giocatori, metro di giudizio forse più veritiero di quello dei fan.

Il rientro con due discrete prestazioni dall'infortunio di Kazmir sembra perlomeno aver dato nuova aria all'intero staff; in particolare Matt Garza (2 W con 2 ER in 15 inning) per quanto riguarda i partenti e l'intero bullpen hanno permesso di ottenere una ERA di squadra vicino a 4.

Il reparto rilievi negli elementi di Nelson, JP Howell, Balfour, Wheeler, del rientrante "sottomarino" Bradford e del nuovo closer Choate hanno trattenuto gli avversari a 19 valide e 11 BB, a fronte di 33 K in addirittura 59 inning di lavoro.

Detto questo si può pensare che quando Tampa troverà  l'equilibrio tra lineup e pitching potrà  ulteriormente entrare nella lotta per il pennant dell'AL East, che sembra per ora affare di Boston e NY.

Toronto Blue Jays (42-41)

Record: 4 - 8 ; R/G: 4,33; team ERA: 4,83

Dopo 3 mesi di speranza i tifosi dei Jays cominciano a temere che anche per il 2009 la corsa verso il "miracolo" stia per prendere una strada ben poco felice.

Sembra di rivivere la storia che si ripete da 2 anni a questa parte, il lineup non riesce più ad essere incisivo, supportare i lanciatori sprecando ghiotte occasioni con uomini in base o in posizione punto.

Eppure prima della serie spartiacque al Rogers Centre contro i Rays la situazione non era per nulla nera, con Lind, Hill e Rolen di nuovo sugli scudi, un Wells in ripresa ed il rientro di Halladay in rotation a creare un 1-2 piuttosto buono con il rookie mancino Ricky Romero.

A rendere meno amaro questo periodo ci pensa proprio la prima scelta dei Jays del 2005 (6° assoluto) con altre tre ottime prestazioni in cui ha collezionato 3 vittorie in cui ha concesso 2 soli punti su 14 valide in 22 IP, prolungando la sua striscia di QS a 6 (in stagione è a 7 su 9).

E parlando di strisce non si puà  non menzionare la striscia di partite con almeno una valida più lunga nelle Majors, quella del terza base Scott Rolen, giunta a 22 partite (record in carriera per lui), il nativo dell' Indiana, assieme ad un Lind sempre più dominante, alla rincorsa di un posto al mid-summer classic di St. Louis, ed al 2B Aaron Hill, leader della squadra per HR, che un posto allaASG lo ha già  guadagnato.

Il resto del lineup non vede alcun elemento in grado di coadiuvare i tre sopraccitati affinché l'attacco torni ad essere quello che la cura Gaston/Tenace (manager/hitting coach) aveva portato ad essere il migliore in AL nei primi due mesi di stagione.

Il reparto che sta però deludendo maggiormente è il bullpen, che nelle ultime 2 stagioni era stato tra i 3-4 migliori dell'intera MLB.

Il ritorno del già  closer Accardo dal triplo A non ha pagato grossi dividendi, inoltre l'incostanza di Brandon League assieme al sovrautilizzo di Carlson hanno fatto si che Frasor (1 SV e zero punti concessi in 4 1/3 innings ed ERA stagionale scesa a 1.88) e l'ex minor leaguer dei Padres Hayhurst siano gli unici elementi sicuri di un bullpen male utilizzato dal Manager Cito Gaston in attesa del ritorno alla forma di Scott Downs.

Insomma si prospettano giorni infuocati per la dirigenza, che deve decidere se diventare compratori a ridosso della trade deadline, o se una volta per tutte cambiare volto alla franchigia, privandosi delle proprie "facce" nei nomi di Halladay, Rios e Wells.

Baltimore Orioles (36-46)

Record: 3 - 9 ; R/G: 5,67; team ERA: 6,75

La "cenerentola" della division comincia ad agitare il fazzolettino bianco verso chi la precede, salutando sempre più il club dei .500 (W-L) e con esso la possibilità  di sognare in grande per il 2009, ma come anticipato il futuro degli Orioles comincia a fare capolino.

Dal lato lanciatori non si può che sottolineare un crollo nelle prestazioni abbastanza deciso della maggior parte dei giocatori, salvo alcuni rilievi: l'ex closer Chris Ray, capace in 7 inning di subire un solo punto e infliggere 11 K, guadagnandosi, al fianco di Jim Johnson, il posto di set up per il solido Sherrill; da rimarcare inoltre il buon momento del veterano mancino Hendrickson, che non riesce però a ricoprire ruoli di maggiore importanza.

Parlando di partenti non si può che continuare a registrare le ottime prestazioni del groudballer estremo Bergesen, che sta lentamente tentando di candidarsi al ruolo di pitcher rookie dell'anno in AL (Romero permettendo), anche nel periodo preso in esame, il buon Brad ha registrato numeri da capogiro, con 2 punti subiti in 14 inning ed una WHIP di 0,71, che unita appunto alla sua spiccata capacità  di indurre GB permette al californiano di esprimere un'efficienza notevole.

Il lineup degli O's, si sapeva è zeppo di ottimi run producer, da Huff a Markakis, da Mora a Scott (4 2B 2HR 6 RBI 6 BB guadagnate), di questi il primo e l'ex Houston hanno prodotto numeri ottimi in quanto a potenza e disciplina al piatto. Ma il centro della scena è stato "rubato" dall'uomo in assoluto più atteso forse delle intere majors, Matt Wieters; la quinta scelta assolta del draft 2007 si sta avvicinando alle cifre impressionanti delle minors con l'highlight nella partita del 5 luglio contro gli Angels in cui andò 3 su 3 con un HR ed una BB.

I miglioramenti di Wieters, la consistenza di Bergesen e la conferma di Adam Jones come 5 tool player di lusso, unita alla grande efficienza del lineup danno molte speranza per un finale di stagione meno frustrante delle attese ai tifosi di Baltimore.

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