Ecco Curt Schilling con la nuova maglia…
Come fece Jerry Colangelo a Phoenix più di tre anni fa, affiancando Curt Schilling a Randy Johnson con il chiaro intento di vincere le World Series con i suoi Diamondbacks (e riuscendoci nel 2001), ora Larry Lucchino cerca di percorrere la stessa strada con i suoi Red Sox, ovvero affiancare Curt Schilling a Pedro Martinez nella rotazione dei partenti, per cercare di vincere le World Series e ribaltare quella maledizione che dura da 85 anni, e che sembra non volere mai scomparire.
"Odio gli Yankees - ha dichiarato furbescamente Schilling tenendo in mano la sua nuova casacca dei Red Sox – voglio contribuire a portare i Boston Red Sox alla prima vittoria nelle World Series dell' era moderna".
Sempre duro e scostante il biondo pitcher, che non è mai stato un campione di simpatia (peraltro in buonissima compagnia: sembra che tutti i grandi lanciatori abbiano come prerogativa principale anche la poca simpatia, Randy Johnson, Roger Clemens, Pedro Martinez, mentre lo stesso Josh Beckett sembra essere sulla buona strada), ma che ha sempre dimostrato di essere uno con le palle.
La sua era ad Arizona era finita, e la destinazione di Boston sembrava una tappa obbligata per la sua carriera. A 37 anni può risultare ancora decisivo, soprattutto in un ambiente carico di motivazioni e con la consapevolezza di essere in grado di ribaltare la storia come quello di Boston.
I Red Sox sono arrivati ad una knuckleball dalle World Series, vedendosi il sogno spezzato dal fuori campo di un "abulico fino a quel momento e da quel momento in poi" Aaron Boone, all' undicesimo inning di gara sette allo Yankee Stadium, gara che ha messo in evidenza tutti i pregi e tutti i difetti dei Red Sox, e che tutto sommato, diciamola tutta, è stata avara di fortuna nei confronti delle calzette rosse.
Si possono fare tutte le illazioni del mondo, la maledizione di Babe Ruth, la storia e il prestigio e gli occhi della tigre degli Yankees, ma all'undicesimo inning di gara sette sul monte doveva esserci il pitcher che più aveva messo in difficoltà gli avversari nella serie, ed era proprio lui, Tim Wakefield, che aveva dominato le sue due partenze precedenti nella serie.
Chi altro avrebbe dovuto esserci? Byung Hyun Kim (grande protagonista comunque della rissa di gara tre a Fenway Park, contro il suo ex-compagno di squadra Dellucci)? Ogni notte sogna ancora Derek Jeter e Scott Brosius che gli buttano fuori la palla"
Grady Little è stato licenziato a furor di popolo dopo quella sconfitta, reo di aver commesso errori fatali. Secondo me Little nei suoi due anni a Boston ha fatto un lavoro straordinario, ha cementato lo spogliatoio, ha inculcato una mentalità vincente, e in ognuno dei suoi due anni ha ottenuto quasi cento vittorie a stagione.
Il mercato dei Red Sox sembra essere ancora più vivo che mai, si parla addirittura di Alex Rodriguez, anche se non sembra molto fattibile, anzi, sembra la ennesima diatriba con gli Yankees, essendo A-Rod corteggiato anche dai Bronx Bombers, per una situazione francamente non praticabile e un po' inverosimile, mentre sembra quasi certo che il manager sarà quel Francona tanto caro a Curt Schilling ai tempi dei Phillies.
In attacco, negli esterni, in prima, in seconda, in terza, in shortstop, dietro il piatto, nella rotazione dei partenti e nel bullpen (ma il closer?) sembra essere tutto tremendamente ultra-ok, i Red Sox hanno le carte in regola per vincere. Anche se le carte in regola non significano assolutamente niente quando si tratta di vincere delle serie play-off allo Yankee Stadium di fronte alla effige del Bambino, che crea una inevitabile sudditanza psicologica.