Non si può addossare tutta la colpa di una sconfitta ad un solo giocatore ma Leak non ha certo aiutato i suoi contro Auburn
Tra le squadre al vertice sono due della Big Ten a poter festeggiare dopo le partite del fine settimana. La prima è Ohio State che prosegue la sua marcia inarrestabile verso la partita per il titolo dell'8 gennaio. Contro la derelitta Michigan State è andato tutto come previsto e gli Spartans hanno segnato i loro sette punti solo ad un minuto dalla fine della partita.
Troy Smith è stato ancora una volta quasi perfetto (15/22 per 234 yard e due TD) ma stavolta è stata la difesa a salire in cattedra. Ha concesso a MSU meno di 200 yard, nei terzi down è stata insuperabile (solo 6 primi down in 15 tentativi) ed ha collezionato quattro sack su Stanton e Brian Hoyer. Il quarterback titolare è dovuto uscire nel terzo quarto dopo che uno scontro tra lui ed un grosso contenitore di Gatorade ha visto vincere quest'ultimo.
Va anche detto che MSU ha fatto molto per aiutare la difesa commettendo falli stupidi quando la partita era ancora aperta. Un punt ritornato in end-zone da Ted Ginn Jr a metà del secondo quarto e la difesa hanno poi chiuso definitivamente la sfida. Ora i Buckeyes sono attesi da quattro facili incontri all'interno della Big Ten prima di ospitare il 18 novembre Michigan.
Proprio i Wolverines sono la seconda squadra che più ha aumentato le sue chance di arrivare al BCS National Championship. Michigan giocava in casa di Penn State ed anche in questo caso bisogna tessere le lodi della difesa. Coach Carr e i giocatori hanno ammesso che la partita non è stata bellissima ma era inevitabile vista la presenza in campo di due difese molto forti.
Alla fine ha avuto la meglio quella di Michigan che in tre quarti e mezzo ha concesso solo tre punti. Solo a 3 minuti e mezzo dalla fine PSU si è riavvicinata ma, prima Hart con le sue corse e poi ancora una volta la difesa, hanno permesso a Michigan di ottenere la vittoria consecutiva numero sette.
La partita era anche l'occasione per valutare i Wolverines in un ambiente molto sfavorevole come sarà quello di Ohio State tra un mese. La squadra non ha mostrato cedimenti caratteriali dominando per lunghi tratti la partita sia in attacco che in difesa.
Parlando di attacco poi contro PSU si è potuto anche valutare il reparto senza un playmaker come Mario Manningham. Anche qui Michigan ha passato il test grazie alle ricezioni di Arrington e Breaston e ad un play-calling che ha limitato i lanci lunghi. Non è escluso che il wide receiver recuperi per sabato ma contro Northwestern i giocatori scesi in campo contro PSU dovrebbero essere più che sufficienti.
Michigan è divenuta la favorita per il ruolo di sfidante di Ohio State dopo la sconfitta di Florida contro Auburn nella partita più attesa del weekend. I Gators hanno avuto più di una chance per vincere ma proprio nell'ultimo quarto con la partita in bilico hanno buttato via tre palloni ed il successo.
Il primo fumble è arrivato quando Leak pur vedendo arrivare un avversario esitava a buttar via il pallone e lo perdeva dopo il tackle. Il secondo pallone perso è un intercetto arrivato sul primo lancio del possesso successivo dei Gators dopo un FG sbagliato da Auburn.
Infine nell'ultimo down della partita Leak, sulle sue 20 yard, invece di tentare il lancio lungo completava un misero passaggio di tre yard. Il successivo passaggio laterale del ricevitore portava ad un altro fumble recuperato e ritornato nella end-zone da Auburn.
I rimpianti per Florida saranno parecchi anche considerando che l'attacco di Auburn non è riuscito a segnare neanche un touchdown. John Vaughn ha segnato quattro field goal e la difesa dei Tigers ha segnato gli altri 15 punti (due ritorni in end-zone ed una safety). Auburn ha messo insieme buoni numeri in attacco ma una volta entrata nella red-zone la squadra (a partire dal quarterback) sembrava non sapere più cosa fare.
Ora entrambe le squadre hanno una sconfitta e in questo momento sembra difficile un loro recupero nella corsa per il titolo nazionale. Oltre ad Ohio State e Michigan sono imbattute anche USC e West Virginia e fra le squadre con una sola sconfitta Texas è quella che convince di più.
USC, così come le capita sempre più spesso oramai, ha dovuto aspettare fino all'ultimo secondo prima di poter esultare. I Trojans passavano definitivamente in vantaggio solo a quattro minuti e mezzo dalla fine della partita, grazie ad un drive di 74 yard che ha visto protagonista Chauncey Washington. Il running back in quella serie è stato chiamato in causa 10 volte su 14 ed ha guadagnato 63 yard segnando anche il touchdown.
Chi si aspettava passi in avanti dall'attacco di USC è probabilmente rimasto deluso anche se i Trojans sono partita alla grande con un parziale di 21 a 0. In tutte e tre i drive però USC ha commesso errori che potevano costare caro (fumble) o ha approfittato di pacchiani errori degli avversari quali penalità ed un fumble su un punt return.
Quando poi il coaching staff di Arizona State ha preso le misure per l'attacco dell'offensive coordinator Lane Kiffin non c'è stato più nulla da fare. Senza il drive di Washington forse ora staremmo qui a criticare il play-calling o l'incapacità di adeguarsi alla difesa dei Sun Devils.
Per quanto riguarda i giocatori John David Booty ha disputato una delle sue peggiori partite con USC. Ha completato meno del 50 percento dei passaggi sbagliando spesso sia nella precisione che nella potenza e mostrando scarsa intesa con il rientrante Jarrett.
Un fumble dopo un sack all'inizio del terzo quarto ha di fatto riaperto la partita e un intercetto due drive dopo ha permesso ad ASU di pareggiare. Booty ha certamente fatto dei passi indietro nelle due ultime settimane e non c'è da meravigliarsi se sono arrivati addirittura i primi fischi dopo un passaggio verso Jarrett sbagliato malamente.
Tra le altre squadre ancora imbattute nelle zone alte del ranking ci sono West Virginia e Louisville. Il due novembre è previsto in casa di quest'ultima lo scontro diretto e solo la squadra vincente potrà ancora aspirare al titolo nazionale. West Virginia è sicuramente la favorita e la netta vittoria contro Syracuse ha fatto cancellare i dubbi emersi la settimana scorsa dopo il turno di riposo.
A sorpresa le due squadre erano ancora vicine nello score all'inizio del secondo tempo ma Patrick White ha chiuso la partita nei primi tre possessi di WVU. Il quarterback con corse di 40, 32 e 12 yard segnava tre TD e puniva una difesa che si era concentrata troppo sulle corse del running back Steve Slaton. Fermare quest'ultimo è difficile (178 yard e 2 TD in 21 portate) ma ora, se ancora ci fosse bisogno di una conferma, è chiaro che fermare il solo Slaton non basta per battere i Mountaineers.
Louisville ha invece dovuto sudare un po' di più per raggiungere il record di 6-0 (non accadeva dal 1972). A pochi secondi dalla fine Cincinnati era a 20 yard dalla end-zone di Louisville e solo l'intervento di Gavin Smart impediva ad Earnest Jackson di segnare il touchdown del probabile sorpasso.
Di positivo nella vittoria c'è il ritorno in campo del quarterback Brian Brohm dopo due gare di assenza. Brohm, ancora limitato dal problema al pollice della mano destra, non è stato molto accurato e per poco l'intercetto nell'ultimo quarto non costava la vittoria ai suoi.
Va detto che il coaching staff di Louisville invece di puntare sulle corse per "risparmiare" il quarterback ha chiamato solo 24 corse contro 37 lanci. Da un coach del livello di Bobby Petrino ci si attenderebbe una migliore gestione della stella dei Cardinals (a posteriori siamo tutti bravi però).
Fra le due squadre imbattute il ranking presenta Texas, reduce da una comoda vittoria contro Baylor. Sospinti dai sei touchdown lanciati da Colt McCoy (record dell'università ) i Longhorns hanno segnato 63 punti ed hanno ottenuto la quinta vittoria consecutiva. La partita era iniziata male con un parziale di 10-0 per Baylor ma una volta dimenticata la vittoria contro Oklahoma, Texas ha fatto quello che ha voluto.
Scorrendo il ranking troviamo vittorie facili per California, Clemson e LSU. In particolare la vittoria dei primi contro Washington State ci permette di fare un confronto tra i Bears e USC. Entrambe le squadre hanno battuto WSU ma USC ha convinto molto meno ed è un peccato dover aspettare fino al 18 novembre per lo scontro diretto. In questo momento una vittoria di USC non è poi così scontata (anzi).
L'unica cosa degna di nota nella vittoria di Clemson è la diciannovesima sconfitta consecutiva patita da Temple. Nelle sette partite stagionali gli Owls hanno segnato solo 50 punti subendone 308 e non c'è da meravigliarsi se qualcuno si chiede che ci fanno in Division I-A.
Per quanto riguarda LSU invece niente di nuovo sotto il sole. Di fronte ad avversari modesti (come lo era Kentucky) Russell e soci ritrovano quella facilità di gioco che sparisce contro università come Florida ed Auburn. Ne è passato di tempo da quando ad allenare i Tigers c'era Nick Saban"
L'upset di Auburn (se di upset si può parlare) non è stato l'unico nel weekend perché altre tre squadre della Top 25 hanno perso contro avversari meno quotati. Si tratta di Iowa (contro Indiana), Georgia (contro Vanderbilt), Missouri (contro Texas A&M) e Virginia Tech (contro il Boston College).
Le sconfitte più inattese sono quelle di Iowa e Georgia. I primi hanno confermato i problemi in trasferta già evidenziati contro Syracuse ed Illinois e danno definitivamente l'addio ad un Bowl BCS. Georgia ha fatto anche peggio perché l'avversario (Vanderbilt) finora aveva vinto solo contro una squadra di Division I-AA e Temple e i Bulldogs giocavano anche in casa.
Anche stavolta Richt ha cambiato quarterback durante l'incontro e visto che il titolare se la stava cavando c'è da chiedersi se era proprio necessario. Per un programma come Georgia è inaccettabile avere ancora una quarterback controversy a metà stagione.
Per Missouri dopo la prima sconfitta si spengono le speranza di arrivare ad un Bowl BCS mentre lo stesso non si può dire per Boise State. Grazie ad un parziale di 21-0 nel primo quarto i Broncos restano imbattuti e nel primo ranking BCS occupano la posizione numero 15. Se chiudono l'anno senza sconfitte (ed il calendario non è impossibile) sarà interessante vedere fin dove potranno arrivare.
Un'altra partita attesa era quella tra Oregon e UCLA. Nella sfida tra uno dei migliori attacchi con le corse ed una delle migliori difese contro le corse ha vinto la prima così Oregon ha portato a casa un difficile successo. La partita, brutta dal punto di vista dello spettacolo per i troppi errori delle due squadre, è stata decisa anche dai 20 punti segnati nel primo quarto da Oregon.
UCLA ha risposto troppo tardi e Patrick Cowan non ha ripetuto la buona prestazione offerta contro Arizona. Il futuro dei Bruins non promette molto bene considerando che Cowan dovrà ora affrontare Notre Dame, Washington State e California.
Da segnalare infine le facili vittorie di Nebraska ed Oklahoma contro Kansas State ed Iowa State. I Cornhuskers hanno ottenuto la vittoria numero 800 nel loro glorioso programma grazie ad una difesa eccellente ed al play-calling più aggressivo del solito di Bill Callahan. Ora Nebraska occupa in solitario il primo posto nella Big 12 North e guarda con più fiducia alla sfida casalinga di sabato con Texas.
Oklahoma ha invece meno motivi per essere felice perché a partita ormai archiviata si è infortunato Adrian Peterson. Il running back si è rotto la clavicola dopo aver segnato il TD del 33 a 9 e dovrà saltare tutto il resto della regular season.
Tornerà forse per un Bowl ma la sua presenza non è certa. Insomma quella contro Iowa State potrebbe essere stata l'ultima partita di Peterson con i Sooners visto che a fine anno quasi certamente entrerà nel draft NFL. Va bene che Oklahoma non poteva puntare al titolo nazionale ma che bisogno c'era di rischiare il miglior giocatore quando la partita era ormai vinta?