Darren McFadden ha tutte le ragioni per festeggiare dopo aver sconfitto con la sua Arkansas la #2 Auburn
La notizia del fine settimana appena concluso è sicuramente la sconfitta della numero due Auburn contro Arkansas. I Tigers dopo aver sofferto contro South Carolina sapevano di avere qualche problema in difesa ma non avrebbero mai immaginato di essere la prima squadra della Top 10 a subire un upset.
E di upset vero e proprio si tratta perché Arkansas ha fatto quello che ha voluto per quasi tutto l'incontro sospinta dalle corse di Darren McFadden (145 yard ed 1 TD) e Felix Jones (104 yard ed 1 TD). E in attacco non è andata meglio perché la linea offensiva non ha mai protetto il quarterback (5 sack) e non ha aperto spazi per le corse.
Arkansas quest'anno non è certo una delle migliori difese contro le corse eppure i Tigers hanno guadagnato solo 60 yard (media di 1.9 yard a portata). Per un gioco aereo che si basa molto sulle play-action questo vuol dire grossi problemi anche per il quarterback. La prestazione della squadra ad entrambi i lati della linea di scrimmage è stata così deficitaria che nei ranking AP Auburn è passata dalla posizione numero due alla numeri undici.
Forse ha influito il fatto di aver perso con una squadra (Arkansas) che ha affrontato entrambe le squadre che nei pronostici dovevano impensierire Ohio State: USC e Auburn. Abbiamo detto della sconfitta di questi ultimi e la debacle assume toni ancora maggiori se paragonati alla passeggiata di USC contro Arkansas (50-14).
Nonostante sia troppo presto per escludere Auburn dai giochi per il titolo nazionale certamente le chance della squadra di Tuberville si sono ridotte di parecchio. Fra pochi giorni Auburn dovrà vedersela in casa con la nuova numero due, Florida, ed allora sapremo se la sconfitta con Arkansas ha dato la scossa necessaria.
In caso di sconfitta Auburn dovrà chiedersi se vale la pena allestire un calendario non eccezionale e correre il rischio di arrivare impreparati ai big match. L'anno scorso era successa la stessa identica cosa con sei incontri vinti facilmente (comprese le sfide con South Carolina ed Arkansas) e una sconfitta nel primo match importante della stagione (contro LSU).
Dalla vecchia numero due passiamo alla nuova, Florida. I Gators sono riusciti a raggiungere il record di 6-0 per la prima volta dal 1996 nonostante 14 penalità ed una prova sottotono del quarterback titolare Chris Leak. Per risvegliare l'attacco coach Meyer ha sfruttato alla perfezione l'arma Tim Tebow che ha ripagato la fiducia dell'allenatore con tre touchdown (due lanciati ed uno corso).
Meyer ha continuato ad alternare Leak per i passaggi e Tim Tebow per le corse ma ha chiamato giochi di lanci per quest'ultimo proprio quando LSU meno se lo aspettava. Risultato: due passaggi completati su due lanci e 14 punti in più sullo scoreboard.
La difesa ha poi fatto il resto intercettando tre volte JaMarcus Russell, recuperando un pallone importantissimo su un fumble di quest'ultimo quando la partita era ancora in parità ed infine guadagnando anche una safety. Se il coach di LSU, Les Miles, aveva caricato i suoi nell'intervallo quel safety in occasione del kickoff del secondo tempo ha decisamente spostato la partita in favore di Florida.
I Gators si sono arrampicati al secondo posto anche grazie alla sofferta vittoria di USC contro Washington. Nonostante il record di 5-0 i Trojans stanno facendo una fatica terribile per portare a casa la vittoria e per la seconda settimana consecutiva hanno dovuto aspettare l'ultimo drive prima di festeggiare. Sabato solo lo scadere del tempo ha fermato Washington che nel suo ultimo possesso stava marciando verso l'end-zone avversaria.
Che fosse un annata difficile per l'attacco si sapeva ma quello che più stupisce è la mancanza di progressi. Addirittura contro Washington il quarterback John David Booty ha fatto un deciso passo indietro sbagliando diverse volte il lancio anche se gli va riconosciuta l'attenuante dell'assenza per infortunio dei tre migliori wide receiver.
Come ha precisato anche coach Carroll questo però non deve far dimenticare l'opaca prestazione. Booty ha chiuso con un solo intercetto ma potevano essercene molti di più se i difensori di Washington non avessero fatto cadere un numero considerevole di palloni già intercettati. La colpa non è solamente del quarterback perché la linea offensiva con due penalità ha vanificato un TD lanciato da Booty ed una corsa di 51 yard di Chauncey Washington.
Anche il coaching staff è responsabile per non essere stato in grado di adattare la difesa in risposta all'azzeccata mossa di Washington di limitare le corse del quarterback Isaiah Stanback. Linebacker e secondaria sono parsi in grossa difficoltà ed hanno concesso due TD lanciati (tanti quanti ne avevano concessi nelle precedenti quattro partite).
Florida e USC a questo punto sembrano le favorite per affrontare per il titolo nazionale Ohio State che ha battuto senza problemi Bowling Green. Dopo soli quattro possessi di OSU la partita era già chiusa ed anche se a metà del terzo quarto Bowling Green era sotto solo 21 a 7 l'esito finale della partita non è mai stato in dubbio.
Troy Smith è stato semplicemente perfetto (17/20 per 191 yard e tre TD) formando con il wide receiver Ted Ginn Jr. (10 ricezioni per 122 yard ed un TD) una delle migliori combinazioni QB-WR della nazione. Per il resto la squadra non ha dominato gli avversari come si prevedeva alla vigilia ma si è trattato di un normale calo di concentrazione dopo l'importante vittoria contro Iowa di sette giorni prima.
Ohio State è ora attesa dalla partita con Michigan State che sabato nulla ha potuto contro Michigan. La prestazione collettiva di quest'ultima contro MSU è stata così convincente da spingere l'università fino al quarto posto nel ranking con un record di 6-0.
Leggendo i recap si leggono i nomi di Henne, Hart e Manningham ma è tutto il gruppo ad aver impressionato sabato. È vero che gli Spartans sono in caduta libera ma questa partita era molto sentita e ci si aspettavano reazione d'orgoglio da MSU dopo due sconfitte consecutive. Invece Michigan ha archiviato la pratica dopo due soli quarti continuando così l'andamento di quest'anno che la vede andare in vantaggio presto e gestire il resto della partita.
Può Michigan aspirare al titolo? Dando un'occhiata al calendario si direbbe di sì e ci sono molte chance che i Wolverines arrivino imbattuti al 18 novembre quando affronteranno in trasferta Ohio State. Quella partita deciderà probabilmente quale delle due squadre giocherà per il titolo e non è detto che debba per forza vincere Ohio State. Lloyd Carr ha tirato su un bel gruppo e finché Mike Hart resterà a disposizione Michigan potrà sognare.
Alle spalle dei Wolverines ci sono West Virginia, Texas e Louisville. La prima e l'ultima hanno avuto facilmente ragione dei loro avversari mentre Texas ha battuto un'altra volta Oklahoma dopo aver interrotto l'anno scorso il digiuno nel Red River rivalry. Un parziale di 14 a 0 nel terzo quarto ed un fumble di Adrian Peterson ritornato in end-zone hanno consegnato la vittoria ai Longhorns.
Colt McCoy non è stato perfetto però ha lanciato due TD e soprattutto ha mostrato una tranquillità rara in quarterback con così poca esperienza e in una partita così importante. A coach Brown vanno anche i complimenti del suo avversario Bob Stoops per gli accorgimenti nell'intervallo che hanno permesso a Texas di vincere. Ora i Longhorns hanno sul loro cammino un solo altro avversario della Top 25 (Nebraska) e se vincono anche quella un posto in un Bowl BCS non glielo toglie nessuno.
Lo stesso si può dire per Notre Dame che dopo aver battuto la sempre più derelitta Stanford ha ora cinque partite "abbordabili" prima dell'ultima stagionale contro USC. Sarà più difficile invece per Tennessee che sabato nonostante affrontasse una difesa come quella di Georgia ha segnato la bellezza di 51 punti (di cui 27 nell'ultimo quarto). I Vols hanno infatti sulla loro strada Alabama, South Carolina, LSU e quell'Arkansas che ha appena superato Auburn.
Menzione d'onore per Missouri che a metà stagione ha un record di 6-0 ed occupa il primo posto nella Big 12 North insieme a Nebraska. I Tigers per la prima volta dal 1973 hanno vinto le prime sei partite stagionali e i due prossimi avversari non sono irresistibili (Texas A&M e Kansas State). Questo vuol dire che Missouri potrebbe presentarsi imbattuta e carica d'entusiasmo prima delle sfide clou della stagione contro Oklahoma e Nebraska.
È troppo presto per questi voli pindarici ma nel frattempo i Tigers si possono godere Chase Daniel (finora 14 TD e 5 intercetti) che sabato è diventato il quarto QB a violare il campo di Texas Tech da quando Mike Leach allena i Red Raiders (gli altri sono stati Philip Rivers, Jason White e Vince Young). Non è niente male anche la difesa di Missouri che è seconda nella Big 12 per punti concessi, yard concesse.