Pac-10 Recap – Week 4-5

Steve Smith wr di USC, nominato Player of The Week della Pac-10

Sono bastate due settimane di sfide interne alla Conference per riproporre le antiche gerarchie della Pac-10, e rivedere per l'ennesima volta in questi ultimi anni, il nome di Southern California in testa, solitario.

La squadra di coach Carroll, con le vittorie contro Arizona e Washington State, porta il proprio record di vittorie all'interno della Conference a 25, confermandosi per la 56° volta consecutiva oltre i 20 punti segnati e dando l'impressione, oltre che con l'attacco, anche con la difesa, di non essere per nulla intenzionata a cedere il passo alle avversarie, dopo aver perso quasi tutti gli All-American che avevano regalato i due titoli degli ultimi tre anni.

Le partite con il fanalino di coda Arizona, e con Washington State non erano sulla carta impegni probanti per Booty e compagni, ma averli giocati senza poter schierare numerosi titolari, e averli vinti con relativa tranquillità , può dare ulteriore spinta verso la ricerca della finale nazionale.

Nella sfida contro i Wildcats, apparsi davvero poca cosa, l'attacco dei Trojans si è preso una giornata di vacanza, dando ampia libertà  alla difesa di vincere la partita, cosa che è puntualmente arrivata, con Arizona tenuta a sole 154 yards totali, e addirittura a -16 yards nel running game, la miseria di 8 primi downs. Lo shootout è stato evitato con un field goal ad inizio quarto periodo, ma la sostanza della partita ha visto l'attacco di Arizona soccombere nettamente contro il reparto difensivo di USC.

L'attacco ha giocato una partita di gestione, mancando alcuni primi downs nella metà  campo avversario che avrebbero portato ad ulteriori segnature e controllando il cronometro con le corse del freshman Moody (130 yards e 1 td), sempre più a suo agio nel ruolo di titolare.

Moody ha lanciato prevalentemente nel medio-corto, sfruttando l'atletismo di Jarrett nell'unico td pass di giornata. Il wide reciever ha segnato il suo 31° touchdown in carriera, arrivando ad una sola meta dal record di squadra di Margerum, ma ha finito anzitempo la sua partita per un infortunio alla spalla, che successivamente si è rivelato più grave del previsto, facendogli perdere la partita contro Washington State e probabilmente anche quella contro Washington di questo weekend.

Nella gara contro i Cougars l'infermeria dei Trojans era piena, e Carroll non era affatto tranquillo contro un avversario che veniva da tre vittorie, ma la perfetta gara sull'asse Booty-Steve Smith ha tolto i dubbi sulla possibilità  di pagare l'assenza di Jarrett. La prova del ricevitore senior è stata fantastica, 186 yards ricevute, career-high, due touchdowns, e dodici primi downs conquistati sui venti totali, rendendolo il protagonista assoluto della partita e della week 5 della Pac-10.
Moody è stato come al solito eccellente, ma il suo impiego è sempre ridotto nell'economia della partita, simile a quello che il coaching staff riservava a Reggie Bush, poche corse, ma tutte dal guadagno considerevole. Il resto lo hanno fatto gli special teams, in particolare i due ritornatori, permettendo a Booty di partire sempre da posizioni di campo molto favorevoli.

Washington State aveva la speranza di fermare USC, sfruttando le assenze degli avversari e la buona forma del proprio quarterback Alex Brink, ma non ha saputo capitalizzare alcuni downs decisivi che avrebbero potuto avvicinare l'area di meta e mettere sotto pressione i Trojans. La seconda sconfitta stagionale non pregiudica la stagione dei Cougars, consci del proprio ruolo di ammazza piccole, ma consapevoli di aver perso un treno importante.

Appaiata a USC c'è Oregon, che ha stravinto la sfida contro la sorpresa di inizio stagione Arizona State, relegandola ad un ruolo più marginale, e fortificando la propria candidatura per la vittoria finale della Pac-10, la quale passerà  sicuramente dalle partite contro California e UCLA nei prossimi due weekend.
I Ducks hanno subito chiuso i conti con due td pass di Dixon per un Jaison Williams scatenato, che ha replicato la splendida prova contro Oklahoma, chiudendo con 142 yards. A completare l'opera ci ha pensato, al solito, Jonathan Stewart, con un'altra partita oltre le 140 yards corse, ma nessuna meta, lasciata ai compagni di reparto Johnson e Colvin.
Dixon e compagni hanno letteralmente messo a ferro e fuoco la difesa di Arizona State, sia con le corse che con i lanci, hanno sfiorato le 600 yards di total offense e spazzato via i dubbi nati dopo la controversa vittoria contro i Sooners, decisa da un errore arbitrale.

Dall'altra parte per i Sun Devils altra giornata da incubo per la difesa, che ha replicato i 49 punti subiti nella sconfitta contro California, concedendone 48, ma stavolta completata da un'altrettanto disastrosa prova dell'attacco, fin qui sempre positivo, salvato dallo 0 finale dal touchdown su ritorno di kick-off di Richardson.

Carpenter ha subito sei sacks, lanciando solamente sei completi per 33 yards, con un intercetto, dando l'impressione di subire enormemente la pressione difensiva di Oregon, senza essere mai in controllo del proprio gioco. Gli unici a salvarsi sono stati come al solito i due runningbacks, Torain, vera sorpresa della stagione in Pac-10, ancora sopra le 100 yards dopo l'inutile prova monstre contro California (191 yards su corsa e 2 td), e Herring, che ha perso il posto da titolare, ma ha trovato un paio di ottimi big plays all'interno della partita.

Le due sconfitte hanno fatto precipitare Arizona State nella classifica, finendo scavalcata da Washington, California, UCLA, Washington State e anche Oregon State, con probabile ulteriore battuta d'arresto contro USC fra due settimane.

Le migliori cose negli ultimi due weekend le ha fatte vedere Washington, prossimo avversario dei Trojans in una sfida molto interessante, che ha superato UCLA in casa con una fantastica rimonta, sotto 16 a 0 ad inizio secondo quarto. Ottima prova del quarterback Isaiah Stanback sia come regista che come scrambler, dato che è stato il miglior runner degli Huskies.
I tre td pass finali, di cui due a Sonny Shackelford hanno dato il là  alla rimonta di Washington, conclusasi a sei minuti dalla fine del quarto periodo con l'intercetto di []Dan Howell, riportato in meta, che ha regalato al defensive back un momento indimenticabile, dopo aver pianto la morte del padre Kieth nella settimana precedente.

La difesa di Washington, dopo aver tenuto a freno l'attacco di UCLA, ha avuto vita facile contro quello di Arizona, concedendo qualcosa sui passaggi, ma approfittando con merito della precarietà  del running game dei Wildcats, ancora sotto par dopo la partita contro USC.

Come per i Trojans anche gli Huskies hanno giocato una partita offensiva a marce ridotte, con il big play da 55 yards di Quintin Daniels pescato da Stanback, e un'altra ottima prestazione di Shackelford, ancora oltre le 100 yards ricevute.

Una squadra sicuramente delusa da queste ultime due partite è UCLA, suicidatasi nello scontro con Washington, che le ha fatto perdere la possibilità  di lottare per il primato di conference e di entrare nel ranking nazionale.

La vittoria contro i fanalini di coda di Stanford per 31 a 0 non ha fatto dimenticare ai tifosi la debacle del secondo tempo del weekend prima, quando il vantaggio di 16 punti è stato cancellato dalla orrenda gestione di Ben Olson, alla prima partita on the road della sua carriera, che ha consegnato il pallone della definitiva vittoria nelle mani di Howell.
Chris Markey ha corso bene, superando le 100 yards, ma i ricevitori hanno mancato delle ricezioni importanti che avrebbero potuto dare un vantaggio più consistente ai Bruins ed evitare la rimonta di Washington.

Olson pare non essersi ancora ripreso da quella partita, perché anche contro la cenerentola Stanford ha steccato, finendo senza touchdowns e con altri due intercetti, salvato nella circostanza dalla pochezza dei Cardinals, che hanno regalato due mete su fumbles return, la prima in occasione di un punt e l'ultima quando il qb di Stanford, Edwards ha subito un sack, perdendo palla e permettendo a Kenneth Lombard di segnare.
La prossima gara può riportare serenità  nell'attacco, visto che UCLA affronta Arizona, ma successivamente, contro Oregon, i Bruins dovranno dimostrare il loro effettivo valore.

Chi invece sta molto meglio è California, che sfrutta il calendario favorevole e seppelisce Oregon State e Arizona State sotto una grandine di punti, guidati dalla coppia Lynch-Longshore. In particolare il secondo costruisce due prestazioni da ricordare con 8 td pass e 600 yards lanciate, dimostrando di aver assorbito l'inizio di stagione da incubo, con la sconfitta contro Tennessee.

Lynch è il solito trascinatore, eccellente nel backfield, con movimenti che lo rendono paragonabile al primo Tomlinson, e arma decisiva anche fuori dal backfield, con tre touchdowns su cinque palloni ricevuti.

Se l'attacco gira sempre a pieno regime, la difesa denota anche nelle partite più facili una fragilità  che potrebbe costar caro negli scontri per la supremazia nella Pac-10 e per un eventuale approdo nelle top10 del ranking nazionale. Soprattutto il reparto defensive back lascia spesso e volentieri troppo margine ai propri avversari, e peccando di concentrazione sulla marcatore singola.

La prossima settimana i Golden Bears avranno la sfida al vertice contro Oregon, e la potenza del gioco offensivo dei Ducks può mettere a dura prova il reparto difensivo di Cali, vanificando il lavoro che Lynch e Longshore costruiscono. Coach Tedford sa benissimo che la stagione della squadra passa dalla partita contro Oregon, perché una nuova sconfitta toglierebbe ogni speranza di vertice ai Bears.

Il fine settimana entrante propone ben quattro sfide interne della Pac-10, con il clou nelle sfide Oregon-California e Washington-USC, mentre l'unica sfida interconference è la partita del fanalino di coda Stanford opposto all'armata di Notre Dame.

Pac-10 Standings

Conference Totale
USC 2-0 4-0
Oregon 2-0 4-0
Washington 2-0 4-1
California 2-0 4-1
UCLA 1-1 3-1
Washington State 1-1 3-2
Oregon State 0-1 2-2
Arizona State 0-2 3-2
Arizona 0-2 2-3
Stanford 0-3 0-5

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