Jonathan Stewart corre verso il primato di division insieme a Oregon
Ultima settimana caldissima nella Pac-10, surriscaldata dal caso degli errori arbitrali in Oregon-Oklahoma, che hanno chiamato in causa addirittura gli organi massimi della NCAA, con tanto di inchiesta e di sospensione della crew arbitrale della partita.
A suscitare molte perplessità nell'organizzazione della Conference è stata la volontà di designare sia per le partite divisionali, sia per quelle casalinghe di extra-conference, arbitri della Pac-10 e non come spesso accade nelle altre Conference, accettare la crew della squadra ospite.
I macroscopici errori, degli arbitri e dell'ufficiale dell'istant replay, che hanno favorito la clamorosa rimonta di Oregon ai danni di Oklahoma, nel finale della gara disputatasi lo scorso weekend, hanno gettato molte ombre sulla Conference, che rimarrà monitorata dalla NCAA per le prossime gare inter-conference.
Tornando al football giocato e guardando la classifica dopo week3, si trovano proprio i Ducks in testa, con tre vittorie nelle prime tre gare, affiancati dalla sorprendente Arizona State, in attesa del big match di week5 in cui le due università si sfideranno al Sun Devil Stadium per sancire la prima mini fuga della stagione.
Oregon ha iniziato la stagione dominando Stanford nell'unico incontro, finora, disputato all'interno della Conference. La partita ha visto un primo quarto di studio, per poi accendersi nel secondo quarto quando Jonathan Stewart ha deciso di entrare in partita e far vedere ai tifosi dei Ducks che questa sarà la sua stagione, dopo un anno da freshman alquanto deludente.
Il RB ha iniziato a macinare yards, dando il primo vantaggio a Oregon con un td da 1 yard, e chiudendo la partita con 168 yards corse, a sole 20 yards dall'intero fatturato dello scorso anno.
Il fatturato del proprio runningback, unito alla vena del quarterback Dennis Dixon, anche lui chiamato ad una stagione importante dopo la partenza di Kellen Clemens verso la NFL, sarà il leit motiv principale della stagione del team di coach Bellotti, partiti come possibili favoriti per la vittoria finale della Pac-10.
La vittoria contro una corazzata come Oklahoma, seppur arrivata in maniera rocambolesca, potrebbe dare una svolta importante alla stagione dei Ducks, visto che Stewart, nel duello con Adrian Peterson, non ha affatto sfigurato, correndo per 144 yards, e Dixon ha dimostrato di avere la stoffa da campione, ergendosi a protagonista assoluto della rimonta nell'ultimo quarto, col td su corsa da 16 yards e quello su passaggio a meno di un minuto dalla fine.
Fra due settimane i sogni di primato di Oregon si scontreranno con la realtà , per ora, vincente, di Arizona State, partita a razzo nelle prime tre gare, sfruttando un calendario abbastanza agevole, ma che nell'ultimo turno contro Colorado ha dimostrato di voler fare sul serio, soprattutto difensivamente, con una prova spettacolare di tutto il reparto, che non ha concesso praticamente nulla al gioco aereo dei Buffaloes.
In compenso, i Sun Devils hanno trovato a sorpresa una coppia di running back su cui basare il proprio attacco, con il titolare Keenan Herring a dimostrare che l'ottima annata scorsa può essere replicata, e soprattutto con Ryan Torain, redshirt partito come terzo halfback, ma diventato presto il punto di riferimento del gioco di corsa di Arizona State, in particolare nelle ultime due vittorie contro Nevada e Colorado.
La controversia di inizio stagione su chi potesse essere il titolare nello spot di quarterback, è stata vinta da Rudy Carpenter a discapito di Sam Keller, passato a Nebraska, e il sophomore, pur non brillando in pieno in queste tre partite, sta sommando numeri di tutto rispetto, trovando nel tight end Zach Miller il target principale dei suoi passaggi e rendendolo con il td pass costruito contro Colorado, il primatista assoluto di touchdown , nel suo ruolo, della storia dell'Università .
E' nel reparto difensivo, però, che Arizona State ha trovato la fonte per le sue vittorie, concedendo le briciole agli avversari, soprattutto sulle corse, e dando estrema tranquillità a Carpenter nella gestione della partita.
Appena dietro con due vittorie in altrettanti incontri, ci sono i campioni in carica di USC e gli eterni rivali di UCLA, pronti a sfruttare qualsiasi passo falso del duo di testa e ritornare al vertice, nonostante quest'anno sia considerato di transizione, visto il restyling a cui hanno dovuto ricorrere, dopo la partenza di tutte le loro stelle.
I Trojans hanno visto partire verso l'NFL gli ultimi protagonisti della dinastia di vittorie degli ultimi anni, e Carroll ha dato le chiavi dell'attacco a John David Booty, chiamato a sostituire un mostro sacro come Leinart, ma che in questo inizio di stagione, aiutato dal fatto di avere come target una coppia di All Star come Dwayne Jarrett e Steve Smith, ha cominciato nel migliore dei modi, con due partite oltre le 250 yards e 6 touchdowns. USC, nonostante tutti gli addii di questi ultimi due anni, è sempre lì, nei piani alti del ranking NCAA, a giocarsi le proprie carte per la finale nazionale, sostenuta, oltre che dal proprio attacco, anche da una difesa sempre dominante, con il trio di linebacker Rivers-Sartz-Lua a dettare legge. La vittoria su Nebraska con la coppia Booty-Jarrett sugli scudi e il reparto difensivo a concedere solo 200 yards di total offense ai Cornhuskers, ha proiettato i ragazzi di coach Carroll alla numero 2 del ranking nazionale, dietro a Ohio State.
Appaiati con gli acerrimi rivali ci sono i Bruins, orfani della coppia Drew Olson-Maurice Drew e di una pedina fondamentale come Mercedes Lewis, ma bravi a sfruttare il cuscinetto delle prime due sfide "soft" contro Utah e Rice, mettendo in vetrina il nuovo quarterback Ben Olson, solo omonimo del precedente, ex all-american all'high-school, arrivato come red shirt, dopo un'annata passata in panchina a Brigham Young e un anno di missione religiosa, essendo un mormone. Le sue 442 yards con 5 td pass in due partite sono un bel biglietto da visita per il proseguo della stagione, e coach Dorrell sa che dovrà sfruttare molto il braccio del proprio quarterback, visto che nel backfield non c'è un cavallo di razza come Drew, anche se la coppia Markey-Bell, contro Rice, ha sfornato una prova da 300 yards.
Dietro alle prime quattro, nel gruppo di squadre con record 2-1, spicca California, partita come favorita assoluta assieme a USC, e ridimensionata immediatamente dalla sconfitta patita all'esordio contro Tennessee, dove i Golden Bears sono stati presi a legnate fin dall'inizio dai Volunteers, andati avanti di 35 punti, per poi rilassarsi ed evitare a Cali una sconfitta ben più pesante. Solo Marshawn Linch, candidato all'Heisman Trophy, e futura prima scelta NFL, ha giocato sui suoi livelli, mentre Longshore, tornato dopo l'infortunio dello scorso anno, è stato disastroso per tutto il primo tempo, tant'è che nel terzo quarto ha lasciato il posto a Joseph Ayob, anche lui autore di una prova sottotono, ma comunque capace di trovare l'unico td pass della gara, con uno spettacolare passaggio di 40 yards per il ricevitore DeSean Jackson. Ma è stata la difesa a preoccupare di più coach Tedford, regalando a Erik Ainge una giornata da sogno con 291 yards e 4 touchdown, con soli 11 completi su 18 tentativi. Il filotto di quattro mete da più di 40 yards, lanciate dal quarterback dei Vols, ha mandato su tutte le fuori il coach di California, che ha apertamente accusato la propria secondaria.
Ad aiutare i Golden Bears, dopo una batosta così rilevante, sono arrivate due partite molto facili, contro Minnesota e Portland, che hanno lanciato l'attacco, rigenerando Longshore, con più di 500 yards lanciate e 6 td pass, proponendo il solito abbagliante talento di Lynch, e facendo scoprire quello di DeSean Jackson, sophomore, già a 300 yards in stagione con cinque touchdowns e una abilità innata di costruire big plays.
Insieme con California ci sono altre tre squadre, le due Washington e Arizona, mentre Oregon State è una vinta e una persa, e Stanford giace in fondo alla classifica con tre sconfitte consecutive e una situazione alquanto deficitaria.
Sia le due Washington che Arizona hanno perso la partita contro una squadra del ranking, vincendo le due giocate con team di seconda fascia, dimostrando di avere un buon attacco (il quarterback Brinch di Wash State e il runningback Louis Rankin di Washington), ma anche difese rivedibili e si preparano ad una stagione dai due volti, forti con le piccole e deboli con le grandi.
Dal prossimo weekend spazio agli scontri interni alla Conference, in cui spicca il confronto tra California e Arizona State, con i primi pronti a dimostrare che il passo falso con Tennessee è solo un ricordo e i secondi vogliosi di continuare la propria striscia vincente, nonostante nessuno punti molto sulla loro stagione ai vertici della Pac-10.
PAC-10 Standings
Oregon 3-0
Arizona State 3-0
UCLA 2-0
USC 2-0
Arizona 2-1
California 2-1
Washington 2-1
Washington State 2-1
Oregon State 1-1
Stanford 0-3