Michael Robinson, quarterback di Penn State.
Ci siamo. La stagione volge al termine, una sola partita da giocare e tutto sarà più o meno stabilito nella Big Ten di college football.
Due squadre al vertice, Ohio State e Penn State, sono in fuga ed inseguono il miglior piazzamento nel ranking del BCS per la conference. Penn State è certamente favorita, ha una sola sconfitta (contro le due dei Buckeyes) e, molto importante, ha vinto lo scontro diretto. Le due università monopolizzano quindi la Big Ten e si avviano agli ultimi sessanta minuti di football della stagione, per così dire, regolare. I Nittany Lions della Pennsylvania sono comunque davanti a tutti i diretti avversari anche in tutti i ranking che valgono un posto nei Bowl che contano e, a questo punto, è davvero improbabile che Ohio State possa scalzarli proprio all'ultima partita.
Lontani dai clamori di UCS e dal suo fenomeno Leinart, i Nittany Lions hanno offerto una stagione davvero sensazionale, perdendo clamorosamente nel finale giusto una partita, quella contro Michigan (7-3) che ne ha violato l'imbattibilità e minato un record che oggi potrebbe essere candido come pochi: solo USC e Texas sono infatti imbattute in tutta la DIV I-A della NCAA football.
Penn State dovrà tornare proprio nel Michigan per la sua ultima uscita stagionale, stavolta per incontrare Michigan State. Lo fa dall'alto delle sue tre vittorie consecutive ottenute dopo la sconfitta di cui sopra, con una striscia che ha visto Michael Robinson (poco considerato senior quarterback titolare) e compagni sbarazzarsi agevolmente di Illinois, Purdue e Wisconsin, segnando rispettivamente 63, 33 e 35 punti nelle tre sfide.
Un primo posto in division e un Bowl di prestigio potrebbero rappresentare per Robinson l'ultima chance di essere considerato come buon prospetto per la NFL, vista la sua migliore, ed unica, stagione da titolare che lo ha visto "pescare" ricevitori per 1992 yards complessive. Non tanto per un QB piuttosto che pare adatto al gioco da tasca (pur non disdegnando comunque lo scramble da buon QB di colore NCAA) che non riesce infatti a mostrare troppo tocco sul pallone e quindi una tecnica sulla quale ci sarebbe forse troppo da lavorare al piano di sopra.
La sfida contro gli Spartans non preoccupa più di tanto e dovrebbe garantire al RB Tony Hunt la possibilità di oltrepassare le 1000 yards stagionali (ora è fermo a 958) e proiettarsi al prossimo anno come un senior sul quale puntare gli occhi con attenzione.
Ma la squadra che davvero attrae maggior interesse è senza dubbio Ohio State che domenica farà visita a Michigan per un vero e proprio classico del college football. Nelle due università la settimana che precede lo scontro monopolizza ogni discorso e mette i Buckeyes di fronte ad un terribile bivio: perdere lo scontro più importante, di per sé già piuttosto grave, e finire con un inaspettato 8-3.
Oppure vincere il "derby" in trasferta, salvare la stagione e vedere cosa concede il ranking BCS che per il momento vede OS al settimo posto. Inutile negare che il gioco che ad inizio anno pareva esplosivo per poi incepparsi in partite giocate sul filo, come quelle perse con Texas e Penn State, sia tornato di nuovo sul binario giusto nel momento in cui è stato imposto a Troy Smith di concedere maggiori portate su corsa al RB sophomore Antonio Pittman, talento puro che, pur soffrendo le forti difese sulle corse dei Longhorns e dei Nittany Lions, ha cominciato un crescendo di yards macinate sul campo che non lo ha più visto sotto le 100 yards nelle ultime cinque gare eccezion fatta per la gara contro Illinois dive Pittman è stato "stoppato" a 96 yards.
Uomo in più dei Buckeyes è certamente Santonio Holmes, receiver arrivato a 781 yards ricevute (18.6) di media e già considerato ottimo prospetto per il draft 2007 a meno che il giocatore (junior) non decida di mettersi in ballo già da aprile prossimo. Sarebbe un suicidio visto il draft intasato di ottimi elementi in molti altri ruoli. Ohio State ha evidenziato ottimo gioco difensivo, concesso pochissimi punti (nove nelle ultime due gare) e dimostrato grandi capacità contro ogni sistema offensivo incontrato. Battuta Northwestern 48-7, i Buckeyes si lanciano verso la partita dell'anno con estrema fiducia e buone possibilità di vittoria; ma i Wolverines di Michigan (numero 15 del BCS) saranno quasi obbligati a vincere.
In primis perché si gioca contro OS, ma soprattutto per cercare di raggiungere i diretti rivali almeno nella graduatoria di conference. I Wolverines pagano un avvio altalenante nel quale è mancata una certa continuità , trovata la quale sono sembrati a tratti una formazione solida in tutti i reparti e capace di gestire al meglio il gioco offensivo grazie ad un QB talentuoso come Chad Henne.
Il passer sophomore ha mostrato nei due anni di college notevoli capacità di lancio, controllo dell'attacco dalla tasca nel più classico dei giochi "verticali" e di lettura difensiva. Solo 7 intercetti finora con un ottimo rapporto a favore dei TD (19), numeri che sommati alle 2033 yards lo portano di diritto in una vetrina importante.
Henne per sfondare avrebbe avuto (e avrà bisogno al suo terzo anno) di WR di spessore maggiore a quelli che ha avuto a disposizione. La sua capacità di far girar le lancette è fuori discussione, così come i suoi tagli chirurgici sulle distanze medie, ma non può permettersi di giocare troppo profondo con gente come Steve Breaston.
Così la pressione, l'impegno massiccio e la responsabilità di "ferire" gli avversari è caduta anche su Kevin Grady, RB troppo giovane, e Matt Gutierrez, QB più esperto di Henne ma decisamente meno talentuoso e Jason Avant, unico vero grande target della squadra e miglior WR della Big Ten. Avant ha però dovuto soffrire troppo spesso le massicce cure dei backs avversari, rischiando di rendere il gioco aereo davvero troppo prevedibile.
Vincere contro Ohio e puntare su un recruiting forte sul reparto WR, aggiunti all'inevitabile crescita di Grady, sono i primi obiettivi per creare buone aspettative intorno ad una squadra che potrebbe imporsi con buoni risultati nei prossimi due o tre anni.
Fuori da tutti i giochi che contano, anche solo a livello di "gossip", le altre franchigie, con Iowa (6-4), Minnesota (7-3) e Northwestern (6-4), le più vicine al podio, quasi irreperibili sui ranking che contano. Probabilmente è però Northwestern ad avere i rimpianti maggiori, viste le difficoltà difensive che non sono riuscite a dare equilibrio ad una squadra che in attacco prometteva piuttosto bene e che ha fruttato 482.4 yards a partita.
Forte sui lanci (302.5 per partita) grazie a un trio di tutto rispetto con Brett Basanez ai lanci (2966 yards) appoggiato dai WR Shaun Herbert (760) e Johnatan Fields (447); sulle corse Tyrell Sutton ha prodotto da solo 1178 yards, ma un'eventuale quanto probabile vittoria contro Illinois (otto "L" consecutive) renderebbe questa stagione un po' meno amara ma lontana da quanto in realtà si poteva guadagnare (un 9-2 era tutto sommato raggiungibile visto il calendario, un 8-3 era davvero il minimo indispensabile). Buona invece l'occasione per Minnesota di raggiungere nello standing della Big Ten Michigan, ma Iowa potrebbe essere un osso più duro del previsto.
Big Ten Standing
Penn State 9 1
Ohio State 8 2
Michigan 7 3
Wisconsin 8 3
Minnesota 7 3
Iowa 6 4
Northwestern 6 4
Michigan State 5 5
Purdue 4 6
Indiana 4 6
Illinois 2 8