Braden Johnson e Matt Nordgren esultanti a fine gara
Probabilmente questo Rose Bowl sarà definito da molti critici come la partita dell'anno, qualsiasi sia l'andamento dell'Orange Bowl tra USC e Oklahoma che sancirà la vincitrice del titolo nazionale.
Una partita esaltante fra due tra le squadre più vincenti della storia del College Football, in cui gli attacchi l'hanno fatta da padrone e il risultato è rimasto in bilico fino all'ultimo secondo.
E' stato proprio un field goal winning, a 2 secondi dalla fine del match, del kicker Dusty Manguma sancire il 38 a 37 finale e regalare a Texas, e al suo coach Mack Brown, il piu' importante titolo della terza powerhouse della NCAA football negli ultimi sette anni.
La partita era stata dipinta come una sfida fra gli All-American Cedric Benson, fenomenale running back dei Longhorns e possibili prima scelta assoluta del prossimo Draft NFL, e Braylon Edwards, wide-reciever dei Wolveriens, alla sua ultima partita di college. Invece i protagonisti sono stati i due quarterback, per ragioni diverse.
Vince Young ha sfruttato contro la non impeccabile difesa di Michigan la sua tremenda versatilità come running-quarterback, correndo per 192 yards con 4 td-rush e 1 su passaggio, dominando in lungo e in largo la linea avversaria e oscurando la prova del suo talentuoso compagno, Benson, relegato a sole 70 yards corse.
Si sapeva dall'inizio che i Wolves avrebbero sofferto la capacità di Young di correre in campo aperto, avendo avuto in stagione parecchi problemi contro le squadre che schieravano un quarterback in grado di correre. Purtroppo per coach Carr, gli incubi della vigilia sono stati ancora peggiori e Young ha letteralmente portato Texas alla vittoria.
Se Young è stato l'MVP della gara, quello mancato, solamente per quel calcio a 2 secondi dalla fine di Mangum, è stato Chad Henne. Il quarterback freshman di Michigan, davanti agli occhi di molti scout NFL, ha sfoderato un'altra splendida prova, lanciando per 227 yards e 4 td pass, record di un Rose Bowl, senza intercetti, e dimostrando di avere il talento e la testa per poter diventare un prospetto davvero interessante in previsione NFL.
Il suo target preferito, come in tutta la regular season, è stato Braylon Edwards, che ha chiuso la sua carriera universitaria con 10 ricezioni per 109 yards e 3 td e la sensazione di poter essere un vero crack anche al piano di sopra, viste le sue qualità atletiche e il suo indubbio miglioramento nella tecnica di corsa delle tracce.
"37 punti dovrebbero essere abbastanza per vincere. Non ci sono scuse". Queste le amare parole a fine incontro di coach Carr, che ha sognato fino all'ultimo di poter vincere un altro Bowl, nella sua fin'ora ottima carriera alla guida della più vincente università del College Football, e in effetti Michigan ha avuto la concreta possibilità di vincere, giocando una partita splendida in attacco, anche se poco concreta nelle corse, il cui confronto con gli avversari è stato quasi imbarazzante, ma subendo in difesa oltre ogni limite le corse di Young e non riuscendo quasi mai a fermare l'attacco di Texas nei momenti decisivi (emblematico il 12/17 nelle conversioni di terzi down dei Longhorns e i 25 primi downs concessi).
Probabilmente poi l'aver sprecato nell'ultimo quarto le eccellenti posizioni di partenza date dai ritorni di calcio di Steve Breaston (315 yards guadagnate, record ogni epoca per yards totali guadagnate individualmente, battuto nientemeno che O.J. Simpson), realizzando solo due field goal, ha tolto ai Wolves la possibilità di chiudere la partita dopo che il terzo quarto si era chiuso con un vantaggio dei vincitori della Big Ten di 31 a 21.
Invece è stato ancora Young con le sue corse a portare prima la partita sul 31 a 28 e poi sul 35 a 34 Texas, dopo che il secondo field goal di giornata di Rivas aveva portato Michigan avanti di sei punti.
Successivamente dopo che ancora Rivas aveva riportato avanti i Wolves, Young ha sfoderato un ultimo drive da autentico dominatore, portando praticamente da solo la palla in range per il field goal decisivo di Mangum, che ha fatto esplodere i tanti fans dei Longhorns accorsi a Pasadena.
La partita di Young rimarrà negli annali del College Football, come una delle prestazioni individuali piu' devastanti mai vista in un Bowl, e sicuramente il suo essere simile ad un giocatore come Michael Vick, potrebbe aprirgli le porte della NFL, anche se dovrà sicuramente migliorare la sua tecnica di lancio e la sua lettura come quarterback nelle situazioni classiche.
Questo Rose Bowl, criticato da molti per la scelta di schierare Texas, e non la naturale California, dominatrice insieme a USC della Pac-10, verrà sicuramente ricordato come uno dei piu' emozionanti Bowls Championship degli ultimi anni e forse della storia del gioco, sicuramente la presenza di due università cosi' importanti ha giovato, ma prevedere una partita così esaltante e incerta era forse sognare.
Sicuramente gli attacchi hanno dominato le rispettive difese, e questo sorprende un po', soprattutto per quanto riguarda Texas, dotata di uomini di talento (vedi Johnson) nelle posizioni chiavi, ma la prova quasi perfetta di Henne, e la sua intesa con Edwards, ha sorpreso anche un volpone come Greg Robinson, a cui sicuramente non ha giovato il veder partire, praticamente sempre, l'attacco dei Wolves da posizioni molto favorevoli grazie ai ritorni di Breaston.
Coach Brown, dopo molte critiche, finalmente può gioire e far tacere i critici che lo avevano sommerso per la sua personalissima campagna elettorale pro Texas, come possibile scelta dei piani alti della NCAA per partecipare a questo BCS Bowl Championship, a discapito di California.
L'anno prossimo Brown avrà un Young in piu' e un Benson e un Johnson in meno, Carr perderà il suo miglior ricevitore, ma avrà ancora i suoi giovani Henne e Hart, possibile che i due si possano affrontare di nuovo in qualche BCS Bowls del 2006, magari quello per il titolo assoluto.