Georgia Tech fa molto affidamento su Reggie Ball, rookie del 2003 della ACC
Oggi completiamo l’analisi della Atlantic Coast Conference dando un’occhiata a quelle università che nei pronostici occupano una posizione di secondo piano ma che potrebbero comunque essere protagoniste di qualche “rumoroso” upset.
Dopo due anni in cui ha dovuto affrontare ogni tipo di problema finalmente Chan Gailey, coach di Georgia Tech, può concentrarsi esclusivamente sul football giocato e cercare di migliorare una squadra che la scorsa stagione è approdata ad un Bowl per la settima volta consecutiva (record dell’università ) ed ha mostrato incoraggianti progressi.
Rispetto a dodici mesi fa sono tornati 13 titolari su 22, molti dei prospetti che hanno preso il posto di chi è partito promettono molto bene e nell’incertezza della ACC potrebbero anche spingere gli Yellow Jackets nelle parti alte della classifica.
Il problema principale dello staff tecnico sarà quello di rimettere in sesto la difesa che ha perso un paio di giocatori importanti non solo in campo ma soprattutto in uno spogliatoio molto giovane. Da quanto visto nel camp Georgia Tech è sulla buona strada e dovrebbe essere in grado anche quest’anno di distinguersi per il suo gioco aggressivo basato molto sulla velocità .
In attacco è molto importante il ritorno delle due principali stelle: il quarterback Reggie Ball (rookie dell’anno della ACC) ed il tailback P.J. Daniels (leader nella conference per yard guadagnate). Specialmente sul primo Gailey ha riposto molta fiducia ed ha dichiarato di aspettarsi molto da lui nei prossimi anni. Sceso in campo da true freshman Ball ha mostrato un buon braccio e nel camp ha già mostrato importanti miglioramenti in quella che è la maggiore lacuna: lettura delle difese e delle marcature.
Per più di metà stagione Tommy Bowden, allenatore di Clemson, ha corso il serio rischio di essere licenziato ma le vittorie contro la rivale South Carolina e contro due nomi illustri come Florida State e Tennessee hanno messo a tacere ogni critica e gli anno assicurato un nuovo contratto triennale. Nel camp primaverile Bowden è parso molto più rilassato e la stessa squadra, molto legata all’allenatore, sembra aver beneficiato dal fatto di non doversi più preoccupare per le sorti del coach.
Sia in attacco che in difesa Bowden non dispone di stelle ma da entrambi i lati del pallone ci sono buoni giocatori su cui fare affidamento ed in grado di essere concreti quando necessario. Nonostante questo i Tigers dovranno faticare non poco per ripetere il record della passata stagione (9-4) perché l’università ha un calendario tutt’altro che agevole (spicca per difficoltà la serie di 3 trasferte a Texas A&M, FSU e Virginia ad inizio stagione e la sfida di novembre a Miami).
Maryland è stata una delle sorprese dello scorso anno. Dopo aver iniziato la stagione con un record di 0-2 i Terrapins hanno vinto 10 delle successive 11 partite ed hanno chiuso al secondo posto nella conference. Dall’arrivo dell’allenatore Ralph Friedgen nel Maryland l’università non ha mai vinto meno di dieci partite all’anno ed ha riguadagnato quella credibilità persa nelle stagioni precedenti. Ora però viene la parte difficile per il coach perché se ne sono andati molti dei protagonisti dei successi passati dei Terps e in qualche reparto non è ancora emersa una chiara gerarchia fra i vari prospetti.
Il vuoto più difficile da colmare è quello del quarterback titolare dove Friedgen non potrà più disporre di Scott McBrien. Nel camp i possibili sostituti sono apparsi molto in difficoltà lanciando un intercetto dopo l’altro e per questo motivo lo staff tecnico ha deciso di semplificare al massimo il playbook. Inoltre i Terps dovrebbero rinunciare ad un bilanciamento fra corse e passaggi affidandosi maggiormente alle corse del tailback Josh Allen, sesto nella ACC per media di yard guadagnate.
In difesa la preoccupazione maggiore è data dalla partenza del defensive tackle Randy Starks che non solo si dimostrava anno dopo anno fra i migliori nel suo ruolo ma aveva anche assunto il ruolo di leader della difesa. Il suo posto nello spogliatoio verrà preso dall’end Kevin Eli che insieme al linebacker Shawne Merriman ed al cornerback Dominique Foxworth dovrà guidare una difesa che, specialmente nella secondaria, dovrà ricorrere a molti giocatori inesperti.
La reputazione di Virginia Tech è andata calando di anno in anno e quella che fino ad un paio di anni fa era considerata una delle potenze della nazione ora è diventata una buona università con un posto assicurato in qualche Bowl ma che non può pensare di contrastare squadre del calibro di FSU e Miami. Se a questo aggiungiamo la partenza di molti titolari possiamo comprendere come la squadra avrebbe fatto volentieri a meno del cambio di conference per restare in una più abbordabile Big East.
Il quarterback è rimasto quello dello scorso anno (il senior Bryan Randall) ma tutto il resto intorno a lui è cambiato. Da come si comporteranno i nuovi back ed i nuovi wide receiver dipenderà molto del successo degli Hokies. Il camp non è andato molto bene da questo punto di vista ed il primo test ufficiale contro i campioni nazionali di USC non rende certo le cose più semplici.
Comunque dopo l’esordio con i Trojans il calendario non è impossibile (tolta l’ultima partita con Miami) quindi anche quest’anno Virginia Tech parte con l’obiettivo di centrare dieci vittorie ed un Bowl prestigioso. Più probabile che accada la seconda cosa anche se un Bowl BCS è fuori discussione.
Wake Forest lo scorso anno era stata protagonista di un buon avvio di stagione (tre vittorie in quattro partite) ma l’entusiasmo iniziale è stato preso soffocato da una serie di sei sconfitte intramezzate da due sole vittorie.
Quest’anno potrebbe andare ancora peggio perché molti titolari di dodici mesi fa non ci sono più ed il coach Jim Grobe ha fatto capire di considerare questa come una stagione di ricostruzione per puntare poi l’anno prossimo ad un posto di metà classifica per accedere ad un Bowl. I giocatori da tenere d’occhio per il futuro sono il quarterback Ben Mauk che con un buon camp sembra aver scavalcato Cory Randolph ed il tailback Chris Barclay (1200 yard guadagnate).
Ancora meno speranze per Duke e North Carolina che dovrebbero essere relegate ad un ruolo di comprimarie. La prima dopo aver cambiato a metà stagione allenatore promuovendo il defensive coordinator Ted Roof ha deciso di confermarlo per il buon finale di stagione disputato dai Blue Devils. Al camp si sono visti molti tifosi e per uno dei peggiori programmi della nazione è un buon segno, avvalorato da quanto visto sul campo: un solido attacco ed una difesa che migliora di sessione in sessione.
North Carolina può contare su un ottimo quarterback e su un buon gruppo di ricevitori ma l’inconsistenza di entrambi ha relegato i Tar Heels in fondo a tutte le classifiche della ACC. Il problema maggiore è però la difesa che lo scorso anno ha concesso più di 500 yard a partita e quest’anno dovrà vedersela anche con Miami.
L’allenatore John Bunting può in ogni caso contare su parecchi freshmen e sophomore con ottime potenzialità future quindi verso la fine della stagione North Carolina dovrebbe fare intravedere qualcosa di buono per poi risalire la classifica nel 2005.