L'immagine simbolo della gara: Jason White a terra
Domenica 4 gennaio al Superdome di New Orleans, Oklahoma Sooners e LSU Tigers si sono sfidati nel Sugar Bowl, l'incontro che avrebbe dovuto assegnare il titolo nazionale in questa stagione di College Football; tuttavia, in seguito al successo di USC su Michigan nel Rose Bowl, era scontato che la vincente del Sugar Bowl si sarebbe aggiudicata soltanto le preferenze degli allenatori.
Per un evento così importante, gli spalti del Louisiana Superdome hanno accolto 79.342 spettatori, un record per l'impianto di New Orleans; ovviamente la presenza di LSU è stato un fattore determinante per la massiccia affluenza.
Alla vigilia dell'incontro, i Sooners godevano dei favori del pronostico, nonostante la pessima prestazione contro Kansas State nella finale della Big 12: quella sconfitta, infatti, era stata valutata come un incidente di percorso, durante un annata straordinaria; invece, le previsioni degli osservatori si sono infrante contro il verdetto del campo, che ha premiato LSU, una squadra completa in ogni reparto e perfettamente guidata dal coach Nick Saban.
Fin dal primo gioco si è capito che la serata per Oklahoma sarebbe stata lunga: Justin Vincent, RB dei Tigers, ha effettuato una corsa da 64 yards, davvero inusuale per la decantata difesa dei Sooners; nonostante il fumble a poche yards dalla endzone, tutti gli osservatori hanno constatato che LSU aveva le carte per imporre il proprio gioco.
Dopo la bella prestazione dell'attacco (seppure chiusa senza punti), è stata la difesa a mettersi in mostra: il CB Corey Webster ha intercettato il primissimo lancio effettuato da Jason White, riportando il pallone fino alle 32 yards avversarie, una posizione di campo davvero invitante; pochi giochi più tardi, Skyler Green ha varcato la endzone, dopo una corsa di 24 yards.
Sul 7-0, le due difese iniziavano il proprio dominio e per gli attacchi è stato molto difficile impostare un gioco redditizio; all'inizio del secondo quarto, i Sooners hanno sfruttato il primo episodio favorevole che avrebbe potuto spostare l'inerzia della partita dalla propria parte: bloccando un punt avversario, lo special team di Oklahoma ha regalato ai compagni dell'attacco un possesso a pochissime yards dal TD. Segnando la meta del pareggio con Kejuan Jones, i Sooners speravano di poter spostare la partita sui binari a loro favorevoli, tuttavia l'attacco di LSU ha risposto con un impressionante drive da 80 yards, terminato con la corsa in endzone di Vincent.
Il primo tempo si chiudeva sul 14-7 per i Tigers, che iniziavano a sognare: l'attacco di Oklahoma, meravigliosamente guidato da Jason White durante tutta la regular season, faceva un enorme fatica ad avanzare, mentre la terribile difesa era molto lontana dagli standard tradizionali.
E le difficoltà offensive dei Sooners raggiungevano l'apice al primo gioco del terzo quarto, quando White lanciava un intercetto prontamente riportato in endzone dal defensive end Marcus Spears: quella segnatura si rivelava un colpo terrificante in favore di LSU, che ormai aveva in mani le redini della partita; tutto sembrava in discesa per i Tigers, visto che ogni tentativo di Oklahoma veniva prontamente respinto.
Quando tutto sembrava deciso, il QB di LSU Matt Mauck lanciava un intercetto che regalava ai Sooners un possesso a sole 30 yards dalla endzone: Kejuan Jones realizzava la seconda meta personale e per Oklahoma si riaccendevano le speranze di rimonta, anche perché erano trascorsi appena quattro minuti nel quarto periodo.
Nei drive successivi, le due difese continuavano a bloccare ogni tentativo avversario, ma a 5:45 dal termine i Sooners iniziavano l'ultimo disperato attacco: grazie a delle buone corse di Jones, Oklahoma si guadagnava un 1st Down a sole 13 yards dal TD, ma purtroppo i sogni di pareggio si infrangevano sui 4 incompleti consecutivi di Jason White.
Per LSU il traguardo era ormai ad un passo, anche se Oklahoma avrebbe potuto disporre di un ulteriore drive; tuttavia, la difesa dei Tigers non si lasciava cogliere dall'emozione e regalava ai propri sostenitori un meritatissimo successo.
Il titolo di MOP (Most Outstanding Player) è stato assegnato al RB Justin Vincent, che in 16 portate, ha totalizzato 117 yards; ciononostante la vera protagonista della partita è stata la meravigliosa difesa dei Tigers, che ha completamente annullato (o quasi) un attacco in grado di segnare a proprio piacimento durante la regular season.
Jason White è stato continuamente bersagliato dai blitz avversari, completando la peggiore prestazione della stagione: 13 su 37, 102 yards, 2 INT, numeri davvero indecorosi per il vincitore dell'Heisman Trophy. Complessivamente l'attacco di Oklahoma ha guadagnato appena 154 yards, che ovviamente stonano con la media di 461.4 totalizzate in regular season.
Fattore determinante nella sconfitta è stata la linea d'attacco, incapace di proteggere in maniera adeguata il proprio QB, atterrato per ben 5 volte; tuttavia va segnalata la spettacolare prestazione della linea difensiva di LSU, in particolare con Chad Lavalais.
Il reparto offensivo di LSU, invece, non ha strabiliato, tuttavia è riuscita a guadagnare terreno, nonostante avesse di fronte una difesa terrificante: 312 yards di total offense (159 su corsa, 153 sui passaggi) sono davvero un'eccellente performance contro Oklahoma.
Grazie al successo nel Sugar Bowl, Louisiana State si è guadagnata il primo titolo nazionale dal 1958, anche se in co-abitazione con USC, #1 per i giornalisti: per la prima volta dal 1997 (con Nebraska e Michigan), lo scettro di migliore squadra viene suddiviso tra due squadre e quindi negli Stati Uniti si stanno sprecando i dibattiti per stabilire chi tra Tigers e Trojans sia la migliore.
Nonostante le polemiche sulla vera regina del College Football, sarebbe davvero sciocco e stupido negare i meriti di LSU, che ha dimostrato sul campo il proprio effettivo valore: la sconfitta contro Florida è stata un semplice incidente di percorso, mentre per tutta la stagione i Tigers si sono espressi ad altissimi livelli, pur giocando nella SEC, una conference davvero superlativa.
Grandi onori vanno al coach Nick Saban, che in quattro anni a Baton Rouge (capitale della Louisian), ha trasformato LSU in un'autentica potenza del College Football: 2 titoli nella SEC (raggruppamento con formazioni del calibro di Florida, Georgia, Tennessee), ma soprattutto un National Championship. Ora per Saban si potrebbero aprire le porte della NFL, visto che il rinnovo del contratto con LSU non è stato ancora raggiunto; il college della Louisiana potrebbe far diventare Saban il coach più pagato della NCAA, ciononostante le trattative sono ancora lunghe e faticose.
Grandissima, invece, è la delusione per Oklahoma, che dopo aver dominato per un'intera annata, resta a mani vuote: quando sul finire della regular season, erano comparsi i primi paragoni tra i Sooners del 2003 con le grandi potenze del College Football, è arrivata la cocente sconfitta contro Kansas State, che ha sicuramente scosso lo spogliatoio. Incredibile è stata la metamorfosi avuta dai Sooners, che sono sembrati davvero la brutta copia della macchina da guerra vista fino a novembre.
Ad alcuni osservatori sono venuti dei dubbi riguardo il reale valore delle avversarie di Oklahoma: per il computer, il calendario dei Sooners era l'undicesimo della nazione, in quanto a difficoltà , tuttavia il bilancio nei bowl delle squadre da loro affrontate in regular season è di 2-6.
Indubbiamente Oklahoma ha i mezzi per restare ai vertici del College Football, essendo da sempre una delle formazioni più rinomate e celebri; tuttavia questo amaro finale potrebbe lasciare degli strascichi nelle prossime stagioni. Inoltre, nonostante il ritorno di Jason White nel 2004, molti pezzi pregiati della difesa (il lineman Tommie Harris su tutti) potrebbero essere scelti nel prossimo draft NFL.