Jarrett Payton, Most Valuable Player dell'Orange Bowl
Nelle dichiarazioni della vigilia sia lo staff tecnico di Florida State che quello di Miami non hanno fatto altro che indicare nell'Orange Bowl una semplice gara di consolazione, importante fino ad un certo punto per delle squadre che ad inizio stagione speravano nel titolo nazionale ma hanno dovuto lasciare strada a LSU ed Oklahoma (per la prima volta dal 1997 la gara che assegna il titolo non vede in campo Florida State o Miami).
In campo invece abbiamo assistito ad una partita vera in cui non sono mancati i colpi duri ed entrambe le squadre hanno giocato fino all'ultimo impegnandosi al massimo delle loro possibilità . Alla fine ha vinto Miami per 16 a 14 grazie soprattutto alla sua difesa che nel secondo tempo non ha concesso agli avversari neanche un punto. L'analisi migliore l'ha fatta l'allenatore di Florida State, Bobby Bowden, "la differenza l'ha fatta una singola giocata che loro sono riusciti a fare e noi no".
L'head coach non si riferiva a nessuna azione in particolare perché i suoi hanno avuto diverse opportunità per vincere ma il pensiero di tutti è andato a quella più eclatante, il field goal di 39 yard fallito dal kicker Xavier Beitia a poco più di cinque minuti dalla fine della partita.
"Ero convinto di segnarlo perché l'esecuzione mi sembrava perfetta. I miei compagni mi hanno detto di non abbattermi ma tutta la mia carriera finora è segnata dai field goal sbagliati. Sono sempre andato vicino alla vittoria ma non ci sono mai arrivato. Ero vicino al premio di All-American ma non l'ho vinto, ero vicino alla perfezione ma non l'ho raggiunta", ha dichiarato Beitia.
Quella dei field goal sbagliati nelle partite contro Miami sta diventando una vera e propria maledizione per i Seminoles che negli ultimi dodici anni hanno perso ben cinque partite contro gli Hurricanes a causa di un errore del kicker. "È capitato così di frequente che inizio a crederci anch'io", ha dichiarato con un (mezzo) sorriso Bowden.
Il primo errore risale al 1991 ad opera di Gerry Thomas cui sono seguiti, fino all'Orange Bowl, altri tre errori. I primi tre calciati erano stati mandati alla destra dei pali e le partite si erano guadagnate il soprannome di "Wide Right Games". L'unico finito alla sinistra dei pali era stato calciato dallo stesso Beitia lo scorso anno in occasione delle sconfitta per 28 a 27 in una gara di regular season.
Purtroppo per il kicker e i Seminoles, Beitia ha fatto il bis e stavolta ha calciato malamente il pallone alla destra dei pali fornendo così lo spunto ai tifosi di Miami per prendere in giro i rivali soprannominando questa partita "Wide Right IV".
In ogni caso non è giusto dare soltanto al kicker la colpa del mancato successo di Florida State. Tutto l'attacco nel secondo tempo, anche a causa della maggior pressione della difesa avversaria, non è riuscito a mantenersi su quegli alti livelli che le avevano permesso di chiudere in testa la prima frazione di gioco e non è stato in grado di segnare neanche un punto nei trenta minuti finali.
I Seminoles, infatti, avevano disputato un ottimo primo tempo e si erano anche portati in vantaggio per 14 a 3 grazie ad un touchdown del tailback Lorenzo Booker e ad una ricezione da sei punti di Matt Henshaw su lancio di Chris Rix. Miami aveva segnato per prima con un field goal di Jon Peattie ma per aggiungere altri punti allo scoreboard aveva dovuto aspettare fino alla metà del secondo quarto (corsa nella end-zone di Tyrone Moss). Un altro calcio di Peattie aveva mandato le squadre al riposo con Florida State in vantaggio per 14 a 13.
Nel secondo tempo l'attacco dei Seminoles spariva dal campo e quello degli Hurricanes faceva il minimo necessario per vincere la partita segnando all'inizio del terzo quarto un field goal con Peattie che fissava lo score su quello che sarebbe stato il punteggio finale: 16 a 14 per Miami. Inizialmente Larry Coker, head coach di Miami, aveva chiamato un punt ma una penalità contro FSU per una sostituzione illegale ha permesso a Peattie di provare a trasformare il calcio.
La seconda parte di gara è stata dominata dalle difese che hanno costretto al punt gli avversari ed in due occasioni (una per parte) sono anche riuscite a recuperare il pallone dopo un fumble dell'attacco. Proprio dopo il fumble di Brock Berlin i Seminoles avevano l'opportunità di passare in vantaggio ma l'errore di Beitia vanificava la buona giocata della difesa e riconsegnava il pallone agli Hurricanes.
Dopo un field goal fallito da Peattie Florida State aveva l'ultima possibilità di vincere ma due penalità da 25 yard totali costringevano Rix e compagni ad affrontare un primo down e 30 yard. Il quarterback completava il primo per 19 yard ma falliva gli altri tre e consegnava così a Miami il pallone e la conseguente quinta vittoria consecutiva nella sfida fra le due rivali.
Si è quindi rivelata vincente nel secondo tempo la strategia di Miami di puntare tutto sulla difesa e sul controllo palla con le corse di Moss e Jarrett Payton. Quest'ultimo, figlio del mitico Walter, ha guadagnato il titolo di MVP della partita in virtù delle 131 yard corse in 22 tentativi e di due spettacolari corse di 36 e 47 yard che hanno impreziosito gli highlight della partita.
"È stata una serata particolare", ha spiegato il tailback, "Ovviamente ero contento anche quando abbiamo vinto il titolo nazionale ma questo riconoscimento è qualcosa per cui io ho sempre lottato. Non voglio dire bugie: volevo essere l'MVP della partita e chiudere alla grande la mia carriera collegiale". "Penso che la prova di oggi mi abbia aiutare in termini di visibilità e spero proprio di farcela ad arrivare nella NFL. Il ruolo in cui giocherò non è molto importante perché a me basta scendere in campo", conclude Payton.
Per Jarrett si tratta di un giusto riconoscimento dopo cinque anni in cui il senior ha dovuto mordere il freno in panchina a causa di doti tecniche non eccezionali in confronto a quelle dei suoi compagni (Clinton Portis, Willis McGahee e Frank Gore) e soprattutto a causa dei frequenti infortuni che lo hanno tenuto in infermeria. Quest'anno, "sfruttando" anche l'infortunio di Gore, Payton si è messo in luce in un paio di occasioni e può ora sperare in un posto nella NFL.
Di sicuro non sarà una scelta alta ma la determinazione ed il cuore messi in mostra gli hanno permesso di guadagnarsi un invito alla Scouting Combine di Indianapolis, usuale raduno dei migliori prospetti per un primo contatto con il mondo dei professionisti. Come detto dal punto di vista tecnico c'è ancora molta strada da fare ma non è escluso che un cambio di ruolo, prospettato da più di uno scout, non possa giovargli.
Ora per le due università è il momento di pensare alla prossima stagione. Miami ha accettato l'invito della ACC, conference di appartenenza di Florida State, così dal prossimo anno le due rivali si ritroveranno nella stessa lega e si affronteranno almeno 1 volta a stagione (se la ACC dovesse espandersi a dodici elementi potrebbero ritrovarsi nella finale per il titolo di conference).
Il primo incontro di Miami nella sua nuova conference, previsto per il 6 settembre, mette loro di fronte proprio l'avversario dell'Orange Bowl: Florida State. In campo scenderanno due squadre ampiamente rinnovate all'appuntamento perché entrambe dovranno fare a meno di molti senior e di junior, alcuni dei quali verranno scelti nel draft NFL del 24 e 25 Aprile.
Miami perderà almeno 13 dei giocatori che hanno iniziato da titolari l'Orange Bowl e potrebbero diventare 14 se anche il cornerback Antrel Rolle deciderà di lasciare l'università . Cooker non potrà più contare sull'intero gruppo di linebacker e, dovesse partire anche Rolle, sull'intera secondaria. In attacco il giocatore che più si farà rimpiangere è il tight end Kellen Winslow, giocatore spesso cercato dal quarterback nei momenti decisivi.
Per Cooker il problema principale sarà però sciogliere il dubbio su quale quarterback inizierà la stagione da titolare. Berlin quest'anno non è mai stato costante e in più di un occasione ha affrettato i lanci finendo col passare il pallone agli avversari (17 intercetti a fronte di soli 12 touchdown lanciati). Alle sue spalle preme la matricola Kyle Wright che ha beneficiato di un anno di apprendistato e secondo alcuni è già pronto per un ruolo di protagonista nell'attacco degli Hurricanes.
"Nell'Orange Bowl ad essere sinceri non ho visto grandissime giocate da parte di Brock ma nonostante qualche errore di troppo è stato bravo a restare in partita dal punto di vista mentale", ah dichiarato Coker, "Comunque non ho ancora pensato a chi far partire titolare il prossimo anno perché Kyle deve ancora lavorare molto per guadagnarsi il posto".
Florida State invece sembra non avere rivalità all'orizzonte per il ruolo di quarterback anche se Rix ha sempre fallito le partite contro Miami. Anche per i Seminoles le perdite maggiori ci saranno in difesa ma le riserve quest'anno hanno giocato parecchi minuti di qualità quindi il passaggio dovrebbe essere indolore. In attacco mancherà soltanto il tailback Greg Jones ma anche per questo ruolo i Seminoles sembrano abbastanza coperti (Leon Washington e Booker su tutti).