Josè Arredondo osserva gli avversari che girano le basi: scena troppo frequente a Los Angeles in questo 2009
Un po' di effetto fisarmonica nei distacchi nella AL West, che si erano fatti più profondamente ma che, a causa della brutta settimana dei Rangers che ha aperto giugno, sono ritornati minimi. Parleremo del disastroso, incredibilmente, bullpen degli Angels e dei giovani di Oakland che stanno dando qualche buon segno nella baia. Seattle vince due serie consecutive per iniziare il sesto mese dell'anno, e quantomeno non funge da vittima designata nella corsa ad un posto ai playoff. Il livello della division è basso, e questo ora è palese, ma è anche vero che tutte le squadre sono abbastanza piegate da varie avversità , per cui ogni considerazione in questo caso è ancora prematura.
Texas Rangers
Avevamo detto del calendario terribile che aspettava i texani. Le due trasferte contro Yankees e Red Sox però sembrano aver fatto male alla squadra capolista, che torna sulle ginocchia ad Arlington ed archivia una tribolata serie con i Blue Jays, squadra in cerca di riscatto ma che non dovrebbe essere così ostica per un attacco incredibile come quello dei Rangers, per di più che gioca in casa.
Nel 9 a 0 di metà serie di martedi scorso, Doug Mathis è chiamato a sostituire McCarthy, per certi versi la vera ragione della bontà dell'inizio campionato dei suoi, e lo fa in modo poco adatto, concedendo 5 punti a Toronto nei primi inning, evidenziando quanto la frattura da stress alla spalla del titolare possa gettare ombre su tutto il pitching in blu e grigio.
Alla lista degli infortunati però è arrivato anche Josh Hamilton, finalmente operato al muscolo addominale che gli dava problemi insormontabili dopo aver incocciato in una recinzione del campo a maggio. Finora Texas ha fatto a meno di Bradley, perso in offseason. Troverà degno sostituo all'outfielder che l'anno scorso ha dominato l'All Star Game e la prima parte di stagione? Per ora Brandon Boggs va a riempire il buco lasciato da Hamilton sugli esterni, ma ci sarà prevedibilmente una caduta verticale nelle prestazioni al piatto.
Prospettive buie quindi. McCarthy è per ora sulla 15-day DL, ma l'infortunio è abbastanza serio, mentre Hamilton tornerà forse entro luglio. Per quel giorno, però, i sogni di playoff potrebbero essere già scomparsi o quasi.
Giocatore della settimana è Nelson Cruz, Ben presto andremo dietro le ragioni per cui questo dominicana stia letteralmente giocando da MVP in questa stagione, per ora ci limitiamo ad osservare la sua prestazione a Boston in cui ha sfiorato il cycle. Il fatto è che l'ha sfiorato non facendo singoli. Okajima e Matsuzaka escono con le ossa rotte dal confronto con il nuovo slugger di Texas, che contribuisce ad una delle due vittorie ottenute in Massachusetts.
Los Angeles Angels
Scovato il problema degli Angels: il bullpen. Sembra incredibile, come detto in prefazione, per una squadra che nel 2008 aveva i rilievi migliori della lega, cosa più volte notata anche su queste pagine web.
Il trio Scot Shields–Josè Arredondo-Rodriguez permetteva al team di Mike Scioscia di fare tutto lo small ball che voleva, andare avanti di due o tre punti sicuri e traghettare così verso la vittoria finale. Ne arrivarono 100 di W, ed i playoff a giugno erano già ipotecati.
365 giorni dopo ci si aspetta che sia stata la partenza di K-Rod a lasciare i buchi più grossi. Non è così, e Brian Fuentes, suo sostituto, si sta comportando in modo ideale.
Risaliamo allora la catena e vediamo cosa porta il reparto di LA ad essere il peggiore della American League.
Ad aver giocato più di 15 inning come rilievo sono stati Arredondo, Shields, Jason Bulger, Justin Speier e Darren Oliver. Nessun nuovo innesto, dunque, ed era una cosa ovvia vista la solidità dimostrata nel 2008, che ha spinto la dirigenza a dare per ovvio l'apporto del bullpen.
A preoccupare sono le prestazioni di Arredondo. Un anno da rookie stellare lo ha lanciato nell'olimpo dei rilievi MLB, con conseguente carico di speranze e pressione da parte di tutti. Il giocatore sta rispondendo male, con una ERA che è oltre i 5.50 e 3 sconfitte già maturate. Probabilmente qualcuno si ricorda che l'anno scorso prima che la sua ERA si scollasse dallo 0.00 ci erano voluti molti inning.
L'errore è stato sottovalutare il rischio che un ragazzo classe '84, appena arrivato nelle Majors, potesse non essere pronto per ripetersi, cosa molto difficile per altro, nel suo secondo anno di attività .
Errore che verrà pagato probabilmente con una onerosa trade di metà stagione. Perchè è vero che individualmente tutti i 5 sono giocatori di livello, ma è anche vero che, anche se Jered Weaver quest'anno sembra non avere più bisogno di aiuto dai suoi rilievi, con questo bullpen non si arriva veramente da nessuna parte. Nemmeno nella AL West!
Seattle Mariners
Pitching in crescita a Seattle dove Erik Bedard e Felix Hernandez portano i Mariners a parimerito con Los Angeles, a 4 partite e mezzo da Texas.
I due non perdono partite dalla serie proprio contro gli Angels attorno al 20 di maggio, e soprattutto l'ex Orioles sembra tornato quello di un tempo ed è statisticamente in linea con la sua migliore stagione.
Inoltre, al piatto, c'è il duo Ichiro – Branyan su cui contare, per le loro medie spaventose, che aprono il lineup in ogni uscita dei Mariners. Adrian Beltre si è destato, forse odorando che il prossimo contratto non sarebbe stato faraonico se avesse continuato cosi, e batte più di una valida nel 60% delle partite ultimamente.
A braccetto col dominicano va Josè Lopez, seconda base con potenza e contatto, diventato leader per RBI della squadra.
Se i 4 battitori citati dovessero essere continui, probabilmente presto ci ritroveremmo a dire che Seattle torna ad essere una serissima candidata al primo posto. Appena dopo aver detto, due settimane fa, che non aveva speranze. La stagione è lunga e ribaltoni come questi sono all'ordine del giorno, specialmente per una squadra come Seattle sospesa tra la possibile caduta ed una improvvisa rinascita, concetto espresso già più volte qui.
In questa fase della stagione, determinante può essere David Aardsma, closer improvvisato che si ritroverà presumibilmente molte opportunità per rimpinguare il conto di salvezze per ora fermo a 10.
Il conto degli strikeout è ottimo, e anche se il WHIP galleggia su un 1.26 poco consono per un closer delle majors che aspira ai playoff, possiamo dire che il destrorso di Denver stia ripagando la fiducia accordatagli.
Oakland Athletics
Staccati di 7 partite dei capolista, gli A's, alla disperata ricerca di risultati, riescono ad infilare un ottimo filotto di 7 vittorie consecutive contro Chicago, Baltimore e Minnesota.
Molte del merito va alla coppia di rookie che sta letteralmente subissando l'altra coppia, quella Anderson-Cahill poco fortunata: Vin Mazzaro e Josh Outman devono ancora vedere una sconfitta. Ci soffermeremo su di loro nel rookie report di prossima uscita. Nel frattempo, analizziamo la striscia di vittorie che fa rimanere a galla i green and gold.
42 contro 11 il bilancio dei punti fatti e subiti in questo periodo di tempo, che ha inizio il 2 di giugno e si conclude l'8. Ciò vuol dire che, oltre ad una rotazione che trova qualche punto fermo qua e là , anche i battitori non deludono.
Matt Holliday, per esempio, ha trovato molti contatti in questo periodo, cosa raramente successa in precedenza. I problemi di potenza permangono, però, e di sicuro non ci troveremo di fronte alla sua migliore stagione a fine 2009.
Orlando Cabrera e Jason Giambi non cambiano rotta e rimangono abbastanza latenti rispetto alle aspettative. Inoltre, il positivo Ryan Sweeney si fa male ad un ginocchio e lascia la squadra per due settimane.
Ecco che, quindi, ci ritroviamo a tessere le lodi, per il secondo report consecutivo, di Adam Kennedy. Solido, ha dominato la serie di Baltimore contro gli Orioles. La media si abbassa, e non poteva essere altrimenti, ma rimane attorno al .330, buon punto di partenza per una stagione che potrebbe valergli un finale di carriera ricco di soddisfazioni. Accanto a lui, un altro individuo degno di nota è Jack Cust, slugger che certo non bada alla media, ma che con 10 HR è lader di squadra; come molti DH, anche lui è il barometro della squadra. Quando batte forte si vince, altrimenti è possibile perdere.
Prestiamo attenzione anche a Rajai Davis, autore della valida decisiva di ieri notte, che è 11 su 30 nel mese di giugno.
Insomma, raccapezzandosi Oakland potrebbe confermare di essere una squadra profonda con molti semi-esordienti da tenere d'occhio e che possono insidiare le altre squadre della division.
La mancanza di "The duke", ormai fermo ai box da tutta la stagione e con poche speranze di tornare prima di agosto, è un'ardua sfida, ma potrebbe essersi già fatta sentire abbastanza se la rotazione, ora con Mazzaro veramente giovanissima, manterrà il rendimento di questo ottimo, ultimo, periodo.
Con il suo carica di classiche discussioni da salotta televisivo sulla sua opportunità o meno, da questa notte l'MLB diventa una cosa sola ed inizia l'Interleague. Di certo l'appeal dei vari derby (SF - Oakland, Yankees - Mets, Cubs - White Sox) riesce a farci amare questo particolare periodo, senza riserve.
Certo per le squadre della American League andare a giocare sui campi in cui non si usa il battitore designato è un peso tecnico-tattico da non sottovalutare. Ed è così che, con le 9 partite di fila in trasferta che si parano davanti agli A's, essi sono i più sfortunati nella West. Seattle ha perlomeno il salvagente di tre partite interne con i D'backs, mentre la gatta da pelare peggiore della lega, gli ottimi Dodgers, sono l'ostacolo principale degli Angels. Ostacolo anche per i Rangers, che dopo la squadra di Joe Torre incontreranno però Houston, San Francisco, Arizona e San Diego.
Chissà se, sotto queste premesse, non troveremo la stessa capolista tra 14 giorni…