Lo swing di Michael Young: arma micidiale per molti lanciatori della American League!
La scomparsa dei Mariners e la solidità insperata di Texas sono i due argomenti principali del report odierno. Infatti in California cambiano poche cose rispetto a due settimane or sono, con A's e Angels dediti a perpretrare, come testimoniato dal record, il trend dell'ultimo report di Luke.
Texas Rangers
Li avevamo lasciati con il migliore attacco della lega e le statistiche offensive tutte ampiamente all'interno delle prime 5 della lega.
Due settimane dopo li ritroviamo nelle stesse condizioni, con un record di 29-19 ed un vantaggio di 4 partite e mezzo dai secondi in classifica.
Solidità che andiamo quindi a cercare nei numeri al piatto. Michael Young ha leggermente abbassato la media battuta, ma rimane sempre molto al di sopra del .300 ed il migliore dei suoi in questo dato. A dargli manforte c'è Nelson Cruz, possibile sorpresa della stagione in Texas ed in tutta l'MLB, che negli ultimi 7 giorni ha una OPS di 1.483, giustificando così le vittorie della sua compagine. Con il suo stesso numero di Homer c'è anche Ian Kinsler, per la verità in flessione ma sempre calmo e concentrato sia al piatto che sui base path; il suo momento è delicato ma sembra poterlo superare.
E dietro di loro Elvis Andrus che non sta deludendo, ed i veterani Marlon Byrd e Hank Blalock con i suoi 11 HR. I Rangers sono, con 7 uomini, una delle poche squadre che ha molti giocatori con 3 o più apparizioni al piatto in ogni partita. Sta quindi trovando continuità anche in questo, e l'attuale striscia di 8 vittorie nelle ultime 13 partite (in cui consideriamo anche la sciagurata traferta contro i Tigers) parla di quale sia la dimensione dei Rangers. Se riusciranno a mantenere questa media e evitare strisce negative, saremmo pronto a scommettere sul titolo divisionale a fine anno.
L'incredibile vena di Frank Francisco come closer non si è esaurita con il piccolo infortunio subito le settimane passate. La sua ERA rimane 0.00 e le salvezze sono ora 11. Per una squadra che condece molto è dunque una benedizione avere ritrovato questo 29enne dominicano su cui probabilmente spenderemo qualche parole in più in una delle prossime edizioni.
Los Angeles Angels
Si stava forse meglio, quando si stava peggio? Questo si domandano nel dugout di LA, mentre vedono i primi changeup di Ervin Santana, tornato dopo l'infortunio, al terzo outing annuale.
Per i White Sox, avversari di turno, la slugfest ha inizio già dal primo inning. Quando scende dal monte, Santana ha già concesso 7 punti in 1 inning giocato. Abbastanza per destare di nuovo allarme sulle sue condizioni.
Il cambio, forse anche a causa del gomito ancora convalescente, è prevedibile e talvolta anche alto, determinando traiettorie battibili e facilmente girate oltre le recinzioni dai battitori avversari. Le prime due partenze non erano state così male, ma la W deve ancora arrivare, e da uno così ti aspetti sempre che le sconfitte non fiocchino così copiose.
Il nervoso sale se pensiamo che gli Angels, trovando in Matt Palmer un buon partente, avrebbero ora una rotazione stellare in Lackey – Palmer – Santana – Saunders – Weaver, qualora il dominicano riesca ad attraversare tempi migliori.
Continuare con questi cinque è l'unica possibile soluzione, e prima o poi arriveranno vittorie anche dal più blasonato dei 5.
E se il pitching è dubbio, anche se di sicura qualità , in battuta ci sono già risposte importanti dagli elementi giusti. Ricordate quando parlavamo della pazienza di Bobby Abreu al piatto e di quanto avrebbe fatto bene al gioco degli Angels?
Egli infatti ora guida i suoi in OBP ed è il secondo per basi rubate e OPS. Il suo apporto è vitale per lo small ball di Scioscia, che dall'altra parte sta trovando un sempre migliore rendimento da Torii Hunter, che punta dritto all'All Star Game ed è indirizzato verso la stagione statisticamente migliore della carriera. Tutto questo nell'attesa del ritorno di Vladimir Guerrero, che sta recuperando in A+ la condizione fisica ed il tono del muscolo pettorale che lo fa tribolare.
Quindi tutto sembrerebbe arridere ai californiani, ma il divario tra essi e Texas inizia a farsi poco confortante. Quindi il discorso cambia incentrandosi su quanto in realtà Los Angeles possa essere squadra da striscia positiva. In quest'ottica, la falsa partenza dovrebbe essere molto pesante per gli Halo. In prospettiva, però, le prestazioni delle altre compagini della division, quantomeno altalenanti e spesso "gentili" con LA che fa incetta di W negli scontri intradivisionali, daranno speranza ai campioni in carica della AL West.
Seattle Mariners
Sulla situazione spinosa nello stato di Washington pesano le sconfitte con Angels e Athetics degli ultimi giorni (3-5 in tali confronti). Quanto sia importante, giorno dopo giorno, la classifica dei Mariners è storia già ampiamente illustrata in precedenza, e deriva dalle caratteristiche di unicità di questa stagione, che può rivelarsi fantastica quanto l'ultima di una piccola e mediocre saga destinata alla rifondazione vera e propria.
I macigni sul rendimento di un team con il peggior attacco della division vengono proprio dagli uomini che dovrebbero sorreggere le medie della squadra: Adrian Beltre nelle ultime settimane ha visto le prestazioni in leggero rialzo, ma la media di .215 rimane e da bene l'idea di come questa stagione non sia nemmeno paragonabile alla scorsa in cui era stato l'unico Mariner a distinguersi. L'abilità difensiva non si discute, ed è anche grazie a lui che la difesa è invece la migliore del lotto, ma non si può prescindere da un giocatore che prende 13 milioni di dollari l'anno. Chi si merita (non si parla in modo filosofico) i suoi soldi è Ichiro, autore di una valida in 21 partite consecutive con l'ultima di stanotte. Ed ancor più di lui è Russell Branyan a meritarli, nuovo acquisto molto positivo, che soffre un po' di impazienza e va spesso K ma guida la squadra per RBI e HR.
Il pitching è quantomeno confuso: al talento di Felix Hernandez (3.76 con 5 vittorie) e Erik Bedard, capace di trovare ancora buone prestazioni, si affianca la maledizione chiamata Carlos Silva, che dopo le manchevoli prestazioni degli ultimi due anni ha anche rimediato un brutto infortunio alla spalla che lo metterà in panchina per qualche tempo. Ed ecco che Seattle si ritrova con 4 mancini in rotazione: infatti Ryan Rowland-Smith è anch'egli leggermente infortunato, ed in rotazione sono entrati Vargas e Olson, giovani alle prime esperienze, o quasi, in MLB. Chris Jakubauskas finisce nel bullpen, settore in visibile emergenza. Insomma, di cose ottime a Seattle ce ne sono, ma nelle uyltime 4 settimane gli abissi nel lineup ed altri problemi secondari hanno avuto la meglio. Per chi profetizzava una buona tenuta, la sorpresa è servita!
Oakland Athletics
Ancora problemi per i green & gold. Il numero di vittorie si alza di poco e la percentuale rimane sempre quella. Con uno dei due record negativi in casa, Oakland si prepara ad un resto di stagione grigio con però un paio di speranze.
Innanzitutto, l'innesto di Adam Kennedy, seconda base di 33 anni reduce da una carriera di successo vissuta soprattutto negli Angels. Dopo aver iniziato la stagione in triplo A, gli infortuni di Mark Ellis e del sempre acciaccato Eric Chavez gli hanno aperto le porte del grande palcoscenico per un'altra, forse ultima, occasione.
Seconda base di esperienza, Kennedy non si è fatto pregare ed ha battuto almeno due valide nelle prime 15 con la casacca della prima squadra, guadagnandosi un incredibile spot da lead-off in tempo veramente irrisorio.
E la misura della sua voglia di primeggiare ce la dà il dato sulle basi rubate. Sono 3 in 17 incontri, mentre l'anno scorso tra le fila di Saint Louis erano solo 7 a fine stagione. Grandi numeri per un giocatore di classe che certo sarà molto utile alla causa californiana; però non si può evitare di notare che gli A's sono costretti a tirare su un veterano dal triple-A per tentare di sovvertire in qualche modo il trend negativo che è iniziato con la prima partita.
Altra buona notizia è Ryan Sweeney. Ci sta prendendo gusto a prendere applausi grazie alle straordinarie giocate nelle varie zone dell'outfield in cui viene impiegato. Tuffi, assistenze a casa base, prese difficili alle recinzioni. Un intero campionario mostrato nell'ultima settimana, che rafforza ancora di più il fielding di una squadra che non ne sentiva il bisogno.
E' infatti dall'altra parte del campo che c'è da migliorare. Anche se il duo Jason Giambi–Matt Holliday sta leggermente migliorando pur rimanendo abbondantemente sotto le attese, ciò non è sufficiente a ridestrae un attacco slegato e debole.
Tant'è che senza Jack Cust probabilmente staremmo già parlando di fallimento. Il problema non è nelle prestazioni singole, ma del vero e proprio andamento del lineup, che non trova un modo di mettere insieme una battuta valida con un'altra. Il fatto che sia al livello di San Francisco, dice tutto sulle possibilità di Oakland di giungere in Post Season nella American.
Sul fronte pitching poco da segnalare, il rendimento dei rookie è sempre neutro e di difficile interpretazione, mentre come riportato nell'ultimo rookie report, Josh Outman è già diventato una buona notizia anch'esso.
E' brutto da dire ma è la verità : senza potenza fai ben poca strada in MLB. Il resto infatti non va male al Coliseum, ma forse siamo già davanti al conto alla rovescia prima di mollare le briglie ed abbandonare aspirazioni più alte.
Calendario: Baltimore e Minnesota sulla strada di Seattle prima delle partite di interlega. Per la capolista New York, Boston e Toronto, in un bel tour de force ad est del Nord America, la stessa Toronto, Detroit e Tampa Bay nel futuro degli Angels.
Per Oakland impegni con White Sox, Baltimore e Minnesota. Da vedere lo scontro Outman-Floyd di martedì sera a Chicago.
L'assenza di scontri tra rivali di division potrebbe portare alla stabilità delle posizioni in classifica. Sarebbe uno dei pochi periodi in cui non ci troviamo ad annotare stravolgimenti nelle gerarchie di una AL West che ha nuovi protagonisti e sembra molto più incerta di quanto ce la aspettassimo.