Evgeni Malkin, inarrestabile in questi Play Off, in finale dovrà giocare meglio dell'anno scorso
Ventisei anni or sono, i New York Islanders, reduci da tre Stanley Cup consecutive, diedero una sonora lezione ai giovanissimi Edmonton Oilers, sconfiggendoli per quattro partite a zero nella finale. L'anno successivo, le stesse compagini si incrociarono di nuovo nel momento culminante della stagione. Ma questa volta, Mark Messier, Wayne Gretzky e compagnia, con un anno in più di esperienza, restituirono il favore, mandando a casa gli Islanders del mitico Al Arbour con un pesante 4 a 1, e fino al 1990 vinsero altre quattro coppe.
È possibile che a oltre un quarto di secolo di distanza si stia riproponendo la stessa trama? L'anno scorso, una franchigia formata da due autentici fuoriclasse, Sidney Crosby e Evgeni Malkin, cozzò contro l'esperienza di chi è abituato a vincere, di chi sa come comportarsi agli appuntamenti che contano, quando ci si gioca tutto. Quest'anno, la stessa franchigia, con un anno in più di esperienza, chiede la rivincita agli stessi rivali, che certo non hanno alcuna intenzione di abdicare.
È indubbio che i Pittsburgh Penguins si presentano con un atteggiamento molto diverso alla finale. Se dodici mesi or sono erano un gruppo talentuosissimo ma che tendeva a lasciarsi andare quando le cose non andavano per il verso giusto, ora hanno nello sguardo la consapevolezza di essere forti, di poter superare qualsiasi avversità . Questa evoluzione è simboleggiata dal capitano, Sidney Crosby, un tempo campione capriccioso e permaloso, oggi condottiero inarrestabile.
Lo stesso Evgeni Malkin pare cambiato. Se l'anno scorso scompariva non appena l'intensità , e quindi le botte, aumentavano, quest'anno, a parte un passaggio a vuoto nelle prime partite contro i Washington Capitals, è letteralmente devastante. Il centro russo sarà una delle chiavi della finalissima anche da un punto di vista contabile. Nella sfida ai Red Wings della stagione 2007-08 fu pressoché nullo, toccò a Marian Hossa, allora con i pinguini, supportare Crosby nella produzione offensiva. Quest'anno, con lo slovacco dall'altra parte della barricata, Malkin dovrà fare il Malkin.
I Penguins sono molto diversi anche sul piano tattico. Senza l'imponente presenza di Ryan Malone di fronte al portiere avversario, il nuovo allenatore Dan Bylsma ha optato per una manovra più avvolgente, con un notevole uso del cosiddetto tandem, lo scarico del disco da parte del centro a un'ala che arriva a rimorchio.
Ma la novità forse più importante è lo schieramento a soli undici attaccanti e a sette difensori, invece dei consueti dodici e sei, un'intuizione venuta a Bylsma per limitare i minuti di ghiaccio del convalescente Sergei Gonchar. In questo modo, dopo aver ruotato i primi tre terzetti di attaccanti, restano due ali, Miroslav Satan e Craig Adams, a turno integrate da uno dei centri delle prime tre linee, ossia Sidney Crosby, Evgeni Malkin e Jordan Staal. Quale altra squadra può vantare una quarta linea del genere?
Se i Pittsburgh Penguins sono più forti dello scorso anno, i Detroit Red Wings non sono certo più deboli, anzi. Il solo tassello degno di nota che manca dal mosaico dei Play Off 2007-08 è Dallas Drake e la sua carica agonistica. In compenso, però, c'è un Marian Hossa in più, e giovani come Darren Helm, Valtteri Filppula e Jonathan Ericsson sembrano già aver fatto il salto di qualità .
Dal profilo tattico la compagine di Mike Babcock non è cambiata di una virgola. Possesso del disco per sfiancare la difesa rivale, tre attaccanti - Tomas Holmstrà¶m, Dan Cleary e Johan Franzen - incubo di qualsiasi portiere per la loro capacità di parcheggiarsi nello slot e deviare ogni disco che transita da quelle parti.
Sarà determinante, piuttosto, lo stato fisico di Nicklas Lidstrà¶m e Pavel Datsyuk. Il difensore svedese dovrà vedersela con una delle prime due linee dei pinguini, verosimilmente quella di Crosby. È probabile, in questo senso, che si vada spesso allo scontro diretto tra le prime due linee d'attacco, quella di Henrik Zetterberg, Johan Franzen e Dan Cleary e quella di Pavel Datsyuk, Tomas Holmstrà¶m e Marian Hossa da un lato contro quella di Sidney Crosby, Bill Guerin e Chris Kunitz e quella di Evgeni Malkin, Ruslan Fedotenko e Maxime Talbot dall'altro. In alternativa, Dan Bylsma potrebbe decidere di sguinzagliare la linea di Jordan Staal, uno dei migliori centri difensivi del campionato, completata da Tyler Kennedy e Matt Cooke, contro uno dei migliori terzetti di Detroit. Comunque vada, sarà una sfida da non perdere.
In uno spot televisivo trasmesso dalle emittenti nordamericane all'inizio della stagione, una fotografia di Sidney Crosby e dei suoi compagni devastati dopo la decisiva sconfitta in Gara 6 dello scorso anno prendeva improvvisamente vita e il capitano dei Penguins spiegava quanto fosse dura arrivare fino a lì e poi vedere gli altri festeggiare. Lo spot terminava con Crosby che, tornato parte dell'istantanea, affermava: "Non farò mai più parte di questa fotografia". Saprà mantenere la promessa?