Il caratteristico calcio di Warren Spahn.
Una freddura che va per la maggiore negli States vuole che Satana si rivolga a Colui che comanda la baracca (quaggiù come lassù) e Lo sfidi ad un incontro di baseball. Il Signore lo avverte: “Non puoi vincere: su da Me ci sono Ruth, Gehrig, Wagner, Mathewson e tutti i migliori!”, ma Satana, con un sorriso, replica: “Sì, ma gli arbitri li ho tutti io!”.
Il 24 novembre il Grande Manager ha deciso di inserire nella Sua rotazione Warren Spahn, il lanciatore mancino più vincente della storia.
Con un caratteristico “calcio” alle stelle della gamba destra, Warren recapitava ai battitori avversari un repertorio di lanci che includeva anche la screwball; la sua fastball non era fulminante, ma possedeva un anch'essa una discreta quantità di movimento. Dotato di eccellente controllo, aveva inoltre perfezionato un ottimo movimento per cogliere i corridori avversari fuori dalla prima base.
Il suo esordio nel grande circo avvenne nel 1942, ma la sua carriera iniziò realmente solo nel '46. Prima Stengel, allora manager dei Boston Braves, lo rispedì nelle minors perché Warren si era rifiutato di lanciare addosso a Pee Wee Reese in un'amichevole (“il mio più grosso errore”, avrebbe poi detto Casey); poi gli Stati Uniti ebbero bisogno anche del suo apporto nel secondo conflitto mondiale (e Spahn si distinse anche con l'uniforme militare).
La prima delle sue 363 vittorie, che lo collocano alle spalle di Young, Johnson, Alexander, Mathewson e Galvin, arrivò all'età di 25 anni; le altre seguirono con un ritmo impressionante: in ben 13 stagioni Warren collezionò oltre 20 vittorie, eguagliando il record di Christy Mathewson e fu il più vincente in National League per otto volte.
Nel 1957, l'anno in cui i Braves (a Milwauke dal '53) si aggiudicarono le World Series, si aggiudicò la seconda edizione del Cy Young Award, che all'epoca veniva assegnato al miglior lanciatore in Major League.
La sua carriera si protrasse fino al 1965, unico anno in cui non indossò la casacca dei Braves. I suoi numeri dicono 2583 strikeouts in 5243 riprese e 2/3, 382 complete games e 63 shutouts sul monte e 35 fuoricampo nel box di battuta. L'ultimo anno, a New York, ritrovò Stengel e Warren sottolineò in seguito di aver giocato per Casey “prima e dopo che fosse un genio”.
Il nome di Spahn fu molto legato a quello di Johnny Sain, con il quale formava una delle migliori combinazioni destro/mancino della storia. I due erano la spina dorsale dei Braves che nel 1948 si aggiudicarono il pennant. L'efficacia del tandem portò Gerald Hern, editore del Boston Post, a comporre i versi “First we'll use Spahn, then we'll use Sain, Then an off day, followed by rain. Back will come Spahn, followed by Sain, And followed, we hope, by two days of rain.”; che poi furono adottati dai supporters nelle forma contratta di “Spahn and Sain and pray for rain”.
Le World Series del '48 se le aggiudicarono gli Indians, che in pedana schieravano Lemon e Feller; Spahn e Sain registrarono una vittoria ed una sconfitta a testa.
I Braves ebbero maggior fortuna nel 1957: Warren fece ancora 1 a 1, ma Lew Burdette nascose la palla agli Yankees per tre formidabili complete games.
L'anno successivo gli Yankees si presero la rivincita: Spahn si aggiudicò due incontri e ne perse uno; Burdette, dopo un'ulteriore vittoria in gara-1 fu decifrato dai NewYorkesi che rimontarono la serie da uno svantaggio di 3 a 1.
A 39 e 40 anni di età , Spahn riuscì anche nell'impresa di lanciare due no-hitters; a 42 era ancora in grado di reggere 16 riprese, in una drammatica sfida persa con Juan Marichal per mano di Willie Mays. Lo stesso Willie Mays che mise a segno la sua prima valida in carriera, un home run, proprio contro Warren: “Era qualcosa come 0 su 21 la prima volta che lo incontrai. La sua prima valida in Major League fu un homer su di me e non me lo perdonerò mai. Ci saremmo potuti sbarazzare di Willie per sempre se solo lo avessi messo strikeout.”
Nonostante le convinzioni di Stan Musial (“Non credo che Spahn entrerà mai nella Hall of Fame. Non smetterà mai di lanciare.”), Warren fu indotto nel tempio del baseball nel suo primo anno di eleggibilità (il 1973), ottenendo oltre l'82% dei voti disponibili.
A 59 anni era ancora capace di lanciare la sua screwball ad un incredulo Hank Aaron, ritiratosi da re dei fuoricampo, durante una sorta di Home Run Derby.
Il Grande Manager avrà a disposizione anche un nuovo esterno sinistro, battitore di contatto e dotato di impressionante velocità . E' infatti venuto a mancare anche Bubba Hyde, che per oltre un ventennio calcò i diamanti delle Negro Leagues. Bubba inseguiva le lunghe volate come nessun altro, ed era apprezzatissimo da “Double Duty” Radcliffe, che lo portò con sè nelle diverse squadre che diresse. Fu anche vicino all'ingresso in Major League nel 1950, ma abbandonò l'opportunità per restare vicino alla moglie partoriente.
La più grande macchia del baseball è di aver a lungo relegato ad un campionato minore alcuni dei suoi migliori giocatori. Il minimo che si possa fare è evitare che le stelle che mai brillarono nelle Big Leagues siano dimenticate.
Pertanto, insieme a Warren Spahn, salutiamo anche Bubba Hyde.