E' arrivata finalmente l'ora della rivincita per i Blue Devils
Se la finale di ieri sera era, tra le altre cose, una sfida tra la squadra che tutti volevano veder vincere, e quella che tutti amano odiare, poco ma sicuro ci saranno molti delusi in giro per l'America e non solo. Come infatti ormai tutti sapranno, è Duke ad aver vinto il titolo NCAA 2010, al termine di una finale bella ed emozionante, decisa solo all'ultimo tiro (sbagliato).
Era da quattro anni che i Blue Devils non raggiungevano le Final Four, e da nove anni che non vincevano il titolo: un'eternità per uno dei programmi cestistici più importanti d'America. Questi scarsi risultati, avevano anche portato a criticare l'intoccabile coach Krzyzewski, accusato da alcuni di aver un po' perso il controllo del suo programma universitario per concentrarsi sul suo impegno come head coach di Team USA.
In realtà , come ha detto lui stesso, è l'intero sistema del college basketball ad essere cambiato negli ultimi anni, non rendendo più possibile una programmazione sul lungo periodo: "Non conosco nessun allenatore che può fare dei piani, anno dopo anno. Si fa reclutamento, cercando di avere i giocatori migliori e alla fine dell'anno vedi a che punto sei, chi c'è, chi si laurea e chi si trasferisce".
Proprio in questo contesto di cambiamento della struttura del college basket s'inserisce una squadra come quella di quest'anno, con alcuni giocatori che hanno vissuto in pieno le difficoltà di Duke negli ultimi Tornei NCAA: avere un nucleo solido a volte può essere tanto importante come avere una stella.
Ma alla fine, come ha dimostrato perfettamente la partita di ieri, tutti i discorsi e i ragionamenti potrebbero venire ribaltati da un tiro: se Gordon Hayward avesse segnato il tiro della vittoria per la sua Butler, staremmo qui a parlare di un'altra squadra come vincitrice del titolo, altrettanto meritevole, perché erano anni che non si vedeva una finale NCAA così bella ed emozionante.
Ed invece è Duke a vincere il titolo, non male per una squadra che già prima di iniziare il Torneo aveva ricevuto critiche: era secondo molti la più debole delle quattro numero uno, ma anche quella che aveva probabilmente avuto il sorteggio migliore. In molti (anche lo stesso coach K) credevano che fosse una buona squadra, ma non fantastica, non grande, semplicemente buona.
Erano considerati una squadra organizzata, disciplinata, che difende bene, va a rimbalzo bene ed attacca bene, ma pareva mancarle, almeno nella considerazione generale, quel qualcosa in più che di solito caratterizza le squadre di coach K, quel giocatore speciale che fa sembrare tutto il resto più splendente.
In questa Final Four, il ruolo del giocatore speciale è decisamente appartenuto a Kyle Singler, votato come Most Outstanding Player: e dire che ad Indianapolis era arrivato con un 0/10 al tiro nella finale del Regional contro Baylor, percentuale che non lasciava proprio sperare per il meglio.
E invece, nelle due gare giocate ad Indianapolis, ha realizzato rispettivamente 21 e 19 punti (segnando l'ultimo canestro dal campo dei suoi, che in seguito hanno realizzato solo tre liberi), ritrovando la sua precisione proprio nel momento più importante della stagione: "La palla semplicemente entrava, in queste due partite. Ma l'importante non era che io tirassi o meno, ma che tutta la squadra andasse al meglio: avevamo bisogno dell'aiuto di tutti per arrivare dove siamo".
Ma molti, a fine gara, più che parlare di Singler, Scheyer o Smith che, a livello di talento meriterebbero le prime pagine, molti, dicevamo, sono andati a fine partita a parlare di Brian Zoubek, in un certo senso la storia emblematica di questi Blue Devils. Un senior che, in ogni caso, ieri sera avrebbe giocato la sua ultima partita di college, e che ha vissuto le ultime difficili stagioni di Duke, rendendole ancora peggiori a livello personale con la doppia rottura, a pochi mesi di distanza, dello stesso piede prima e durante il suo anno da sophmore.
Ma la vittoria di ieri sera ha riscattato tutte le delusioni: "E' bellissimo far parte di una squadra che ha vinto il titolo nazionale ma per me, aver provato che posso giocare a questo livello e che ero in quintetto per una squadra che ha vinto il titolo, questa sì che è una sensazione fantastica".
E' stato anche fondamentale nelle ultime azioni della finale, come proprio coach Mike Krzyzewski, a fine gara, mette in risalto, prendendolo ad esempio per tutta la squadra, riferendosi non solo alla partita di ieri sera, ma a tutta la stagione: "Zoubs con la sua difesa, i suoi aggiustamenti, e i rimbalzi, è stato fondamentale. E sono giocate tipicamente sue, è lui che ha alzato il livello di tutta la squadra in queste ultime sei/sette settimane, quando avevamo la possibilità di vincere un titolo nazionale".
Il prossimo anno non ci sarà lui, come neanche gli altri senior Jon Scheyer e Lance Thomas a difendere il tiolo per la loro Duke: ma ad accompagnare i vecchi ed i nuovi Blue Devils, ci sarà la sicurezza che alla fine, nonostante le difficoltà e gli anni bui, Duke è sempre Duke, la squadra che molti amano odiare, ma anche quella che vince i titoli.