Smith, Thomas e Zoubek festeggiano la vittoria contro West Virginia
Già alla vigilia, anche solo a leggere i nomi delle quattro squadre arrivate alle Final Four, ce n'era che si faceva notare più delle altre. Duke, infatti, è arrivata da gran favorita per vincere il titolo, forte di un pedigree che le altere tre potevano solo sognare: ma il fatto di essere favoriti non è garanzia di vittoria, in particolare in un Torneo NCA come quello di quest'anno, dove la maggior parte delle gerarchie sono state ribaltate senza troppe cerimonie, come dimostra in particolare Butler, futura avversaria dei Blue Devils.
Almeno nella prima partita della sua Final Four, Duke non ha assolutamente deluso i suoi fan, distruggendo West Virginia con il punteggio di 78-57. Grazie a questa vittoria, coach Mike Krzyzewski riporta i suoi in finale per la prima volta dopo nove anni (quando la squadra guidata da Shane Battier vinse il titolo), chiudendo un periodo decisamente nero per uno dei programmi più importanti e vincenti del college basket.
Tornando a ieri notte, West Virginia ha avuto ben poche possibilità , al termine di un Torneo NCAA che lascia rimpianti se non altro per gli infortuni di giocatori fondamentali avvenuti nel momento più importante della stagione: con già il playmaker titolare fuori dai giochi da varie partite, coach Bob Huggins ha visto le sue chance di arrivare in finale dissolversi mentre Da'Sean Butler cadeva al suolo.
A otto minuti e cinquantanove secondi dalla fine, infatti, il miglior giocatore dei Mountaneers, ricadendo da un salto, si è distorto il ginocchio, chiudendo di fatto (con dieci punti nella semifinale) una stagione comunque fantastica per lui, vera forza trainante di West Virginia. Non che West Virginia abbia mai dato davvero l'impressione di poter vincere la semifinale contro Duke, ma di sicuro le poche speranze che ancora aveva, si sono infrante in quel momento.
E i Mountaneers, che sono arrivati fino a questo punto grazie alla loro difesa (nelle ultime sette gare, nessun avversario aveva segnato più di sessantotto punti), si sono visti demoliti da un attacco a tre teste di Duke. Anche Bob Huggins, alla fine, fa i complimenti agli avversari: "Hanno giocato bene, molto bene. Ho visto un sacco di registrazioni delle loro gare e non li ho mai visti giocare così bene".
La vittoria va quindi ad un'atipica Duke, atipica quantomeno per gli standard della casa che, di solito, riesce sempre a proporre un giocatore di spicco, una futura scelta di lotteria. Quest'anno, invece, i Blue Devils si presentano con una squadra equilibrata, senza una stella ma forse, per questo, meno a rischio contro le varie Cenerentole del Torneo, perché meno dipendente da un singolo giocatore.
Jon Scheyer (23 punti), Kyle Singler (21) e Nolan Smith (19) sono il trio che ha portato i Blue Devils ad un passo dal paradiso: sono stati loro tre, infatti, ad aver segnato ben sessantatre dei settantotto punti della squadra, tirando con un notevole 12/23 da tre punti e facendosi beffe di una delle migliori difese della nazione.
Ma il lavoro fatto in attacco da questi tre, non deve far dimenticare quello meno visibile ma ugualmente importante realizzato sotto i tabelloni da Lance Zoubek, come dice anche il suo coach: "Zoubek è stato fondamentale sotto i tabelloni, alcuni dei suoi ribalzi offensivi si sono trasformati in giocate importantissime per noi".
E proprio il centro di Duke, un senior che ha visto gli ultimi quattro, difficili, Tornei giocati dai Blue Devils, che si prende una bella soddisfazione con questa vittoria: "Vuol dire tutto, è il culmine di quattro anni per me: avere una possibilità di vincere il titolo nel mio ultimo anno, dopo quello che abbiamo passato, è un sogno che si avvera".
Anche se la storia più emozionante, per i Blue Devils, è quella di Nolan Smith: la Final Four si gioca d Indianapolis, la stessa città nella quale suo padre Derek (morto poi a trentaquattro anni, quando il figlio ne aveva solo otto), nel 1980 con Louisville, vinse il titolo. Ma Smith cerca di non perdere la concentrazione su quello che è il suo obiettivo: "Ci ho pensato, ma giocherò per me stesso e per Duke, lasciando a mia madre tutti i pensieri riguardanti mio padre".
Ora non bisogna abbassare la guardia, perché manca ancora una partita e Butler, anche secondo coach K, non è avversario da sottovalutare e, decisamente, non può più essere considerata una sorpresa: "Penso che siano una delle migliori squadre del paese. Nono sono una vera Cenerentola, lo sarebbero se avessero perso otto nove partite e avessero fatto alcuni risultati a sorpresa, ma loro hanno battuto Syracuse, Michigan State e Kansas State".
Butler, infatti, arriva sulle ali di una striscia vincente di venticinque partite, e con la simpatia di tutto il pubblico a loro favore. Ma i Blue Devils sono abituati ad essere i più odiati, e non potranno farsi condizionare. Perché lunedì, si gioca per il titolo.