Ci siamo, Final Four NCAA, l'evento che dopo il Super Bowl ha maggiore presa sul pubblico a stelle e strisce. Da sabato a lunedì non si parlerà d'altro negli USA, a maggior ragione alla luce di uno dei tornei più belli e sorprendenti di sempre.
Sabato notte nella seconda partita in programma ad Indianapolis si scontrano due team molto solidi e ben allenati, Duke e West Virginia. Il precedente tra i due team è relativamente recente e risale al 2008 quanto i Mountaineers eliminarono i Blue Devils al secondo round del torneo.
Per Duke è un ritorno ai fasti che avevano contraddistinto il programma agli inizi degli anni novanta, in calo nell'ultimo lustro dopo la deludente sconfitta in semifinale contro UConn del 2004.
Per West Virginia invece questa partecipazione ha un sapore antico, guidati dal figliol prodigo Huggins, i Mountaineers hanno infatti raggiunto la Final Four per la prima volta dal 1959, quando un certo Jerry West giocava in maglia gialloblu.
La sfida si presenta molto complessa ed articolata, con tantissime variabili ad influire sul risultato finale. Quindi per cercare di analizzarla vediamo di considerare alcuni punti fondamentali su cui verterà questo scontro.
Attacco
DUKE
L'attacco dei Blue Devils è sulle spalle dei big 3 Scheyer, Singler e Smith che da soli segnano infatti più dell'80% dei punti della squadra, spesso con soluzioni oltre l'arco dei tre punti. Per quanto concerne la frontline Zoubek, Thomas, e i fratelli Plumlee non hanno mani dolcissime ma offrono un solidissimo contributo a rimbalzo offensivo, permettendo di convertire un consistente numero di seconde opportunità in punti a tabellone.
Contro Baylor si è vista la capacità di Duke di attaccare la 1-3-1 sfruttando la capacità di passaggio dei propri lunghi dal centro dell'area, inoltre la circolazione di palla dei Blue Devils è sempre molto fluida, il che permette ai tre terminali offensivi di trovare spesso soluzioni pulite dall'arco dei tre punti.
Negli ultimi incontri Scheyer si è sbloccato nelle percentuali dopo una difficile conclusione di stagione regolare, Smith invece è reduce dal career high proprio contro Baylor. Per evitare una eccessiva dipendenza dalle percentuali dall'arco è indispensabile per Duke che contro West Virginia Singler riesca ad attaccare il canestro con continuità , magari guadagnandosi anche dei viaggi in lunetta.
WEST VIRGINIA
I Mountaineers sono un team molto atletico e ben dotato fisicamente, che latita però di una frontline nel senso lato del termine, sopratutto per quanto concerne centimetri e stazza. Il leader carismatico ed offensivo è sicuramente Butler, buon tiratore dall'arco e vero ago della bilancia degli equilibri offensivi di West Virginia.
Il miglior tiratore sugli scarichi è Jones, ala atletica e ben dotata fisicamente, mentre a rimbalzo offensivo Ebanks aiuta a sopperire con l'atletismo la mancanza di stazza dei lunghi gialloblu.
Contro Kentucky i Mountaineers hanno tirato da tre con percentuali incredibili e se dovessero ripetersi anche sabato renderebbero la vita davvero difficile ai ragazzi di coach K. Nell'ottica della sfida con Duke sicuramente Ebanks avrà un ruolo molto importante essendo, per caratteristiche fisiche e tecniche, l'accoppiamento difensivo più difficile per i bianco blu.
Difesa
DUKE
Duke difende prevalentemente a uomo, facendo un ottimo lavoro soprattutto sui pick and roll, con continui ed efficaci cambi sui blocchi. Grazie alla stazza della frontline i Blue Devils riescono ad occupare efficacemente l'area, limitando i pericoli delle penetrazioni dei piccoli avversari, tuttavia soffrono contro lunghi atletici e mobili, chiedere a Udoh per informazioni.
Sugli esterni il miglior difensore è sicuramente Nolan Smith che probabilmente prenderà in carica Butler nella sfida di sabato, Scheyer invece pur essendo dotato di una buona struttura fisica e di un'intelligenza cestistica superiore alla media è troppo lento di piedi per poter stare al passo degli esterni avversari più pericolosi.
Indipendentemente dai singoli accoppiamenti Duke è comunque un team dalla forte connotazione difensiva, in grado di vincere le partite soprattutto partendo dalla propria metà campo.
WEST VIRGINIA
West Virginia ha preso lo scalpo di Kentucky soprattutto grazie alla difesa 1-3-1 che ha mandato in confusione il team di Calipari, troppo inesperto e incapace di trovare il bandolo della matassa.
Huggins può contare su un nutrito gruppo di giocatori dallo spiccato atletismo e dall'ampia apertura alare, perfetti per la difesa a zona, soprattutto per quanto concerne l'ostacolo delle linee di passaggio avversarie. Ebanks è il miglior difensore individuale, alto, atletico, forte fisicamente e molto mobile è in grado di marcare avversari anche molto più piccoli. Probabilmente, nell'ottica della sfida con Duke a Ebanks sarà assegnata la marcatura di Singler, uno degli uomini chiave dell'attacco dei blue devils.
Panchina
DUKE
Il roster dei Blue Devils è profondo per quanto riguarda la frontline, dove dietro agli starter Zoubek e Thomas entrano e trovano spazio i fratelli Plumlee, fondamentali nella vittoria contro Baylor quando Zoubek ha avuto problemi di falli. Il freshman Kelly invece, pur avendo partecipato attivamente alle rotazioni durante la regular season è apparso troppo acerbo ed inesperto per questo livello di competizione.
Per gli esterni le rotazioni sono invece sensibilmente più corte con il freshman Andre Dawkins parso in recupero nel finale di stagione, dopo la terribile tragedia famigliare che lo ha colpito. Pur potendo giostrare con una discreta flessibilità gli assetti del team, coach K ha assolutamente bisogno che Smith e Scheyer si tengano lontano da problemi di falli vista appunto la scarsità di alternative nel backcourt.
WEST VIRGINIA
Le rotazioni dei Mountaineers sono piuttosto ampie e complete in tutti i ruoli, specie dopo il termine della squalifica al turco Kilicli che porta un contributo di fisicità ed energia sotto le plance. Se l'infortunato Bryant riprenderà il proprio posto in quintetto, dalla panchina partiranno per i ruoli perimetrali Mitchell e Peppers oltre all'eroe della partita contro Kentucky Mazzulla.
Per il ruolo di ala anche John Flowers porta sempre un contributo consistente portando la rotazione degli uomini di Huggins a ben 10 effettivi. Questo aspetto potrà risultare determinante nella sfida contro Duke che ha a disposizione delle rotazioni sensibilmente più corte soprattutto tra gli esterni.
Coach
DUKE
Michael "Mike" Krzyzewski, divenuto semplicemente coach K col crescere della sua leggenda è uno dei santoni del college basket, nonchè l'attuale allenatore della nazionale USA di pallacanestro. Figlio di immigrati polacchi trasferitisi in Pennsylvania ha giocato a pallacanestro al college ad Army, guidando i suoi compagni ad una partecipazione al NIT e allenato da quel Bobby Knight che coach K considera suo maestro.
Dopo aver servito nell'esercito per 5 anni, Krzyewsky ritorna come capo allenatore alla sua alma mater e la guida per qualche stagione con discreti risultati fino alla chiamata di Duke nel 1980. Da lì finisce la storia ed inizia il mito di un allenatore tra i più vincenti della storia del gioco e artefice della dinastia in bianco blu che ha segnato l'NCAA dai primi anni '90 fino al 2004.
Grande formatore, fine gestore di gruppi e psicologo, come ogni grande uomo di sport è stato protagonista di grandi vittorie e di grandi sconfitte, soprattutto contro l'arcirivale Jim Calhoun. Dopo 6 anni di delusioni, figlie forse anche del proliferare del fenomeno del "one and done", ha riportato un gruppo esperto e meno ricco di talento che in passato all'atto finale, dove certamente ha grandi possibilità di recitare un ruolo da protagonista.
WEST VIRGINIA
Bob Huggins è un figliol prodigo, originario proprio di Morgantown si trasferì giovanissimo in Ohio, dove mosse i primi passi come cestista fino al primo anno di Università con la maglia di Ohio University.
Dopo l'anno da freshman tornò a casa in West Virgina dove indossò la casacca dei Mountaineers per le successive tre stagioni e, dopo essere stato scartato dai 76ers, mosse i primi passi come assistente allenatore.
Nel 1989 la grande occasione con l'approdo a Cincinnati, programma universitario che aveva goduto di grandi fasti in passato ma che viveva un periodo di mediocrità . Dopo 16 anni, nel 2005 Huggins lasciò Cincinnati dopo averla condotta ad una Final Four e a 15 apparizioni al torneo. Se ne andò con la fama di grande reclutatore, avendo allenato giocatori del calibro di Nick Van Exel, Kenyon Martin, Steve Logan, ma con la macchia dello scarso risultato accademico e comportamentale ottenuto dai suoi giocatori.
Il suo addio non fu senza polemiche, anche per gli strascichi extra cestistici che portarono alle sua partenza dall'ateneo dell'Ohio.
Nel 2006, dopo un anno sabbatico accettò l'offerta di Kansas State, ingaggiando subito Frank Martin come primo assistente e reclutando giocatori del calibro di Beasley, Pullen e Sutton, tanto da far considerare la classe 2007 dei wildcats come il miglior recruiting della nazione.
Nel 2007 arrivò l'offerta dalla sua alma mater, e dopo solo tre stagioni la sua mano si è già vista, con i mountaneers alla vittoria del torneo della Big east e alle Final Four dopo 51 anni dalla loro ultima apparizione.
Duke e West Virginia, due programmi in salute condotti da due tra i migliori allenatori sulla piazza, ACC contro Big East, solidità contro atletismo, comunque vada sarà uno spettacolo perchè a marzo (anche se in realtà la partita è il 3 aprile) il college basket rappresenta quanto di meglio si possa vedere su un parquet, stay tuned!