Butler alle Final Four !
La finale del West Regional di Salt Lake City ci offriva uno scontro che nessuno poteva prevedere nei pronostici prestagionali, da una parte la sorpresa Kansas State, dall'altra l'eterna underdog Butler, scopertasi finalmente grande con lo sbocciare di questi fiori di Marzo.
Marzo, il mese pazzerello per eccellenza ormai fa rima con March Madness, college basket, terreno fertile per grandi imprese sportive ed eroi occasionali. Un torneo così ricco di sorprese come quello del 2010 non si ricordava però da molto tempo, e questa finale del West Regional di Salt Lake City non ha fatto altro che confermare questa tendenza.
Infatti a prendere le valige per Indianapolis, e quindi sostanzialmente per tornare a casa, saranno i Butler Bulldogs, un team delle mid-major ormai da qualche anno sulla cresta dell'onda ma che in questa stagione ha stupito l'America regalandosi l'opportunità di lottare per il titolo nazionale.
Butler ha portato a casa una partita brutta, ma fantastica per i contenuti tecnici e tattici mostrati, da veri appassionati del college basket e puristi del gioco.
Primi 5 minuti di studio, con Butler a fare il proprio gioco basato sul ritmo controllato e una difesa a uomo asfissiante con continui cambi sui blocchi. Kansas State si affida maggiormente alla frontline, con Pullen a limitarsi a contenere Mack sul versante difensivo, un leggero infortunio alla caviglia affligge Clemente rischiando di limitarne la mobilità .
Butler continua a mostrare un clinic sulla difesa individuale, mettendo in serissima difficoltà i Wildcats che rimangono a galla solo grazie al contributo del pacchetto lunghi da entrambi i lati del campo, in particolare Kelly e il freshman Judge .
Il piano tattico dei Bulldogs rimane sempre immutato e gli uomini di coach Stevens continuano a colpire con ottime percentuali dall'arco, dal lato Wildcats appare palese come la vittoria passerà inevitabilmente dal risveglio di Pullen e Clemente sul versante offensivo.
Le palle perse di Kansas State vengono regolarmente trasformate in canestri dai Bulldogs che si portano sul 20-10 con circa 6 minuti da giocare. Per i Wildcats è Kelly il primo a reagire e da solo porta un mini-parziale di 4-0 il proprio team a contatto con circa 3 minuti sul cronometro.
Butler continua a punire sistematicamente ogni palla persa di Kansas State, Hayward fa una magia che resterà negli highlights di questa stagione e i Bulldogs si ritrovano in vantaggio 27-20 all'intervallo. Dalla parte dei Wildcats Kelly canta e porta la croce, segnando 12 dei 20 punti dei suoi. Clemente e Pullen fanno segnare rispettivamente 2 e 0 punti sul tabellino, con l'abulia dei leader offensivi in viola dovuta, più che a scarse percentuali dal campo, ad una eccezionale marcatura portata dai difensori diretti.
Secondo tempo, le parole di Martin nello spogliatoio sembrano colpire il segno, Clemente si sveglia e piazza un parziale di 4-0, i Wildcats ritornano a contatto e partita riaperta.
Pullen continua a litigare col ferro, Hayward mostra tutto il suo arsenale ad entrambi i lati del campo e Butler tenta nuovamente la fuga portandosi sul 34-26 con 15 minuti da giocare. Kansas State prova disperatamente il recupero, trascinata dal risveglio dei propri leader offensivi, ma Butler è cinica e risponde colpo su colpo, con un attacco bilanciato e una selezione quasi chirurgica dei tiri, 49-39 con 7 minuti da giocare.
A quel punto scatta qualcosa nella testa dei Wildcats, Kansas State semplicemente si rifiuta di perdere e Pullen e Clemente piazzano un terrificante 13-2 con l'inerzia del match che si colora di viola. Butler si conferma peròteam solidissimo anche sotto il profilo mentale, continuando a difendere con grandissima intensità e non perdendo mai la testa, due magie di Mack e Hayward, 60-54 con un minuto da giocare. Nei possessi decisivi Kansas State non è lucida, perde per ben 4 volte il pallone e consegna la storica vittoria 63-54 ai Bulldogs.
Impressionante la prova di Hayward per la costanza e la completezza mostrata su entrambi i lati del campo, davvero un'eminenza grigia del gioco destinata a palcoscenici importanti. Butler dimostra ancora una volta la capacità di far giocare male i propri avversari, sfiancandoli e finendoli pian piano.
Il condottiero e responsabile di questo fenomeno cestistico è Brad Stevens, giovane e talentuoso coach che ha costruito una macchina difensiva ai limiti della perfezione.
Grosso rammarico in casa Kansas State per una grandissima occasione sfumata, i Wildcats non si sono mai arresi ma sembrano aver pagato la fatica della maratona da due overtime contro Xavier. Pullen e Clemente giocano una partita dai due volti, impalpabile nel primo tempo, di grande cuore e sostanza nel secondo. Le due stelle di Butler vincono però nettamente il confronto, lanciando i Bulldogs verso una storica Final Four da giocare in casa.
A questo punto può accadere di tutto ad Indianapolis, e se Butler dovesse vincere il titolo avremmo assistito ad un'impresa paragonabile forse a quella della Villanova di Rollie Massimino nel 1985.