E' ancora Butler ad essere decisivo per West Virginia. Prossimo avversario, gli Huskies
E chi li ferma più, questi Huskies? Altro che una numero undici, Washington sta giocando come una squadra di livello decisamente superiore, eliminando, dopo Marquette (numero 6), anche una New Mexico (numero 3) che è parsa essere, in questo Torneo, molto fumo e pochissimo arrosto.
I Lobos, infatti, hanno confermato di essere arrivati con un rendimento in discesa al momento più importante della stagione, al contrario dei loro avversari: fino ad una settimana fa erano ottavi nel ranking nazionale, con una striscia di quindici vittorie consecutive. Il momento nero però è iniziato, prima con la sconfitta nella finale della Mountain West Conference, e poi con queste due gare nel Torneo, una faticosissima vittoria contro Montana, e questa sconfitta contro Washington.
Nona vittoria consecutiva per Washington (82-64), dunque, arrivata carichissima, dopo al vittoria nella Pac-10, al torneo NCAA: anche in questa partita sono riusciti ad imporre il loro stile di gioco, a ritmo altissimo, contro degli avversari che sapevano avrebbero avuto dei problemi, come ha poi detto Thomas: "Sapevamo che hanno sette giocatori che sarebbero stati stanchi e, alla fine della gara, esausti. Noi abbiamo un sacco di giocatori che amano correre, e siamo stati bravi a fare correre pure loro".
New Mexico, pur entrando nella gara sapendo perfettamente di dover rallentare il ritmo degli Huskies, se voleva avere una possibilità , non è riuscita ad avere ragione dei suoi avversari. Avversari che, come dice anche il coach di New Mexico Steve Alford: "Sono davvero una buona squadra di basket, che sta giocando molto bene. Hanno vinto nove partite di fila, Lorenzo Romar li sta facendo giocare ad alto livello. Fa un po' paura, ed è quello in cui ci siamo imbattuti oggi: è difficile lottare contro di loro".
Meno sportivo del suo allenatore è stato Hobson, limitato (chiude con 11 punti, 9 rimbalzi e 5/11 dal campo) nella gara dall'infortunio al polso subito nella partita del primo turno contro Montana, che sembra liquidare la vittoria degli avversari come un avvenimento fortunato: "Stasera hanno giocato la migliore gara della loro vita, non sono neanche così forti. Hanno semplicemente giocato bene stasera, noi non eravamo pronti, e loro ci hanno battuti".
La realtà è che gli Huskies si sono dimostrati superiori, in particolare con i soliti Quincy Pondexter e Isaiah Thomas, rispettivamente a quota diciotto e quindici punti. Ed è proprio Pondexter a non sorprendersi di questo momento d'oro di Washington, avendolo predetto nel momento più duro della stagione degli Huskies: "Quando a gennaio continuavo a dire di non spaventarsi, c'era una ragione. Avevamo ancora un sacco di tempo per metterci a posto ed iniziare una striscia come questa".
Chissà se Pondexter può prevedere anche come finirà la sfida della prossima settimana contro West Virginia (quinta volta alle Sweet Sixteen, l'ultima nel 2008) che ha sconfitto Missouri nella gara giocata ieri notte.
Missouri, il cui stile, fatto di difesa dura, pressing a tutto campo e contropiede, è stato definitivo come "I quaranta minuti più veloci del basket", si è trovata, per meriti degli avversari e per le sue pessime percentuali di tiro, in seria difficoltà contro West Virginia,.
A fine gara Keith Ramsey ha, infatti, detto: "E' difficile vincere quando alcuni tirano con 2/9 o 3/8 nella gara. E' dura e frustrante: se quei tiri fossero entrati, probabilmente ora staremmo parlando della nostra vittoria". Infatti, con 20/61 dal campo (32%) e 12/20 dalla lunetta, le possibilità di vittoria non solo di Missouri, ma di qualsiasi squadra in una partita di basket, sono ridotte all'osso e in mano alla difesa.
Ma se poi gli avversari hanno anche dimostrato di saper gestire bene la palla (10 perse alla fine), non soffrendo particolarmente la famosa difesa di Mizzou (prima nella nazione per recuperi e palla perse forzate), allora è chiaro come i ragazzi di coach Mike Anderson avessero, ieri sera, poche speranze.
West Virgnia ha trovato, ancora una volta, una grandissima prova di Da'Sean Butler, che ha raccolto complimenti, a fine partita, sia dagli avversari, come J.T. Tiller ("E' salito di livello ed ha messo il suo marchio sulla partita"), che dai compagni di squadra, come Darryl Bryant ("E' l'Uomo Magico, arriva quando abbiamo bisogno di lui. Questa è l'unica cosa che conta").
Ma che cos'ha fatto, Butler, per meritarsi tutte queste lodi? Intanto ha chiuso con ventotto punti, risultato non da poco, ma soprattutto li ha segnati quando la squadra ne aveva più bisogno, segnatamente nella prima metà di gara. Nei primi venti minuti, infatti, ha realizzato diciotto dei trenta punti totali dei suoi, dando vita ad un attacco che faticava a trovare spazi.
Ora sarà lui a dover guidare i propri compagni, campioni della Big East, ad un'altra vittoria, la settimana prossima a Syracuse nelle Sweet Sixteen, contro i carichissimi Huskies.
Appuntamento al prossimo weekend.