I Big Red festeggiano un'altra grande vittoria
I ragazzi di Kentucky, prima della loro gara sabato sera, stavano guardando quella di Kansas, vedendo i grandi favoriti Jayhawks perdere contro Northern Iowa: Calipari ha poi fatto spegnere i televisori, perché era importante concentrarsi nella loro partita, quella contro Wake Forest, ma pare che il messaggio sia arrivato comunque. Mai sottovalutare gli avversari, arrivando sempre pronti, soprattutto mentalmente, alle partite.
E allora i Wildcats, una volta scesi in campo, hanno preso il loro compito molto seriamente, sembrando sempre di più la squadra da battere quest'anno, soprattutto viste le prime due partite del Torneo, vinte con uno scarto medio di 29.5 punti.
La ricetta per continuare così, secondo Calipari, è molto semplice: "Si divertono in campo, è quello che vogliamo. Finché continueranno a farlo, e a giocare più duro degli avversari, non avremo problemi". Alla fine i Wildcats incassano anche i complimenti di Dino Gaudio, il coach avversario: "Sono nella ACC da dieci anni, e questa squadra è tanto forte quanto le migliori che ho visto in questi anni".
Per Wake Forest non c'è stata speranza, nonostante ci fosse Chris Paul, ex Demon Deacons ed attuale playmaker dei New Orleans Hornets, sugli spalti a tifare. I Demon Deacons, in pratica, sono rimasti a contatto per pochi minuti, iniziando a subire immediatamente i parziali dei loro avversari, che parevano scappare da tutte le parti. Forse Wake Forest ha pagato la stanchezza accumulata dopo la partita di giovedì sera contro Texas, finita all'ultimo tiro dopo un supplementare, o forse erano semplicemente inferiori ai loro avversari.
Si conferma quindi la statistica negativa di Wake Forest contro Kentucky, con i Wildcats che hanno vinto tutti gli ultimi quattro scontri tra le due squadre (due al Torneo NCCA) di venti punti. Ma Kentucky aveva, veramente, la partita sotto controllo, dominando sotto ogni punto di vista: ha segnato cinquantadue punti in area, ha tirato con il 60% ed ha anche vinto la battaglia a rimbalzo (42-34).
La forza di questi Wildcats pare essere, tra le altre, la capacità di dividersi le responsabilità , come dimostra il fatto che pur in una partita del genere, nessuno si metta specialmente in evidenza. Quattro sono, in particolare, gli uomini in doppia cifra: Wall (14 e 7 assist), Miller (20 di cui 16 nel primo tempo e 9 rimbalzi), Cousins (19 con 9/10 dal campo e 8 rimbalzi) e Bledsoe (13 punti).
Di sicuro nessuno, nel torneo, invidia in questo momento Cornell, che avrà il piacere/dispiacere di incontrare i Wildcats nelle Sweet Sixteen: i Big Red, comunque, hanno dimostrato in questo torneo di non avere timori reverenziali, eliminando prima Temple e poi Wisconsin, rispettivamente numero 5 e 4 del seed ed avanzando così alle Sweet Sixteen, risultato che in trent'anni non è mai riuscito ad una squadra della Ivy League.
La vittoria con Wisconsin è stata netta, senza speranze per i Badgers che hanno sofferto, inaspettatamente, proprio in quella che è la loro fase del gioco preferita: la difesa. Basta vedere le cifre (oltre al risultato finale) per capire che Wisconsin non ha avuto molte speranze: Cornell, infatti, ha tirato con il 61% dal campo ed il 53% da tre punti.
Con queste cifre, ed un ritmo di gara decisamente superiore rispetto agli avversari, era difficile per i Big Red farsi scappare la vittoria. Ed infatti, dopo cinque minuti di gara, avevano già costruito un vantaggio (16-4) che poi hanno gestito ed aumentato nel corso della gara, chiudendo con quattro uomini in doppia cifra (Wittman, Foote, Dale e Wroblewski) e uno a quota nove (Jaques).
Wisconsin torna a casa delusa, come dice Jordan Taylor: "E' sempre dura chiudere la stagione in questo modo, pensavamo di riuscire ad andare un po' più avanti". Ed invece, per la quarta volta negli ultimi cinque anni, i Badgers non riescono a ad andare oltre il secondo turno.
Le preoccupazioni di Cornell, invece, sono tutte diverse in questo momento: in primo luogo, festeggiare il risultato, probabilmente alla Dog Pound, la casa nella quale vivono tredici giocatori e un team manager; in secondo luogo, prepararsi per la gara con Kentucky, dove partiranno ancora una volta da sfavoriti (sono la squadra con il seed più basso a qualificarsi per le Sweet Sixteen quest'anno); in terzo luogo dovranno, inoltre, contrastare la razzia di biglietti per la prossima gara già iniziata dai tifosi di Kentucky, in modo da non avere un palazzetto riempito di tifosi avversari.
Ma ora, dopo due grandi gare, Cornell può mollare la presa: ha una settimana per ricaricare le pile, per poi vedersela appunto contro Kentucky, numero uno del seed e favorita per la vittoria finale. La stagione dei Big Red non è ancora arrivata al termine, come dice Jeff Foote: "Ci godremo questa vittoria, ma non è finita qui".
I Wildcats sono avvisati.