Midwest Down: Georgetown subito fuori!

Armon Bassett e D.J. Cooper, la prima sorpresa del torneo!

In fase di presentazione avevamo descritto il Midwest Region come la parte del tabellone più ricca di talento individuale, solo nella parte bassa trovavamo infatti impegnati il probabile prossimo National Player of the Year (Evan Turner), il miglior giocatore della Big XII conference (James Anderson) e altre due future lottery pick al draft NBA (Greg Monroe e Derrick Favors).

Dopo le quattro partite di primo turno però i due nomi che sono sulla bocca di tutti sono quelli di Armon Bassett e D.J. Cooper. Se vi state chiedendo chi siano questi due giocatori non preoccupatevi, sino a poche ore fa nessuno lo sapeva, al di fuori forse degli abitanti di Athens, Ohio e dei fan della Mid-American Conference (se mai ce ne fosse qualcuno…).

Bassett (junior, che l'anno passato non è potuto scendere in campo perchè transfer dall'università  di Indiana) e Cooper (freshman nativo di Chicago, Illinois) sono coloro che hanno messo a segno l'upset più inaspettato e incredibile del primo turno di questo torneo, la schiacciante vittoria di Ohio University sulla ben più blasonata (e favorita da tutti i pronostici) Georgetown.

Si tratta della prima volta nella storia della NCAA che una squadra con il seed #14 vince con scarto in doppia cifra (97-83 il finale) contro quella con il seed #3. Se poi questo viene portato a termine da una squadra che aveva chiuso la regular season con un record di 7-9 all'interno di una delle conference più scarse di tutta la Division I l'upset assume dimensioni ancora più grandi.

La chiave della partita per i Bobcats è stato proprio il gioco delle due guardie, che hanno fatto letteralmente impazzire la difesa di coach John Thompson III che inspiegabilmente non ha mai tentato di cambiare le carte in tavola, provando una pressione a tutto campo per cercare di togliere il pallone dalle mani dei due mattatori della partita. Bassett e Cooper sono stati in campo per 77 minuti combinati (40 il primo e 37 il secondo), si sono caricati il peso offensivo della squadra sulle spalle, hanno preso e segnato tutti i canestri più importanti e non hanno mai abbassato il ritmo della partita, dalla palla a due sino al fischio della sirena.

Hanno costantemente battuto il proprio uomo contro la difesa a uomo, trovando i compagni smarcati quando i difensori di Georgetown erano costretti ad aiutare (altri due giocatori di Ohio sono andati in doppia cifra, DeVaughn Washington con 12 e Tommy Freeman con 11 punti) oppure attaccando il ferro, uno guadagnandosi dieci viaggi in lunetta (Bassett) e l'altro dipingendo traiettorie e tiri impossibili con una splendida pennellata mancina (Cooper).

Quando poi coach Thompson ha deciso di cambiare strategia i nostri due si sono semplicemente adattati e hanno vivisezionato la difesa a zona degli Hoyas, tirando da tre punti con percentuali astronomiche (10/18 il fatturato combinato, con cinque canestri a testa).

Alla fine della partita il tabellino diceva 32 punti con 9/17 dal campo (5/10 dalla lunga distanza) e 9/10 ai liberi per Bassett; 23 punti, 8 assist e 3 palle rubate con solamente quattro errori dal campo (8/12, 5/8 da tre punti) per Cooper, in una partita che resterà  nella loro memoria per sempre.

La strada di Ohio ora continua e alla prossima fermata ad aspettarli ci sarà  Tennessee, che poche ore dopo ha questa volta confermato i pronostici battendo, seppur di misura, San Diego State per 62-59.

Come spesso è successo durante la stagione i Volunteers peccano di continuità  ed anche all'interno di una stessa partita soffrono di continui alti e bassi. Fortunatamente per loro però il junior Melvin Goins (5.4 ppg durante la stagione regolare) era in stato di grazie ed in una serata in cui non segnava praticamente nessuno (Tennessee ha chiuso con il 38% dal campo) ha estrapolato dal cilindro una prestazione da 4/5 dalla lunga distanza per 15 punti finali, tre dei quali sono stati quelli decisivi per spedire i suoi avanti di quattro punti con soli 19 secondi sul cronometro.

La parte bassa del tabellone è stata poi completata nella giornata di venerdì da Ohio State e Georgia Tech.

La prima ha rispettato i pronostici ed ha avuto ben pochi problemi a sbarazzarsi di UC Santa Barbara, i campioni della Big West Conference. I Buckeyes non hanno risentito di una serata storta del loro miglior giocatore, Turner, che ha chiuso con solamento 9 punti (frutto di un problematico 2/13 dal campo) a cui ha però aggiunto 10 rimbalzi e 5 assist.

A trascinare l'offensiva di Ohio State sono state le altre due guardie, il tiratore junior Jon Diebler (23 punti con un eccellente 7/12 dalla lunga distanza che ha disintegrato la resistenza dei Gauchos) e lo slasher, al primo anno, William Buford che ha chiuso con 16 punti e 7 rimbalzi.

La resistenza di Santa Barbara era legata solamente alle mani del loro miglior giocatore, Orlando Johnson, che infatti ha giocato una buona partita segnando 20 punti. I Buckeyes però dopo aver preso subito un largo vantaggio nel primo tempo sono stati in grado di incanalare la partita sui binari preferiti ed ora guardano al secondo turno, dove ad aspettarli troveranno, forse un pò a sorpresa, proprio Georgia Tech.

Gli Yellow Jackets sono infatti riusciti ad avanzare al secondo turno del torneo per la prima volta dal 2005 vincendo quella che secondo molti era considerata come la partita più interessante del primo turno, contro i Cowboys di Oklahoma State.

Com'era prevedibile è stata una gara punto a punto e, come spesso accade in questi casi, alla fine l'ha spuntata la squadra con più centimetri (e tonnellaggio) sotto canestro (28 a 17 il computo totale dei rimbalzi) e che ha tirato meglio dalla lunetta (24/25 contro 9/13).

Giocando sostanzialmente con quattro guardie e un solo vero lungo (Matt Pilgrim) Oklahoma State non ha potuto arginare lo strapotere fisico della coppia Derrick FavorsGani Lawal, che hanno infatti guidato i loro compagni con rispettivamente 12 punti, 9 rimbalzi e 14 + 6.

Grande merito va anche dato però alla difesa dei Jackets, che è riuscita a mandare fuori ritmo Anderson, il principale realizzatore avversario e una delle prime tre guardie di tutto il college basketball (22.6 punti a partita durante la stagione).

I giocatori perimetrali di GTech si sono alternati nella marcatura di Anderson, senza concedergli mai un tiro piedi per terra o una linea di penetrazione, ed utilizzando anche qualche raddoppio quando necessario l'hanno costretto ad una “off night” da 3/12 dal campo per soli 11 punti, decisamente sotto la sua media.

La vera differenza l'hanno fatta però i giocatori degli Jackets dalla linea della carità . Con un attacco andato completamente in stallo nell'ultima metà  di gara (0 canestri dal campo negli ultimi 8:19) sono arrivati 13 punti consecutivi dalla lunetta, che non hanno permesso ad Oklahoma State di almeno tentare un ultimo assalto. Avendo chiuso la stagione con meno del 65% in pochi si sarebbero aspettati tanta freddezza e precisione negli ultimi concitati minuti (l'unico errore della partita è arrivato dalle mani di Iman Shumpert, 71% durante l'anno).

Secondo turno
Tennessee (6) vs Ohio (14) – sabato, ore 20:35
Ohio State (2) vs Georgia Tech (10) – domenica, ore 19:20

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