Sherron Collins festeggia: Kansas inizia senza problemi il proprio percorso nel Torneo
Follia marzolina all'ennesima potenza nel primo turno del Torneo NCAA 2010; follia marzolina da cui non poteva esimersi neanche la parte alta del tabellone della Midwest Region. Se Kansas, seed #1, non ha troppi problemi a strappare il pass per il secondo turno, altrettanto non si può dire per il resto delle squadre scese in campo ad Oklahoma City e Spokane.
E si parte proprio giovedì da Oklahoma City, dove è in programma l'esordio dei Jayhawks #1 assoluti del tabellone. Ma prima della truppa di coach Bill Self il programma propone come "antipasto" la sfida tra i Runnin' Rebels di UNLV (#8) ed i Panthers di Northern Iowa (#9), una partita che, quantomeno a livello di emozioni, più che da appetizer fa da portata principale della serata.
La sfida tra i vice-campioni della Mountain West Conference, sconfitti a sorpresa in finale da San Diego State, ed i campioni della Missouri Valley Conference è una sfida anche e soprattutto tra stili di gioco diversi, con UNLV che flirta spesso e volentieri oltre i 75 ed anche gli 80 punti segnati a partita mentre Northern Iowa, arrivata al torneo con il seed più alto della propria storia, è la seconda difesa della nazione per punti subiti in media: 54,3 a partita.
Nel primo tempo UNLV, trascinata da 12 punti dalla panchina di Matt Shaw, per due volte prova lo strappo, arrivando anche sul +8 a circa metà parziale, ma i Panthers sono sempre pronti a ricucire immediatamente e non lasciare spazio agli allunghi dei Rebels.
Dopo il +1 UNLV all'intervallo Northern Iowa riesce ad abbassare i ritmi ed incanalare la gara verso i binari a lei più congeniali: punteggio basso e difese sugli scudi. A 7'16" dalla sirena Northern Iowa è addirittura sul +9 a quota 58-49, poi Chance Stanback - transfer da UCLA - con i suoi 11 punti e 6 rimbalzi riporta UNLV in linea di galleggiamento.
Si arriva al finale punto a punto. Sul +3 e possesso Panthers Kwadzo Ahelegbe consuma tutti i 35" ma non costruisce un buon tiro contro la pressione dei Rebels, che hanno quindi l'opportunità di pareggiare con una tripla. Opportunità non sprecata da UNLV che trova a 37" dalla sirena, allo scadere praticamente dei 35", la tripla del 66-66 di Oscar Bellfield, lasciato tutto solo da Ali Farokhmanesh.
Ma il senior da Iowa City - 17 punti alla fine e top scorer del match - si fa perdonare, con gli interessi, nell'azione seguente quando con 4.9" sul cronometro gela il sangue nelle vene dei Rebels infilando una tripla dagli 8 metri per il 69-66 che sarà definitivo, salvando una Northern Iowa rimasta senza TO per lo sprint decisivo.
Tre'Von Willis va cortissimo nella sua preghiera finale e così i Panthers tornano a vincere nel Torneo NCAA dopo 20 anni esatti dall'upset su Missouri, tenendo l'ennesima squadra della stagione sotto i 70 punti segnati. Per i Rebels i numeri, 22-2 in stagione quando segnano 70+ punti ma solo 3-7 quando rimangono al di sotto di quota 70, confermano la capacità di Northern Iowa di aver portato il match sui soi binari, costringendo UNLV a giocare una pallacanestro a lei non adatta.
Molto meno pathos, almeno nel finale, nella sfida tra Kansas (#1) e Lehigh (#16), campione della Patriot League. Ma i Jayhawks, in realtà , hanno avuto il loro bel da fare con i Mountain Hawks, che li hanno impegnati ben più di quanto fosse lecito aspettarsi alla vigilia della gara. Alla fine, comunque, la profondità e la qualità della formazione di coach Self ha preso il sopravvento, scacciando definitivamente dalle menti dei tifosi Jayhawks i ricordi nefasti di cinque anni fa quando Kansas - nella stessa arena, nello stesso giorno, alla stessa ora e contro lo stesso avversario (il campione della Patriot League) - subì uno dei collassi più imbarazzanti della propria storia cedendo il passo nel primo turno del Torneo a Bucknell.
Non è andata così stavolta, nonostante la solita tendenza dei Jayhawks a "specchiarsi" un po' troppo nella propria forza ed a giocare a sprazzi, accendendo e spegnendo a piacimento, ma anche in maniera estremamente pericolosa.
Subito sotto 12-4, con i Mountain Hawks trascinati dal duo tutt'altro che intimorito formato dal freshman CJ McCollum - 26+7 alla fine - e dal senior Zahir Carrington - che chiuderà con 17 punti -, i Jayhawks rispondono con un parzialone di 21-2 che sembra poter chiudere la partita a metà primo tempo. Ma non è così, perché Kansas allenta la tensione e Lehigh crede nel miracolo, piazzando un contro-break di 9-0 che tiene gli Hawks a -6 all'intervallo.
Nella ripresa Lehigh riesce a rimanere a contatto fino a 10' dalla sirena, poi è costretta a cedere definitivamente il passo a Kansas, che chiude 90-74 trascinata da quattro triple spezza gambe di Tyrel Reed e dalla prova da dominatore di Marcus Morris, che al career high a quota 26 punti aggiunge 10 rimbalzi per la terza gara da 20+10 della sua carriera.
Ed un career high, quello di Kalin Lucas a quota 25, serve anche venerdì a Spokane a Michigan State (#5) per, parole di coach Izzo, "survive and advance". Che poi è l'unica cosa che conta veramente nella March Madness.
Reduci dall'upset subito da Minnesota nei quarti di finale del Torneo della Big Ten e soprattutto protagonisti di un periodo non propriamente positivo negli ultimi due mesi - MSU prima della gara di ieri aveva perso 5 delle ultime 10 gare giocate - gli Spartans hanno aggredito fin dall'inizio New Mexico State (#12), reduce da 7 vittorie nelle ultime 9 gare, arrivando addirittura al +15 a 5' dall'intervallo.
Ma gli Aggies non si sono persi d'animo e non hanno perso la testa, continuando a mettere applicazione in difesa e ad eseguire in attacco fino a che, nella ripresa, minuto dopo minuto non hanno iniziato a raccogliere i frutti del loro lavoro anche grazie al 38% dal campo con cui Michigan State chiuderà la partita. Ma nel finale punto a punto si risvegliano e si salvano dall'upset gli Spartans, che oltre a Lucas devono ringraziare un Raymar Morgan che si accende nel finale dopo aver firmato 4 punti nei primi 35' dell'incontro ed anche qualche discutibile decisione arbitrale.
Dopo la tripla del -1 a firma Troy Gillenwater - migliore dei suoi con la doppia-doppia da 17+11 uscendo dalla panchina - per i campioni della Western Athletic Conference a 18.6" secondi dalla sirena i direttori di gara fanno ripetere il secondo tiro libero di Morgan, sbagliato nel primo tentativo, per una presunta invasione anticipata dello stesso Gillenwater. Morgan ringrazia e non sbaglia, mandando sul +3 MSU e costringendo New Mexico ad una tripla per andare ai supplementari, tripla che si spegne sul ferro: 70-67 Michigan State.
Aggiungete un tecnico a palla ferma a Jahmar Young, leader degli Aggies ed autore di 13 punti, che lo costringe in panchina per 3 falli ed avrete il quadro delle proteste di New Mexico, il cui coach Marvin Menzies è stato trattenuto dai suoi assistenti a fine partita per evitare che rincorresse gli arbitri.
Non c'è alcuna polemica, invece, nella vittoria 89-77 di Maryland (#4) su Houston (#13), che spegne i sogni da Cinderella dei Cougars, giunti alla Big Dance grazie ad una improbabile vittoria nel Torneo della Conference USA grazie alla loro winning-streak più lunga della stagione dopo una regular season di basso livello.
Ma contro i co-campioni della regular season della ACC c'è poco da fare: dopo l'equilibrio del primo tempo i Terrapins nella ripresa decidono di porre maggiore attenzione difensiva su Aubrey Coleman, top scorer della nazione con 25.6 punti segnati ad allacciata di scarpe prima della partita, aiutando maggiormente nel pitturato per negargli facili linee di penetrazione.
Strategia completamente riuscita perché Coleman, pur chiudendo con 26 punti, si deve accontentare di "solo" 10 punti nella ripresa ed una tripla in tutta la gara - dopo averne segnate almeno due in tutta la stagione - e così Maryland può scappare verso la comoda vittoria con un break di 12-2 ad inizio ripresa che piega Houston.
Kelvin Lewis segna 24 punti e prova a dare una mano a Coleman per tirare avanti la baracca, ma è troppo poco di fronte ad una squadra forte e completa come Maryland che manda tre quinti del suo quintetto sopra quota 16 punti. Greivis Vasquez, l'ACC Player of the Year, rimedia nel secondo tempo ad un primo sottotono - solo 4 punti - e chiude con una linea di 16+7+6, Landon Milbourne scrive 19+7 ma l'MVP del match è senza alcun dubbio il freshman Jordan Williams, che esce da uno slump che l'aveva visto segnare 14 punti totali nelle ultime due gare con una prestazione dominante da 21 punti e 17 rimbalzi.