Il tiro decisivo di Pondexter, che ha dato ai suoi Huskies la vittoria contro Marquette
Inizia il Torneo NCAA anche per quanto riguarda l'East e, nella parte bassa, New Mexico rischia grosso già alla prima gara, dimostrando come convenga parlare dopo le partite, e non prima: i Lobos hanno faticato le proverbiali sette camice per aver ragione di Montana, vincendo poi 62-57.
Darington Hobson, che si è distorto il polso nella gara e non si sa se riuscirà a giocare nella partita del secondo turno, infatti, aveva già dichiarato che i Lobos sarebbero arrivati alle finali del Regional. Un risultato, questo, che sarebbe di grande importanza in assoluto, ma in particolare per New Mexico che, diciamo così, non ha di certo sfavillato nel Torneo negli ultimi vent'anni: dal 1985 (anno in cui le partecipanti al torneo sono diventate sessantaquattro) i Lobos non hanno vinto più di una partita consecutivamente, dal 1999 non vincono una gara del torneo e questa è la prima volta dal 2005 che riescono a qualificarsi.
E' chiaro che le aspettative e la pressione erano alte, e Montana ha saputo approfittarne
, nonostante la serata no del suo miglior realizzatore stagionale, ed eroe della finale della Big Sky Conference, Anthony Johnson, tenuto a soli sei punti con percentuali di tiro bassissime. A sostituirlo a livello di realizzazione ci ha pensato Brian Qvale (26 e 13 rimbalzi), ma il suo contributo alla causa non è bastato.
Ma, comunque, Montana non è andata lontana dall'upset, ha chiuso avanti il primo tempo subendo poi un parziale importante (17-0) all'inizio della seconda frazione che ha condizionato il resto della gara: tentando di recuperare, una volta arrivata a meno tre a venti secondi dalla fine ha perso un pallone che poteva essere decisivo, e con esso la partita.
New Mexico quindi passa al secondo turno, dopo una partita di chiaroscuri commentata così da coach Alford: "Questo è il modo in cui abbiamo giocato tutto l'anno, giochiamo duro e sporco, quando mettiamo qualche tiro in più andiamo meglio. Oggi abbiamo segnato poco, ma difeso molto bene". Di sicuro nella prossima gara sarà importante alzare il livello di gioco, se si vuole andare avanti.
Prima di loro, giovedì sera, avevano giocato Washington e Marquette, partita vinta al fotofinish dagli Huskies, alla loro ottava vittoria consecutiva. Questa è decisamente rocambolesca, ottenuta grazie ad una seconda frazione di gioco tutta in rimonta: erano, infatti, sotto di quindici a poco più di tredici minuti dalla fine, ma hanno iniziato la loro rimonta, favoriti anche dalle difficoltà offensive di Marquette, a secco dal campo negli ultimi quattro minuti e trentatre secondi di gara
Ed è proprio sul finire che Washington ha dato la spallata definitiva, fino al tiro della vittoria (80-78) di Quincy Pondexter, alla sua partita numero 134 (record d'ateneo) con la maglia degli Huskies. Con un secondo e sette decimi dalla sirena, il senior di Washington ha portato i suoi alla vittoria: "La paura che questa fosse la mia ultima partita al college è quello che mi ha spinto a giocare bene nella seconda frazione: dovevo salire di livello. E quello è un tiro fantastico, sono così felice che non so neanche cosa dire".
Mentre Pondexter e tutti gli Huskies si godono la loro vittoria, Marquette torna in Wisconsin con il dubbio di aver perso una partita che poteva portare a casa, nella quale però, a detta del loro coach Buzz Williams, ha sofferto più di quanto sembri: "Anche quando eravamo sopra di quindici, sapevo che non ci dovevamo illudere. Non facevamo quello che dovevamo a livello difensivo, perché la gara era troppo veloce, per questo abbiamo dovuto far giocare per troppo tempo i nostri titolari: questo ritmo ci ha stancati".
A nulla è servita la strana capigliatura mostrata per la partita dai Golden Eagles, con i rispettivi numeri rasati sulla testa, come a nulla sono serviti i quattordici punti di Cubillan, i diciannove di Darius Johnson-Odom e i venti di Hayward, alla sua ultima partita di college. Saranno gli Huskies, nel secondo turno, a sfidare New Mexico.
Nella sfida, che si preannunciava equilibrata, tra Missouri e Clemson, vinta alla fine dai ragazzi di coach Mike Anderson sotto ogni punto di vista, in primo luogo perché sono riusciti ad imporre il loro stile di gioco, come dice anche uno dei loro avversari, Andre Young: "Ce lo aspettavamo, questo è il tipo di squadra che sono. Hanno tradotto tutte le nostre perse in canestri in contropiede, sui quali non potevamo difendere".
Missouri ha vinto da ogni punto di vista: alla fine aveva, rispetto ai loro avversari, più punti in contropiede (22-20), più punti in aerea (42-28) e più punti dopo palla persa (20-5); ha, inoltre, rubato quindici palloni (più degli undici che sono la loro media stagionale, migliore della nazione), forzando venti perse. Per una volta, le cifre rispecchiano perfettamente quello che è avvenuto in campo.
Comprensibilmente soddisfatto, al termine, coach Mike Anderson: "Quando giochi a quel ritmo, segnando ottantasei punti con sole nove perse, questo è basket perfetto. Credo che ci siamo imposti su Clemson, oggi, non tanto dal punto di vista tattico, ma perché avevamo più voglia di vincere". Tra tutti, si è decisamente distinto Ramsey, che ha giocato quella che si può definire una partita perfetta: alla fine le statistiche, decisamente impressionanti (20 punti, 8 rimbalzi, 4 assist, 0 perse e 3 recuperi), non possono descrivere l'enorme lavoro fatto in difesa contro Booker, il pericolo numero uno.
Dall'altra parte, il boccone da mandare giù è decisamente amaro in particolare per Trevor Booker, grande giocatore, unico della ACC a segnare almeno 1.500 punti, 1.000 rimbalzi, 200 assist, 200 stoppate e 100 rubate. C'è, però, un' unica, grande delusione nella sua comunque fantastica carriera collegiale: delle centotrentaquattro partite giocate per Clemson (record d'ateneo), non è riuscito a vincerne neanche una al torneo NCAA.
L'ultima gara del primo turno di questa parte di tabellone ha visto invece affrontarsi West Virginia e Morgan State, con i Mountaneers, numero due del seed, che hanno vinto senza particolari problemi (77-50).
In realtà , West Virginia ha avuto qualche problema ad ingranare nella partita, sbagliando i primi undici tiri dal campo tentati: Morgan State non si è di certo fatta pregare, ed in questo periodo di tempo, ha costruito un piccolo vantaggio. Dopo otto minuti di gara i Bears erano avanti (12-3) ma, come ha poi detto coach Todd Bozeman, era troppo bello per essere vero: "Maledetti quaranta minuti: se la partita fosse durata dodici minuti, l'avremmo vinta".
Da quel momento in poi, West Virginia ha preso il controllo delle operazioni, non voltandosi più indietro, nonostante la serata non fantastica di Butler (9 punti con 4/11 dal campo), loro miglior giocatore. A fine gara è stata proprio lui a dirsi soddisfatto dei miglioramenti e della partita giocata dai suoi compagni: "Anche l'anno scorso eravamo una buona squadra, ma tutti erano così giovani. Mi sembrava di dover fare di più: quest'anno, invece, tutti sono più maturi, è molto più facile per me giocare in questa situazione".
A prendere il suo posto a livello di realizzazione ci hanno pensato, in questa gara, Ebanks e Jones (16 e 17 punti), aiutando i Mountaneers a tenere alto l'onore della Big East che, in questi primi due giorni di Torneo, ha faticato molto più di quanto ci si aspettasse, tra vittorie risicate e sconfitte inaspettate.
Vediamo se, nel secondo turno, West Virginia continuerà a non deludere.