Big East Tournament – Report

De'Sean Butler – Grande protagonista del Torneo

Il Madison Square Garden già  di suo regala un'atmosfera speciale, perchè quando ci entri sai che quel luogo magico è stato sede di grandi eventi sportivi, politici, musicali e mediatici.

Se poi nella seconda settimana di marzo, il mese in assoluto più caldo quando si parla di College Basketball, all'interno di questo ci metti il torneo di una delle Conference più incerte della stagione hai un connubio che diventa fantastico per chi è presente, che sia un giocatore o uno spettatore, un addetto ai lavori o un giornalista.

Immaginiamo quindi come può stare in questo De'Sean Butler, protagonista e sacrosanto Mvp della 5 giorni newyorchese, che ha preso per mano i suoi Mountaineers e li ha portati al taglio della retina per la prima volta nella loro storia con prestazioni incredibili e grandi prove di carattere nei momenti cruciali delle partite.

West Virginia infatti ha vinto tre partite in tre giorni con uno scarto massimo di 3 punti, giocando sempre fino all'ultimo possesso e dimostrando la solita, immensa tenacia che ha sempre contraddistinto i ragazzi di Bob Huggins, west-virginiano purosangue.

Butler in 2 di queste ha deciso la sorte della sua Università  segnando due clutch shot di discreto rilievo, soprattutto pensando a cosa li ha portati.

Il primo è stato nei quarti contro un'incontenibile Cincinnati, quando in 3,1 secondi ha capitalizzato al meglio il madornale errore di Dion Dixon, reo di aver perso la palla che poteva dare la vittoria ai Bearcats. L'altro invece è stato il capolavoro di freddezza e talento che ha segnato la sconfitta a Georgetown: una zingarata al centro dell'area chiusa con un tiro preso tutt'altro che in equilibrio grazie all'ottima rotazione fatta da Clark, col pallone che balla due volte sul ferro e chiude il suo tragitto in fondo alla retina.

Grandi Mountineers, ma un applauso dovuto va fatto soprattutto agli Hoyas di coach Thompson, degni antagonisti in Finale dopo aver condotto un torneo eccellente.

Dopo la facile vittoria contro South Florida, si son trovati di fronte l'avversario più difficile del Torneo, i Syracuse Orangemen che al momento dello scontro vantavano anche il primo posto del ranking nazionale: opera d'arte di Thompson che all'interno della malefica zona degli arancioni mette Greg Monroe, abilissimo con le sue mani da pianista a muovere la difesa a suo piacimento ed a trovare i tiratori sempre piazzati. 91-84 per gli Hoyas, con il lungo dagli occhi chiari che chiude con statistiche Gasoliane che parlano di 15 punti, 10 rimbalzi e 7 assist.

Con gli Orangemen fuori la finale sembra cosa semplice, ed infatti contro Marquette compagni rendono grazie a Monroe per quello fatto nella giornata precedente rifornendolo continuamente di palloni in modo da sfruttare al meglio il mismatch con Lazard Hayward. La partita dura un tempo ed i 23 punti di scarto finali non sono assolutamente bugiardi.

Nonostante la brutta partita contro gli Hoyas, anche Marquette è stata protagonista nella terza giornata del Torneo grazie alla grande vittoria contro Villanova che si conferma grande incognita anche per il Torneo Ncaa venturo. I ragazzi di Wright hanno mostrato il solito limite, ovvero la forte dipendenza dal settore esterno con Reynolds capofila, con il solo Pena che non può fare sempre pentole e coperchi.

Buonissime invece le partite giocate da Notre Dame, battuti solamente dalla vincitrice in semifinale.
Il ritorno di Harangody ha dato nuova linfa ad una squadra che aveva sopperito benissimo all'assenza del senior ma che iniziava ad avere molti problemi nelle situazioni in cui serviva un leader. I Fighting Irish nel second round si sono liberati facilmente di una Seton Hall stremata dalla lotta del giorno prima (109-106 con Providence con un secondo tempo da 122 punti!) ed in semifinale hanno battuto Pittsburgh (seed n°3) in una gara in cui hanno regnato le difese, come si può capire dal 50-45 finale.

Contro WVU hanno giocato con il coltello tra i denti per tutti i 40 minuti, ma il solito De'Sean Butler ha spento tutte le speranze dei ragazzi di Brey con una prestazione da 24 punti e 7 rimbalzi.

Ovviamente ci si aspettava di più anche da altre 3 squadre: Pitt, Louisville e soprattutto UConn.
Pittsburgh come detto in precedenza ha perso contro una delle squadre apparse più in forma in questa 5-giorni, ma va anche detto che i Panthers sono stati tutto l'anno una squadra abbastanza ondivaga, regalando prestazioni eccelse ma anche gravi vuoti di gioco.

Anche Louisville è stata sconfitta da una Cinci molto in palla, ma questo non toglie il fatto che dai ragazzi di Pitino e dal Pitino stesso ci si aspettasse molto di più, soprattutto conoscendo l'ambiente competitivo che si instaura in ogni squadra del coach italo-americano.

Confermano invece la grossa delusione stagionale gli Huskies, attesi ad una grande prova per provare a rialzarsi dopo gli ultimi schiaffi di stagione regolare. Invece è arrivata una sconfitta, pesantissima da parte della non irresistibile St.John's con Dyson ancora incagliato nel periodo di involuzione e con il resto della squadra che non è riuscito a reagire al periodo opaco dl loro leader.

Non avvicinabili alla delusione invece la Syracuse di coach Boeheim che nel finale della partita contro gli strepitosi Hoyas di questo Torneo hanno dovuto fare a meno di un elemento fondamentale del loro sistema, ovvero Arinze Onuaku, corpulento lungo che garantisce presenza in area sia in fase offensiva che soprattutto in quella difensiva. Ora sarà  importante vedere se sarà  possibile recuperarlo per i primi due round del Torneo Ncaa.

In conclusione, la BigEast anche quest'anno si è confermata come la Conference più incerta e talentuosa di tutto il panorama collegiale ed a dimostrare ciò basta vedere che ben 8 squadre della Conference sono approdate alla fase finale del College Basket. La vittoria di West Virginia, squadra tenace e mai doma, è la miglior fotografia per descrivere la Big East.

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