John Wall è uno dei più forti giovani giocatori del panorama cestistico NCAA
Due mesi sono passati dalla prima palla a due, i rapporti di forza si delineano e alcuni team si stanno candidando a pieno titolo come favoriti sulla strada per Indianapolis.
La forza di una squadra è dovuta ad una miriade di fattori, in primis la chimica, tuttavia, anche in un contesto corale, il talento e le prestazioni individuali emergono spesso preponderanti.
Dopo questo primo scorcio di stagione regolare, con una settimana di tornei di conference alle spalle, molti giocatori si sono messi in luce per le prestazioni roboanti che ne hanno esaltato il talento o per la loro continuità di rendimento.
Partendo dal presupposto che è sempre difficile e soggettivo scegliere quando si affrontano tali ambiti, si può affermare in maniera incontrovertibile che alcuni giocatori si sono distinti tra tutti per la capacità di elevare il rendimento dei propri team in contesti competitivi di alto livello come la ACC, la Big East o la Big 12.
Si tratta di un plotone eterogeneo, dai freshmen meraviglia ormai sicuri one and done, al senior che ha saputo arricchire costantemente il proprio bagaglio tecnico, passando per un transfer che viene da una stagione da spettatore e un sophomore che si è scoperto scorer raddoppiando la propria produzione offensiva.
Vediamo quindi una carrellata dei Most Oustanding Players per questo primo scorcio di stagione:
John Wall
"With the first pick, of the 2010 NBA Draft the " select John Wall", queste sono le parole che David Stern pronuncerà il prossimo giugno al Madison Square Garden, il dubbio è solo legato al team che avrà il privilegio di costruire il proprio futuro attorno a questo archetipo della point guard moderna.
Nessuna prima scelta è stata così scontata dai tempi di Lebron James, forse anche più di Blake Griffin, sicuramente più di Greg Oden e Derrick Rose, che furono caratterizzate da un testa a testa finale rispettivamente con Kevin Durant e Michael Beasley.
Le aspettative con cui Wall entrava in campo il 16 novembre contro Miami (Ohio) erano elevatissime, ben oltre quelle che accompagnano comunque il miglior prospetto tra i giocatori di high school di tutti gli USA. La risposta del ragazzo di Raleigh: 19 punti, 5 assist, 3 palle rubate e il canestro della vittoria allo scadere.
Quello che ha più impressionato di Wall in questo inizio di stagione è la sua capacità di elevare il rendimento del proprio team, infatti appare palese che le possibilità di Kentucky di dire la sua per quanto riguarda il titolo nazionale sono legate a doppio filo alle prestazioni della propria stella.
Di Wall si conosceva già il debordante atletismo e la capacità di condurre e concludere le transizioni, vedere per credere i primi 10 minuti del match vinto contro NC, quello che ha sorpreso è stata la capacità di coinvolgere i compagni, inoltre ha dimostrato un'attitudine difensiva inaspettata a conferma delle 2.4 palle rubate a partita.
I primi due mesi sono stati costellati da alcune perle, vedi i 25 punti contro UConn, o i 16 assist nella cavalcata contro Hartford, a conferma di una propensione al passaggio smarcante superiore alle aspettative, probabilmente anche grazie alla motion offense utilizzata da UK.
I limiti del ragazzo sono quelli paventati già in fase di preseason, deve migliorare nelle letture, in particolare sembra avere dei limiti a bassi giri, quando non può esprimere appieno il suo atletismo.
Questi primi due mesi hanno dimostrato che siamo comunque di fronte ad un talento di livello purissimo, molto probabilmente destinato a far compagnia a Deron Williams, Chris Paul e Derrick Rose nell'empireo delle grandi PG a livello pro.
Xavier Henry
Il secondo freshmen meraviglia, il cui rendimento eccellente è parzialmente oscurato da quello del più pubblicizzato Wall e da un contesto, come quello di Kansas, dove i giocatori immagine sono Sherron Collins e Cole Aldrich.
Tuttavia risulta evidente che Henry rispetto a Wall possiede, per fisico e poliedricità , margini di miglioramento superiori in ottica NBA, dove potrà agevolmente shiftare tra gli spot si shooting guard e ala piccola.
Andando a dare un'occhiata alle cifre ci si accorge che Henry è il top scorer dei Jayhawks con 16.3 punti di media, ai quali aggiunge 4 rimbalzi e 2 assist, cifre che accumula senza forzature in un contesto corale come quello agli ordini di coach Self.
Il suo esordio contro Hosfra è di quelli da ricordare, 27 punti con 5 su 8 da 3 in soli 24 minuti, altra perla sono i 31 contro LaSalle con 10/15 dal campo e 4/5 da 3, dove ha una percentuale complessiva in questa stagione del 46%.
Proprio il suo tiro mancino, fluido e costante, risultava essere anche ai tempi dell'high school il suo marchio di fabbrica, tuttavia Henry in questi mesi ha dimostrato di essere un attaccante ben più completo, in grado di attaccare il canestro con efficacia, anche con soluzioni di potenza.
Il suo limite principale risulta essere sicuramente ancora il ball handling, inoltre pur avendo confermato la sua attitudine difensiva e una buona capacità come ladro di palloni, deve migliorare ancora nei fondamentali difensivi, soprattutto a livello di costanza.
Il neo Jayhawk ha inoltre dimostrato di possedere un'ottima elevazione che lo rende uno stoppatore efficace ed un discreto rimbalzista per il ruolo.
Il suo approdo al prossimo draft è molto probabile, per non dire quasi certo vista la maturità e la completezza dimostrate già nei primi due mesi di carriera NCAA. Al momento attuale Henry è dato tra le prime dieci scelte in tutti i principali mock draft, tuttavia non è da escludere una scelta tra le prime 5 se saprà confermarsi quando la palla scotterà , a Marzo.
Wesley Johnson
Il 27 marzo 2009 la corsa degli orangemen verso Detroit e le final four si fermò alle sweet 16, dove furono spazzati via dallo strapotere fisico di Blake Griffin e i suoi sooners. A giugno il sophomore Johnny Flynn, point guard e leader indiscusso della squadra, lasciava lo stato di New York per accasarsi a Minneapolis, in un contesto mediocre tecnicamente ma dove fin da subito ha avuto in mano le chiavi della squadra.
All'inizio di questa stagione Syracuse pareva quindi decisamente ridimensionata, senza il leader designato, e con le redini della squadra in mano ai senior Rautins e Onuaku e al sophomore Scoop Jardine.
Al momento attuale Syracuse è al numero 7 del ranking nazionale, e pur reduce dalla dolorosa sconfitta contro una rivale di conference come Pittsburgh, sta disputando una stagione di ottimo livello, con gli scalpi eccellenti di California e soprattutto di North Carolina.
Qual è il segreto di tale sorprendente rendimento?
Brandon Triche sta stupendo per la capacità di influire fin da subito a questo livello, il freshman è infatti il secondo realizzatore di squadra con 10.6 punti a partita, inoltre i miglioramenti di Scoop Jardine sono stati notevoli e insieme a Rautins guida l'attacco bilanciato degli orangemen con più di 5 assist a sera. Tuttavia il motivo principale di tale rendimento è legato ad un transfer da Iowa State, reduce dalla stagione di redshirt, che risponde al nome di Wesley Johnson.
Johnson è un ala che possiede un'ottima statura per il ruolo (6'7"), inoltre è atletico e ben costruito a livello muscolare, soprattutto nella parte alta del corpo. Dal punto di vista offensivo è una minaccia continua, sia con il jump shot anche da dietro l'arco, che in transizione e nei pressi del canestro, dove lo si è visto spesso concludere con roboanti schiacciate. La sua grande apertura alare gli consente di ostacolare efficacemente le linee di passaggio, rendendolo perfetto per la zona 2-3 di coach Boheim.
Johnson è uno junior e sta guidando la squadra sia per quanto riguarda le realizzazioni con 17.1 punti di media, che per i rimbalzi, con un sontuoso, visto il ruolo, 8.8 a gara.
Nella sua ultima stagione ai cyclones il texano faceva registrare 12 punti e 4 rimbalzi, cifre discrete, ma che se confrontate con quelle attuali spiegano in gran parte il sorprendente inizio di stagione del team di Boheim.
Il ragazzo è del 1987, e dopo una stagione in tribuna è uno dei più vecchi atleti a spasso per la nazione, sorgono quindi dei dubbi sul suo upside a livello pro. Inoltre il segreto dell'aumento della sua produzione offensiva sta soprattutto nelle percentuali dal campo, passate dal 40% al 58%.
Quindi le sue possibilità di essere chiamato tra le prime cinque scelte al prossimo draft saranno legate alla sua capacità di mantenere queste percentuali, oltre che al cammino che Syracuse farà nel corso del torneo.
Trattasi comunque di materiale da lottery, atleta superbo e rimbalzista irreale per il ruolo a livello NCAA.
Jon Scheyer
Al Cameron indoor non si vede una point guard nel senso letterale del termine dai tempi del povero Jason Williams e di Chris Duhon, che si laureò nel 2004 prima di entrare al draft ed essere scelto al secondo giro dai Bulls.
Il primo a cimentarsi fu Greg Paulus, quest'anno quarterback a Syracuse, tuttavia le sue doti caratteriali non riuscirono a compensare la mancanza di atletismo rispetto ai pari ruolo di alto livello.
Nella scorsa stagione il fardello toccò inizialmente a Nolan Smith, che dopo una partenza promettente soffrì il confronto, soprattutto dal punto di vista mentale, contro i quotati avversari della ACC come Lawson, Vasquez e Teague. Per questo motivo, a metà dello scorso torneo della ACC, coach K diede le redini dei blue devils in mano a Scheyer ottenendo in cambio 10 vittorie nelle ultime 12 partite.
Nonostante i buoni numeri raccolti, Scheyer sembrò disorientato e impotente nella brutta sconfitta contro Villanova nelle sweet16, sollevando dubbi e perplessità nei fan e negli analisti sul suo utilizzo come point guard anche in questa stagione.
La risposta però è sotto gli occhi di tutti, le cifre infatti non mentono e dicono che Scheyer è a tutti gli effetti una point guard all'altezza del compito: nei primi 3 incontri non ha perso alcun pallone ed anche ora si attesta su un sontuoso 1.3 a partita, a cui aggiunge 6.4 assist e 18.8 punti, guidando la squadra anche nelle realizzazioni.
Pur possedendo una discreta statura per il ruolo (6'5") Scheyer, a causa degli evidenti limiti fisici (velocità dei piedi in primis) e di un tiro tutt'altro che costante, non è mai stato visto come un prospetto NBA.
Tuttavia il suo IQ cestistico sopra la media e la sua mentalità vincente non sono oggettivamente misurabili, per questo se dovesse continuare con questa solidità di rendimento durante il prosieguo della stagione, potrebbe conquistare uno spot al secondo giro del prossimo draft, risultando un ottimo role player magari nel roster di una contender.
Klay Thompson
Washington State ha vissuto nel biennio 2006-2008 un periodo di successi, con due partecipazioni consecutive al torneo e due record vincenti sotto la sapiente guida di coach Tony Bennet.
Quest'anno il cambio al timone dei Cougars, con Ken Bone alla guida di un gruppo giovanissimo costituito quasi esclusivamente da sophomore e freshmen. Le premesse potevano non sembrare entusiasmanti, tuttavia al momento Washington State è nelle posizioni di vertice della Pac-10 con delle concrete possibilità , vista la scarsità di talenti in riva al pacifico, di ottenere una seed a marzo.
Una delle chiavi di questo inizio di stagione è sicuramente l'esplosione realizzativa del sophomore Klay Thompson, guardia californiana che ha raddoppiato la propria produzione offensiva, passando da 12 a 24 punti a sera.
Thompson è figlio d'arte, infatti il padre Mychal è stato prima scelta assoluta di Portland nel draft del 1978, ed ha disputato ben 12 stagioni pro, conquistando 3 titoli con la maglia dei Lakers dello showtime.
Il californiano è una guardia di quasi due metri che tira col 40% da tre e porta alla causa anche 5 rimbalzi e 3 assist, cifre che rendono quasi incredibile il fatto che venne reclutato praticamente senza concorrenza lo scorso anno.
I 43 punti segnati contro S.Diego sono stati solo il culmine di una serie di prestazioni convincenti che non sono passate inosservate, Thompson infatti è stato recentemente nominato tra i 30 candidati al Wooden Award e potrebbe conquistarsi, previo un irrobustimento muscolare e un miglioramento nei fondamentali difensivi, una chiamata al prossimo draft o in quello del 2011.
Forse, una Pac-10 saccheggiata dei suoi protagonisti lo scorso giugno, potrebbe aver trovato una nuova stella.
La menzione d'onore va ad Evan Turner, che non fosse per l'infortunio sarebbe sicuramente in questa carrellata dei protagonisti di questo scorcio di stagione.
Prima di cadere dopo una schiacciata infatti il talento di Ohio State ha fatto vedere un potenziale immenso, da vero all around, guidando il proprio team nelle realizzazioni e aggiungendo 6 assist e quasi 8 rimbalzi.Se tornerà dall'infortunio ai livelli con cui ha lasciato lo scorso 5 dicembre ha concrete possibilità di essere una delle prime 5 scelte al prossimo draft.