ACC Report â€â€œ Week 0

Dwayne Collins, stella degli Hurricanes

Si sono giocate le prime partite di conference nell'ACC, l'inizio della regular season che si svilupperà  poi a partire da gennaio. Andiamo a analizzare quindi qual è la situazione dopo i primi due mesi di stagione.

Come record overall, in testa alla conference troviamo Miami (12-1). Gli Hurricanes hanno però perso l'unica gara contro Boston College (gara interna all'ACC), dove hanno mostrato evidenti carenze a rimbalzo (43-19), andando sotto anche di 14.
La rimonta si è poi spenta sul -1 con l'errore dall'arco di Malcom Grant.

A guidare la squadra è Dwayne Collins, 13 e 9 di media, che è anche l'unico degli Hurricanes che vada con continuità  a rimbalzo. Gli altri in doppia cifra sono Dews e Grant, che insieme formano un buon back court, abbastanza affidabile dall'arco.

Subito dietro troviamo Virginia Tech (10-1). Gli Hokies stanno giocando un buon basket, anche se le loro prestazioni rimangono un po' troppo legate alle percentuali di tiro. Contro Temple è arrivata l'unica sconfitta, complice il 30% dal campo (20% da 3) per soli 50 punti segnati.

Il leader è ovviamente Malcom Delaney con 21.5 punti a gara (il migliore nell'ACC) capace di prendere per mano la squadra nei momenti di sbandamento; con lui Jeff Allen, miglior rimbalzista della squadra, che contribuisce con doppie doppie e energia.

La prima delle big è Duke (9-1). I Blue Devils hanno fatto della difesa il loro punto cardine, tenendo gli avversari su percentuali basse e concedendo come massimo 73 punti (vs Wisconsin). Nella gara contro i Badgers Duke non è riuscita a forzare turnovers come è solita fare ed è arrivata la prima sconfitta nel Big Ten/ACC Challenge.

Il miglior realizzatore è Jon Scheyer, che si sta dimostrando anche passatore migliore rispetto all'ultima stagione con 6 assist a partita a fronte di 1 sola palla persa.
In doppia cifra anche Nolan Smith e Kyle Singler: Smith sta venendo fuori prepotentemente rispetto allo scorso anno come realizzatore continuo e affidabile; Singler sta mantenendo le medie abituali (15.7 e 7.2) e mostra grande intelligenza nel lasciare giocare i compagni quando il tiro non entra ma facendosi trovare pronto nel momento del bisogno.

A 11-2 troviamo appaiate Florida State e Clemson.

Florida State è sicuramente la sorpresa di questo inizio di stagione: l'assenza di Toney Douglas non si sta facendo sentire più di tanto e le due sconfitte sono arrivate contro squadre quotate come Florida e Ohio State.

I migliori sono i due lunghi Solomon Alabi e Chris Singleton: per entrambi la doppia cifra in punti (rispettivamente 13 e 10), circa 7 rimbalzi e in generale una buona presenza all'interno dell'area che costringe gli avversari a tenere la palla lontano dal ferro. Manca ancora l'apporto di Michael Snaer, troppo discontinuo fino a questo momento.

Clemson invece non è una sorpresa, è salita fino al #19 del ranking prima di perdere contro Texas A&M (l'altra sconfitta in una gara punto a punto con Illinois).

Per Trevor Booker 15 punti e 9 rimbalzi a partita in meno di 30 minuti di utilizzo.
La guida perfetta per una squadra solida e profonda, con gli altri quattro del quintetto sopra gli 8 punti di media. Squadra profonda che si può permettere di dare a due freshmen molto pubblicizzati come Jennings e Johnson un minutaggio basso.

Per il freshman meraviglia di Georgia Tech (9-2) invece alto minutaggio e buoni risultati.
Derrick Favors non è ancora il lungo dominante che ci si aspettava, ma ha tutto per diventarlo; meglio sta facendo il suo compagno di reparto Gani Lawal, comunque fermo sulle medie dello scorso anno (15 e 9). Gli Yellow Jackets hanno perso Iman Shumpert a inizio dicembre per un problema al menisco e il suo ritorno è atteso per la prima metà  di gennaio.

Su Georgia Tech pesa la sconfitta interna all'ACC in OT contro Florida State, che è stata in grado di opporre fisicità  all'interno dell'area, costringendo gli esterni a gestire molti più palloni del normale. Nella gara non ha brillato Lawal e i soli Udofia e Peacock non sono stati in grado di contenere l'energia dei Seminoles nell'overtime.

Troviamo poi Wake Forest (8-2): occhi puntati sul sophomore Al-Farouq Aminu, che non sta deludendo: 16 e 10 di media, con tutta la squadra sulle spalle, ma quando trova una giornata storta al tiro i Demon Deacons spesso affondano. Come nella gara apparentemente semplice contro William & Mary Tribe, dove Aminu ha chiuso con 11 e 20, ma con 4/18 dal campo, ed è arrivata la sconfitta. Ishmael Smith e C.J. Harris danno il loro contributo, ma se vengono a mancare i punti di Aminu faticano a reggere la pressione.

C'è poi la favoritissima UNC che sta vivendo una buona stagione nonostante le tre sconfitte arrivate contro squadre di primissimo livello come Syracuse, Kentucky e Texas. Sconfitte che fanno pensare però che i Tar Heels non siano al livello delle squadre sopracitate, tutte con aspirazione al titolo.

Il frount court è sicuramente l'arma migliore di UNC: i primi due realizzatori sono Deon Thompson e Ed Davis, con il solido contributo di Tyler Zeller dalla panchina.
Le guardie stanno brillando meno, anche se Drew ha un'eccellente media di 6 assist a gara e in generale sta smentendo molti dubbi che aleggiavano su di li prima dell'inizio della stagione.

A 8-3 c'è NC State: dopo un inizio confortante, dovuto anche a una schedule semplice, sono arrivate le sconfitte contro NorthWestern e Wake Forest, chiaramente un gradino sopra gli Wolfpack, e contro Arizona.

Il leader, Tracy Smith, 17 punti e 9 rimbalzi a gara, è stato in grado di fare quel salto di qualità  che gli si chiedeva per portare in alto la squadra; dietro di lui Dennis Horner e Javier Gonzales stanno dando un buon contributo, ma probabilmente non basterà  quando le gare saranno più dure.

Il discorso sulla difficoltà  della schedule va fatto anche per Maryland (7-3).
Buon record, ma tre partite contro squadre da torneo e tre sconfitte in cui i Terrapins non hanno mostrato di valere quel seed alto a Marzo, come veniva previsto a inizio stagione.

Il leader rimane Greivis Vasquez, 15 punti e 6 assist a partita, ma Sean Mosley, Landon Milbourne e Eric Hayes stanno creando un buon cast di supporto, che sarà  necessario per fare strada a Marzo.

A Chestnut Hill invece le cose non vanno benissimo: la squadra è incostante e alterna buone prestazioni ad altre pessime. Rakim Sanders, che doveva essere la guida dopo l'addio di Tyrese Rice, ha giocato poco a causa di un infortunio alla caviglia lasciando Boston College nelle mani dei juniors Corey Raji e Joe Trapani.

Per entrambi 15 punti e 7 rimbalzi a gara, con l'ottimo contributo della guardia Reggie Jackson che sta venendo fuori nel ruolo che doveva essere di Sanders: per lui 13 punti, 7 rimbalzi e 4 assist. Punti che non bastano, visto il poco apporto dalla mediocre panchina degli Eagles.

Il fanalino di coda nell'ACC è Virginia: le sconfitte contro Auburn e Stanford erano assolutamente evitabili, ma era noto già  da prima dell'inizio stagione che questi Cavaliers non sarebbero stati in grado di lottare per qualcosa, evitare l'ultimo posto nell'ACC è il reale obbiettivo.

Intanto ci possiamo godere i miglioramenti del sophomore Sylven Landesberg, già  nei radar NBA per giugno, 15 punti e 5 rimbalzi di media con il 45% dal campo.
Come Landesberg anche il junior Mike Scott è stato in grado di aumentare la sua produzione e quest'anno può tranquillamente aspirare alla doppia doppia di media.

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