Jarvis Varnado, il miglior stoppatore del college basket. Per lui un futuro da intimidatore anche nella Nba.
Da diversi anni ormai, è difficile trovare dei giocatori che decidono di restare al college per tutti i quattro anni canonici, soprattutto se sono giocatori destinati ad avere un brillante futuro nella Nba.
Infatti i seniors che ottengono una chiamata al Draft sono sempre meno anche se a dire il vero garantiscono un impatto sicuramente più immediato rispetto ai cosiddetti progetti, ragazzi dal grandissimo potenziale ma per gran parte nascosto (non è il caso di gente come Kevin Durant o Derrick Rose).
Ovvio che restare quattro anni al college garantisce la possibilità di provare fino alla fine a vincere qualcosa a livello Ncaa, ottenere un diploma e migliorare a livello cestistico . Di contro però c'è il fatto che restare "troppo" all'università permette agli scout di visionare moltissime volte un prospetto e quindi alla lunga di evidenziarne più i difetti che i pregi.
Se guardiamo all'ultimo Draft, solo sei seniors sono stati scelti al primo giro, il primo a salire a stringere la mano a Stern è stata la guardia da Louisville Terrence Williams. Mentre sono stati addirittura quindici al secondo giro, ovvero la metà delle seconde scelte. Tendenza dovuta alla necessità delle franchigie di avere giocatori pronti subito per rimpolpare il roster e contenere le spese, soprattutto in questo periodo di crisi economica.
E poi se qualcuno riesce anche a diventare un buon specialista allora tutto è di guadagnato, piuttosto che dare più soldi ad un veterano sul finire della carriera.
Nella stagione che sta per iniziare ci sono diversi giocatori interessanti che potranno avere impatto sulla Nba, ma non aspettiamoci futuri All Star.
Tyler Smith
E' con Wayne Chism (altro senior) il leader dei Tennessee Volounteers. Nella squadra di coach Pearl il ragazzo che ha iniziato la carriera collegiale ad Iowa prima di trasferirsi a Knoxville gioca da ala piccola e molto spesso anche da "4" tattico ma è destinato a diventare una guardia nella Nba. Smith è un giocatore completo, totale, un leader nato, con grande carisma, bravo ad attaccare il canestro sfruttando il suo più che discreto atletismo.
E' un notevole rimbalzista per la taglia (di poco sopra l'1.95) e sa passare bene il pallone. Deve migliorare nel tiro da fuori se vuole essere davvero una minaccia nella Nba: 25, 38 e 29 % nelle tre stagioni al college. Forse le basse percentuali derivano anche dal fatto che si avvale poco del tiro da fuori mentre attacca maggiormente il canestro, anche dal post basso. Nell'ultima stagione ha viaggiato ad oltre 17 punti, quasi 6 rimbalzi ed oltre 3 assist di media. A me ricorda molto il primo Dwyane Wade, ma anche Josh Howard dei Mavericks.
Damion James
Altro giocatore totale, come Tyler Smith. James gioca stabilmente da secondo lungo al fianco di Dexter Pittman (altro senior) a Texas ma il suo ruolo futuro sarà quello dell'ala piccola. Di poco sotto ai due metri di altezza, James assomiglia molto a giocatori come Josh Howard e Desmond Mason, lunghi al college, esterni nella Nba. Si sta costruendo un discreto tiro da tre punti (41 e 33% nelle ultime due stagioni) ma quello che più si nota è l'immenso atletismo di questo ragazzo. Molto bravo a finire nel traffico, rimbalzista eccellente al college (doppia doppia di media nelle due annate precedenti) e grande schiacciatore. Notevole anche la sua attività sui 28 metri.
Jarvis Varnado
Il suo nome è salito alla ribalta solo a primavera inoltrata lo scorso anno, per aver dominato e portato al titolo della SEC Mississippi State. Lungo vero, siamo sui 204 centimetri, ma con un'apertura alare da oltre 220 cm (!) che lo rendono il primo intimidatore del college basket. Non è un caso che sia il miglior stoppatore dell'Ncaa e nelle ultime due stagioni ha viaggiato di poco sotto le 5 stoppate a sera (4.6 e 4.7). Nelle ultime due annate è stato nominato Mvp difensivo della SEC. In attacco è ancora tutto da inventare ma a rimbalzo domina e nei pressi del ferro si fa sentire, sia in difesa che in attaco. Nell'anno da junior si è avvicinato alla doppia doppia di media (13+9) ma il suo ruolo futuro sarà prettamente quello di specialista difensivo, alla Theo Ratliff o Stromile Swift.
Jerome Jordan
Altro lungo interessante questo ragazzo da Tulsa. Ha poca visibilità proprio per il fatto di giocare non in un top college ma sembra quello con più margini di miglioramento tra i senior. Centro vero, sette piedi nativo di Kingston, Giamaica. In attacco ha buoni movimenti, seppur sia un po' meccanico. Ricorda JaVale McGee, il centro giovane dei Wizards. 14+9+3 stoppate lo scorso anno per Jordan che dovrà fare una grande stagione e continuare a migliorare. Per lui la data chiave è il prossimo 25 febbario quando Tulsa giocherà nell'importante vetrina del Cameron Indoor contro Duke.
Michael Washington
Decisamente positiva l'annata da junior del lungo degli Arkansas Razorbacks. Dopo le prime due stagioni passate sostanzialmente a guardare, lo scorso anno ha chiuso con a 15+10 in trenta minuti di media sul campo mostrando tutto il suo talento. Ala forte fatta dal sarto per la Nba, un clone di David West degli Hornets.
Longilineo oltre due metri, non un grande atleta ma con ottima mano, sia fronte (soprattutto) che spalle a canestro. Grande attaccante che sa finire nel traffico e anche in acrobazia: un po' troppo innamorato forse del tiro da tre, che ha ma di cui spesso abusa (17%). In difesa non pare sia molto attivo ma in attacco è davvero un'ottima arma. Oltre a West ricorda Juwan Howard per la facilità di andare a punti ed avere grande senso di dove andrà la palla.
Trevor Booker
Questo è un autentico animale, un diavolo della Tazmania per l'attivismo sul parquet e con un'incredibile fame per la palla. Lungo undersized (decisamente sotto i 2 metri) ma con una forza devastante: sempre in doppia cifra nei suoi tre anni di college, i suoi punti derivano quasi esclusivamente da schiacciate e deviazioni a rimbalzo. Lo scorso anno ha mostrato anche un miglioramento nel tiro da tre (40%) ma i tentativi sono stati davvero pochi. Inoltre è un grande stoppatore per la taglia (sempre sulle 2 a sera) ma questo non fa che evidenziare l'immenso atletismo del leader di Clemson. Facili i paragoni con Jason Maxiell e Brandon Bass. Lo scorso anno ha chiuso nel miglior quintetto difensivo dell'ACC.
Lazare Hayward
Era già il leader di Marquette quando c'erano Dominic James, Wesley Matthews e Jerel McNeal, figuriamoci ora… Grande combattente, come molti altri già citati sta giocando spesso e volentieri da secondo lungo ma il ragazzo è destinato a giocare da ala piccola o addirittura da guardia tra i pro visti i 195 cm.
Giocatore comunque solido, capace di segnare con grande facilità , principalmente in avvicinamento al ferro ma anche con un tiro da fuori in evoluzione (36% su quasi 150 tentativi lo scorso anno). Ha grande carisma ed è molto apprezzato dai suoi allenatori per la grande voglia e l'etica lavorativa. Nell'anno da junior ha chiuso con oltre 16 punti e quasi 9 rimbalzi in una squadra dove la palla era soprattutto nelle mani di McNeal e Matthews: questa sarà la sua stagione. Per lui un futuro da specialista alla James Posey.
Stanley Robinson
Lo scorso anno ha centrato le final four con UConn da terzo violino dietro Thabeet e Price, quest'anno spera di essere lui, insieme all'altro senior Jerome Dyson, a portare gli Huskies alle F4. Robinson è un super atleta, grande schiacciatore, un all around che sa fare tutto molto bene. Ha i centimetri per giocare stabilmente da ala piccola nella Nba, anche grazie al tiro da tre, che possiede ma che deve disciplinare in termini di percentuali (pessimo 13% da junior dopo il 42% da sophomore). Viene paragonato a Darius Miles rispetto al quale però credo abbia meno in termini di potenziale ma sia più pronto per giocare da pro. D'altronde la scuola di Calhoun ne ha forgiati davvero tanti.
Sherron Collins
Piccolo ma davvero tosto, un candelotto di dinamite facilmente avvicinabile a Nate Robinson. Ha raggio di tiro infinito e una sinistra tendenza a mettere canestri molto pesanti (chiedere a Derrick Rose e a Memphis nella finel 2008 persa contro Kansas). Anche lui grande leader, il ragazzo da Chicago ha faccia tosta ed energia da vendere. Più guardia che play, lo scorso anno ha comunque scritto 5 assistenza a sera ma la sua priorità resta sempre il canestro. Non è un passatore istintivo ma questo non credo gli impedirà un futuro in Nba. Nei primi due anni a Kansas ha sfiorato la doppia cifra nonostante fosse il cambio di un certo Mario Chalmers mentre l'anno passato è arrivato a 19 punti a sera costruendo anche un'ottima intesa col lungo Cole Aldrich. Quest'anno ci sarà da divertirsi col loro pick'n'roll dalle parti di Lawrence.
Patrick Christopher
Come per Jerome Jordan, anche per questo ragazzo non c'è molta visibilità . Non tanto perchè giochi a California, che è pur sempre inserita nella PAC 10, ma piuttosto per il fatto che giocare sulla West Coast non aiuta in termini di apparizioni televisive proprio a causa del fuso orario. In ogni caso questa ragazzo è una guardia dal notevole talento, giocatore solido e completo destinato a crearsi uno spazio nella Nba. Credo possa assomigliare ad Aaron McKie (più atletico) mentre gli scout lo avvicinano a Von Wafer.
Di certo è un super tiratore, soprattutto dietro l'arco (36% lo scorso anno), ha un discreto atletismo, attacca bene il ferro ed è un buon rimbalzista per il ruolo (quasi 4 a sera nell'anno da junior). Più di tutto però è un realizzatore come dimostrano i 15 punti di media nelle ultime due annate. Anche lui viene da Compton (da lì vengono Bardon Davis, Chandler, Prince e ultimi Brandon Jennings e DeMar DeRozan), pericoloso sobborgo di Los Angeles. Il carattere di sicuro non gli mancherà . É un collezionista di sneakers: vedere per credere!
Honorable Mention
Logicamente non ci sono solo i dieci nomi di cui sopra tra i migliori prospetti all'ultimo anno di college. Partiamo dai già citati Wayne Chism e Dexter Pittman, fino ad arrivare a Jerome Dyson. Chism di Tennessee è un'ala alla Drew Gooden vicino ai 2.05 con grande senso per il rimbalzo e buon tiro da fuori, anche da tre (32%). Pittman è un centro vero, 206 cm per 140 kg: un mix tra Stanley Roberts e Oliver Miller.
Ha mani dolci e piedi da ballerino ma deve migliorare la concentrazione sul parquet. Dyson è una guardia sotto l'1.90 con un gran tiro da tre punti e una notevole tendenza nel finire al ferro le proprie penetrazioni. Terribile il suo primo passo. Sarà il leader di Connecticut quest'anno e dovrà crescere come passatore per avere più possibilità al piano di sopra.
Interessante anche De'Sean Butler, filiforme tiratore di West Virginia. Come anche Quincy Pondexter, guardiona da Washington.
Dopo tanti lunghi e diversi esterni, chiudiamo con due playmaker, non proprio puri, ma due che sanno gestire il gioco con la palla in mano. Scottie Reynolds di Villanova e Grevis Vasquez di Maryland.
Il primo ha trascinato Villanova all'ultima Final Four con un incredibile coast to coast sulla sirena contro Pittsburgh. Buon passatore e ball handler, ha grande uno contro uno e notevole carisma. Carisma che non manca al venezuelano Vasquez, play di quasi due metri con notevole visione di gioco, discreto ball handling e la classica "garra" che differenzia i latini dagli altri.
Oltre 17 punti, 5 rimbalzi e 5 assist per questo ragazzo dal grande talento che deve migliorare la continuità del suo tiro da fuori e cercare di contenere la sua grande voglia sul parquet. Il suo livello atletico non agli standard Nba ma questo non gli impedirà di crearsi uno spazio. Da ricordare il suo exploit dello scorso anno per battere i futuri campioni di North Carolina: tripla doppia con 35 punti, 11 rimbalzi e 10 assist.!
Tra gli altri senior, il lungo bianco di Notre Dame Luke Harangody, il centro dei campioni di UNC Deon Thompson, il play di Gonzaga Matt Bouldin, l'esterno di Michigan State Raymar Morgan e il tiratore di Ohio State David Lighty.