Renardo Sidney poteva essere uno dei rookie sensazione dell'anno, ma la sua egibilità è in forse…
Manca meno di un mese all'inizio della stagione regolare del college basket, già vi sono stati alcuni match di esibizione, e sono ormai alle porte o iniziati i primi tornei di pre-stagionali come il "Maui invitational" e il "Coaches vs. Cancer", dove i top team scalderanno i motori e testeranno i nuovi innesti.
Questo è il momento delle preview, dei pronostici, delle previsioni sui rendimenti dei fresmen più promettenti ma anche di rumors esterni al parquet, che mai come in questo periodo dell'anno si fanno così assordanti.
Il reclutamento di Renardo Sidney era stato uno dei colpi più importanti nel panorama NCAA, con lui Missisipi State si è assicurata uno dei lunghi più promettenti del paese con cui formare, insieme a Jarvis Varnado, una front court difensivamente devastante. Nubi fosche si sono però addensate sui Bulldogs e sul futuro della loro stagione.
Infatti, allo stato attuale, Renardo Sidney non ha ancora ottenuto l'autorizzazione dall' NCAA Eligibility Center e di fatto non può ancora essere considerato parte integrante del roster agli ordini di coach Rick Stansbury.
Il problema è legato, secondo l'apposito organo della NCAA, alla mancata corresponsione di tutti i documenti necessari a chiarire la situazione finanziaria di Sidney e della sua famiglia. Sono infatti sorte delle perplessità sulla natura dei finanziamenti utilizzati dalla famiglia di Sidney per acquistare delle proprietà immobiliari, dal valore piuttosto considerevole.
A questo scopo l'NCAA ha richiesto la dichiarazione dei redditi della famiglia, tuttavia il legale di Sindey, Donald Jackson, afferma di aver già fornito sufficienti informazioni al comitato per chiarire la posizione del proprio cliente. Per l'NCAA questo equivale a non aver risposto ad una specifica richiesta ed il risultato è che nessuno a Missisipi State sa se il lungo potrà prendere parte alla prossima stagione.
Bracky Brett, il responsabile per la conformità dell'ateneo, afferma che Missisipi State deve tutelare la propria integrità , e ribadisce che la responsabilità dei documenti è della famiglia di Sidney e del proprio consulente legale e non dell'università . Per quanto concerne la possibilità di vedere il giocatore in campo e sul suo status, lo stesso dirigente afferma che: "We hope to have some resolution before the season starts but it could carry into the season and beyond, if he doesn't compete then it's like a redshirt year, but his five-year eligibility clock starts once he enrols."
Sindey ha partecipato a dei workout individuali con il team, inoltre può anche prendere parte agli allenamenti settimanali con la squadra al completo, tuttavia coach Stansbury è piuttosto perplesso a causa della situazione del suo freshmen.
La situazione sembra essere molto delicata, non vi sono infatti garanzie che l'Elegibility Center dell'NCAA certifichi Sidney, anche se Jackson fornirà tutti i documenti richiesti. Una brutta tegola quindi per un team che con Sidney potrebbe ambire a fare strada nel torneo.
Recentemente un altro freshmen si è unito a Sidney nei problemi di eleggibilità , anche se si tratta di un problema di entità più lieve. Il nome è di quelli altisonanti, trattasi infatti della stella del recruiting di Kentucky John Wall. La NCAA sta considerando la posizione di Wall in quanto Brian Clifton, suo precedente allenatore nella squadra AAU, era al tempo un agente, certificato dalla FIBA, ruolo che ha ricoperto per circa un anno fino all'Agosto del 2008.
In accordo con le regole NCAA, se a Wall è stato pagato qualcosa in quanto giocatore del team AAU di Clifton, questo implica per Wall l'aver accettato dei benefici illegali da un agente. Il giocatore pertanto dovrà ripagare tutte le spese che Clifton ha sostenuto per lui in quel periodo.
Da segnalare che il neo wildcat è stato inserito nel secondo quintetto pre-stagionale della SEC senza aver giocato un singolo minuto, inoltre secondo coach Calipari, Wall è più pronto, a questo punto della stagione, dei due precedenti fenomeni da lui allenati a Memphis Derrick Rose e Tyreke Evans.
Dopo lo scandalo estivo di Rose a Memphis, queste non sono sicuramente le premesse migliori per coach Calipari alle soglie della stagione.
La carriera post-agonistica di Isiah Thomas è stata caratterizzata da molte ombre e poche luci, i suoi anni ai Raptors e ai Pacers non rimarranno sicuramente negli annali, e a New York non hanno pianto molto per la sua partenza dopo che aveva condotto la squadra al terrificante record di 23-59 nella stagione 2007-2008.
Nell'ultimo anno di Thomas si è sentito spesso parlare per vicende extra-cestistiche, come il processo per presunta violenza sessuale, il ricovero in ospedale per overdose di sonniferi, e recentemente per la querelle mediatica con l'ex grande amico Magic Johnson.
Finalmente dal 14 aprile scorso l'ex bad boy è ritornato ad un ruolo operativo, dopo essere stato presentato in grande stile come il nuovo allenatore di Florida International, un modesto ateneo della Sun Belt conference. Ma chi sperava di sentir parlare solo di pallacanestro è rimasto subito deluso, il buon Thomas e lo staff dirigenziale dell'ateneo non hanno infatti perso tempo, sfiorando uno spiacevole caso diplomatico già in preseason.
Ma veniamo ai fatti: Thomas e Pete Garcia, l'Athletic Director di Florida State, avevano minacciato il boicottaggio del proprio team al primo impegno pre-stagionale, previsto per il 9 novembre contro i campioni in carica di North Carolina al 2K Coaches vs. Cancer tournament.
Inizialmente l'accordo tra FIU e la Gazelle Group, l'organizzatore del torneo, prevedeva che i Golden Panthers esordissero contro Ohio State, ma successivamente il programma è stato modificato e il team di Thomas si è trovato ad esordire proprio contro i Tar Heels al Dean Smith Center. Da qui l'iniziale categorico rifiuto da parte dello staff dirigenziale di FIU di prendere parte al match, dopo aver annunciato pubblicamente, anche sul sito ufficiale dell'ateneo, che l'esordio stagionale sarebbe stato contro Ohio State.
Secondo la versione della Gazelle Group invece Garcia avrebbe firmato un contratto che vincolava FIU a giocare una partita contro una qualsiasi delle due squadre, lasciando alla società organizzatrice la discrezione della scelta.
Alla fine l'incomprensione è stata raggiunta e il buonsenso ha prevalso, infatti FIU sarebbe uscita doppiamente sconfitta se avesse rifiutato di partecipare al match. Da un lato avrebbe perso un'ottima occasione per promuovere la ricostruzione del proprio programma, infatti con il suo attuale roster non sarebbe all'altezza di competere con nessun team di prima fascia, quindi tanto vale monetizzare in termini di visibilità nazionale la possibilità di giocare contro i campioni in carica.
Inoltre andare contro un colosso come la Gazelle, che controlla molti dei principali eventi di contorno del panorama NCAA, sarebbe stato per FIU oltremodo deleterio, con conseguenze negative per il futuro del programma.
Sicuramente Thomas continua a non passare inosservato, ma per lui inizia ora il compito più difficile, quello di cercare di spodestare Western Kentucky dal trono della Sun Bel conference.
Storie tese in casa della favorita numero uno Kansas, diverse fonti infatti riportano di una rissa avvenuta ai primi di ottobre nel campus dell'università tra alcuni componenti dei team di basket e di football dell'ateneo.
Numerosi studenti riportano di aver visto scoppiare uno scontro fisico tra una dozzina di giocatori all'interno del campus, "I just heard a bunch of people yelling and saw a bunch of basketball players and football players", riportava un testimone dell'accaduto.
Sembra che lo scontro sia avvenuto circa 18 ore dopo un precedente alterco che aveva spedito Tyshawn Taylor, giocatore del team di Self , in ospedale con una distorsione del pollice.
La mattina successiva all'accaduto, Lew Perkins, direttore atletico dell'ateneo, ha rilasciato una dichiarazione a proposito dell'accaduto: "I am disappointed that some of our student-athletes put themselves in this position, and it's something that I am taking very seriously", inoltre ha dato incarico ai coach Bill Self e Mark Mangino di chiarire la situazione con un'indagine interna e di prendere i necessari provvedimenti. "I am confident that they will handle the situation appropriately", ha concluso Perkins.
Sicuramente non un inizio agevole per i Jayhawks, un team con tutte le pressioni dei pronostici e grandi aspettative, che dovrà sicuramente lasciarsi alle spalle l'accaduto il più in fretta possibile.