Power Forward Ranking ’09

Blake Griffin, una sicurezza per la prossima prima chiamata assoluta!?

1) Blake Griffin

Oklahoma – Sophomore – 206 cm

"With the first pick"": sono in molti che, riferendosi a Griffin, attribuiscono queste parole a Stern per il prossimo draft; e certo la power forward dell'Oklahoma è il giocatore di cui si parla di più (anche non necessariamente in riferimento al basket, basti pensare alle foto dove lo stesso viene ripreso vestito da drag queen). Tuttavia riguardo a Blake persistono ancora dubbi che potrebbero portare a riconsiderare la sua posizione, nonostante ad oggi possa essere considerato il giocatore più forte a livello NCAA.

Innanzitutto merita molta attenzione la sua base fisico-atletica: muscolatura già  importante, è anche un atleta di primo livello sia in quanto a verticalità  ed esplosività  sia come velocità  e coordinazione nella corsa.

Già  questo gli permetterebbe di dominare incontrastato le aree collegiali, ma Blake non si accontenta: attacca il canestro con un'aggressività  impressionante (perfino ai limiti dell'irruenza) e nei pressi del tabellone risulta ormai inarrestabile, alla luce anche della buona varietà  di movimenti, dove all'atletismo aggiunge un ottimo tocco, e al livello superlativo del ball-handling e nel mettere palla a terra.

Rimbalzista eccelso (il migliore di tutto il college basketball, con 14.5 a partita): all'animalesca foga che lo caratterizza aggiunge infatti un superlativo senso della posizione, caratteristica che lo porta inoltre ad eseguire un ottimo taglia-fuori. Di alto livello in particolare la sua abilità  a rimbalzo offensivo che, quando conquistato, si traduce con regolarità  in almeno due punti a favore.
E' inoltre un passatore notevole, con buone mani e visioni adeguate (si può anzi considerarlo secondo forse solo a Monroe tra le ali grandi, sotto questo punto di vista).

Arrivati a questo punto è lecito chiedersi: "Ma allora perché dovrebbero esserci dubbi sulla prima scelta del prossimo draft?".
Eh, tanto per cominciare perché il basket contempla anche l'aspetto difensivo!

Su questo lato del campo l'intensità  tanto ammirata nel Griffin-Dr. Jekyll scompare ancora troppo spesso per lasciar posto a un desolante Griffin-Mr. Hyde: distrazioni grossolane, mancanza di interesse che non sempre riesce a mascherare, a volte un'arrendevolezza che non gli fa giustizia" insomma, per dirla in breve mostra a larghi tratti una mal celata mancanza di voglia. Possiede sì un abbozzato interesse per la stoppata in aiuto e sul proprio uomo, ma questo non lo porta certo ad essere un intimidatore; anzi, vista la fortuna di avere quei mezzi di altissimo livello già  menzionati (fisico, atletismo, senso della posizione), anche sotto questo aspetto sarebbe lecito aspettarsi molto di più.

Importante agli occhi degli osservatori è anche il fatto che, come per molti altri giocatori, su Griffin pesa l'incognita del passaggio a livello NBA; e per spiegare ciò come prima cosa bisogna rivolgersi al numerino posto in alto, vicino alla scritta "cm": se infatti la sua aggressività  potrà  avvantaggiarlo notevolmente nell'impatto con il nuovo basket rispetto ad altri rookie, viene spontaneo domandarsi se riuscirà  a riportare il suo gioco offensivo contro le difese NBA, dove il livello fisico-atletico è decisamente superiore.

Rilevanti miglioramenti sono inoltre necessari ai tiri liberi (non raggiunge il 60%) e, cosa ancor più fondamentale, nel suo gioco fronte a canestro.

Sotto quest'ultimo punto di vista è doveroso menzionare i miglioramenti messi in mostra rispetto alla sua stagione da freshman, ma resta comunque evidente quanto il giocatore si trovi poco a suo agio non appena si allontani dall'area. Riassumendo: è ancora prettamente un giocatore d'area, ma proprio in area potrebbe trovarsi a soffrire non poco a livello NBA.

Proviamo infine a trarre qualche conclusione: Griffin prima scelta assoluta? Niente da dire. Griffin prima scelta assoluta incontrastata, indipendentemente dalla squadra che dovesse scegliere? Ecco, probabilmente no.

Nba comparison: Carlos Boozer

2) Tyler Hansbrough

UNC – Senior – 206 cm

Diventato da poco il miglior realizzatore di sempre nella ACC (dopo esserlo diventato di UNC, a Dicembre contro Evansville), Hansbrough è senza dubbio uno dei giocatori più forti a livello collegiale, nonché autentico leader e perno dei Tar-Heel campioni NCAA.
Su di lui però gravano da sempre pesanti dubbi sulla sua capacità  di trasportare la sua efficacia anche a livello NBA.

Tanto per cominciare, è basso e manca di massa muscolare; per continuare, anche atleticamente è sotto standard per livelli più alti, nonostante a livello NCAA sia più che passabile.
E' però un ottimo contropiedista, con ottime velocità  e coordinazione nella corsa e tendenza ad attaccare subito il canestro.

In attacco ha ormai allargato il range in modo piuttosto affidabile: non sarà  ancora totalmente appropriato per il piano di sopra, ma in quattro anni da Tar-Heel è migliorato esponenzialmente, tanto che ora ha assunto anche una certa fiducia in se stesso nel prendersi tiri dalla media distanza (dove mostra una meccanica più che discreta). A dir la verità  quest'anno ha fatto qualche sporadica comparsa anche il tiro da tre punti, comunque non trasportabile a distanza NBA.

E' nei pressi del canestro che però fa ciò che vuole: ha un notevole gioco in avvicinamento, con caratteristiche virate e movimenti in sul perno e la particolare prerogativa di riuscire a concludere anche nell'area affollata grazie a un incredibile fiuto per trovare il più piccolo varco libero, tanto per farvi passare il corpo quanto per concludere con l'appoggio a canestro o la schiacciata (per la quale Tyler ha una certa predilezione). Restano però tutti movimenti molto difficili da riportare anche in NBA, dove gli avversari sono di ben altra caratura.

Possiede anche buona capacità  di mettere palla a terra e ottimo primo passo, che di norma però mette in mostra solo nelle immediate vicinanze dell'area; male invece il ball-handling, con pessima capacità  di proteggere il palleggio.

La cosa che più lo caratterizza in attacco resta comunque la capacità  di cercare e trovare il contatto con il difensore, portando a casa molti falli sottoforma di tiri liberi che trasforma con regolarità : quasi nove guadagnati a partita e realizzati con una percentuale che si avvicina all'86% sono cifre davvero importanti, tanto più importanti se si considera che Hansbrough ha la sinistra tendenza di riuscire a segnare anche con il contatto, concludendo un rilevante numero di giochi da tre punti.

In difesa non si può negare che ci metta tantissima voglia, e a livello collegiale si dimostra anche difensore di livello sufficiente (con una particolare prevalenza nel giocare d'anticipo); ma certo a livello NBA desta, anche qui, preoccupanti e ben giustificati dubbi: fisicamente e atleticamente inadeguato, fa mostra anche di irritanti limiti nelle letture.

Indubbio è però il suo valore come rimbalzista: sopperisce ai già  più volte ricordati limiti fisico-atletici con grandissima tenacia e perseveranza, nonché un buon senso della posizione.

Altro punto a suo favore è la grande solidità  mentale: leadership naturale, perseveranza e rinomata etica lavorativa potranno essergli di fondamentale aiuto per la sua carriera futura.

Alla luce delle sue caratteristiche non stupisce quindi quanti dubbi sollevi tuttora agli osservatori: certamente un grandissimo giocatore di basket collegiale, ma in futuro sarà  capace di ritagliarsi un posto stabile in NBA?

Nba comparison: David Lee

3) Jordan Hill

Arizona – Junior – 208 cm

Eccoci davanti ad un ragazzo in continua crescita: al suo arrivo a Tucson infatti in pochissimi si aspettavano che Jordan Hill potesse raggiungere un tale livello di gioco dopo tre anni di università . Non è un giocatore cerebrale, non è proprio un manuale del gioco in post basso e i fondamentali scarseggiano ancora, ma i miglioramenti mostrati dall'ala di Atlanta sono veramente notevoli.

Classico fenicottero che corre il campo come un piccolo, Hill è un giocatore che fa dell'esplosività  e dell'atletismo la propria base del gioco; anche perché stiamo parlando di uno che ha cominciato tardi a giocare a pallacanestro, quindi tutti i fondamentali -sia offensivi che difensivi- sono ancora parzialmente da scoprire.

Ma quello che piace tanto in lui è proprio la voglia di lavorare su questi suoi limiti e di sfidare se stesso per essere un giocatore sempre migliore.

Nella metà  campo avversaria riesce a rendersi pericoloso principalmente su azioni dinamiche, seguendo la palla e facendosi trovare sempre nella posizione ideale per ricevere il pallone nei pressi del canestro, per concludere poi con un facile appoggio o con la classica schiacciata di potenza.

Negli ultimi tempi però si è costruito anche alcuni movimenti in post molto efficaci, come ad esempio il sempre più valido gancetto con la mano destra a seguito di una delle sue virate dopo la partenza fronte a canestro, oppure un giro e tiro che ha iniziato a far muovere la retina con sempre più continuità ; il tutto effettuato ad una velocità  notevole per un ragazzo di quell'altezza.

Come detto, l'atletismo è ottimo, e questo fa sì che in difesa sia un intimidatore di cui tener conto, nonostante un tempismo per la stoppata da migliorare per non incappare in problemi di falli precoci.
A rimbalzo sa sfruttare benissimo la dote naturale di poter saltare più volte in pochissimo tempo, e anche grazie a questo è molto sicuro delle sue capacità  sotto entrambi i tabelloni.

D'altro canto però il ragazzo non è ancora inserito completamente nello spirito del gioco e manca molto di pazienza nelle esecuzioni, tendendo ad incaponirsi nelle situazioni in post basso anche se raddoppiato; non ha inoltre una grande visione per gli scarichi e non riesce ancora a leggere alcune situazioni di gioco. Peccati di mancata esperienza, se vogliamo.

Rimane comunque un prospetto da top5 al draft, ed una squadra che non avesse problemi ad aspettare la sua crescita potrebbe aver trovato un validissimo lungo per gli anni a venire. Sicuramente un ragazzo su cui scommettere una scelta.

NBA comparison: Al Horford

4) Greg Monroe

Georgetown – Freshman – 210 cm

Si potrebbe descriverlo con un unico termine: immaturo. E' infatti innegabile che Monroe, per quanto abbia un grande potenziale, resti comunque un giocatore ancora molto immaturo e bisognoso di ulteriore permanenza al college.

E Greg pare finalmente averlo capito, avendo deciso di restare ulteriormente a Georgetown nonostante si portasse dietro la fama di "one & done" fin dall'high school.

Ha la fortuna di avere una base fisica di altissimo livello, con braccia molto lunghe e altezza ideale per il ruolo, cosa quest'ultima che però non gli compromette fluidità  e coordinazione nella corsa; certo non è però un grande atleta e deve sicuramente lavorare anche sulla sua massa muscolare.

Tecnicamente parlando, in primis merita attenzione la sua altissima qualità  di passatore: un lungo con quelle mani non si vede tanto spesso, inoltre Greg mostra una maturità  impressionante limitatamente alla visione di gioco e alla predisposizione a coinvolgere i compagni (maturità  che comunque, come già  precisato in precedenza, non si riscontra in altri aspetti del suo gioco).
In particolare da notare la sua abilità  nel distribuire gioco dal post alto, lavorando bene sui tagli dei compagni.

Sul lato offensivo del campo il suo gioco si sviluppa in prevalenza dal post alto, essendo ancora un giocatore che attacca prettamente fronte a canestro: sfoggia un ottimo tocco e un passabile range di tiro, ma soprattutto una capacità  di altissimo livello nel mettere palla a terra e nell'attaccare il canestro in palleggio, mettendo in mostra una coordinazione di livello sopraffino che gli permette movimenti più che interessanti in avvicinamento; non ha invece movimenti affidabili in post basso.

A rimbalzo ci si aspetta sicuramente di più perché mette sì in mostra i suoi limiti atletici, ma soprattutto molto poca propensione a sbucciarsi i gomiti in area, preferendo rifuggire il contatto fisico; ha comunque mani grandi e forti che gli permettono una solida presa sulla sfera una volta conquistata.

In difesa ancora non ci siamo; mostra infatti un buon interesse per la stoppata (e ci mancherebbe altro, con quelle braccia!), ma è pessimo difensore sull'uomo: muove male i piedi, non sa opporre resistenza ai lunghi avversari in post basso, non ha senso della posizione e più in generale si dimostra troppo morbido.

Upside importante e caratteristiche fisico-tecniche che meritano grande attenzione, ma ad ora Greg non è pronto per sperimentare livelli superiori a quello collegiale; ma lasciandolo una/due stagioni ancora a Georgetown potremmo trovarci in mano un giocatore in grado di stare nelle prime tre scelte di uno qualunque dei prossimi draft.

Nba comparison: Pau Gasol

5) DeJuan Blair

Pittsburgh – Sophomore – 198 cm

Più che un giocatore di Pittsburgh, un'icona della città  della Pennsylvania.
Nato e cresciuto a meno di 500 metri dal campus, conosciuto non solo per le sue doti all'interno del rettangolo di gioco ma anche per la popolarità  di cui gode dentro e fuori dall'università , le sue qualità  umane conquistano tutti ed è diventato in poco tempo la miglior pubblicità  per i Panthers di coach Dixon.

Proprio il coach che lo reclutò dopo una riunione familiare invitato dalla nonna Donna, la quale non voleva che il nipote se ne andasse a Tennessee quando la squadra di casa lo voleva fortemente.

La simpatia e la solarità  di DeJuan però non sono riportate in campo, dove il ragazzone è uno dei più temuti giocatori d'area della NCAA, capace di non far pesare l'altezza deficitaria dominando grazie a un fisico che sembra più quello di un giocatore di football che di basket.
Tutto questo nonostante sia uno che sviluppa il suo gioco al di sotto del ferro, il che non significa che non sia atletico, ma solo che manca un po' di esplosività .

Queste caratteristiche certamente non influenzano le sue eccellenti qualità  da rimbalzista: al contrario, mani forti, apertura alare infinita, senso della posizione, abilità  nel tagliafuori, e grinta lo rendono uno dei migliori della categoria in tutto il basket collegiale, soprattutto offensivamente (miglior rimbalzista offensivo in tutta la NCAA), dove riesce a sovrastare l'avversario grazie al movimento delle lunghe e forzute leve che gli permette di mettersi la maggior parte delle volte tra il marcatore ed il pallone.

Il problema però è il solito di molte altre power forward sottodimensionate ma massicce, ovvero il gioco troppo interno per poter giocare con continuità  da 4 al piano di sopra e un'altezza troppo esigua per affrontare i lunghi NBA.
Anche in difesa ha le sue lacune: tutto quello che fa di positivo lo deve al fisico e soffre tantissimo i pariruolo dinamici ed atletici o che quelli riescono a portarlo fuori dall'area verniciata, territorio sconosciuto per DeJuan.

La forza mentale e la determinazione sono da primo della classe e siamo sicuri che il ragazzone farà  il possibile per ritagliarsi un posto importante, magari diventando il secondo giocatore della storia (dopo Mel Bennett) ad esser nato a Pittsburgh, aver giocato per l'università  della sua città  natale e a in seguito tra i pro.

NBA comparison: Brandon Bass

6) Patrick Patterson

Kentucky – Sophomore – 203 cm

Dopo una discreta annata da freshman, seppur costellata da alti e bassi, in cui aveva dimostrato buona parte del suo talento, Patrick Patterson è letteralmente esploso in questa sua seconda stagione a Kentucky. Il nativo di Huntington, West Virginia ha infatti dimostrato di essere uno dei migliori giocatori di post basso di tutto il college basket e più in generale uno dei più efficaci a livello offensivo.

Patterson ha chiuso la stagione con un incredibile 73% di conclusioni realizzate nei pressi del canestro (quarto miglior risultato di tutta la nazione) grazie al suo atletismo e a delle braccia lunghissime che lo hanno reso pressoché immarcabile dai pari ruoli a livello collegiale. Queste sue caratteristiche gli hanno anche permesso di essere molto efficace sotto il suo tabellone, dove ha stoppato più di due tiri a partita.

Come tanti giocatori che stanno avendo successo nella NBA di oggi, Patterson pur non avendo tutti i centimetri adatti al ruolo della power forward (siamo sotto i due metri e cinque di altezza) compensa con una eccellente velocità  laterale, l'ottimo atletismo di cui abbiamo parlato e comunque un discreto fisico, ben formato soprattutto nella parte superiore del corpo, che ha iniziato ad usare a suo vantaggio contro avversari fisicamente più piccoli.

È molto migliorato anche il suo IQ cestistico, che gli permette di farsi trovare sempre al posto giusto nel momento giusto. Rispetto al passato si muove decisamente meglio senza palla riuscendo quindi a farsi trovare smarcato dai compagni per facili punti con schiacciate o appoggi al tabellone.

Dovrà  comunque fare ancora molti miglioramenti se vorrà  diventare un giocatore NBA a tutti gli effetti: la mano sinistra, per esempio, gli è ancora completamente sconosciuta; così come dovrà  necessariamente migliorare la sua presenza a livello difensivo, tanto mentale, infatti spesso si dimentica di fare una rotazione, quanto tecnica, dal momento che si trova ancora in difficoltà  nell'uscire su un lungo perimetrale (tipologia di giocatore della quale il basket al giorno d'oggi è pieno).

NBA comparison: Leon Powe

7) Craig Brackins

Iowa State – Sophomore – 208 cm

Craig Brackins è un giocatore abbastanza difficile da comprendere ed analizzare. I suoi 208 cm lo rendono un lungo a tutti gli effetti, a differenza del suo gioco che invece si avvicina di più a quello di una guardia.

Grazie anche al sistema di gioco - abbastanza lento e macchinoso - di Iowa State, Brackins è stato utilizzato in pratica solo ed esclusivamente in isolamento, dove grazie al suo talento è riuscito a segnare con continuità  chiudendo la stagione sui venti punti di media. La stragrande maggioranza della sue conclusioni vengono prese dal tiro in sospensione, gesto tecnico in cui eccelle. A livello collegiale sono infatti poche le power forward che hanno un tiro (scoccato anche da tre punti senza grossi problemi) come il suo.

Purtroppo per lui però il suo gioco, al momento, si ferma qui. Brackins non è assolutamente in grado di giocare spalle a canestro e nell'attacco dei Cyclones non veniva quasi mai nemmeno utilizzato come bloccatore sui "pick & roll" (cosa che invece un giocatore del suo ruolo e della sua altezza dovrebbe saper fare). Prendendo le migliori ali grandi del college basket nella stagione appena conclusa, notiamo come Brackins sia addirittura ultimo per numero di possessi conclusi nelle vicinanze del canestro, un dato abbastanza incredibile per un giocatore capace di esplodere in serate da trenta punti (o addirittura quaranta, come ben ricorderà  Kansas nella partita del 24 maggio).

Brackins dovrebbe dichiararsi per il Draft 2010, e con un anno di lavoro in più alle spalle potrebbe comunque diventare un prospetto più che interessante, viste le sue caratteristiche realizzative che fanno già  adesso gola a molti scout.

NBA comparison: David West

8) Jon Brockman

Washington – Senior – 201 cm

Solitamente si dice che non puoi capire le vere caratteristiche di un giocatore valutando solamente statistiche, cifre e altri aspetti simili.

Beh, per Jon Brockman non è proprio così, e per capire l'indole di questo ragazzo basta solo un numero, il sei. Già , perché sei sono le volte che si è rotto il naso nella sua carriera universitaria agli Huskies, buttandosi su un pallone o prendendo un gomito vagante durante un rimbalzo oppure ancora nell'urto con un attaccante caduto in una delle sue meravigliose letture difensive.

Jon Brockman è questo. Un guerriero nel vero senso della parola, che non molla la presa sulla partita finché il tabellone luminoso non segna i fatidici quattro zeri che determinano la fine delle ostilità .

Giocatore da ammirare per come legge partite, azioni e situazioni di gioco, per come difende ad un livello che sembra superiore rispetto agli altri "colleghi", per come va a rimbalzo a dispetto di un altezza normale e di un atletismo quasi inesistente.

In attacco sa giocare spalle a canestro tenendo un buon contatto con il difensore per capire da che parte attaccarlo, sa sempre dove è il canestro e sa come arrivarci, ma il range è veramente troppo limitato per un giocatore che con quel fisico vorrebbe provare a guadagnarsi un posto nella NBA.
Difensivamente invece, come avrete ben capito, non gli si può dire niente perché ha voglia, tenacia, va benissimo a rimbalzo e tiene l'uomo divinamente.

Dopo averlo visto per quattro anni a Washington, a noi sembra che questo ragazzo sia un prospetto cinque stelle per il basket europeo, adatto ad ogni tipo di realtà  nostrana, ma non ancora pronto per la National Basket Association a causa del solito rapporto centimetri/gioco esterno.
Anche se c'è da dire che un combattente del genere potrebbe fare davvero comodo a tante franchigie.

NBA comparison: Craig Smith

9) Gani Lawal

Georgia Tech – Sophomore – 206 cm

Negli ultimi anni gli Yellow Jackets hanno dato alla NBA alcuni prospetti niente male, basti pensare al "rivale" di Bargnani, Chris Bosh, o alla sorpresa phillina Thaddeus Young, fino ad arrivare ai vari Stephon Marbury e Dennis Scott, che hanno scritto pagine più o meno importanti nella lega cestistica più famosa nel mondo; ed anche quest'anno sembra che dal campus di Atlanta possa uscire un bel giovane di belle speranze nella persona di Gani Lawal.

Ragazzo di origini nigeriane ma cresciuto in Georgia, compagno di squadra alla high school di due altri giocatori da tenere d'occhio come Jodie Meeks ed Al Farouq Aminu, Lawal è un giocatore con tanto, tantissimo potenziale da sfruttare; infatti, nonostante alcune lacune sulla comprensione del gioco, è molto atteso nel prossimo draft, dal momento che si è dichiarato eleggibile (senza però assumere un agente, lasciando dunque aperto lo spiraglio per poter tornare al college).

Offensivamente ancora molto indietro come tecnica e gioco in post, Lawal sfrutta bene il suo atletismo e le sue lunghe braccia per farsi sentire a rimbalzo su situazioni dinamiche, unici contesti in cui può fare la voce grossa, oppure ricevendo gli scarichi nei dintorni del canestro, dove è bravo a segnare con frequenza ad elevate percentuali grazie al buon uso del corpo e al modo in cui tiene bene i contatti sotto i tabelloni.

Dall'altra parte del campo invece è un grande intimidatore con grande timing per la stoppata, grazie anche all'elevato wingspan (7'0'') che può permettergli di sporcare, deviare e bloccare tiri in ogni situazione. Anche sull'uomo sa farsi valere, usando come si deve l'ottima velocità  di piedi.

Siamo però di fronte, come già  accennato all'inizio della descrizione, a un giocatore ancora molto indietro per quanto riguarda tecnica e fondamentali. In attacco spalle a canestro è praticamente nullo e non ha raggio di tiro per essere credibile al livello superiore, inoltre non sa gestire i tempi di gioco incappando in molte scelte infelici.

Sinceramente crediamo che il ragazzo abbia bisogno di almeno un altro anno di college, ed il fatto che non abbia assunto un agente può esser visto positivamente; ma comunque il fisico per giocare con i pro non gli manca assolutamente e una scelta dopo la lottery non gliela negherà  nessuno.

NBA comparison: Kenny Thomas

10) Jeff Adrien

Connecticut – Senior – 201 cm

Cattivo, sporco, indomito, ignorante e con una sinistra tendenza a dilettarsi con la caccia al cervo.
Praticamente il giocatore che ogni allenatore sogna di avere nella propria squadra.

Magari siamo stati un po' troppo crudi con questi aggettivi, ma la sensazione che dà  Jeff Adrien ogni volta che calca il terreno di gioco è proprio questa, ovvero di un giocatore che fa di tutto e di più per accaparrarsi la vittoria alla fine del tempo di gioco, usando mezzi leciti ed anche un po' meno.

L'ala di Brookline (da non confondere con il famoso quartiere newyorchese) è un giocatore interno sottodimensionato come se ne vedono tanti a livello collegiale, ma capace di imporre il proprio gioco grazie ad un miscuglio di determinazione, grinta e voglia che ne fanno uno dei clienti peggiori che un qualsiasi avversario possa trovarsi davanti.

Bel controllo del corpo che gli permette di concludere sempre in equilibrio nei dintorni del canestro, Adrien sa usare benissimo entrambe le mani ed ha inserito nel suo gioco un semigancio che è migliorato pian piano fino ad essere la sua arma preferita in attacco.

Va inoltre ricordata la sua grandissima presenza a rimbalzo, dove la sua abilità  nel prendere posizione, abbinata a mani forti e a buona verticalità , gli consente di arpionare molti palloni su entrambi i lati del campo.

Per quanto riguarda la parte difensiva, si basa molto sul fisico, e riesce a contenere bene anche gli attaccanti più alti grazie ad una struttura robusta e dei piedi stranamente veloci per un corpo del genere; può inoltre contare sul buon lavoro che fa nel contrastare i tiri e, nella maggior parte delle volte, rispedirli al mittente grazie al buon tempismo per salire a stoppare.

I suoi limiti si potrebbero copiare parola per parola da altri profili che possiamo trovare in questo articolo: altezza limitata per uno che sviluppa il suo gioco esclusivamente all'interno dell'area, gioco perimetrale inesistente, tiro dalla media troppo ondivago, difesa rivedibile su avversari con gioco più esterno e la sensazione che il giocatore sia fatto e finito così com'è.

Per lui si apriranno sicuramente le porte europee e lo accoglieranno con un tappeto rosso, ma per la NBA le lacune sono troppe ed il fatto che l'atletismo sia solo nella media potrebbe togliergli anche le ultime speranze di trovare posto in una qualsiasi franchigia.

NBA comparison: Jason Maxiell

Honorable Mentions

Luke Harangody

Notre Dame – Junior – 203 cm

Un giocatore che potremmo paragonare ad Hansbrough, dominante a livello collegiale ma con molti punti di domanda per quanto riguarda il futuro NBA.

Se a Notre Dame è infatti stato uno dei realizzatori più prolifici di tutta l'NCAA, non si può certo dire che il suo ingresso nella NBA sarà  cosa facile.

Harangody è un ottimo giocatore di post basso, con una parte alta del corpo molto robusta e forte: queste sua caratteristiche gli hanno permesso di dominare sotto le plance contri qualsiasi, o quasi, avversario chiudendo le ultime due stagioni a più di venti punti di media. Ha anche delle mani discretamente morbide che gli permettono di mandare a segno qualche semi gancio in corsa (con la prediletta mano destra), oltre che di convertire le innumerevoli dosi di tiri liberi che si guadagna con una percentuale superiore al 75%. Inoltre è anche efficace dai 4/5 metri, distanza da cui scocca un tiro stilisticamente orribile ma che spesso trova la via del canestro.

Questi suoi punti di forza però non saranno sufficienti a livello NBA, dovrà  lavorare sulla varietà  di movimenti offensivi, iniziare ad usare anche la mano sinistra che al momento gli è quasi sconosciuta ed espandere il range del suo tiro.

Kenneth Faried

Morehead State – Sophomore – 203 cm

Emerso prepotentemente in questa stagione, Faried sta pian piano guadagnandosi le attenzioni degli addetti ai lavori; è il leader degli Eagles, che ha condotto al torneo NCAA dopo 25 anni dall'ultima apparizione, portandoli inoltre a giocare contro la n.1 Louisville dopo aver eliminato Alabama State. Giocatore intenso e fisico, dotato di un ottimo atletismo, è anche un dominante rimbalzista (21 contro la già  citata Alabama State) non solo di forza ma anche di posizione con buona capacità  nel taglia-fuori, nonché ottimo intimidatore; buon difensore anche sull'uomo, con senso della posizione e interessante predisposizione allo sfondamento subito, mostra invece qualche lacuna nel tenere giocatori più rapidi di lui e con un buon primo passo.

In attacco ha un discreto gioco fronte a canestro, sa mettere palla a terra e mostra un altrettanto discreto repertorio in avvicinamento, con la tendenza però ad andare prevalentemente a destra.
Principale limite su cui lavorare: indubbiamente i tiri liberi, dove mostra una meccanica che definire antiestetica è un eufemismo (con caratteristico "molleggiarsi" sulle gambe dopo il rilascio); non meno importante deve essere il diminuire il numero dei falli, nella gestione dei quali si dimostra spesso troppo irruento. Da tenere d'occhio, comunque.

Josh Heytvelt

Gonzaga – Senior – 211 cm

Atletismo? C'è.
Tiro frontale? C'è.
Grinta sotto i tabelloni? C'è. Forse anche troppa.
Testa sulle spalle? Manca.

Se il ragazzo è sempre stato sottovalutato dagli addetti ai lavori delle squadre NBA, il motivo, appunto, c'è. Nonostante abbia tutte le caratteristiche per esser scelto tra la fine del primo giro e l'inizio del secondo e di avere una possibile carriera al piano di sopra grazie al suo gioco sia spalle che fronte a canestro, Heytvelt è sempre stato guardato con una specie di pregiudizio per i suoi guai con la legge avuti quasi due anni or sono assieme al compagno di squadra Theo Davis.

Eppure il ragazzo come talento ci sarebbe, magari lasciando da parte la fase difensiva dove letteralmente sciopera a piacimento. Bel mix tra gioco interno ed esterno, buonissime mani che gli permettono di avere un range di tiro invidiabile da tanti suoi pariruolo, stazza per sopportare i contatti e ball-handling che può migliorare, è un peccato che un giocatore del genere sia così snobbato; ma alla fine la colpa è sua e sta a lui ora dimostrare che possa stare in NBA.

Michael Washington

Arkansas – Junior – 208 cm

Tipico "lungo" (non è propriamente una power forward come la si dovrebbe intendere) con un atletismo debordante, fisicamente pronto ad esplodere ogni volta che tocca la palla.

Washington, come tanti coetanei, è un giocatore che fa delle forza fisica, del salto e dell'atletismo il suo punto forte; molto efficace nei pressi del ferro è anche un devastante rimbalzista, sia per posizione che per tempismo.

Avendo iniziato però a giocare a basket relativamente tardi, Washington è ancora un progetto tutto da costruire: le decisioni che prende sul campo, la sua shot-selection e l'abilità  difensiva sono ancora allo stato brado. Seppur dotato di una discreta mano, il suo jumper dalla media distanza (così come quello da tre punti) va e viene e al momento quando viene chiamato in causa in attacco non può far altro che attaccare dal palleggio, cercare di battere il proprio uomo con il suo primo passo devastante e finire con una schiacciate bimane da far alzare tutto il pubblico dai proprio posti.

Potenzialmente potrebbe essere un giocatore molto interessante anche a livello NBA, ma il lavoro da fare per lui e per la squadra che dovesse sceglierlo è ancora tantissimo.

Ahmad Nivins

St. Joseph's – Senior – 208 cm

Giocatore dell'anno nell'Atlantic10, in quattro anni con gli Hawks si è rinforzato fisicamente e ha mostrato notevolissimi progressi.

E' un giocatore mobile, anche se non un atleta debordante né verticalmente né orizzontalmente (questo è anche probabilmente dovuto al fatto di aver sofferto qualche guaio fisico), ma allo stesso tempo è capace di garantire una buona presenza in area; non è neanche un corridore particolarmente veloce, nonostante sia molto coordinato per avere quell'altezza.

E' un difensore di primo livello: oltre ad avere fiuto per la stoppata, sa anche difendere bene sull'uomo, con un buon senso della posizione e un apprezzabile tendenza a controllarsi, a tenere bene la posizione e a non essere troppo irruento. Notevole anche in aiuto, con buona capacità  di lettura della situazione e controllo del corpo.

Uno dei migliori rimbalzisti di tutto il panorama collegiale: al senso della posizione aggiunge un buon taglia-fuori e delle mani letteralmente d'acciaio, che gli consentono una presa solidissima sul pallone.

In attacco gioca prevalentemente spalle a canestro, con buon repertorio di movimenti ancora però migliorabili; mette in mostra anche un buon tocco e un sapiente uso del corpo, nonché un buon gioco fronte a canestro, con range adeguato e all'occorrenza capacità  di mettere palla a terra. Molto bene anche dalla linea della carità .

Dante Cunningham

Villanova – Senior – 203 cm

Fosse solo una questione fisica dovremmo parlare di un giocatore nella media, con poco atletismo e fisicità  carente, insomma un giocatore come ce ne sono a centinaia in NCAA. Ma la verità  è che questo ragazzo ha una muscolatura ben definita nella parte più importante del corpo, ovvero la testa.

Giocatore con una presenza in campo incredibile, magari non lo si nota per tutta la partita, ma riesce a vincere una partita con tutte quelle piccole cose che non vengono segnate nel boxscore ma che hanno un'importanza vitale per il risultato finale della gara.

Inoltre il suo tiro frontale all'altezza della lunetta è uno dei movimenti più belli visti quest'anno, mortifero e preso con un rilascio alto che rende difficilissima la contestazione; i suoi movimenti senza palla sono da far vedere ai bambini che vogliono iniziare a giocare seriamente a questo sport; e la sua difesa sull'uomo è molto efficace su ogni tipo di attaccante.

Tornando però all'inizio della descrizione, Dante è un po' troppo nella media per poter interessare gli scout NBA, inoltre la stazza non gli permette di giocare stabilmente da 4 e manca di ball-handling e di soluzioni offensive per fare l'ala piccola al piano di sopra.

Per l'Europa però sembra adattissimo, ed una carriera oltreoceano non può che essere la soluzione più adatta allo stile di gioco di Cunningham.

Taj Gibson

USC – Junior – 205 cm

Difensore dell'anno della Pac10, Gibson è uno dei principali artefici dell'ottima stagione di USC, nonché della celebrata difesa di squadra dei Trojans.

Atleta di livello sufficiente ma non sfavillante, ancora piuttosto debole fisicamente, fonda la sua difesa sulla mobilità , l'agilità  e il tempismo: sa contenere intelligentemente il proprio uomo ma va in difficoltà  quando si tratta di usare con decisione il fisico; allo stesso modo non garantisce una buona presenza in area ma è molto più efficace sugli aiuti o in situazioni dinamiche. Anche come intimidatore si fa sentire prevalentemente sul proprio uomo o in aiuto sul lato debole, comunque in modo molto efficace grazie a tempismo e braccia lunghe. E' inoltre un rimbalzista di primo livello, sempre caratterizzato da una continua attività .

Offensivamente è piuttosto indietro: non ancora proprietario di un range affidabile, nonostante evidenti miglioramenti nel gioco fronte a canestro, non ha neanche reali movimenti tecnici ma raccoglie molti punti da palle vaganti, recuperate o dai rimbalzi offensivi e dagli scarichi sotto canestro. La prerogativa principale è tuttavia la continua dinamicità  nei pressi del tabellone, con particolari movimenti sguscianti per trovare spazio e andare a concludere.

Freshmen

Marcus Morris

Kansas – 205 cm

Il mondo del basket collegiale ci regala a volte coppie di gemelli cresciuti assieme tanto come fratelli quanto come giocatori di basket; quello che finora è l'ultimo capitolo di questa saga è rappresentato dai gemelli Morris.

Marcus è ad ora il Brook Lopez della situazione, quello che agli occhi dell'osservatore sembra più pronto, più sciolto, più talentuoso.

C'è sicuramente del vero in questa reputazione: è più eclettico del fratello e ad ora indubbiamente quello che ha avuto miglior impatto sulla squadra.

E' capace di giocare in post, anche se preferisce fronteggiare il canestro per colpire con un pregevole tocco dalla media distanza, partenze in palleggio e all'occorrenza anche tiro da tre punti; buona abilità  nel mettere palla a terra, mostra anche un ottimo ball-handing per un giocatore della sua stazza. Anche buon passatore, mentre in difesa si rivela troppo distratto.
Nel complesso comunque dà  un'idea di evanescenza, di inconsistenza; di sicuro ancora un giocatore molto immaturo.

Markieff Morris

Kansas – 207 cm

Ed eccoci al classico "gemello povero". Giocatore speculare al fratello, con caratteristiche molto simili, ha tuttavia riscontrato più difficoltà  in campo rispetto a Marcus, soprattutto offensivamente parlando.

Il più alto tra i due, è anche quello meno versatile e con un ruolo più definito: anche lui presenta una natura sportiva ricca di varietà , ma si può considerarlo come un po' più interno e di più facile evoluzione in un giocatore d'area (anche se decisamente più da post alto che basso).
In difesa non è certamente un mastino, tuttavia rispetto al gemello mostra un po' più di attenzione, intelligenza e predisposizione al contatto fisico.
E' anche più dotato di QI cestistico, rivelandosi più maturo (pur nella sua complessiva immaturità , dando anche lui quella sensazione di evanescenza), più sotto controllo e meno impulsivo; è inoltre passatore anche migliore, con visione di gioco di livello un po' più alto.

Devin Ebanks

West Virginia – 206 cm

Intrigantissimo prospetto dei Mountaineers, che nel futuro ha scritto a caratteri cubitali le famose tre lettere che ogni cestista sogna, non è ancora un giocatore definito ma ha dato dimostrazione di poter esser un protagonista a livello scolastico già  dal prossimo anno, dopo una stagione da comprimario in cui ha fatto sentire poco la mancanza di Joe Alexander (suo predecessore nel ruolo di 4 a West Virginia).

Qualità  già  ben definite sotto il profilo atletico, il nativo di New York deve migliorare molto il suo ruolo perimetrale, visto che attualmente è ingabbiato in quella posizione di tweener che mette al muro molti giovani: non ha ancora un gioco offensivo definito e la maggior parte dei punti li porta su transizione, sfruttando le lunghe gambe che gli permettono di correre il campo in pochissimo tempo, o con veloci tagli all'interno dell'area che spezzano in due le difese. Inoltre il tiro da fuori è totalmente da rivedere, troppo discontinuo anche per colpa di una meccanica ancora incerta di un rilascio basso che fa sì che sia facilmente contrastabile.

Salta comunque agli occhi la già  buonissima presenza in fase difensiva dove usa nel migliore dei modi la combinazione fisico-atletica per poter limitare gli avversari sia sull'uomo che in aiuto, dove in particolare lavora molto bene sul lato debole.

Il prossimo anno si candida ad essere uno dei migliori sophomore del lotto, e viste le buone capacità  di apprendimento e gli ampi margini di miglioramento, siamo sicuri che questo ragazzo avrà  molti occhi su di sé.

Howard Thompkins

Georgia – 203 cm

La storia del ragazzo parla di Oak Hill Academy, la scuola battista che ha cresciuto talenti come Carmelo Anthony, Stephen Jackson, Jerry Stackhouse e via dicendo, quindi a biglietto da visita siamo messi benissimo. Se poi consideriamo che ha anche giocato per gli Atlanta Celtics, la squadra dell'AAU che era stata di Dwight Howard e Josh Smith, si può dire che il curriculum del ragazzo sia di primo livello.

E vedendolo giocare si capisce perché ha giocato nelle migliori squadre dello stato della Georgia e della Virginia. Thompkins infatti è un ala atletica che gioca con molta aggressività  e con vera passione per questo gioco. In attacco riesce bene a prendere posizione sotto canestro, ha buoni movimenti in post e riesce a concludere sia in avvicinamento che in allontanamento; ha inoltre delle buone basi per poter allargare il proprio range di tiro e per migliorare il ball-handling, caratteristiche importanti visto il fisico esile di cui dispone.

Proprio il fisico è una delle maggiori pecche del ragazzo, insieme alla assoluta noncuranza della fase difensiva, dove sembra più un problema di pigrizia che di conoscenza dei fondamentali (e a onor del vero c'è da dire che in rari casi sa farsi apprezzare in situazioni di aiuto).

Purtroppo per lui però i problemi sul fisico sono strettamente collegati ai continui infortuni di cui deve rendere conto, cosa che potrebbe condizionare non poco la sua carriera.
Il che sarebbe un grosso peccato, dato il talento del ragazzo e la sicura possibilità  che possa diventare un buon giocatore anche per il piano di sopra.

Ed Davis

North Carolina - 205 cm

Figlio d'arte di un ex giocatore NBA, Ed Davis portato a termine una discreta annata da freshman con i Tar Heels, culminata con la vittoria del titolo nazionale (dove ha chiuso con 11 punti e 8 rimbalzi). Ragazzo filiforme molto atletico, dotato di una pennellata mancina che nei pressi del canestro risulta spesso essere inarrestabile. La stragrande maggioranza dei suoi punti è arrivata appunto da dentro l'area, fronte a canestro, usando un semi-gancio mancino e un jumper dai tre, quattro metri che può mettere con discreta continuità . Inoltre, grazie a delle braccia interminabili, va benissimo a rimbalzo, sia in fase difensiva che offensiva.

Al momento il grosso problema di Davis sembra essere il fisico, decisamente troppo minuto e gracile per poter pensare ad un futuro NBA.

Già  dall'anno prossimo comunque, con gli addii di Hansbrough e Thompson, avrà  molto spazio nella front-line di UNC e la sua cavalcata verso un futuro al piano superiore partirà  proprio da lì. Con il suo talento e una buona dose di lavoro in palestra potrebbe veramente diventare la pietra angolare dei prossimi anni della squadra di North Carolina. Roy Williams ha già  detto di aspettarsi molto dal suo nuovo numero "4", vediamo se il ragazzo saprà  mantenere le attese.

Samardo Samuels

Louisville - 203 cm

Il nuovo big man di Louisville alla corte di Rick Pitino ha vissuto una stagione piena di alti e bassi. Partito molto bene nelle prime partite con prestazioni incoraggianti si è poi via via spento durante il passare della stagione.

Samuels è in grado di usare molto bene il suo fisico, una volta ricevuta palla vicino al canestro. Seppur relativamente con pochi cm, riesce comunque a trovare la via del canestro con facilità  grazie ad una eccellente forza fisica nella parte superiore del corpo. Questa caratteristica gli permette anche di essere molto efficace a rimbalzo, cosa fondamentale per un lungo come lui impiegato nel sistema difensivo di Pitino, pieno di vari tipi di zone e zone press. Il nativo giamaicano ha inoltro messo in mostra un discreto tocco, non ancora ad alti livelli da fuori area ma comunque superiore alla media dei suoi pari età .

Offensivamente quello che gli manca è sicuramente un po' di IQ cestistico. Quando è raddoppiato fa infatti spesso fatica a "ributtare" fuori la palla per trovare il compagno lasciato libero del raddoppio. Più di 2 palle perse a partita sono arrivate soprattutto in questo modo.

Difensivamente invece siamo di fronte ad un eccellente stoppatore, con ottimo tempismo. Anche in questo caso sono caratteristiche molto importanti per il lungo di turno che deve cercare di fermare i penetratori avversari che hanno battuto il primo livello della zona. Il grosso problema di questa sua stagione sono stati i falli, che spesso lo hanno limitato a bassi minutaggi.

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