Sam Young va a canestro: l'ala di Pittsburgh è migliorata esponenzialmente in quattro anni al college.
1) Sam Young
Pittsburgh – Senior – 200 cm
Di questi tempi trovare un ragazzo come Sam Young non è semplicissimo.
Trovare un ragazzo di 23 anni che nel tempo libero suona il pianoforte.
Trovare un ragazzo che legge e scrive poesie, le quali poi vengono lette nelle caffetterie del campus ottenendo sempre un ottimo successo.
Trovare un ragazzo che lavora sempre duramente in palestra. Il classico personaggio che accende e spegne le luci della palestra perchè è il primo ad arrivare e l'ultimo ad andar via.
Trovare un ragazzo con i suoi modi di fare, la sua maturità dentro e fuori dal campo, che dimostrano molto più dei suoi 23 anni.
Trovare un ragazzo molto poco appariscente. Difficilmente lo vedrete battersi i pugni sul petto dopo un canestro od esaltarsi dopo una giocata spettacolare; lui gioca sempre e comunque, senza mai lasciarsi andare a celebrazioni di nessun tipo fino a che il tabellone elettronico non dice 0.
Stiamo parlando di un ragazzo che all'arrivo a Pittsburgh sapeva giocare solo e soltanto nei pressi del canestro, senza avere nessun tipo di gioco perimetrale né doti di realizzatore. Sapeva solo schiacciare e appoggiare la palla al vetro.
D'altronde il basket non era nei piani. Sua ammissione che la prima partita di College che ha visto è stata quella in cui ha vestito per la prima volta la maglia dei Panthers. Ha iniziato con l'atletica leggera, il football e poi è passato allo sport con la sfera a spicchi solo nel suo anno da freshman alla High School.
Ma come abbiamo detto, arrivato al campus era un centro undersized come se ne vedono tantissimi nella NCAA. Ma Dixon si era innamorato dalla sua applicazione in palestra e dalla sua voglia di migliorarsi costantemente, e dopo due anni passati continuamente ad alzarsi e sedersi dalla panchina, Young è diventato uno dei giocatori più eleganti del panorama cestistico collegiale.
Proprietario di una delle migliori finte di tiro viste nell'ultimo periodo, l'ala dei Panthers è un attaccante molto completo, nonchè difensore sottovalutato. Offensivamente sa adeguarsi ad ogni tipo di difensore attaccando il canestro contro gli avversari più grossi e affrontando i più piccoli spalle a canestro, senza dimenticare la sua efficacia dalla media e lunga distanza, dove è un abile catch and shooter. Big time player se ce n'è uno, difficilmente si tira indietro quando la palla scotta, e fa il tutto con una sicurezza nei mezzi incredibile.
Per portare il suo gioco nella NBA dovrà migliorare su alcuni aspetti, come il palleggio un pò troppo alto e l'abilità di crearsi un proprio tiro, inoltre dovrà abituarsi ad un ruolo più esterno. L'etica e le motivazioni non gli mancano, potrebbe essere l'anello mancante già da subito per molte franchigie NBA.
NBA comparison: James Posey
2) Earl Clark
Louisville – Junior – 205 cm
Corpo da NBA se ne esiste uno.
Una tale struttura fisica che, abbinata al grande atletismo di cui dispone ed alla buona conoscenza del gioco, fa di lui uno dei prospetti più affascinanti del draft del prossimo Giugno, vista la decisione di provare il grande salto con un anno di anticipo.
Nella fucina di talenti di coach Pitino, Clark è saltato agli occhi di molti scout come un talento ancora grezzo ma con un grande potenziale per il futuro. Potenziale che però andrebbe verificato, perchè qui siamo davanti ad un grande dubbio: possibile stella dei prossimi anni a venire della NBA o possibile bust che farà disperare staff, dirigenze e tifosi?
La sensazione è che neanche Clark ora sia a conoscenza delle sue vere capacità .
Il gioco di Clark, ad esempio, è molto vario, riesce a fare molte cose all'interno del rettangolo di gioco: sa mettere palla a terra e passare usando entrambe le mani, sa come andare a rimbalzo e sfruttare il suo fisico per riuscire ad arpionare i palloni vaganti, sa tirare nonostante un tiro troppo macchinoso nella parte finale del movimento che potrebbe creargli dei problemi contro difensori della stessa stazza, ha braccia lunghe e velocità di piedi per essere un fattore in difesa.
Insomma, sa fare bene molte cose, ma nessuna gli riesce benissimo.
Rischia di rimanere nel limbo di quei giocatori che vengono spremuti duramente per riuscire a tirar fuori un all-around con tanti centimetri (stiamo parlando di un ragazzo che ha la possibilità di giocare tranquillamente in 3 ruoli), ma che poi finiscono per essere solo un elemento di completamento in una qualsiasi squadra NBA, senza mai sfondare sul serio.
Come detto, i mezzi fisici ci sono, mentre c'è da lavorare molto sulla parte mentale.
Earl infatti, sebbene abbia molte armi nel suo arsenale, non ha mai avuto a livello collegiale una mentalità realizzativa tale da permettergli di essere il go-to-guy della squadra sia nei momenti decisivi che in quelli "normali", ruolo lasciato al compagno Terrence Williams.
In conclusione, stiamo parlando di un diamante grezzo ancora tutto da scoprire, che però ha bisogno di specifiche attenzioni per poter tirar fuori un possibile All-Star. Sperando che lo staff tecnico che si prenderà cura di E5 sia all'altezza, altrimenti rischiamo di ritrovarci l'ennesimo Marvin Williams del lotto.
NBA comparison: Jeff Green
3) James Johnson
Wake Forest – Sophomore – 206 cm
Già dichiaratosi al draft con tanto di agente, potrebbe essere preso come esempio di quanto un giocatore possa migliorare nell'arco di una stagione. Nel suo anno da freshman sembrava infatti un ibrido un po' strano, né carne né pesce, diviso tra i due ruoli di ala; ora, al suo anno da sophomore, il brutto anatroccolo è diventato un cigno.
E' infatti ormai un'ala piccola fatta e finita, con abbondanza di centimetri e una massa muscolare già abbastanza consistente per il ruolo.
Atleta roboante, con forza per arrivare al ferro e buone soluzioni anche nel traffico, ha ormai sviluppato un jumper affidabile. E' inoltre titolare di un mid-range game da favola, con una varietà di soluzioni difficile da riscontrare altrove a livello collegiale; notevolmente in crescita anche il suo tiro dal perimetro, anche se ancora troppo altalenante e poco utilizzato.
Maturo e altruista, possiede inoltre uno dei migliori ball-handling di tutto il ruolo: mette palla a terra come se fosse una guardia ed è capace di portarla e impostare l'azione, mentre una fluida coordinazione nella corsa gli permette all'occorrenza di condurre anche il contropiede. Il tutto sommato a un'ottima capacità di passatore, con buone mani e visione di gioco di alto livello.
Dicevamo prima della sua maturità : giocatore di grande QI, mostra infatti una lucidità nelle decisioni e una capacità di lettura delle situazioni davvero incredibile, riuscendo inoltre a giocare sotto controllo e mediamente senza forzature.
Da questo deriva poi un'ottima capacità di produrre giocate utili, tutte le cosiddette possibili "intangibles", e un'apprezzabile tendenza a non esagerare; in questo ambito, da segnalare anche il suo ottimo senso della posizione che, se gli porta una buona capacità di riempire gli spazi in attacco, in difesa gli permette di subire molti sfondamenti e di avere un buon fiuto per la stoppata.
Ottimo difensore, con tanta voglia supportata come già detto da mezzi fisico-atletici di alto livello, è anche molto versatile grazie alla velocità di piedi che gli permette ci contenere anche giocatori più veloci di lui e di non farsi battere sul primo passo. Atletismo e senso della posizione sono anche alla base della sua grande attività a rimbalzo.
Deve ancora migliorare decisamente il suo tiro da tre, sarebbe inoltre apprezzabile anche qualche miglioramento ai tiri liberi e magari eliminare del tutto quell'incostanza nelle prestazioni che lo caratterizzava nella scorsa stagione e che si è marginalmente ripresentata quest'anno; sistemati questi lack (piuttosto rilevante il primo), si può già parlare di un'ala piccola da NBA.
NBA comparison: Thaddeus Young
4) Evan Turner
Ohio State – Sophomore – 201 cm
Forse il miglior aggettivo per descrivere questo giocatore lo ha dato il nostro amico Gerry Donato nel ranking dell'anno scorso: sfizioso.
Ed in effetti è proprio così, l'ala di Thad Matta è un giocatore talmente bello da veder giocare che ha già raccattato gli interessi degli scout più competenti, anche se questi non sono riusciti a convincere il ragazzo a dichiararsi in anticipo al draft, anzi è stato uno dei primi underclassmen, tra quelli che sembravano destinati alla NBA, a far sapere che sarebbe rimasto almeno un altro anno nei Buckeyes.
Talento cristallino distribuito su un corpo longilineo di poco più di 200 cm, Turner in un solo anno è riuscito a fare grossi passi avanti in tanti aspetti del gioco, soprattutto in fase offensiva, dove è diventato un attaccante sicuro e con mille frecce al proprio arco.
Penetratore di primo livello grazie al grandissimo controllo del corpo che con il fisico filiforme che si ritrova lo porta tranquillamente al ferro senza patire i contatti all'interno dell'area, il ragazzo, ennesimo prodotto della Windy City, sa anche coinvolgere i compagni, dimostrando molto più interesse al risultato della squadra che alle proprie statistiche. Insomma, offensivamente ha pochissime pecche ed anche il tiro è in continuo miglioramento, prevedibile notando la buona meccanica e il rilascio veloce.
La sua tendenza a perdere i palloni fa storcere un po' il naso, anche se a parziale discolpa c'è da dire che l'attacco di Ohio State verteva tanto su di lui e i turnover quindi sono la conseguenza dei molti possessi che ha dovuto gestire.
Consapevole di quello che succede in difesa, bravo a fronteggiare l'attaccante con la buonissima velocità laterale e l'impegno che ci mette, soffre troppo gli avversari più fisici, patendo molto nelle penetrazioni ed in situazioni spalle a canestro.
C'è da sottolineare che oltre al talento appena descritto, abbiamo davanti un giocatore con la testa sulle spalle, con grande etica lavorativa e voglia continua di progredire.
Occhio però al rischio che possa pentirsi della decisione di quest'anno, viste le attenzioni serbategli dagli scout in un draft "povero" come quello di quest'anno…
NBA comparison: Rip Hamilton
5) Chase Budinger
Arizona – Junior – 201 cm
Il pallavolista californiano si è probabilmente danneggiato da solo con la permanenza al college, dopo che era stato in odore di presenziare a entrambi gli ultimi due draft; ofuscato dai compagni di squadra (prima Bayless e poi Hill), la sua reputazione è infatti abbastanza calata, in modo tuttavia piuttosto ingiustificato dal momento che resta un ottimo prospetto che potrebbe tranquillamente stare in lotteria nel prossimo draft.
Budinger è indubbiamente il miglior atleta bianco del college basketball, nonché uno dei migliori nel suo ruolo di riferimento e uno dei più completi in assoluto; è inoltre molto fluido ed elegante nelle movenze, rivelandosi un giocatore molto bello da vedere.
Offensivamente sfoggia una grande varietà : tiratore di indubbio valore con anche range adeguato da dietro l'arco, ottimo gioco senza palla e capacità di tirare in uscita dai blocchi, sa anche mettere benissimo palla a terra concludendo in penetrazione con un perfetto controllo del corpo e un soffice tocco con buon uso del tabellone.
Se è sopraffino nel concludere a canestro, non è da meno nel creare gioco e nel coinvolgere i compagni: maturo e altruista, ha visione di gioco di alto livello e altrettanto alta abilità di passatore.
Molto bene anche a rimbalzo, grazie non solo al devastante atletismo ma anche a fiuto per la palla e tempismo per il taglio in area.
Come molti altri fantastici attaccanti, decide che la fase difensiva del gioco serve solo per riposarsi in vista della prossima azione: svogliato, distratto, sempre in ritardo, poco incline a cercare il contatto fisico… è insomma pesantemente inadeguato; senza contare che a livello NBA potrebbe creare più di un grattacapo al proprio allenatore, non avendo né la rapidità di piedi per contenere le guardie né la durezza fisica per contrastare le ali piccole.
Tirando le somme resta comunque un prospetto di prima fascia, facile che possa fare molto bene se dovesse capitare nel sistema giusto.
NBA comparison: Brent Barry
6) Kyle Singler
Duke - Sophomore - 205 cm
L'ala tuttofare di Duke ha cambiato marcia rispetto alla sua prima stagione con i Blue Devils, prendendo in mano la squadra e portando il suo gioco ad un altro livello, migliorandosi statisticamente in tutte, o quasi, le fasi.
Pur non essendo un super atleta dotato di una velocità fulminea, Singler riesce a battere le difese grazie alle sue movenze e alla sua andatura sempre molto costante ed elegante. Il fatto poi di saper usare il suo corpo alla perfezione lo aiuta ad arrivare al ferro senza grossi problemi, pur senza avere appunto quell'esplosività che la maggior parte dei suo avversari/compagni ha. Le sue dolci conclusioni con semi-ganci, parabole alzate sopra le braccia protese dei difensori e tiri in allontanamento sono ormai una costante nelle partite di Duke.
Per quanto riguarda il tiro invece, seppur scoccato con un'ottima meccanica, siamo ancora indietro. Singler è un discreto tiratore piede per terra, come del resto dimostrano le percentuali; percentuali che però crollano vertiginosamente quando il tiro viene preso dopo qualche palleggio. Questo è un fondamentale su cui dovrà sicuramente lavorare molto per garantirsi un futuro a livello professionistico.
Quello che invece sembra già adesso essere da livello pro (o quasi) è la sua abilità di andare a rimbalzo, soprattutto in attacco dove lo si è visto spesso esibirsi in spettacolari schiacciate in "put back".
Anche come passatore Singler è un eccellente prospetto, con un'ottima visione di gioco sia dalla "punta" che dal post basso.
NBA comparison: Mike Miller
7) Austin Daye
Gonzaga - Sophomore - 208 cm
Un prospetto con la P maiuscola, Daye sembra avere tutte le potenzialità per giocarsi un futuro nella NBA ma sembra ancora ben lontano dall'averle esplorate in pieno, soprattutto a livello fisico dove, ad oggi, verrebbe letteralmente mangiato da un qualsiasi pari ruolo.
Un giocatore versatile come pochi e dotato di un talento sopraffino, Daye ha l'innata capacità di crearsi un tiro letteralmente dal nulla. Può battere il proprio uomo dal palleggio con una serie di finte, crossover e contro finte; oppure può "accontentarsi" di un palleggio e tiro dalla media distanza che è in continuo miglioramento o ancora portare il proprio avversario in post basso, dove però tende ad essere limitato dal suo fisico molto gracile ed esile.
Il fisico è appunto stato finora il tallone d'Achille del giocatore degli 'Zags: troppo leggero per poter sostenere una stagione a questi livelli, avrà sicuramente bisogno di lavorare con i pesi durante l'estate se vorrà avere una chance di poter restare su un parquet NBA senza venire calpestato dai suoi avversari. Questo ovviamente se deciderà di rendersi eleggibile perché ad oggi ci sono ancora diverse possibilità che ritorni al campus per la sua stagione da junior, cosa che gli farebbe sicuramente comodo.
Un ultimo appunto che ha colpito molti scout è stato il suo approccio alle partite, spesso svogliato e caratterizzato da una sorte di strafottenza verso arbitri ed avversari. Daye, oltre a tutto il resto, dovrà lavorare anche su questo aspetto del suo gioco (o meglio, del suo carattere) visto che l'ultima cosa che un allenatore NBA vuole avere è un rookie spocchioso che fa i capricci dentro e fuori dal campo.
NBA comparison: Anthony Randolph
8) Al Farouq Aminu
Wake Forest – Freshman – 205 cm
Del magico trio dei Demon Deacons di coach Gaudio, Aminu è sicuramente quello che potenzialmente ha più possibilità di successo nella Lega cestistica più importante del globo, anche se dovremmo aspettare uno o più anni per vederlo con la maglia di una franchigia NBA, vista la decisione di giocare almeno l'anno da sophomore nell'ex-college di Tim Duncan e Chris Paul.
Discendente di una famiglia reale nigeriana, Al Farouq è fratello dell'Alade che ha giocato in questa stagione il suo ultimo anno collegiale a Georgia Tech (assieme a quel Gani Lawal che alla HS a Norcross ha fatto e disfatto a piacimento assieme al nostro).
Giocatore ancora grezzo su molti aspetti del gioco, in primo luogo sul suo gioco perimetrale dove la sua pericolosità al tiro non è ancora credibile ed il palleggio è facilmente limitabile, ha tuttavia una velocissima comprensione di tutti gli aspetti del gioco, incamerando informazioni come una spugna e mettendo il tutto in atto appena possibile. Le prospettive di miglioramento sono quindi il suo punto forte, ma il suo gioco si può già dire discreto.
Nella metà campo avversaria riesce molto bene ad arrivare nell'area verniciata nonostante i già detti problemi di ball-handling, ed il buon controllo del corpo lo aiuta sia in questa caratteristica che nel conquistarsi facili viaggi in lunetta. L'apertura alare che supera i sette piedi lo rende un rimbalzista e difensore scomodo da affrontare, viste anche le buona capacità atletiche soprattutto nella verticalità ; verticalità utile anche nel tiro in sospensione, dove riesce a trarne vantaggio con un rilascio veloce e, appunto, alto.
Difensivamente è ancora un "work in progress", lavora molto bene di gambe ma i fondamentali sono da perfezionare. Anche perché qui le armi non mancano: ha velocità laterale, lunghe braccia, atletismo, senso del tempo e intuito. Deve soltanto riuscire a creare una relazione tra di esse.
Lascia ancora molti dubbi sul ruolo da svolgere, dato che si tratta del più classico dei tweener, ed ha bisogno di esperienza, ma in questo caso la scelta di rimanere al college un altro anno (stiamo parlando di uno che ad inizio anno era dato come uno dei più probabili "one & done") non può che volgere a suo favore.
NBA comparison: Marvin Williams
9) Damion James
Texas – Junior – 202 cm
Stagione importante per questo texano, che ha visto la sua reputazione salire alle stelle dopo esser diventato il leader emotivo nei Longhorns del dopo-Augustin.
Per prima cosa atleta debordante, perfetto per giocare ad alti ritmi, è comunque un giocatore abbastanza versatile.
Difensore di buon livello, molto dinamico, intenso e attento, riesce a difendere anche su tre diversi ruoli: la muscolatura importante gli permette infatti di contenere sapientemente anche le ali grandi mentre, pur soffrendo gli esterni molto rapidi, sa tenere loro testa grazie a buona intelligenza, mani veloci e superiorità fisica.
Mostra anche un ottimo tempismo per la stoppata, tanto in aiuto quanto sul proprio uomo, aiutato dalle braccia molto lunghe e dalla esplosiva verticalità .
A rimbalzo si può considerare senza dubbio almeno fra i primi tre del ruolo: è caratterizzato da una foga e una continua attività encomiabili, mostra inoltre un perfetto tempismo per il taglio in area, a catturare il rimbalzo offensivo prendendo il tempo al difensore.
Naturalmente aiutato da fisico e atletismo, ha comunque anche un ottimo senso della posizione.
Sul lato offensivo mostra ancora un importante mancanza per il ruolo: il tiro da tre non è infatti affidabile, ancora troppo poco utilizzato e difficilmente adattabile a distanze maggiori.
Possiede però una naturale capacità di mettere palla a terra e un buon ball-handling che a questi livelli gli permettono penetrazioni a canestro difficilmente contrastabili, potendo inoltre concludere con grande facilità grazie anche a buon tocco nei pressi del tabellone.
Ciò che però merita grande attenzione è il suo jumper dalla media distanza: arma usata in prevalenza da James, è difficilissimo da contrastare grazie all'altissimo punto di rilascio del pallone.
Damion ne fa un uso molto intelligente: spesso combina coordinazione e ball-handling per effettuare finte e mettere palla a terra, creandosi spazio vitale per concludere. Il rilascio è praticamente incontrastabile grazie alle braccia molto lunghe ma soprattutto all'imponente elevazione: è infatti impressionante il suo fluido e leggiadro stacco da fermo, come anche l'ottima capacità di tramutare velocemente il movimento orizzontale (la corsa, insomma) in verticale (lo stacco vero e proprio) durante il movimento di arresto e tiro.
NBA comparison: Mickael Pietrus
10) Tyler Smith
Tennessee - Senior - 200 cm
Un'ala piccola di due metri, con un'eccellente "wingspan" e un fisico molto solido che sa usare alla perfezione, Smith è anche uno dei giocatori più versatili del mondo del college basketball: può giocare pressoché in tutte le tre posizioni "dietro" e in difesa può marcare diverse tipologie di avversari, grazie al suo fisico e alla sua mobilità . Fisicamente ed atleticamente pare già da ora essere prontissimo per il prossimo livello.
Dotato di IQ cestistico al di sopra della media, Smith è quello che in gergo viene chiamato "slasher" cioè quel tipo di giocatore con un ottimo primo passo e superbo atletismo che può penetrare contro chiunque ma può anche arrestarsi e prendere il tiro dalla media distanza, tiro che rispetto al passato segna con più continuità (anche se il tiro in sospensione in generale, soprattutto dalla lunga distanza, rimane una delle sue debolezze).
Ancora da sviluppare è invece la qualità nel crearsi un tiro dal palleggio, con entrambe le mani, mentre siamo già ad un buon livello nel gioco di medio-post basso con cui porta vicino a canestro avversari fisicamente più piccoli.
Difensivamente invece sembra avere tutto ciò di cui un buon difensore necessiti: stazza, velocità , forza, controllo del corpo e "work ethic". Come detto in precedenza, il fatto che possa già da ora marcare un qualsiasi tipo di giocatore di backcourt dovrebbe aiutarlo nella transazione a diventare un pro.
Per diventare un buon giocatore NBA dovrà comunque migliorare diverse fasi del suo gioco, siamo infatti di fronte a quella tipologia di giocatore che sa fare bene tante cose ma non eccelle in nessuna. Noi crediamo comunque che potrà ritagliarsi una buona fetta di minuti, magari uscendo dalla panchina come settimo, ottavo uomo di squadra di medio/alto livello.
NBA comparison: Josh Howard
Honorable Mentions
James Anderson
Oklahoma State – Sophomore – 198 cm
Attaccante di assoluto livello, è l'elemento che più spicca all'interno dell'ottimo backcourt dei Cowboys. Vanno sottolineati gli enormi progressi effettuati nel tiro da tre punti: se prima era tiratore sufficiente ma non sfolgorante, in questa stagione è migliorato tantissimo, rendendosi anche protagonista di prestazioni balistiche davvero notevoli. E' comunque anche buono slasher e un atleta di primo livello, con la fortuna di essere supportato da una superlativa base fisica.
Giocatore però ancora troppo alterno, tanto all'interno di una stessa partita quanto tra partite diverse: tende a nascondersi ed estraniarsi troppo dal gioco, risultando spesso evanescente; cosa che fa tanto più irritare in quanto ha dei flash di talento davvero meravigliosi su entrambi i lati del campo.
Derrick Brown
Xavier - Junior - 200 cm
Atleta come pochi, fisico eccezionale con un'apertura alare invidiabile, Brown è il prototipo dell'ala piccola moderna: veloce, scattante, con un atletismo innato e azioni in campo aperto degne della top ten di SportsCenter.
La maggior parte del suo gioco avviene nelle vicinanze del canestro con schiacciate, rimbalzi in attacco, layin, ma rispetto alla stagione passata è riuscito anche a migliorare il suo jumper, soprattutto dalla linea dei tre punti in cui è passato dal 34% al 43% segnando il triplo delle conclusioni.
I continui miglioramenti in questa fase del suo gioco saranno il barometro del suo futuro NBA, se riuscisse a diventare pericoloso anche dal perimetro (viste le qualità difensive, forse la parte migliore del suo gioco) potremmo essere davanti ad un prospetto veramente eccezionale.
Raymar Morgan
Michigan State – Junior – 201 cm
Se guardando una partita degli Spartans vi accorgete che c'è più di un giocatore con la canotta verde con il numero 2, non prendetevi per pazzi. E' proprio l'ala di coach Izzo che si trova dappertutto.
Sul rettangolo di gioco il ragazzo di Canton è una furia: corre il campo in pochi secondi, si butta su ogni cosa che assomigli ad un pallone da basket, è un agonista di alto livello e non si dà mai per vinto, in nessuna circostanza.
Manca ancora di un tiro dalla media e lunga distanza per essere pronto per il piano di sopra, ma il ragazzo è in continuo miglioramento: nell'ultimo periodo ha imparato a mettere palla a terra frequentemente ed è bravo ad interessare le difese con le sue scorribande all'interno della zona verniciata, grazie anche al veloce rilascio dello scarico verso l'esterno.
Purtroppo non è ancora un attaccante capace di crearsi un tiro da solo ma ha bisogno di esser coadiuvato da un play che sappia innescarlo (e per ora gli è andata bene, visto che è stato affiancato a due buoni gestori di gioco come Kalin Lucas e Drew Neitzel), perchè l'unica arma che può renderlo pericoloso in modo convincente è il gioco in post basso, che può eseguire bene a livello collegiale ma che ad un livello più alto potrebbe servirgli a poco.
Il prossimo anno tornerà ad East Lansing, formando con Lucas e Summers un terzetto pronto a dare di nuovo battaglia per la conquista del titolo NCAA.
Da'Sean Butler
West Virginia - Junior - 200 cm
Due metri di altezza per questa ala piccola con ottima coordinazione e mobilità , che difetta però di quell'atletismo e quell'esplosività verticale che molti dei suoi pari ruolo (anche a livello di college) possiedono; dopo due anni passati nell'anonimato, Butler alla sua terza stagione con i Mountaineers ne ha preso il comando, diventando leader e miglior realizzatore della squadra.
I suoi punti arrivano per la stragrande maggioranza dal tiro in sospensione che, seppur scoccato con una particolare e non bellissima meccanica, è decisamente migliorato rispetto al passato (anche dalla grande distanza). Il fatto che il rilascio della palla venga effettuato da una quota abbastanza elevata fa sì che il tiro risulti difficilmente difendibile dall'avversario diretto. Altri miglioramenti rispetto alla passata stagione si sono visti anche nel suo ball-handling, tanto che lo si è visto addirittura portare la palla oltre metà campo in alcuni scorci di partita.
In controtendenza rispetto alle guardie e ali piccole moderne, a Butler manca completamente quel primo passo fulmineo che gli permetterebbe di battere con continuità il proprio uomo. Questo è sicuramente un aspetto che dovrà migliorare se vorrà avere un futuro a livello NBA.
Danny Green
UNC – Senior – 198 cm
Eccoci arrivati a un altro fresco campione NCAA: Green è un po' il tuttofare dei Tar-Heels, fantastico giocatore all-around che ha visto il suo spazio, ma soprattutto la sua importanza all'interno della squadra, crescere a dismisura nell'arco di questi quattro anni nel North Carolina.
Migliorato notevolmente in tutti gli aspetti del gioco, adesso è un giocatore ormai maturo, estremamente solido e di sicuro affidamento: mette sempre il cuore in campo e risulta utilissimo ai fini del gioco di squadra grazie a tantissime intangibles, tanto lavoro sporco e una buonissima abilità di passatore.
La sua prerogativa principale tuttavia è la grande natura difensiva: infortunatosi Ginyard, è indubbiamente il miglior difensore della squadra, intenso, rapido e intelligente.
Da non trascurare anche i miglioramenti messi in mostra sul lato offensivo del campo, in particolare nel tiro dalla distanza: con la sua energia è risultato spesso decisivo ai fini del risultato finale.
Robbie Hummel
Purdue – Sophomore – 205 cm
Il prototipo del classico ragazzo dell'Indiana lo abbiamo presente con uno dei più forti giocatori che abbiano calcato un parquet, ovvero sua maestà Larry "Legend" Bird. Fortissimo in campo ma personaggio abbastanza "anonimo" a prima vista, con un fisico non sviluppatissimo, i capelli chiari, l'abbigliamento un po' trasandato. Ecco, tutto questo può essere visto anche in Robbie Hummel, talentuosa ala piccola dei Boilermakers di Purdue proveniente da Valparaiso. Indiana, appunto.
Giocatore di una versatilità stordente, è adatto a giocare in tutti i sistemi possibili grazie alla sua conoscenza del gioco ed ai buonissimi e completi fondamentali che gli permettono di esser utile in ogni situazione. Grande arma dei mismatch, dotato di un buon gioco sul perimetro per impegnare i giocatori meno mobili e di buoni movimenti spalle a canestro contro avversari più "leggeri", Hummel sa rendersi pericolo in tutta la metà campo avversaria, sapendo segnare sia dalla lunga e media distanza (ma con una meccanica di tiro da migliorare, cosa che non gli permette di essere un tiratore affidabile al 100%) sia direttamente dal palleggio per arrivare fino alle vicinanze del ferro.
Inoltre ha una buonissima visione di gioco e dà via la palla molto bene.
I problemi a livello fisico però mettono in allerta gli scout. Hummel infatti soffre di continui problemi alla schiena che limitano molte le sue prestazioni, e che inoltre non gli permette di tenere una posizione difensiva adeguata, troppo alta sulle gambe per poter seguire l'attaccante in maniera corretta.
Rimane comunque un buon prospetto per la NBA grazie alle qualità descritte sopra e al QI cestistico elevato, e la buona stagione appena disputata dai Boilermakers ne è la miglior dimostrazione.
Alonzo Gee
Alabama – Senior – 199 cm
Paga in modo considerevole il calo complessivo di una squadra che, dopo Hendrix, ha perso anche Ronald Steele, la cui carriera sembra purtroppo giunta al termine.
Nonostante la diminuita visibilità , resta comunque un buon giocatore di complemento con notevoli qualità da comprimario: buonissima intensità e produzione di intangibles, è anche un rimbalzista di assoluto livello grazie al debordante atletismo nonché un ottimo difensore sia sull'uomo che in aiuto (grazie anche ad apprezzabili miglioramenti nella gestione dei falli).
In attacco è prevalentemente uno slasher con un gran primo passo e che attacca benissimo il canestro, mentre è ancora inadeguato come tiratore.
La sensazione è che il suo ruolo non sia, come ad Alabama, quello di uomo di riferimento della squadra; al contrario, potrebbe esprimersi al meglio come specialista in un contesto più alto.
A.D. Vassallo
Virginia Tech – Senior – 198 cm
Sangue portoricano se ce n'è uno, classico impeto latino che nonostante alcuni limiti nel proprio gioco, riesce a confrontarsi con i migliori del ruolo grazie ad una grinta ed una tenacia di primissimo livello.
Vassallo è uno dei migliori tiratori del panorama collegiale, capace di prendersi tiri anche con il difensore a minima distanza grazie alla grande consapevolezza che ripone nei propri mezzi balistici e mentali, e negli ultimi anni ha migliorato il suo mid-range game e sfruttando il fisico massiccio e forte che si ritrova ha aumentato i tentativi all'interno e di conseguenza i viaggi in lunetta.
Purtroppo per la NBA manca molto di visione di gioco ed a volte alcune sue scelte sul da farsi lasciano molto a desiderare, inoltre difensivamente non riesce a star dietro a molti esterni sia lontano dalla palla che in single coverage. Tuttavia quando si giocano gli ultimi minuti di una partita tirata, riesce ad elevare il proprio rendimento a servizio della squadra con azioni spesso decisive.
Insomma, Vassallo è un leader naturale, probabilmente il miglior giocatore degli Hokies degli ultimi 20 anni. Difficile vederlo il prossimo anno con la maglia di una franchigia NBA, molto più probabile invece un suo approdo dalla parte opposta dell'Oceano, dove giocatori così trovano e spazio e gradimento presso ogni allenatore.
Freshmen
Demar DeRozan
USC – 200 cm
Uno dei freshmen più attesi della stagione collegiale, DeRozan ha vissuto una stagione fatta di alti e bassi. Partito a rilento senza impressionare ha invece finito la stagione con delle ottime prestazioni, culminate con il torneo della Pac10 vinto da sui Trojans in cui è stato nominato most out standing player.
Il suo gioco è completamente legato al suo debordante atletismo, che gli permette di arrivare al ferro con grande velocità e di elevarsi (quasi esageratamente) con il tiro in sospensione, a cui dovrà aggiungere un po' di range visto che il tiro da tre punti (e ricordiamoci che a livello NCAA la linea è un metro più avanti rispetto a quella NBA) gli è pressoché sconosciuto.
Insomma chi drafterà DeRozan lo farà esclusivamente per "quello che potrebbe diventare" e non per il giocatore che è oggi. Il ragazzo ha un "upside" terrificante e con un paio d'anni di lavoro potrebbe veramente trasformarsi in un eccellente giocatore NBA.
Il lavoro da fare è comunque tanto, in diverse parti del gioco: oltre al già citato range di tiro e l'abilità di crearsi un tiro dal palleggio va riveduta la parte difensiva, il lavoro a rimbalzo (pressoché inesistente per un giocatore con queste caratteristiche fisiche), la tendenza a perdere troppi palloni e il lavoro in post basso, cosa che gli renderebbe la vita più facile visti i matchup che spesso crea contro i suoi avversari diretti.
Chris Singleton
Florida State – 207 cm
Frailty, thy name is Chris Singleton. Ci scuserà il buon Willie per la nostra licenza poetica, ma questa sembrerebbe essere l'espressione migliore per fotografare il talento dei Seminoles.
Perché di vero talento stiamo parlando: molto completo, Chris capisce realmente il gioco ed ha anche la fortuna di essere supportato da ottimi mezzi fisico-atletici, tanti centimetri e ottima velocità di base; tutto questo insieme fa di lui un giocatore dal potenziale a cinque stelle, tanto offensivo quanto difensivo.
Perché ad oggi solo potenziale? Eh, qui arriviamo al grossissimo problema di Singleton: inconsistente da far paura, il suo talento si mostra solo in sporadici flash e non necessariamente in tutte le partite; di un altalenanza difficilmente riscontrabile altrove, ha la capacità di fare una buona cosa e poi di sparire interamente dalla gara, tanto che vien da chiedersi se sia ancora in campo. Totalmente immaturo sotto l'aspetto mentale anche per il livello collegiale, è normale che non si parli di lui se non come un potenziale ottimo prospetto; certo è che se si riuscisse a formarlo e a far emergere tutte le sue qualità nascoste (e nascoste molto bene!) ci troveremmo di fronte a un signor giocatore.
Paul George
Fresno State – 202 cm
Giocatore di cui si parla poco perché cresce nelle indie del basket collegiale, a Fresno State, nella Western Athletic Conference, non proprio la ACC o la Pac10 (tanto per citare due conference di un certo rilievo).
George è un ragazzo con tantissimo potenziale. Atleta di primo livello (memorabile la schiacciata sopra Patrick Mills di St.Mary's), possiede anche buon gioco sul perimetro -anche se ora il suo ruolo più interno-, tiro sottovalutato, presenza a rimbalzo, buone uscite difensive e preziosissime intangibles.
Quello che preoccupa nel ragazzo è l'applicazione in campo: quello che fa sembra che sia solamente grazie al suo sconfinato talento, e alle volte può sembrare che sia svogliato o che pensi a tutto tranne a quello che succede all'interno del parquet di gioco. Ed è proprio questo aspetto caratteriale che ha fatto cadere fin da subito la possibilità di vedere il classico "one & done" che sceglie il college più modesto per esaltare le proprie doti.
George infatti ha rifiutato le proposte di università di calibro ben differente come Georgetown o di altre un po' meno rinomate come San Diego State e Penn State.
Siamo di fronte ad un talento cestistico di rilievo dotato di molto upside, ma c'è bisogno di un po' più di attenzione e concentrazione nel gioco per essere già dal prossimo anno uno dei migliori prospetti per la NBA.
Gordon Hayward
Butler – 203 cm
Uno dei giocatori meno conosciuti e apprezzati di una tra le squadre meno pubblicizzate (seppur costantemente all'interno del ranking) d'America, Hayward è un giocatore tuttofare che può mettere palla per terra così come prendersi l'arresto e tiro dalla linea del tiro da tre punti. È inoltre un ottimo rimbalzista (quasi 7 di media durante questa sua prima stagione) e spesso lo si è visto in marcatura sul giocatore avversario più pericoloso.
Ancora abbastanza gracile fisicamente, Hayward avrà bisogno di almeno altre due stagioni per lavorare con i pesi in palestra e irrobustire la parte alta del corpo.
È inoltre interessante notare come in una delle poche apparizioni sulla tv nazionale della stagione, nella sfida contro Davidson vinta dai suoi Bulldogs, abbia giocatore forse la sua miglior partita chiudendo con 27 punti, 9 rimbalzi con 4/7 da tre e un pregevole 11/12 dalla lunetta.
Si parla ancora troppo poco di questo ragazzo che nel giro di qualche anno potrebbe invece essere sulla bocca di tutti.
Luke Babbitt
Nevada – 208 cm
Mancino dai tanti centimetri, è uno splendido tiratore, difficilissimo da contrastare grazie all'alto punto di rilascio del pallone.
Nei Wolf Pack gioca da ala grande ed è portato ad agire prevalentemente nei pressi dell'area, dal post o dalla media distanza: sfodera quindi principalmente il suo micidiale mid-range jumper, ma resta un buon tiratore anche da tre, con range decisamente ampio. Ha inoltre una pregevole capacità di crearsi spazio per il tiro con buone finte, grazie a capacità di mettere palla a terra, intelligente uso del corpo e buon utilizzo di step back e fade away; il buon ball-handling gli permette anche partenze in palleggio fronte a canestro, dove però si evidenziano tutti i suoi limiti fisico-atletici, mancando di velocità e di esplosività per arrivare a concludere.
Latita nel gioco in post basso, dove non sfrutta adeguatamente i tanti centimetri e preferisce ripiegare sul suo solidissimo turn-around jumper in allontanamento, anche se possiede comunque un gancetto piuttosto efficace.