James Harden, materiale da top 3 pick al prossimo Draft?
1) James Harden
Arizona State – Sophomore – 195 cm
Se c'è stato un giocatore che ha messo a serio repentaglio la possibile primissima scelta del draft a Blake Griffin, quello è James Harden, altro secondo anno che come l'ala di Oklahoma ha deciso di provare la carta NBA in anticipo di due anni.
Scelta condivisibilissima, viste le qualità del ragazzo e la stagione appena passata, dove ha portato la sua squadra alla Finale della Pac10, persa però contro USC, e dove si è aggiudicato il premio come miglior giocatore della Conference, dimostrando di avere tutte le carte in regola per provare tranquillamente l'approdo tra i Pro.
Mancino dalle movenze feline, Harden stupisce per la naturalezza con cui si muove all'interno del rettangolo di gioco, mostrando sempre sicurezza e gestendo ogni pallone con una pazienza ed una sicurezza nei mezzi insospettabile per un ragazzo di quell'età , soprattutto nei momenti topici della partita, quando riesce ad elevare il proprio gioco in relazione alle esigenze della squadra.
In attacco ha mille soluzioni per fare male, riesce benissimo a posizionarsi dietro la linea difensiva per prendere un comodo tiro ma riesce anche ad impossessarsi del pallone ed attaccare il canestro alla ricerca dei 2 punti o dei falli dei lunghi avversari dato che è molto bravo a cambiare passo dentro l'area in modo da mettere fuori ritmo anche gli stoppatori più bravi, inducendoli ad abbassare il braccio in ritardo o ad estraniarsi completamente dalla traiettoria del tiro.
Assolutamente da non sottovalutare la mancanza di egoismo della guardia dei SunDevils, motivo per il quale la maggior parte delle volte in questi due anni è stato lui a gestire l'attacco dei suoi. L'ottima visione di gioco gli permette di innescare i compagni sia in situazione statica che in situazione dinamica, visto che stiamo parlando di uno dei migliori penetra e scarica del College Basketball, oppure ad innescare i tiratori perimetrali dopo aver interessato la difesa avversaria.
Così come lavora intelligentemente in attacco, fa lo stesso in difesa, seguendo benissimo il diretto avversario anche nelle situazioni lontano dalla palla e tenendo la posizione nel 1vs1. Inoltre ha mani molto veloci che gli permettono di rubare palla all'attaccante sia in possesso della sfera che sulle linee di passaggio e ha buona intuizione sulla direzione dei rimbalzi offensivi.
Se dobbiamo trovare dei difetti nel gioco di Harden c'è da sottolineare che il controllo di palla non è dei migliori, preferendo in troppi casi l'uso della mano sinistra e questo lo porta ad essere un turnover prone. C'è anche da valutare se l'atletismo e la stazza non eccelsa possano essere un problema al piano di sopra.
Harden comunque è sicuramente tra i primissimi talenti di questo draft, e qualunque squadra spenda una scelta top5 per lui sa di aver preso un giocatore che può essere utile già da subito.
NBA Comparison: Brandon Roy
2) Terrence Williams
Louisville – Senior – 198 cm
"From This Point Forward…" parafrasando un titolo di un recente articolo apparso su Sports Illustrated.
Con T-Will, così soprannominato all'interno dello spogliatoio di Louisville, siamo probabilmente di fronte al giocatore più versatile di tutto il panorama collegiale. Un giocatore che ha fisico, che sa attaccare il canestro, sa tirare dalla media e lunga distanza senza nessun problema, che va a rimbalzo come nesssun altro esterno della nazione e che nel passare la palla e mandare a canestro un compagno trova la fase più bella ed importante del gioco. Per usare un termine americano nessun altro giocatore “fills up the stat-sheet” (riempie il foglio delle statistiche) come Mr. Terrence Williams.
Il #1 e capitano dei Cardinals ha vissuto una stagione pressochè perfetta dal punto di vista individuale, migliorandosi virtualmente in qualsiasi categoria statistica (punti, rimbalzi, assist, palle rubate, percentuali dal campo e ratio assist/palle perse) innalzando così a dismisura le sue quotazioni verso gli scout NBA che prima di questa stagione avevano ancora tanti punti interrogativi sul suo gioco.
Uno di questi, probabilmente quello ancora più evidente, è il suo ball-handling che ancora non sembra essere arrivato ai livelli che un esterno di livello NBA necessiti (si presume che in futuro venga impiegato sostanzialmente da guardia o ala piccola, se non inserito in un sistema che richiede una point forward, ruolo che gli calza a pennello).
Soprattutto con la mano sinistra Williams sembra ancora abbastanza impacciato e messo sotto pressione può facilmente andare in difficoltà . La partita giocata al torneo contro Michigan State è un perfetto esempio, dove il lavoro di Travis Walton (difensore dell'anno nella Big Ten) ha messo in evidenza appunto queste difficoltà del gioco di Williams.
Un altro punto a suo favore, ragionando sempre a livello NBA, è invece la difesa. Seppur impiegato per gran parte della sua carriera nella pressione a tutto campo e nella zona di coach Pitino, Williams ha dato l'impressione di avere tutte le caratteristiche (fisiche e atletiche) per essere un difensore di primo livello.
Eccellente movimento di piedi, buona velocità di base e soprattutto braccia lunghissime con mani rapidissime che gli permettono di mettere in difficoltà il palleggiattore ed essere costantemente un pericolo nel rubare la palla.
NBA Comparison: Francisco Garcia
3) Stephen Curry
Davidson - Junior - 186 cm
Miglior marcatore di tutto il college basketball con 28.5 punti a partita, su di lui si è discusso e si discute ancora molto. Il motivo? Semplice: indubbiamente un grandissimo giocatore a livello collegiale, ma sarà in grado di ripetersi in NBA?
Ci sono pareri discordanti che hanno tutta ragione di esistere.
E' dalla sua prima stagione che mette su numeri notevolissimi, ma salì realmente alla ribalta durante la March Madness 2008, dove portò letteralmente di peso la piccola Davidson ad upset importanti su Gonzaga, Georgetown e Wisconsin, sfiorando addirittura l'eliminazione di quella Kansas che fu poi campione; il tutto tenendo una media realizzativa di 32 punti a partita. Non c'è da stupirsi quindi se si è attirato attenzioni piuttosto importanti.
Figlio di un tiratore eccezionale come Dell Curry, ha ereditato tale peculiarità dal padre: Stephen è infatti un tiratore micidiale da ogni parte del campo, con range ampio, meccanica pulita e rilascio che avviene in tempi infinitesimali. Rappresenta la declinazione completa della parola "tiro": sa segnare dagli scarichi, in uscita dai blocchi, in arresto e tiro, in sospensione e, cosa particolarmente importante in ottica futura, sa crearsi ottimamente il proprio tiro dal palleggio, con buon uso di finte per crearsi spazio, step back e fade away.
Incontra molti più problemi se deve entrare in area: indubbiamente ha buon tocco e sa usare bene il tabellone, ma la mancanza di atletismo, velocità e fisico (in particolare di muscoli nella parte alta del corpo) lo portano a patire gli 1vs1 e i contatti con il difensore, per il quale spesso è facile portarlo lontano da canestro; gli va però data atto una buona capacità di ricezione in situazioni dinamiche e su schemi da rimessa, che riesce a convertire in punti facili anticipando l'intervento del difensore grazie a una buona capacità di lettura.
In difesa non si può negare che si impegni, ma paga anche qui la scarsa fisicità e l'insufficiente atletismo, non riuscendo a contenere il primo passo e soffrendo il contatto fisico.
Basso per giocare stabilmente e senza problemi da guardia, gli è sempre stato imputato anche il non avere abbastanza visione di gioco e tempismo nel passaggio da giocare in modo fisso almeno da point guard.
Eppure sembra proprio che tali critiche siano infondate: sicuramente non è e non sarà mai un playmaker, e sicuramente non lo è mai stato, ma rispetto al suo ingresso al college è migliorato esponenzialmente dal punto di vista del playmaking.
Ha grande propensione al coinvolgimento dei compagni e si dimostra buon passatore, con visione di gioco adeguata e sotto controllo, decisioni piuttosto assennate e in particolare un ottimo tempismo per lo scarico; tutto questo senza contare il comunque impressionante incremento statistico alla voce "assist" (quasi a zittire le critiche), incremento su cui però pesa certamente il diverso ruolo all'interno della squadra dovuto alla partenza di Richards.
Si è dichiarato per il prossimo draft, assumendo un agente e precludendosi quindi la possibilità di tornare a Davidson; i dubbi su di lui permangono, ma la grande personalità gli sarà sicuramente d'aiuto per la sua esperienza in NBA.
NBA Comparison: Mike Bibby
4) Jodie Meeks
Kentucky – Junior – 193 cm
Dopo aver passato il suo secondo anno a combattere contro infortuni di ogni tipo Jodie Meeks è letteralmente esploso in questa sua stagione da junior a Kentucky, triplicando la sua media punti (da 8.8 e circa 24 a partita) ed affermandosi come uno dei migliori scorer a livello collegiale. Chiedere a Tennessee – ed ai 55 punti presi sul loro parquet – per eventuali approfondimenti.
Dotato di un tiro in sospensione di livello assoluto, anche stilisticamente, Meeks è stato in grado di migliorare le selezioni di tiro e così anche le percentuali che rispetto alla stagione scorsa si sono innalzate in tutte e tre le categorie: tiri liberi, da due e da tre punti.
Il grande pregio di Meeks è probabilmente quello di trovarsi ugualmente a suo agio nel tirare sia dal palleggio sia uscendo da una serie di blocchi. Il fatto poi che sia in grado di scoccare il tiro (anche da distanze siderali) con una velocità fuori dal comune lo rende pressochè immarcabile.
Oltre al tiro in sospensione il gioco offensivo di Meeks lascia però abbastanza a desiderare, ed è per questo motivo (oltre al fatto di non avere esattamente le dimensioni del prototipo della guardia tiratrice) che il suo futuro al piano di sopra è ancora abbastanza incerto. Non essendo dotato di un primo passo fulmineo e di particolari doti di palleggiatore fa spesso fatica a battere il suo avversario dal palleggio non arrivando quasi mai nei pressi del canestro, accontentandosi di conclusioni in arresto e tiro in precarie condizioni di equilibrio.
Potrebbe quindi avere un futuro come specialista nel tiro da fuori ma per costruirsi una solida carriera dovrà per forza di cose cercare di migliorare anche le altre fasi del suo gioco. Un altro anno a Kencuky con l'arrivo del nuovo coach John Calipari non potrà quindi che fargli bene.
NBA Comparison: Jason Terry
5) Manny Harris
Michigan – Sophomore – 196 cm
Di Corperryale Harris, per gli amici e per tutti Manny, se ne sente parlare veramente poco da scout, carta stampata e siti specializzati. Sarà perché sembra oramai certo il suo ritorno al campus di Ann Arbor, fatto sta che la guardia degli Wolverines non è considerato dai media americani come tra i migliori secondo anno della Ncaa, cosa abbastanza incomprensibile, visto la stagione appena conclusa dall'ennesimo figlio della MoTown cestistica.
Talento offensivo di prim'ordine con una grande varietà di soluzioni per cercare la via del canestro: sa arrivare benissimo al ferro grazie ai movimenti fluidi e la buona lettura della difesa, sa uscire benissimo dai blocchi e di conseguenza sa bene quale soluzione scegliere, vista anche la buona mano sia dalla lunga che dalla media distanza, e sa come attaccare ogni tipo di difensore. E' molto difficile da marcare perché è un 2 metri-scarsi veloce e con una buona forza nella parte alta del corpo che gli permette di resistere ai contrasti ed ai giocatori messi meglio fisicamente.
Chiaramente il gioco in penetrazione ed il buon uso del corpo lo portano molte volte alla lunetta dove tiene una ragguardevole percentuale che oscilla tra 85 e 90 percento.
In difesa riesce a sfruttare bene la buonissima velocità laterale di cui dispone per tenere bene i pariruolo in single coverage e per giocare come punta in una zona "particolare" come lo era la 1-3-1 di Michigan, ma soffre molto i giocatori più piccoli e veloci ed anche le ali più fisiche.
Altra caratteristica di rilievo nel gioco di Harris è il buon apporto a rimbalzo, dove riesce a dare una mano ai lunghi buttandosi più volte verso i tabelloni. Basti vedere che quest'anno ha tirato giù quasi 7 carambole a partita. Tantissime per una guardia.
La domanda che però si fanno di frequente gli scout è sempre la stessa. Riuscirà a portare il proprio gioco in NBA ed a renderlo efficace come a livello collegiale?
Chiaramente a Manny manca un po' di muscolatura per reggere i contatti del piano di sopra e deve migliorare anche la pazienza e le letture offensive devono essere ben più ponderate. Gli sarà molto d'aiuto il gran passo in avanti fatto nella scelta e nella qualità dei passaggi, ma deve iniziare a limitare il conto delle palle perse.
NBA Comparison: Jamal Crawford
6) Marcus Thornton
LSU – Senior – 193 cm
Passando sotto i radar della NCAA il senior di LSU Marcus Thornton si è confermato come una delle migliori armi offensive della SEC ed in generale del mondo del college basket. Un pò come Jodie Meeks, Thornton è una shooting guard dotata di un tiro mortifero che può scoccare da tutte le distanze.
Rispetto al passato, in questa sua quarta ed ultima stagione a Baton Rouge, è riuscito a fare dei piccoli aggiustamenti che però hanno portato il suo gioco ad un altro livello. Utilizzando meno il tiro da tre punti (l'anno passato il 50% delle sue conclusioni venivano prese da dietro l'arco) ha migliorato le proprie percentuali ed attaccando di più il ferro guadagnandosi quasi il doppio dei viaggi in lunetta è diventato più completo e soprattutto più imprevedibile per le difese avversarie, che adesso oltre che rispettare il suo tiro da tre punti devono anche stare attente alle sue penetrazioni.
Inoltre a riprova del miglioramento del suo gioco c'è anche il dato degli assist e della ratio tra assist e palle perse, che rispetto al passato si è letteralmente impennato.
In un futuro ad un livello professionistico Thornton dovrà probabilmente migliorare soprattutto in un paio di cose: il cosiddetto mid-range game (fondamentale per una guardia NBA), cioè il gioco dalla media distanza; e il suo ball-handling, ancora abbastanza acerbo.
NBA Comparison: Courtney Lee
7) Gerald Henderson
Duke – Junior – 193 cm
Nome che non sarà nuovo a chi segue la NBA da molti anni o di chi è a conoscenza delle magie celtiche della prima metà degli anni '80.
Il ragazzo è figlio dell'omonimo play dei Celtics che in gara 2 delle Finali del 1984 rubò il pallone dalle mani di James Worthy segnando il layup che portò tale partita ai supplementari che poi la squadra di Boston vinse, dando un bello slancio verso il 15° titolo della franchigia.
Cognome (ed in questo caso anche nome) pesante per il ragazzo, che dopo 3 anni sotto le grinfie di Coach K ha deciso di tentare la fortuna nella Lega forte di una stagione in cui ha fatto vedere molte cose che possono interessare gli scout e gli allenatori della NBA.
Henderson è una guardia che fa dell'atletismo e del dinamismo i propri punti forti, sa benissimo come usufruire di queste caratteristiche su tutti e due i lati del campo, d'altronde stiamo parlando di un ragazzo che alla High School ha dimostrato grande appeal con l'atletica, vincendo per due volte il titolo scolastico nel salto in alto e nel salto triplo, quindi queste sue qualità sono ben giustificate.
L'uso migliore che degli aspetti appena descritti è sicuramente in fase difensiva, dove riesce a contenere qualsiasi tipo di esterno, grazie alla buonissima velocità laterale, alle lunghe leve e ad una grande concentrazione sull'avversario e sulla situazione, ma soprattutto si esalta dopo alcune giocate decisive, se riesce a fare due/tre azioni importanti rischia di diventare insuperabile per il resto del periodo. Inoltre sporca molti palloni, ritardando gli attacchi degli avversari, legge bene gli aiuti e va sempre a rimbalzo.
Devastante in transizione, dove riesce a coprire tutta la lunghezza del campo grazie alle lunghe falcate, e nei pressi del canestro, Henderson può crearsi anche un tiro da solo grazie al buon mid-range game, anche se deve migliorare assolutamente la sua efficacia da dietro l'arco, dove il tiro va e viene troppo frequentemente.
Quello che ingolosisce non poco gli addetti ai lavori del piano superiore è il possibile potenziale di questo ragazzo. E' migliorato costantemente in questi 3 anni, e c'è il rischio che tale crescita non sia ancora finita, anzi…
NBA Comparison: Anthony Parker
8) Jerel McNeal
Marquette - Senior - 190 cm
Leader di Marquette, è anche il giocatore di maggior valore complessivo all'interno dell'ottimo backcourt dei Golden Eagles, completato dagli altri interessanti senior Dominic James e Wesley Matthews.
Pochi centimetri per il ruolo, tuttavia non patisce molto il contatto fisico e riesce a stare con giocatori più grossi di lui tanto in attacco quanto in difesa.
E' uno dei migliori difensori sull'uomo tra gli esterni: piuttosto maturo e intelligente, ha un'ottima capacità di stare con il proprio uomo e di contenerlo in scivolamento, nonché di subire lo sfondamento sulla penetrazione in area. Inoltre mani veloci, tempismo sui raddoppi e buon fiuto sulle linee di passaggio gli permettono un alto numero di palloni recuperati.
Molto meno bene se deve allontanarsi dall'uomo sul lato debole, dal momento che mostra ancora qualche distrazione di troppo.
Offensivamente di norma è un giocatore piuttosto silenzioso e composto, in generale poco incline a forzature (talvolta però viene preso da raptus di fame e si mette a sparacchiare).
Ha ottimo ball-handling che gli permette crossover fulminanti per battere il proprio uomo, ma la mancanza di atletismo e di massa muscolare lo rende poco incline ad avventurarsi nell'area affollata.
Si rivela invece un formidabile giocatore da mid-range: al ball-handling combina infatti un ottimo repertorio di finte ed esitazioni per mandare fuori tempo il difensore; la conclusione è poi di alto livello, con rilascio velocissimo e ottimo controllo del corpo anche fuori equilibrio.
In questi quattro anni a Marquette è inoltre migliorato moltissimo nel tiro da tre, ormai veramente affidabile tanto sugli scarichi quanto dal palleggio.
NBA comparison: Luther Head
9) Wayne Ellington
North Carolina – Junior – 196 cm
Quello che secondo molti è stato il vero go-to-guy nella corsa al titolo nazionale dei Tar Heels, Wayne Ellington è un giocatore molto elegante ed allo stesso tempo efficace come pochi nella fase offensiva. Dotato di un eccellente fisico, seppur non atletico come altri coetanei, è in grado di giocare sia da guardia tiratrice che da numero 3, nella posizione di ala piccola.
Arrivato al College essenzialmente come un "jump shooter" nei tre anni passati a Chapel Hill è stato in grado di ampliare il suo arsenale offensivo, migliorandosi nelle conclusioni dal palleggio e nell'avvicinamento al canestro. Il fatto però che si accontenti del tiro in sospensione (o in fade away, come dimostrato soprattutto nella stagione passata) non gli permette di guadagnarsi quella dose di tiri liberi che una guardia di questo calibro dovrebbe tirare.
La sua arma principale però come detto è il tiro sospensione, che scocca con tremenda efficacia anche e soprattutto dall'arco dei tre punti. La meccanica rasenta la perfezione e grazie alla sua altezza risulta essere virtualmente instoppabile e difficilmente difendibile.
Difensivamente invece, pensando ad un futuro NBA, c'è ancora molto da lavorare, sia sulla tecnica che soprattutto sulla voglia. Seppur dotato di una discreta velocità di piedi i suoi movimenti laterali lasciano spesso a desiderare e la cosiddetta "wingspan" che non raggiunge i due metri non lo aiuta a mascherare i suoi errori.
NBA Comparison: James Jones
10) Josh Shipp
UCLA – Senior – 196 cm
Giocare con grandi talenti può aiutare per raggiungere gli scopi prefissati, ma alle volte no, soprattutto in termini di visibilità .
Prendiamo in questo caso Josh Shipp, guardia-ala dei Bruins di UCLA, forse uno dei giocatori più sottovalutati dell'intero panorama del basket collegiale da 3 anni a questa parte. Un realizzatore sopraffino, ma sempre messo in ombra dai vari Afflalo e Farmar prima e dai Love, Collison, Westbrook e Holiday poi, con un ruolo che a prim'occhiata può sembrare secondario ma che invece, come ha ampiamente dimostrato nell'ultima parte della stagione dove si è preso sulle spalle la squadra, è stato sempre importantissimo.
Come anticipato poche righe qui sopra, Shipp è un grande realizzatore, capace di far male nella metà campo avversaria con grande varietà di soluzioni, alle volte anche imprevedibili, come ricorderanno bene giocatori e tifosi dei Golden Bears di California, battuti a pochi secondi dalla sirena con un tiro da dietro il tabellone da parte della guardia di Ucla.
Bravo nel ball-handling, tale caratteristica gli permette di prendersi buoni tiri dalla media, dato che riesce bene a sfruttare il fisico ben sviluppato per crearsi il giusto spazio per una comoda conclusione. Riesce bene anche a lavorare sfruttando uno o più blocchi, ma è un tiratore ancor più letale se riesce a tirare piedi per terra grazie alla meccanica di tiro fluida e corretta abbinata ad un rilascio molto veloce.
Non male anche la sua visione di gioco e il modo in cui riesce a trovare i compagni smarcati qualora riesca ad attirarsi l'interesse della difesa.
Nonostante sia un attaccante di buon livello, Shipp potrebbe pagare molto l'infortunio all'anca patito durante il suo anno da Sophomore che gli ha già fatto saltare un anno (operato, ha ottenuto la redshirt per quella stagione) e che soprattutto gli ha tolto molta mobilità ed atletismo, cose che in NBA tendono purtroppo a notare. Questa limitazione paga dazio anche nella propria metà campo, dove il ragazzo soffre tanto la maggior parte delle guardie, soprattutto quelle atletiche e veloci che sfruttano più blocchi.
Sperando che trovi un posto in NBA, c'è da dire che il ragazzo, qualora trovasse poca fortuna tra i Pro, potrebbe costruire una solida carriera europea, visti i buoni fondamentali e la capacità di giocare in un sistea ben oliato.
NBA Comparison: Roger Mason
Honorable Mention
Robert Vaden
UAB – Senior – 196 cm
Bastano pochi centimetri, spazio sufficiente a Robert Vaden per mettere a posto i piedi e lanciare uno dei suo siluri da dietro l'arco dei 3 punti. Te l'aspetti da uno che tira almeno 10 volte a partita dalla lunga distanza, ma non riesci ugualmente a fermarlo, vista la velocità con cui riceve, carica e rilascia il pallone.
Tiratore di striscia se ce n'è uno, Vaden riesce, grazie al fisico ben sviluppato nella parte alta del corpo, a trovare sempre uno spiraglio per il tiro, grazie anche alla buona capacità di farsi trovare quasi sempre in posizione di tripla minaccia.
Ragazzo abbastanza problematico (arrestato due volte in poco più di un anno), è più vecchio della maggior parte dei Seniors, dovuto anche all'anno di pausa forzata per seguire il suo coach e amico Mike Davis a UAB dopo due anni ad Indiana ed in campo riesce a far pesare tale "esperienza", riuscendo ad essere il leader emotivo della squadra.
Possibile giocatore di rotazione in NBA, anche se deve ampliare il proprio gioco offensivo troppo legato alle sue serate di tiro, nonostante abbia le possibilità per riuscire ad essere utile anche nell'attaccare il canestro.
Se va dall'altra parte dell'Oceano potrebbe essere un crack per qualunque squadra del Vecchio Continente.
Paul Harris
Syracuse – Junior – 194 cm
Fisico incredibile, dotato di una struttura muscolare degna dei Bronzi di Riace e di due gambe veloci ed esplosive. Piccolo problema: oscilla tra i 190 e di 195 cm, che fanno di lui un giocatore molto particolare.
Il terzo anno di coach Boeheim è un giocatore con mani molto forti che gli permettono sia di attaccare molto bene il ferro, grazie al buon primo passo, alla capacità di tenere molto bene i contatti e al buon uso di entrambe le mani, sia di essere un fattore a rimbalzo dove, a dispetto dei pochi cm, riesce a sovrastare avversari ben più grossi di lui (impressionante la media nel suo anno da freshman, che parla di 7,1 carambole in poco più di 20 minuti di gioco).
Ma il vero punto di forza del gioco di Harris è la parte difensiva, riesce a marcare qualsiasi tipologia di esterno, l'impressionante velocità di piedi gli permette di rimanere sempre di fronte al proprio avversario e di contestare ogni tiro.
Il problema di questo ragazzo è che tende ad essere un pò troppo egoista e fine a se stesso in alcuni momenti della partita, e questa caratteristica lo porta ad incocciarsi più volte nella difesa avversaria e perdere il pallone nei modi più disparati. Inoltre deve assolutamente migliorare il tiro, quasi assente, e le percentuali dalla linea della carità , importantissime per uno che penetra come fa lui.
Se vuole avere una possibilità tra i Pro (si è reso eleggibile al draft di quest'anno), deve assolutamente rivedere queste ultime cose, altrimenti rischia veramente di rimanere fuori dai 60 nomi chiamati da Stern e Jackson.
Ryan Thompson
Rider – Junior – 198 cm
Fratello minore di Jason, ala grande che milita nei Sacramento Kings, ha con lui condiviso le sue prime due stagioni a Rider.
Nonostante il non sfavillante talento, è un giocatore che fa innamorare per l'altissimo QI cestistico e per le sue caratteristiche da all-around: delizioso passatore, maturo nelle decisioni e nella visione di gioco, produttore di tutti i tipi di intangibles, in particolare ha la pregevolissima capacità di non forzare in attacco aspettando, come si dice, che "la partita venga da lui"; questo si riflette poi anche nella sua eccezionale percentuale dal campo del 51%.
Dotato di tanti centimetri e braccia lunghe difficili da riscontrare nei pariruolo, è anche un buon atleta, tanto verticale quanto orizzontale.
In attacco mostra grande versatilità e sono pregevoli in particolare il suo ball-handling e la sua capacità di andare dentro su entrambi i lati. Deve comunque ancora migliorare nel tiro da fuori, dove mette in mostra una meccanica ancora lenta e imprecisa; anche se vanno sottolineati i buoni progressi già messi in mostra rispetto alle precedenti stagioni, nonché la sua percentuale che resta comunque ottima (42%).
In difesa è semplicemente da contemplare: quel fisico e quella velocità di piedi gli permettono di poter difendere su ogni pariruolo che gli si pari davanti, con in particolare un'alta capacità di contenere il primo passo, ha inoltre mani rapide e ottimo senso della posizione; anche su questo lato del campo si rivelano tutta la sua versatilità e il suo QI, che lo portano a rendersi utile in ogni situazione (anche nella difesa a zona), tanto sulla palla quanto lontano da essa.
Jeremy Hazell
Seton Hall – Sophomore – 195 cm
Prodotto di Harlem, è prima di ogni altra cosa un tiratore folle! Innamoratissimo del suo tiro da tre punti, si prende in media nove conclusioni a partita da dietro l'arco (oltre la metà di quelle totali), forzando anche molte di queste.
Proprio queste forzature ne abbassano notevolmente la percentuale realizzativa, che si attesta su un mediocre 36%, ma resta un tiratore cinque stelle: mostra velocità nel movimento, rilascio che avviene molto in alto grazie a centimetri e braccia lunghe, buon lavoro in smarcamento e in uscita dai blocchi ma soprattutto un range molto ampio che lo porta a prendersi regolarmente e a segnare tiri anche dai sette/otto metri. E' comunque atleta di buon livello in grado di concludere anche in penetrazione.
Prende fiato quando si tratta di badare ad altri aspetti del gioco: ancora molto indietro nel coinvolgere i compagni, in difesa compie banali errori di distrazione o di ingenuità (ad esempio cercando troppo il pallone); ha comunque degli sporadici flash interessanti quando decide che questi aspetti "marginali" gli interessano: se decide di passarla mostra una buona visione di gioco, mentre in difesa sfoggia una grande rapidità di mani e buon fiuto per rubare palloni.
K.C. Rivers
Clemson - Senior - 195 cm
La guardia mancina di Clemson non è riuscita a compierei quei passi in avanti che tutti si aspettavano nel suo ultimo anno con i Tigers. Un buon tiratore sia con i piedi per terra che uscendo dai blocchi, Rivers ha chiuso la stagione con statistiche pressoché identiche a quelle di dodici mesi fa.
Il suo gioco è ancora principalmente basato solo ed esclusivamente sul tiro in sospensione visto che dal palleggio ed in situazioni di isolamento fa ancora molta fatica a battere il proprio uomo e creare situazioni pericolose per la difesa.
Il grande miglioramento si è visto però nella fase difensiva in cui Rivers eccelle sia nella fase di uno contro uno che in quella di aiuto, grazie soprattutto ad un eccellente "wingspan" che gli permette di giocare con successo sulle linee di passaggio avversarie.
Lee Cummard
BYU - Senior - 200 cm
La guardia/ala di Brigham Young si è confermata come uno dei più efficienti giocatori dell'intero college basketball, grazie soprattutto alle incredibili percentuali di tiro mantenute per tutta la stagione (52% dal campo, quasi il 40% da tre e 88% dalla lunetta).
Un fantastico tiratore, da tutte le posizioni del campo, con una bellissima meccanica di tiro ed un rilascio velocissimo. È ugualmente pericoloso anche dal post basso dove, grazie alla sua altezza, riesce ad avere successo contro avversari più piccoli portandoli vicini a canestro o battendoli con un tiro in allontanamento. Grande leader e motivatore, è stato l'ancora della squadra di BYU.
Difensivamente ci sono ancora tanti miglioramenti da fare ma le sue abilità offensive e la sua versatilità potrebbero farne diventare un giocare da rotazione NBA.
Freshmen
Iman Shumpert
Georgia Tech – 193 cm
Se avete un pallone che scotta e deve essere depositato in fondo alla retina, bussate pure alla porta di questo ragazzo; non solo vi aprirà ma accetterà il vostro invito con molta gioia. Anche se la carta d'identità dice 1990, Shumpert è un ragazzo che gioca con grande maturità all'interno del campo, sente dentro lo spirito del gioco e sfrutta tutto ciò a suo favore, con un grande consapevolezza dei mezzi.
In attacco sfrutta le buonissime mani per rendersi sempre pericoloso, sia in fase realizzativa, strutturata da un buon arsenale composto da un buon arresto e tiro ed un efficace gioco in penetrazione, che in quella di costruzione, dove ha buonissima visione di gioco, senso del passaggio e IQ cestistico.
In difesa sa sfruttare le mani veloci per rubare palloni sulle linee di passaggio o sporcando il palleggio degli avversari, ma riesce anche a mantenere la posizione sul possesso, un pò meno quando deve seguire il difensore senza palla ed in aiuto.
Occhio perchè questo ragazzo ha una buona base per poter lavorare sul ruolo di play, a patto che migliori il ball-handling ed alcune scelte di gioco.
Sylven Landesberg
Virginia – 198 cm
Ecco cosa si ottiene da un ragazzo che ama tutte le varie sfaccettature questo gioco con la sfera arancione. Forse se ne parla veramente troppo poco, ma Landesberg ha dimostrato di essere uno dei migliori Freshman di quest'annata un pò povera di talenti. Difficilmente vi farà alzare dalla sedia per le giocate spettacolari, ma questo ragazzo gioca a pallacanestro con una pulizia tecnica impressionante per uno della sua età .
Fondamentalmente è un attaccante dotato di mille soluzioni, sa arrivare al ferro sfruttando il palleggio veloce in piccoli spazi ed il buon uso di entrambe le mani al momento della conclusione anche in protezione dall'avversario, ha un tiro affidabile dalla lunga distanza e un buon mid-range game.
Difficile trovargli difetti nel gioco offensivo, ma a volte tende un pò troppo a forzare l'azione con brutte letture di difesa e situazioni, in cui dovrà sicuramente migliorare. Così come in fase difensiva, dove nonostante il buon fisico pecca nella concentrazione, subendo troppo anche da avversari poco pericolosi.
Tra le guardie comunque è il primo anno che più ha impressionato, insieme a Willie Warren.
Mike Rosario
Rutgers – 187 cm
Difficilmente la parola comboguard era stata avvicinata in modo così preciso ad un giocatore; questo è il caso di Mike Rosario, letale tiratore dei Rutgers, ma ancora troppo a metà strada tra le posizioni di play e guardia per dare una reale definizione al gioco del ragazzo.
Nonostante il brutto rilascio che parte un pò troppo dal basso, Rosario è uno scorer micidale dalla distanza, capace di segnare da qualsiasi distanza con una facilità incredibile, anche se tende ad abusare un pò troppo di questa peculiarità quando avrebbe dalla sua anche una buona abilità per cercare fortuna all'interno dell'area grazie alla velocità ed al buon atletismo.
Rosario comunque deve affinare qualche aspetto del gioco per poter ambire in futuro ad un posto al piano di sopra. Innanzitutto deve migliorare il possesso palla che per essere una guardia è di un livello troppo basso, inoltre ha bisogno di consolidare la propria struttura muscolare che lo porta a subire un pò troppo in difesa a dispetto di una base difensiva molto buona che gli permette di esser molto pericoloso sulle linee di passaggio.
Ha dalla sua una grande etica lavorativa e già questo non è poco, ma dovrà assolutamente specializzare i suoi compiti, perchè un gioco da comboguard così può veramente divetare un problema per gli anni a venire.
Scotty Hopson
Tennessee – 198 cm
Più sponsorizzato di una merendina alla sua uscita dalla High School e visto come un possibile crack fin da subito per i Volunteers, Hopson ha un pò deluso in questa stagione, dimostrando di essere ancora acerbo per poter essere un fattore a livello collegiale, anche se la potente fuoriuscita di talento non dovrebbe essere lontana.
Swingman della "nuova scuola" se così vogliamo chiamarla, dotato di grande atletismo e primo passo fulmineo che però usa veramente col contagocce, accontentandosi troppo spesso del suo tiro da fuori, discreto ma non così buono da coprire la maggior parte del gioco offensivo della guardia di coach Pearl.
Anche difensivamente ha tanto potenziale, visti i movimenti veloci di cui è capace e le lunghe leve che possono oscurare le linee di passaggio avversarie, ma anche qui dimostra troppa sufficenza, sembra anzi che la parte difensiva non gli interessi proprio.
Stiamo sempre parlando di un freshman con tantissimo upside, che però dovrà venir fuori con una decisa sterzata a livello mentale.
Willie Warren
Oklahoma – 192 cm
Probabilmente l'esponente migliore della classe freshman del ruolo, si è rivelato un'ottima spalla per Blake Griffin.
Offensivamente ha un repertorio vastissimo: ball-handling "playgroundizzante", finte di ogni genere e primo passo esplosivo gli permettono di battere con facilità il proprio marcatore, mentre per concludere c'è poi l'imbarazzo della scelta tra spin move, arresto e tiro, fade away, floater, uso del tabellone da manuale, schiacciate da highlights grazie alla incredibile verticalità e quant'altro; il tutto garantito da un buon controllo del corpo.
Buona efficacia anche dal perimetro, con un range piuttosto ampio, nonostante la meccanica imperfetta e rilascio che avviene piuttosto in basso; deve comunque migliorare nella selezione delle scelte di tiro e nella visione di gioco, perché mette in mostra ancora troppe decisioni discutibili.
Rispetto a molte altre combo-guard, è passatore migliore e possiede una certa predisposizione a coinvolgere i compagni, cosa che porta molti addetti ai lavori a prospettargli un impiego come point guard anche in futuro.
In difesa non ci siamo ancora: visione di gioco primitiva, mancanza di fondamentali e a volte troppa irruenza; non si può negare però che ci metta impegno che, abbinato a wingspan notevole e all'ottimo atletismo, non gli preclude un buon futuro anche sotto questo aspetto del gioco.
Seth Curry
Liberty – 187 cm
Miglior marcatore della stagione tra i freshmen con 20 punti a partita, nonché fratellino dello Stephen Curry presentato alla posizione n.3, Seth può considerarsi un alter-ego del fratello: tiratore micidiale in grado anche di costruirsi da solo il proprio tiro, con rilascio veloce e meccanica fluida e pulita, mostra anche la stessa grande leadership. Come Stephen paga a livello di fisicità e atletismo, cosa che gli porta gli stessi problemi in difesa e nell'avventurarsi troppo in area. Rispetto all'illustre fratello è anche di livello complessivo leggermente più basso, anche in termini di talento; mentre mostra una base leggermente migliore per quanto riguarda ball-handling, visione di gioco e tempi del passaggio.
Ha da poco ottenuto il transfer da Liberty a Duke, facendo quindi una scelta molto importante (e non priva di rischi) per il suo futuro; dunque con lui l'appuntamento è rimandato alla stagione 2010/2011.
Terrico White
Mississippi - 195 cm
Atletone longilineo con immenso ateltismo, White dopo una partenza stentata ha preso in mano le redini della squadra a metà stagione ed ha concluso gli ultimi due mesi in grande stile. Grande talento ancora un molto grezzo in diverse fasi del gioco.
Il nativo di Memphis dovrà lavorare sulla consistenza del suo tiro da fuori che troppo spesso va e viene, anche nel corso della stessa partita; sull'intensità difensiva, che come spesso accade con questi ragazzi viene ancora trascurata; e sulle doti di ball-handler, discrete ma non ancora eccellenti.
Terrico ha comunque dato segnali molto positivi in questa sua prima annata a Mississippi e con ancora qualche anno di duro lavoro e sacrifici in palestra potrebbe diventare un ottimo prospetto in ottica NBA.
Elliot Williams
Duke - 193 cm
Recruit da 5 stelle uscito dall'high school (anche lui proveniente da Memphis), Elliot Williams ha passato gran parte della stagione sul pino di Duke, seduto a fianco di Coach K. Dalla partita del 19 febbraio (contro St. John's) in poi ha però avuto discreto spazio per far intravedere quello che potrà portare alla cause dei Blue Devils nei prossimi anni.
Spaventoso atleta dotato di immenso talento, Williams ha un IQ cestistico superiore alla media dei suoi coetanei e questo gli ha permesso di poter essere impiegato in tutti e tre i ruoli del back court di Duke. Eccellente penetratore e ottimo "finisher" nei pressi del canestro, con cui spesso pennella tiri arcuati con la sua prediletta mano sinistra. Ancora un po' titubante e non troppo affidabile il tiro dalla distanza.