Grazie a JT Tiller, la partita ha preso subito la piega giusta per Missouri
Erano ventisette partite, esattamente dal venti dicembre, giorno della sconfitta contro Syracuse, che Memphis non perdeva una gara: per battere i Tigers ci sono voluti degli altri Tigers, quelli di Missouri.
Mizzou ha giocato un'ottima gara, attaccando Memphis sul proprio campo, quello dell'aggressività e dell'intensità , con una partenza forte che ha colto decisamente di sorpresa i ragazzi di coach Calipari che, a fine gara, ha commentato così: "Ci hanno dato un pugno in bocca subito all'inizio della gara, ci hanno distrutti difensivamente proprio come, di solito, facciamo noi con gli avversari. Ci hanno battuti al nostro gioco".
Aggressività difensiva ed efficacia offensiva, ecco come Missouri ha eliminato la numero due del seed Memphis: a fine gara, tutto il quintetto era in doppia cifra per punti realizzati. Memphis ha mostrato le sue lacune e, ancora una volta, come nel primo turno, è partita piano, svegliandosi nel finale. Il problema, per loro, è che Missouri è una squadra di ben altro livello rispetto a Cal- Northridge, e quindi i Tigers non sono riusciti a recuperare la gara, nonostante la grande prova di Tyreke Evans.
A dare un indirizzo chiaro alla partita, sin dal principio, ci ha pensato un JT Tiller in grande giornata, come ha sottolineato coach Anderson: "La sua energia è stata contagiosa, era come un pitbull in una stanza piena di ceramica cinese. Dovunque ci fosse la palla, c'era anche lui". Il suo contributo ha dato la carica a tutti i suoi compagni e, nella partita più importante della stagione, oltre a confermare le sue risapute doti difensive (migliore difensore della Big 12), ha anche dato un notevole contributo offensivo, salendo dai suoi otto punti di media stagionali fino a quota 23, con 10/16 dal campo.
Memphis è stata anche azzoppata, come ormai da tradizione, dalla sua pessima percentuale ai tiri liberi (18/32), mentre invece gli avversari sono stai più precisi (30/45). I liberi, in pratica, sono stati decisivi nel finale della partita, quando Memphis sembrava essere ritornata a contatto. Dopo aver subito un terribile break di 27-7 a cavallo dei due tempi che li aveva portati sotto di ben ventiquattro punti, i ragazzi di coach Calipari avevano pian pianino ricucito lo strappo, mordendo in difesa come non avevano fatto nel primo tempo.
A due minuti e quattordici secondi dalla fine erano arrivati fino a meno sei ma, negli ultimi due giri di lancette, hanno pagato la loro scarsa precisione dalla linea della carità . Memphis, in ogni caso, si era svegliata troppo tardi, e deve quindi abbandonare le sue speranze di ritornare alle Final Four.
Dall'altra parte del seed, invece, Connecticut ha ragione anche di Purdue, arrivando alla finale del Regional, per la quarta volta dal 2002, non lasciandosi influenzare dalle voci, pubblicate su Yahoo!Sports, di possibili violazioni commesse nel reclutamento di Nate Miles.
La partita non è stata, per così dire, spettacolare, con entrambe le squadre, che, in particolare nel primo tempo, non facevano canestro neanche in una vasca da bagno. All'intervallo gli Huskies erano avanti, ma solo perché il loro 39% dal campo era migliore del 33% con il quale avevano tirato i Boilemakers.
Si sapeva, d'altronde, che Purdue è una squadra difensiva, che non avrebbe permesso a UConn di far quello che voleva come nei due turni precedenti: la chiave della sconfitta per i Boilemakers sono stati, come ha sottolineato coach Matt Painter a fine gara, i rimbalzi (48-33 per gli Huskies): "Devi tirare con alte percentuali se vuoi vincere, soprattutto se prendi quindici rimbalzi in meno. E' difficile tenerli lontani dai rimbalzi, sono una grande squadra".
I Boilemakers hanno avuto il merito di crederci fino alla fine, cercando sempre di ritornare in gara, chiudendo comunque bene una stagione di alto livello. Robbie Kummel già pensa all'anno prossimo: "Abbiamo ottenuto molti risultati quest'anno, siamo arrivati alle Sweet 16. Il prossimo anno, vogliamo andare ancora più avanti".
Per su sfortuna Purdue si è, però, ritrovata schiacciata dal talento di Hasheem Thabeet. Come ha detto Calhoun: "Hasheem ha preso il controllo della partita. Purdue, in realtà , si è scontrata con uno dei migliori giocatori della nazione. La partita sarebbe potuta finire in modo diverso se, semplicemente, noi avessimo avuto un centro "normale"".
Thabeet, spronato dai compagni, nell'intervallo, ad alzare il suo livello di gioco, ha segnato i primi otto punti dei suoi nel secondo tempo, lanciando il parziale che ha permesso agli Huskies di creare un vantaggio in doppia cifra che hanno poi difeso fino alla fine. Il centro di UConn ha chiuso con quindici punti ed altrettanti rimbalzi, più quattro stoppate: ma il suo contributo, nella gara, è andato oltre le cifre, dando ai suoi quella sicurezza della quale avevano bisogno
Ora si fa veramente sul serio: la finale del Regional è in programma per sabato sera, tra Connecticut e Missouri. In palio, questa volta, un biglietto per le Final Four.