Per Sam Young 32 punti e 8 rimbalzi contro Oklahoma State
Il secondo turno della parte alta dell’East regional non regala grosse sorpresa, ma offre conferme a quanto era venuto fuori nelle partite di due giorni prima: le due squadre che andranno alle Sweet Sixteen, ossia Pittsburgh e Xavier, vivono un momento discordante, in parte dovuto alle diverse aspettative nei confronti delle due squadre, in parte a quanto evidenziato sul campo.
Iniziamo dai Panthers: la splendida regular season aveva permesso l’inserimento di DeJuan Blair e soci tra le papabili al taglio della retina. Pitt continua a vincere, certo, però dopo aver rischiato un clamoroso upset contro East Tennesse State, dal quale si è salvata proprio grazie alla gran prestazione del sophomore, ha rischiato parecchio anche contro Oklahoma State nel match conclusosi 84-76.
Per salvare i Panthers, in sofferenza per tutto il primo tempo, c’è voluto il miglior Sam Young, che ha chiuso con 32 punti, 8 rimbalzi e 3 stoppate, sfruttando al meglio gli spazi concessigli dalla difesa dei Cowboys che aveva impostato la partita sul contenimento di Blair (10+12 per lui), con frequenti raddoppi.
Buoni segnali arrivano anche dal terzo violino di Pittsburgh, il play Levance Fields, che ha chiuso con 13 punti e 9 assist e soprattutto ha messo a segno da solo un minibreak di 5-0 che portava i Panthers sul +5 a un minuto e mezzo dalla fine. La sensazione però è che ci sia ancora da lavorare, in particolare c’è da ritrovare una difesa che ha concesso agli avversari 49 punti nel primo tempo e il 42% dall’arco.
Oklahoma State ha giocato una buona gara, con il solito Byron Eaton (15 punti, 10 assist e 5 recuperi) sugli scudi, ma ha pagato la differenza di altezza e di fisicità . Il conto totale dei rimbalzi, infatti, vede il bilancino sprofondare nettamente dalla parte di Pittsburgh, che ha conquistato 39 carambole contro le 21 dei Cowboys, per un totale di 21 punti arrivati in seguito a secondi tiri.
“I nostri ragazzi erano lì a lottare e fare ogni cosa possibile per prendere i rimbalzi, ma saremmo potuti saltare a 10 piedi di altezza e Young e Blair sarebbero arrivati a 11”, ha commentato il coach Travis Ford.
Come Pittsburgh, anche Xavier ci ha messo un po’ a prendere le misure a Wisconsin, ma una volta messa la freccia è riuscita a portare a casa la vittoria (60-49) senza troppi patemi d’animo.
C’era da immaginarsi che sarebbe stata una battaglia tra difese, come d’altra parte era avvenuto nello scorso turno sempre ai Badgers impegnati contro Florida State. Wisconsin è riuscita a controllare il ritmo, tenendosi a contatto per 30 minuti, forzando numerose palle perse e facendo faticare moltissimo gli avversari, a secco nei primi quattro minuti di gara.
Nella ripresa è arrivato il parziale di 13-4 dei Musketeers, che hanno concluso ancora una volta con un ottimo 42% al tiro. Le chiavi della vittoria di Xavier, infatti, sono state proprio le stesse del precedente incontro con Portland State, ossia le convincenti percentuali dall’arco, e dall’altra parte una difesa che ha costretto i Badgers a chiudere con il 28% dal campo, con 3/20 da 3. Hughes e Bohannon in due hanno chiuso con 5/28 al tiro. “Difesa. E’ la nostra identità . Non segneremo 90 punti”, ha detto l’ala Derrick Brown, che ha chiuso con 10 punti e 4 rimbalzi.
Ma un discorso a parte merita la panchina di Xavier: a parte il memorabile trilione in 7 minuti di Brad Redford, i 18 minuti concessi alle altre tre riserve dei Musketeers sono stati decisivi. McLean, Frease e Holloway hanno realizzato un succulento bottino 20 punti, contro i 5 delle riserve dei Badgers, tirando giù 9 rimbalzi e non sprecando le occasioni concesse loro (8/11 al tiro).
La vittoria di Xavier è passata anche da loro.