JaJuan Johnson stoppa Isiah Thomas e sigilla la vittoria dei Boilemakers
"Molte persone parlano di possessi offensivi e di segnare tiri. In realtà , la cosa più importante è la difesa". Questo il commento, a fine gara, del coach d Purdue Matt Painter, che aveva appena visto i suoi salvati, proprio nel maggior momento di difficoltà , da due stoppate di JaJuan Johnson. Infatti, con il risultato quasi in equilibrio, e gli Huskies aggressivi per ribaltare il risultato, il lungo dei Boilemakers ha messo a segno le due giocate decisive, stoppando a pochi seocndi di distanza l'uno dall'altro, nella stessa azione, i tiri di Isiah Thomas e Quincy Pontdexter.
Se avesse segnato, Washington avrebbe pareggiato la gara ad un minuto dalla fine, ribaltando completamente la situazione, soprattutto da un punto di vista psicologico. Purdue, infatti, aveva guidato per tutta la partita, con vantaggi interessanti (massimo quattordici punti, nove a metà gara); ma Washington era all'attacco, non aveva intenzione di lasciare andare il match e, con energia e precisione, era ritornata in gara, fino all'exploit di Johnson.
Johnson a fine gara si è preso complimenti da ogni parte, in primo luogo dai suoi compagni di squadra, per esempio Keaton Grant: "Continua a migliorare, soprattutto nella sua presenza difensiva e nelle stoppate. Molte cose, l'anno scorso, le faceva solo in allenamento, ora le fa anche in partita". Ma anche il suo avversario nella serata, Brockman, l'ha elogiato: "E' una bestia in area: io ho fatto degli errori fondamentali, gli ho concesso spazio, e lui ne ha approfittato. E' un grande giocatore e continuerà a migliorare".
Brockman, in quella che si è rivelata essere l'ultima partita della sua carriera collegiale, ha fatto di tutto per vincere la gara, giocando con il naso rotto e un polso dolorante, e realizzando comunque la sessantesima doppia doppia della sua carriera, con 20 punti e 18 rimbalzi. Ma né lui, né i soliti Thomas e Pontdexter hanno potuto fare niente contro una Purdue più continua ed efficace.
A fine gara, triste per la sconfitta, ha commentato così: "Appena abbiamo iniziato a prendere ritmo, ero convinto che avremmo vinto. Questa è una delle ragioni per le quali è così difficile accettare la sconfitta, perché eravamo ad un passo dalla vittoria. E' divertente come, alla fine del Torneo, solo una squadra sia veramente contenta".
Washington, che giocava pure a Portland, vicino a casa, si è probabilmente svegliata troppo tardi, facendo un notevole sforzo per recuperare lo scarto che, ad inizio secondo tempo, era di quattordici lunghezze. Da lì in poi gli Huskies hanno mangiato punto su punto agli avversari, arrivando a meno due, negli ultimi sette minuti e tredici secondi, ben chiunque volte. Il problema per gli Huskies è che non sono mai arrivati non solo a superare, ma neanche a pareggiare il risultato, arrivando probabilmente poco lucidi negli ultimi due possessi.
Purdue avanza quindi alle Sweet Sixteen, dove avrà il relativo piacere di incontrare la numero uno UConn che, nelle ultime due gare, è sembrata essere una schiacciasassi.
Anche ieri gli Huskies non hanno lasciato nessuna possibilità alla povera Texas A&M, nonostante la pessima giornata di Hashim Thabeet, chiudendo in pratica la gara dopo una decina di minuti di gioco.
Gli Huskies quindi, dopo lo scetticismo delle ultime settimane, si confermano sempre di più come una serissima candidata alla vittoria finale, mentre i media americani si sbizzarriscono nel cercare similitudini con le precedenti versioni di UConn che hanno vinto il titolo, quelle del 1999 e del 2004. In entrambi i precedenti, infatti, si era, in qualche momento del torneo, passati per Phoenix (dove UConn giocherà le Sweet Sixteen) e Calhoun aveva saltato almeno una partita.
Questi Huskies si sono presentati decisamente bene davanti alle loro avversarie per il titolo, vincendo i primi due turni con uno scarto totale di ottantadue punti, il più largo nella storia dell'ateneo. Calhoun, ritornato ad occupare la sua postazione in panchina, ha avuto molto poco di cui preoccuparsi: "Sono stato il solito, ho fatto qualche urlo qua e là . Ma i ragazzi stavano giocando molto bene, erano quindi più incoraggiamenti che arrabbiature. Erano molto concentrati e sono usciti dagli spogliatoi con uno scopo ben preciso".
Texas A&M, quindi, ha avuto molte poche possibilità , rimanendo annichilita dagli avversari sin dai primissimi possessi, come dimostra il timeout chiamato già nel primo minuto di gioco, faticando a segnare in attacco e non riuscendo, difensivamente, a bloccare tutte le bocche da fuoco di Uconn. Coach Turgeon, a fine gara, ha commentato così: "Non credo che, da quando io sono qui, abbiamo mai giocato contro una squadra così forte. Penso che abbiano davvero la possibilità di vincere il titolo".
E, anche in una gara nella quale, come già detto, Thabeet non ha giocato al meglio, hanno trovato altre risorse, sorprendendo lo stesso Calhoun: "Normalmente non penserei di poter fare quello che abbiamo fatto senza Hasheem come presenza dominante". A battere Texas A&M ci hanno pensato Adrien e Price, decisamente padroni del match, che hanno tirato con un notevole 19/32 dal campo, segnando rispettivamente 23 e 27 punti.
Appuntamento quindi alla prossima settimana, per vedere chi, tra Purdue e UConn, si conquisterà un posto tra le migliori otto della nazione.