Gerald Henderson riporta Duke alle Sweet Sixteen
Nessun upset nella parte bassa dell’East bracket: ad accedere alla seconda settimana della March Madness ed a fronteggiarsi la settimana prossima per un posto nella finale regionale sono i due seed più alti, anche se le strada per arrivare a Boston è stata diametralmente diversa per Duke e Villanova.
#3 Villanova – #6 UCLA 89-69
Strada spianata per Villanova che strapazza per 40’ UCLA e va in carrozza alle Sweet Sixteen. Gli arbitri concedono qualche contatto di troppo ai Wildcats in avvio di gara mentre sono troppo punitivi con i Bruins ma ‘Nova piazza subito un break di 19-2 che spazza via ogni dubbio: UCLA non riesce assolutamente a contenere le penetrazioni di dei ragazzi di coach Wright che, peraltro, quando non arrivano facilmente al ferro possono prendersi – e segnare – comodi piazzati dalla lunga distanza senza troppa pressione addosso.
UCLA scivola a -18 già nel primo tempo e poi va al riposo a -13; addirittura ha più di una volta l’occasione di rientrare in partita ma la maggiore fisicità di Villanova fa la differenza, come racconta anche un impietoso conto finale 39-26 ‘Cats per quanto riguarda i rimbalzi.
Alla fine ben sei Wildcats finiscono in doppia cifra con un Dante Cunningham da 18+10 a tracciare la strada e con Dwayne Anderson che finisce anche lui in doppia-doppia da 10+11. Reggie Redding piazza una prestazione da all-around con 13 punti, 6 rimbalzi, 7 assiste e 4 rubate ma è decisivo l’apporto dalla panchina di Corey Fisher, che chiude con 13 punti e 5 assist in 25’ di gioco ma soprattutto stoppa ogni timido tentativo di rientro dei Bruins.
I senior di Villanova raggiungono così le 100 vittorie in carriera – la classe più vincente di sempre nella storia del Wildcats – mentre UCLA non raggiunge le 100 vittorie nel Torneo NCAA e saluta in tono minore una classe di senior storica con il redshirt senior Josh Shipp che chiude con 134 partenze in quintetto, record d’ateneo, come record sono anche le 142 gare giocate in blue&gold da Collison ed Aboya e 123 le vittorie della classe.
Nella disfatta dei Bruins sono loro i tre migliori con Shipp che firma 18 punti, Collison che ne aggiunge 15 ed Aboya, in campo solo 22’ per ingenerosi problemi di falli, che saluta con 9 punti ed 8 rimbalzi.
#2 Duke – #7 Texas 74-69
Accesso alle Sweet Sixteen sicuramente più sudato per Duke che deve lottare fino all’ultimo secondo della gara per avere la meglio sui Longhorns dopo che i Blue Devils avevano visto svanire negli ultimi 6’ i 10 punti di vantaggio costruitisi in precedenza.
Sul 64-54 per Duke, infatti, un parziale di 13-3 firmato tutto da AJ Abrams, 17 punti finali pur se con basse percentuali ed i primi 5 del break, e dal freshman Varez Ward, 8 punti nel parziale ed una ottima prova da 16 totali con 7/8 dal campo in 21’ uscendo dalla panchina, ha riportato per due volte in parità i Longhorns. Negli ultimi 67”, però, i liberi di Nolan Smith e di Gerald Henderson hanno deciso la sfida mentre dall’altro lato del campo la tripla di Damion James – 15+10 alla fine – girava sul ferro prima di essere rigettata dagli dei del basket.
Non ci poteva essere attore più adatto di Henderson per mettere il sigillo alla gara; il giocatore a cui, come ammesso a fine gara anche da coach K, i Blue Devils si sono affidati ed aggrappati per tornare nella seconda settimana Torneo dopo le uscite premature degli ultimi due anni. E lui ha saputo rispondere presente attaccando il canestro con determinazione e convertendo poi dalla lunetta – 10/13 – tutto il suo lavoro in una sera in cui le percentuali dal campo non sono state scintillanti per lui che ha chiuso con 24 punti ma solo 7/21.
In una gara che si pensava potesse essere decisa dal tiro dalla lunga distanza, sia per lo stile di gioco di Duke che per le attitudini di Abrams, a fare la differenza alla fine sono state le palle perse – 9 di Duke contro 15 di Texas – e la percentuale dalla lunetta con i Longhorns fermi ad un mediocre 16/25 contro il 21/27 dei Blue Devils.