American League West: Preview

Rickey Henderson e Jason Giambi tra passato e futuro dei nuovi Athletics

Ci eravamo lasciati con una AL West dominata dalla migliore squadra della American League, i Los Angeles Angels. Dietro, per un certo periodo, gli Oakland Athletics avevano tenuto botta, per poi sciogliersi in corrispondenza con alcune scelte del loro GM. A soffiare agli A's il secondo posto erano stati a tratti i Texas Rangers, fantastici in attacco ma rovinosi dal monte ed in difesa grazie ad un atteggiamento irritante dei loro infielder. A concludere il quadro della division meno combattuta in MLB c'erano i Seattle Mariners, partiti per conquistare il Mondo e finiti con il secondo peggior record delle majors, in una stagione che rimarrà  nella storia come una delle più deludenti di sempre.
In questo 2009, qualcosa è cambiato, e lo vedremo nel dettaglio di ogni franchigia, ma, come vedremo, sembra che la classifica finale dell'anno scorso potrebbe ripresentarsi tra sette mesi, tale e quale.

Los Angeles Angels

Primo obiettivo degli Angels in questa off-season: firmare un closer. Infatti Francisco Rodriguez ha firmato con i Mets, ed il posto da closer è rimasto vacante. L'anno scorso il bullpen degli angelini si è rivelato forse il più grande reparto di tutte le Majors. Il trio Scot Shields - Jose Arredondo - K-Rod ha lasciato ils egno, contribuendo n modo vitale alle moltissime vittorie di misura che hanno reso il record dei californiani faraonico. Per rimpiazzare il pitcher venezuelano, è stato scelto Brian Fuentes, anche lui free agent, proveniente da Colorado. Fuentes era il meglio che il mercato offrisse, e si può dire che la lacuna è stata ben colmata. Sarà  difficile, almeno fino a tutto maggio, rimpiazzare l'altra grossa lacuna del pitching staff.

Ervin Santana ha problemi al gomito. La sue vittorie la scorsa stagione, 16, erano state il traino all'inizio stagione dei suoi. Lo spot numero uno della rotazione è suo agli Angels come lo sarebbe in molte altre squadre, il giocatore è a tutti gli effetti un pitcher da Cy Young award, e la sua assenza sarà  molto pesante. Assenza che si protrarrà  forse fino a fine maggio, gli accertamenti medici sono tuttora in corso. Questo costringerà  Mike Scioscia a dare il quinto spot della rotaazione ad un rookie, Nick Adenhart o Anthony Ortega, con tutta l'incertezza di una scelta obbligata di questo genere.
Con John Lackey, Joe Saunders e Jered Weaver, gli Angels saranno comunque un osso duro per le mazze dei rivali.

Il lineup ha subito due perdite, quella di Mark Teixeira e quella di Garrett Anderson. Per opporre un contrattaco a questa fuga di giocatori, è stato preso Bobby Abreu e rifirmato Juan Rivera, che batterà  DH.
Abreu potrebbe ritrovare buoni numeri sui basepath come fece qualche anno fa, approfittando della filosofia offensiva di Los Angeles, che spesso vede privilegiata la velocità  alla potenza. Le ultime due stagioni a New York non hanno confermato le sue doti al piatto, con il calo del suo OPS a dispetto della minima variazione della media battuta, ma il dato che più attrae la dirigenza è quel .405 di on base percentage in carriera. Una volta che Abreu è in prima, basterà  un singolo per mandarlo in terza, e la metodicità  della squadra angelina ben si confà  alle sue caratteristiche di velocità . Se poi pensiamo che Abreu ha più pazienza al piatto di tutto il resto dei suoi compagni messi assieme, non possiamo che essere d'accordo con la mossa di portarlo al sole del Pacifico.
Rivera invece, se resterà  sano, ha finalmente lo spazio per svilupparsi e diventare il grande battitore che le sue caratteristiche dovrebbero consentirgli di diventare.
Insomma, perdere Teixeira è grave ma era già  scritto, ed il modo in cui la mancanza è stata affrontata è ottimale.

Giocatore chiave: Brian Fuentes

Il californiano Fuentes torna a casa per competere con gli Angels. E' una grossa sfida per lui sostituire in modo degno K-Rod, nuovo record man di salvezze in una stagione.
E' altresì possibile che il pubblico di Anaheim lo prenda in simpatia, addossando a Rodriguez l'onta di non avere insistito per rimanere nello stato dell'orso. A parte questo, Fuentes è stata una scelta abbastanza forzata nel mercato dei free agent in inverno, ed ha tutto da guadagnare da una nuova esperienza.

Il soggiorno in Colorado aveva visto prestazioni non sempre solide, oltre al disonore di venire rimpiazzato da un ragazzino (Manny Corpas) proprio quando i Rockies hanno vissuto il loro più grande momento, giungendo alle World Series per la prima ed unica volta nella storia. Ripreso il posto, l'anno scorso, ha inanellato grosse prove, forse pungolato dalla prospettiva di finire in free agency e cacciare un grosso contratto. Il suo FIP (una ERA ripulita di ogni possibili contributo di un cattivo fielding) è stato nel 2008 il più basso della carriera.
Pitcher dal rilascio particolare, può gettare scompiglio in una lega, la American, in cui è stato draftato ma dove non ha mai giocato. E' un giocatore chiave perchè, data per assodata la bontà  dei set up in rosso (i già  citati Shields ed Arredondo), sarà  l'ago della bilancia per la squadra che l'anno scorso ha stabilito un record come franchigia con 100 vittorie e minor differenziale tra punti segnati e punti subiti, un misero + 68 alla fine dell'anno.

Texas Rangers

Il migliore attacco della lega. Tutta qui la precedente stagione dei Texas Rangers, perchè oltre a tre o quattro mazze roventi non c'era stato proprio null'altro.
Pitching imbarazzante, fielding anche peggiore. Talento al piatto da vendere, ma ben poca solidità  in qualsiasi altro aspetto.
In off-season le cose sono anche peggiorate. Milton Bradley ha lasciato il Texas in free agency, lasciando il lineup senza una delle sue gemme. Confermatissimi invece il recuperato leadoff Ian Kinsler e Josh Hamilton, oltre ad Hank Blalock sempre presente.
Si parla benissimo del nuovo shortstop Elvis Andrus, parte dell'affaire Teixeira di stagioni fa, 20enne che batterà  ultimo dell'ordine di battuta, che va a ricoprire il ruolo di interbase mentre Michael Young, di cui parleremo diffusamente nel seguito, va in terza, con Blalock probabile DH.
Nella posizione di catcher Jarrod Saltalamacchia dovrebbe essere in vantaggio su Taylor Teagarden, ma si alterneranno spesso. Al lineup quindi manca ben poco; Kinsler è solido, Hamilton potentissimo e Nelson Cruz promette bene dopo l'eccellente finale di stagione 2008.
La profondità  è data dall'arrivo di Omar Vizquel, che potrà  sostituire come infielder “jolly” eventuali infortunati.

Se al piatto i Rangers si arrangeranno (c'è un buco in prima, che verrà  riempito da David Murphy, e pochi altri dubbi), viceversa dovrebbero valutare con le molle la rotazione.
L'anno passato, in sede di chiusura dei nostri report divisionali, annotammo quanto cambiare qualche partente dovesse essere la priorità  per Texas. Invece, calma piatta. Scott Feldman, unica buona notizia del 2008, rimane affiancato dai veteranissimi Vicente Padilla e Kevin Milwood.
Il problema principale è che nè uno nè l'altro durano abbastanza sul monte. Probabilmente anche a causa del Ballpark in Arlington, vera e propria manna per i battitori, i pitcher di Texas hanno sempre avuto buone statistiche se riescono a durare più di 180-200 inning a stagione. Era in questo modo che la dirigenza si sarebbe dovuta muovere.
Invece ci ritroviamo a descrivere una rotazione che si chiuderà  presumibilmente col 25enne Brandon McCarthy, destrorso che si è ritrovato a doversi inventare una slider incredibile in inverno per rientrare nei canoni MLB.
Ci sono grossissime possibilità  che i Rangers del 2008, primi in punti segnati e media battuta ed ultimi in home run permessi e punti subìti, vengano semplicemente traslati in avanti di 365 giorni, ed alla fine dell'anno si ritrovino ben lontani dalla postseason.

In un bullpen anonimo, infine, spiacca Frank Francisco, destinato al ruolo di closer, che dovrebbe far bene, soprattutto in un team che non necessiterà  di salvezze troppo “strette”.
Fuori per almeno metà  stagione Joaquin Benoit, il long reliever migliore in rosa.
Se l'attacco mancherà , mancheranno tutti i Rangers. Se l'attacco reggerà , dovremo comunque sperare che Neftali Perez e Derek Holland, due prospetti interessanti nel ruolo di partente, possano subentrare con profitto in rotazione.
L'alternativa è una trade a metà  stagione, se Oakland o Los Angeles non saranno già  troppo lontani da raggiungere!

Giocatore chiave: Michael Young

Ideale capitano dei Rangers, e sotto contratto per una bella cifra ancora per qualche anno, Young era lo shortstop titolare di Texas. In inverno però è arrivata la comunicazione di Ron Washington, il suo manager, fredda ed in qualche modo ingenerosa: il giocatore sarebbe stato spostato nel ruolo di terza base. La reazione iniziale è pessima, con la minaccia di chiedere un trasferimento che avrebbe privato la squadra di un ottimo battitore, secondo per valide solo ad Ichiro Suzuki negli ultimi 6 anni.

Lo spirito di professionista di Young l'ha però fatto ritrattare. Inoltre c'è da aggiungere che come interbase è statisticamente sempre stato scarso. Muovendosi di qualche passo a destra può ridurre il range di corrispondenza e sfruttare meglio il braccio, abbastanza potente anche per la terza base.
Abbiamo detto dei problemi nel fielding dei Rangers, e la risposta può essere anche solo lui. Se giocherà  bene, Andrus potrà  ben sviluppare le sue capacità  difensive già  buone e concentrarsi sul battere meglio, se invece Young sarà  incerto o peggio disastroso, costringerà  Omar Vizquel, ormai 41enne, a doppio o triplo lavoro.

Le prime notizie dallo spring training riferiscono di buonissime prestazioni per il neo terza base, il che fa ben sperare. Se fornirà  delusioni in stagione regolare, i Rangers potranno solo sognare un posto tra le migliori 4 della lega.

Seattle Mariners

Vergognosi. Spesso nel 2008 i Mariners sono stati additati con questo sgradevole aggettivo. Secondo alcuni, la verità  era che non avevano un grosso roster, nonostante la tendenza della società  a celebrare i propri giocatori come idoli.
In ogni caso, il lineup non era ben assortito, anzi era costruito malissimo e questo ha portato a non sfruttare la verve di Adrian Beltre, alla sua stagione migliore come Mariner, che andava oltre le recinzioni a basi vuote o quasi.
Ne è uscito un attacco poco produttivo che una difesa nella media ha affossato. Il colmo è che, nonostante la stagione pessima, è sfuggito anche l'ultimo posto in MLB, che avrebbe garantito il primo nel draft, dove sembra che si paleserà  tale Stephen Strasburg, lanciatore per cui molto ipotizzano un futuro da stella.

Il nuovo GM Zack Zduriencik si è notevolmente divertito quest'inverno, scambiando giocatori, lasciandone partire altri e firmando un paio di bei nomi.
In attacco è tornato uno dei più grandi di sempre, Ken Griffey Jr., che batterà  da DH alternandosi ad un altro arrivo, Russell Brayan dai Brewers.
In uscita J.J. Putz, Jeremy Reed e soprattutto Raul Ibanez.

Altri arrivi di punta sono David Aardsma dai Red Sox e Ryan Sweeney dagli Athletics. Il primo concorrerà , e forse prevarrà , per il ruolo di closer, tuttora vacante.
Il secondo invece è il classico esempio che spiega la filosofia del nuovo manager, cioè quella di avere profondità , più che punte di diamante.
Per l'outfield orfano di Ibanez, infatti, si è optato per Franklin Gutierrez, poco esperto esterno con poca potenza e statistiche molto basse anche per quanto riguarda media battuta e OBP. Scelta per il futuro con poche ripercussioni a breve termine.

Il credo seguito è stato quello di “dare profondità “, anche se c'è il ragionevole dubbio che Zduriencik si sia fatto prendere un po' la mano. Una profondità  che si scontra in un certo senso con la situazione contrattuale di molti giocatori.
Beltre, Branyan, Felix Hernandez, Erik Bedard sono in scadenza dopo questa stagione. E' possibile che, se Seattle deluderà , vengano scambiati a metà  stagione, ricostruendo una franchigia che pare già  averne bisogno.
In questo senso, la scelta di un grosso mercato in entrata può essere vista come il tentativo di pescare buoni giocatori dal mucchio, e possibilmente affiancare ad Ichiro Suzuki altri validi uomini-squadra.

Se il bullpen è un reparto misterioso nello stato di Washington, ancora senza un closer e che si costruirà  a stagione comincata, la rotazione è, sulla carta, una delle migliori in American League.
Hernandez è uno dei giovani migliori del panorama MLB, e lancerà  per primo nell'ordine, seguito da Bedard, che dovrà  dare più di un 2008 sfortunato ma anche al di sotto delle aspettative.
Poi, Jarrod Washburn, giusto terzo in rotazione, e Carlos Silva. Quest'ultimo ha avuto moltissime difficoltà  l'anno scorso (4 vittorie), ma le buone prestazioni in WBC potrebbero voler significare un risveglio.
A chiudere la rotazione una sorpresa: Ryan Rowland-Smith, uno dei più validi rookie reliever dell'anno passato, che farà  il salto a partente nel 2009. Approfitterà  dei guai fisici di Brandon Morrow per ritagliarsi una spazio tutto suo ed inattaccabile. Da tenere d'occhio.

Quindi, cosa ci possiamo aspettare dai Mariners 2009? Un po' più di controllo, innanzitutto: una identità  di squadra. L'arrivo di Griffey e della sua leadership sarà  vitale per uno spogliatoio al limite dello slegato.
Il lineup, leggermente modificato, potrebbe rappresentare ancora un punto debole importante, mentre la difesa sembra decisamente migliorata e svecchiata.
A Seatlle di valore ce n'è, l'importante sarà  l'affidabilità  dei partenti e la loro durata. Se le decisioni penderanno sulla testa dei rilievi evitare un'altra figuraccia sarà  difficile.
Ichiro e Beltre possono portare questa squadra lontano, potrebbero farlo in molte franchigie, ma il supporting cast è debole e prima di smantellare tutto e ripartire da capo c'è bisogno di dare un buon indirizzo a questa stagione, considerando anche la sfiducia che i giocatori potrebbero presto o tardi palesare nei confronti di un progetto pieno di buchi.

Giocatore chiave: Erik Bedard

Le statistiche del trentenne potevano stordire due anni fa: 221 K, 3.16 di ERA, 1.09 di WHIP. Giocando a Baltimore, di certo non ai Sox o agli Yankees. Insomma, il 2007 di Bedard è stat una stagione perfetta o quasi, dal valore reale inestimabile.
Sull'onda di questo successo speciale, il trasferimento ai Mariners, e la legittimità  delle affermazioni trionfanti dei dirigenti di Seattle.
Poi, gli infortuni e le prestazioni sottotono, le sole 15 partite iniziate.
Ora, tra un piccolo risentimento al gluteo e le prime prestazioni in Spring Training, un Bedard nuovo si affaccia all'ultima stagione del suo contratto. Dovessimo scommettere non punteremmo su di lui, ma si sa che negli Stati Uniti, l'anno prima della free agency corrisponde sempre a grandi stagioni, in ogni sport.
Potrebbe essere, dopo aver deluso molto, l'ultima occasione per il pitcher di lavorare bene, a patto di stare lontano da infortuni di vario genere a cui è soggetto.
Inoltre, per avere buone statistiche, si dipende dalla squadra. Un Bedard credibile e che gioca bene, inanellando vittorie, è un boost per una squadra che cerca disperatamente un altro faro oltre all'outfielder giapponese.
Se invece prevarrà  la linea del “tanto me ne vado” saranno dolori, per lui e per la squadra. Per questo è un giocatore chiave, perchè rappresenta bene la situazione nella piovosa città  del nord ovest.

Oakland Athletics

Avviene tutto e l'incontrario di tutto nella parte calda della baia californiana. Solo 12 mesi fa, il titolo della preview sarebbe stato "I mille prospetti di Oakland", mentre ora sarebbe "Potenza consolidata per Oakland".
Il management, incredibilmente reo di aver affossato la scorsa stagione con le trade di Chad Gaudin e Rich Harden, oltre a quella della scorsa offseason di Dan Haren, si è dato una svegliata ed ha riempito gli spazi vuoti del Coliseum con pezzi da novanta, anzi, da 100, se ci è concesso.
Arrivano infatti Matt Holliday, slugger da Colorado, e Jason Giambi, ex mai dimenticato, dritto dalla prima base degli Yankees. La contropartita per i Rockies è stata sanguinosa, come prevedibile. Se ne vanno infatti il fortissimo, almeno difensivamente, Carlos Gonzalez, outfielder di ottime speranze, Greg Smith e Huston Street, buon closer. Il trasferimento di Giambi è avvenuto via Free Agency, quindi nessun spargimento di talento.
Ulteriori sorprese sugli arrivi nel proseguio della preview.

Detto così, il quadro a Oakland sembra un po' confuso. E' molto più facile, invece, da capire. Semplicemente, al piatto c'è potenza a tonnellate, discreta profondità , e in rotazione e nel bullpen una bella serie di ragazzini che hanno avuto ancora poco dall'MLB.
Le vere incognite non saranno il rendimento di Giambi e Holliday, ma come la parte bassa del lineup e quella della rotazione gestiranno la difesa degli A's, conosciuta in tutta la lega come un reparto molto affidabile.

Ma procediamo con ordine.
Il leadoff sarà  Ryan Sweeney, giovanissimo ma già  con tre anni di esperienza alle spalle, che si sono riflessi in una OBP sempre più alta. Detto questo, è un primo battitore debole, di poco contatto, che dovrà  per forza fare un salto di qualità  per permettere buoni risultati ai suoi.
Il trittico 3-4-5 è in teoria tutto per Jack Cust, Giambi ed Holliday. Il problema era trovare un battitore per il secondo spot, in modo da poter togliere a Cust il compito e permettergli di battere più di potenza. Ed ecco che dai White Sox arriva Orlando Cabrera, interbase di 34 anni pronto per il lavoro. Dopo questi cinque, Eric Chavez che viene da una stagione difficile colma di infortuni e Kurt Suzuki, che pian piano risale l'ordine di battuta di questi A's, di cui è l'ottimo catcher.
Le sue prestazioni dovrebbero subire prima o poi un'esplosione, come teorizzato da molti all'inizio della scorsa stagione. Nel 2008, invece, ha peggiorato la slugging percentage e l'OBP, alzando perà  considerevolmente la media battuta. Dovesse ancora dare un colpo a quest'ultima, prevediamo altre promozioni a breve.
Suzuki è solo uno dei frutti del farm system degli Athletics. Dietro di lui batterà  Daric Barton, la più grossa delusione del 2008, anno in cui doveva essere il miglior rookie della American ed invece ha deluso immensamente, raccogliendo solo 9 HR in 446 apparizioni al piatto contro i 4 in 72 dell'anno prima.
Poi ci sono Mark Ellis e Bobby Crosby. Quest'ultimo è molto insofferente ed ha già  chiesto più volte di essere ceduto. Probabilmente la firma di Nomar Garciaparra ha scoraggiato il buon Crosby, che ora si ritrova tre shortstop davanti a lui in depth chart. Vedremo come andrà  a finire, ma l'ossatura del lineup è ben scritta.

Jack Hannahan è in panchina. Con il ritorno di Chavez è giusto così, ma il nativo si St. Paul rappresenterà , soprattutto difensivamente, un'arma molto importante per l'allenatore. Così come Garciaparra sarà  il pinch hitter quando la squadra si troverà  sotto nel punteggio negli ultimi inning.

Sarà  in svamtaggio spesso Oakland? Sì, la rotazione è molto giovane ed il bullpen un po' deserto. E' tanto probabile che Holliday, Cabrera e Giambi garantiscano punti quanto è probabile che i lanciatori partenti siano spesso bucati dai line drive avversari.
Justin Duchscherer, the Duke, è il numero 1, viene dritto dritto dall'All-Star Game e basterà  che ripeta le prestazioni dell'anno scorso per dare almeno 15 vittorie a questa squadra ed archiviare la sua migliore stagione.
Alle sue spalle, la giovinezza di Dana Eveland, Sean Gallagher, Gio Gonzalez e Dallas Braden, 98 anni in quattro. Eveland e Gallagher sono giocatori già  formati e con un buon futuro davanti, mentre Gonzalez ha avuto una carriera giovanile prepotente ma l'impatto con l'MLB è stato devastante l'anno scorso, con statistiche ridicole e prestazioni da giocatori di doppio A prestato alle majors. Da rookie, deve dare di meglio, perchè non ha caratteristiche troppo diverse e talento di molto inferiore a quello di Cueto o Volquez, i due giovani partenti di Cincinnati che così bene hanno fatto l'anno passato.

Nel bullpen il 40enne Russ Springer, nuovo acquisto, guiderà  un gruppo che non ha dimostrato molto al livello più alto. La partenza di Street non ha trovato un arrivo di qualità , e quindi il compito di closer potrebbero essere svolto da Joey Devine, coadiuvato talvolta da Brad Ziegler. I giovani Henry Rodriguez e Josh Outman si inseriranno come rilievi, magari puntando ad un posto da starter, ed altri 4 o 5 giocatori, tra cui Jerry Blevins e Santiago Casilla a costituire un reparto sulla carta debole ma che, sempre per le caratteristiche di Oakland, potrebbe fare abbastanza bene.

In definitiva, gli A's sembrano il vero jolly della American League. Con questo roster possono vincere contro tutti, ed era proprio l'obiettivo della dirigenza e del mercato aggressivo che ha condotto. E' altrettanto vero che, però, giocatori come Garciaparra o Giambi sono nel pieno dell'inverno della loro carriera. Profondità  ce n'è, ma non da grande squadra, soprattutto in attacco. In difesa invece grossi problemi non ce ne dovrebbero essere.

Giocatore chiave: Dana Eveland

La difesa non sarà  un problema, ma il pitching? Ci vorrebbe una figura che funga da collegamento tra Duchscherer, leader dei lanciatori in green & gold, ed il resto dei giovanissimi pitcher. Eveland, 25enne di Olimpia nello stato di Washington, può essere proprio questo elemento di congiunzione. L'anno difficile ad Arizona, la fiducia degli Athletics accordatagli la scorsa stagione, la ERA che si abbassa ma non abbastanza (4.34), sono tutti elementi del profilo di un giocatore che ha talento ma che ha ancora molti gradini da salire per essere completamente affidabile. Se giocherà  come sa e con pochi passaggi a vuoto, eviterà  l'impiego di un bullpen di capacità  imprecisata e la sua carriera subirà  l'impennata che potrebbe trainare la sua squadra.
La sensazione generale è che Oakland possa emergere come la sorpresa della stagione, ma per fare questo una parte dei sui giovani deve maturare in questo 2009.

Proviamo a fare ora un pronostico sulla classifica finale:
Angels
Athletics
Rangers
Mariners

Gli Angels dovrebbero riuscire ad affermarsi nuovamente, diminuendo però drasticamente le 100 vittorie dell'anno scorso, forse stabilizzandosi attorno alle 90. Oakland potrebbe seguire a pochissime lunghezze, combattendo con qualche team della AL East per la Wild Card.
Poi, Rangers e Mariners staccati, con Texas attorno a quota .500 e Seattle un po' più staccata.
Ovviamente è solo un gioco, ma l'impressione è che la AL West sarà  come sempre, ed in grande parte grazie all'interessante Oakland, una division da tenere d'occhio, ed in cui potrà  succedere molto.

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