Un mostruoso Cole Aldrich ha trascinato Kansas alle Sweet 16. Tripla doppia da 13+20 e 10 stoppate!!
Si è conclusa al secondo turno del Torneo l'avventura del "nostro" Daniel Hackett e della sua University of Southern California. In una sfida dal sapore ellenico e classico tra Trojans (Troiani) e Spartans (Spartani), ha prevalso Michigan State 74-69. Un gara equilibrata in cui hanno pesato gli errori nel finale dei ragazzi di Floyd e una gestione non certo controlata del play nativo di Pesaro.
Molto probabilmente, quella contro MSU è stata l'ultima partita della carriera collegiale del nostro Danielino.
Anche se coach Tim Floyd ha ancora fiducia di ritrovare questo gruppo il prossimo anno per giocare una stagione da autentici protagonisti, dopo la vittoria nel Torneo della Pac-10 e il passaggio nel primo turno del Toreno Ncaa: "Sono veramente molto orgoglioso di questi ragazzi. Siamo una squadra con molto talento. Certo, nel college basket di oggi difficilmente i giocatori restano per tutto il quadriennio. Ma se ci fosse la possibilità di continuare ancora assieme, potremmo davvero fare grandi risultati". La speranza è l'ultima a morire, come si dice… ma è davvero difficile che Hackett faccia dietrofront dopo la sua decisione di tentare la carta del professionismo subito, che sia Nba o Europa, ma soprattutto che Demar DeRozan resista alle sirene Nba dopo questo entusiasmante finale di stagione tutto in crescendo. USC punterà decisamente forte su Lewis, Gibson e Vucevic.
Restando sul presente e cioè sulla partita, USC ha tirato malissimo da tre, solo 1-10, ha sbagliato tutti gli ultimi nove tiri dal campo tentati, ma soprattutto non ha avuto praticamente Taj Gibson, che aveva dominato il primo turno contro Boston College. Per il #22 dei Trojans tanti problemi di falli che non gli hanno permesso più di ventitre minuti sul parquet: out già a sei minuti dal termine. Tre punti (tutti ai liberi), cinque stoppate e nessun rimbalzo!! Hackett ha chiuso con tredici punti (ma solo due nella ripresa) con cinque assist, tre rimbalzi e tre recuperi. "Non abbiamo mai mollato, abbiamo lottato fino alla fine, Michigan State ha fatto una grande partita", ha commentato Daniel a fine gara.
Ancora positive le prestazioni di Dwight Lewis, 19 punti e top scorer dei Trojans, DeRozan, 18 punti con 6-13 al tiro, e Leonard Washington, che ha chiuso con 10 punti e 7 rimbalzi. "Abbiamo perso ma mi è piaciuto il modo con cui abbiamo affrontato questa partita e lo spirito che i ragazzi hanno messo contro uno dei migliori programmi dell'intera nazione", ha concluso coach Tim Floyd.
In casa Michigan State, nonostante la pessima prova della stella Raymar Morgan, solo tre punti e appena diciassette minuti sul parquet, la soddisfazione è grandissima per aver centrato ancora una volta le Sweet Sixteen. L'ottava volta nelle ultime dodici stagioni: solo Duke ha fatto meglio.
Per coach Tom Izzo la gioia è doppia se a trascinarti alla vittoria è stato il tuo migliore difensore, quello che si sacrifica per la squadra e si occupa esclusivamente di oscaurare la stella avversaria. Per una sera, e che sera, Travis Walton si è travestito da Raymar Morgan e con 18 punti (8-13 al tiro) ha preso per mano gli Spartans e li ha portati al terzo turno del Torneo.
Sbalordito anche coach Izzo dalla prestazione del suo mastino: "Sono sbalordito dai tiri che ha segnato, è stato eroico. Ma Travis è all'ultimo anno e tra tutti è quello che maggiormente vuole arivare alla Final Four, è la sua ultima occasione".
Meno sorpreso è apparso lo stesso Walton: "Tutti mi vedono come un difensore ma io so segnare. Kalin Lucas mi ha cercato spesso stasera: mi sentivo bene, ho segnato così ho contnuato a tirare". Kalin Lucas, giocatore dell'anno della Big Ten, ha firmato 10 punti e 7 assist. "Io li chiamo fuoco e ghiaccio", ha detto Morgan riferendosi a Lucas e Walton, "Kalin accende il nostro attacco mentre Travis congela la stella avversaria".
Per MSU, anche 7 punti (1-10 al tiro) e 10 rimbalzi per il centro Goran Suton. Ottimo contributo dal pino per Durrell Summers, 11 punti e 8 rimbalzi nel suo carniere.
Nell'altra gara del bracket, i campioni in carica di Kansas hanno battuto Dayton in una gara che non lascia molti ricordi, se non fosse per la prova nettamente sopra le righe di Cole Aldrich, il centro della squadra di coach Bill Self. Tripla-doppia da 13 punti, 20 rimbalzi e 10 stoppate per il ragazzo nato a poche miglia dal Metrodome di Minneapolis, dove si giocava la gara.
60-43 per i Jayhawks che hanno centrato la terza Sweet Sixteen consecutiva. Per i Flyers una giornata assolutamente storta: 72 tiri tentati e solo 43 punti segnati frutto del 22% al tiro. Solo 2 punti nei primi sette minuti e altri cinque minuti nel secondo tempo senza punti a tabellone. Dopo l'exploit contro West Virginia, in doppia cifra solo il sesto uomo Perry mentre Wright e Little hanno deluso.
In casa Kansas, la prestazione non è stata sicuramente eccelsa ma è comunque bastato. Lo dimostra il fatto che i Jayhawks non siano mai riusciti fino alla fine a creare un solco decisivo con Dayton. Diciamo che il talento di Collins e la strapotenza di Aldrich sono stati sufficienti per fare la differenza, in un match dove Kansas ha tirato 3-16 da tre e 11-22 ai liberi. "Ci sono delle volte in cui sbagli così tanti buoni tiri, che poi anche le conclusioni più semplici ed elementari sembrano impossibili", ha spiegato coach Self.
Collins ha segnato 25 punti, 7 rimbalzi con un più che convincente 11-19 al tiro. Mentre Aldrich……
Il sophomore di Bloomington, Minnesota, ha fatto registrare la sesta tripla-doppia nella storia recente del Torneo (da quando cioè si contano anche stoppate e recuperi). Era dal 2003, Dwyane Wade con Marquette, che non accadeva. Inoltre, con le dieci stoppate rifilate ai Flyers, Aldrich si è fermato ad un solo "block" dal record di Shaquille O'Neal con LSU nel 1992, che ne diede 11 in una gara di Torneo. Insomma, dopo essere stato decisivo contro North Dakota State, Aldrich si è ripetuto contro Dayton, anzi, si è decisamente migliorato. Ma il ragazzo non sembra essere sorpreso: "Stoppo i tiri avversari da quando ero piccolo. Sono sempre stato abituato ad essere più alto degli altri. Per questo mi sembra normale: se qualcuno si avvicina al mio canestro per tirare, io provo ad andare più in alto di lui e a stopparlo". Semplice, no?
Ora c'è la semifinale del Regional contro Michigan State. Le due squadre si sono incontrate lo scorso 10 Gennaio ad East Lansing, la casa degli Spartans e fu proprio la squadra di coach Izzo a prevalere, 75-62. Venerdì ad Indianapolis sarà certamente diverso. Sherron Collins ne è sicuro: "Penso che possiamo arrivare lontano. Questo è solo l'inizio".